
Da quella straordinaria sera dell'11 Ottobre 1962, quando Giovanni XXIII, il 'Papa buono', dalla finestra del Palazzo Apostolico inviò una carezza a tutti i bambini della terra, suscitando un'ondata universale di tenerezza, che al suo sguardo paterno sembrava coinvolgere persino la luna, enormi trasformazioni sono avvenute nella vita della Chiesa e del mondo. Grazie al Concilio Vaticano II, inaugurato quel giorno, si può dire che i processi della storia della Chiesa e della vicenda dell'umanità intera si sono avvicinati e intrecciati come forse mai prima era avvenuto. Mai un'assise conciliare aveva prestato tanta attenzione alle sfide del tempo; mai la storia era entrata con tanta consapevolezza nell'autocoscienza della Chiesa; mai allo stesso modo i Vescovi in Concilio avevano avuto coscienza di essere essi stessi protagonisti di una svolta dalle conseguenze epocali. Lo si rileva seguendo la struttura fondamentale della riflessione conciliare nella sua triplice articolazione in rapporto al passato, al presente e al futuro della Chiesa.
Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, rilegge i quaranta anni del Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia, nel quadro più ampio del Giubileo d'oro del Rinnovamento nel mondo. L'Autore individua quattro passaggi nodali nell'evoluzione del RnS: da corrente di grazia a movimento ecclesiale; dalla preghiera alla missione; dal cenacolo al mondo; dal "roveto ardente" alla "colonna di fuoco". Un testo imperdibile per conoscere in sintesi la genesi e l'evoluzione del Rinnovamento, che trova nella preghiera, nella Parola di Dio, nei sacramenti e nella vita comunitaria le sue fonti costitutive e nell'evangelizzazione la sua naturale destinazione. Prefazione di Salvatore Martinez, Presidente del Rinnovamento nello Spirito.
Bruno Forte, in poche pagine, traccia le line fondamentali dell'eredità spirituale di Benedetto XVI, condividendo anche una lettera, intima e personale, che il Papa teologo gli aveva scritto per spiegargli le motivazioni che lo avevano portato a lasciare il ministero petrino e a ritirarsi nella meditazione e nella preghiera.
L'Autore consegna ai lettori un intenso profilo di Benedetto XVI che riprende il suo percorso teologico e il messaggio delle encicliche. Propone, poi, gli elementi fondamentali che lo caratterizzavano, lo stile, la fede e l'umanità, come le chiavi per coglierne il pensiero nel grande valore che conserva come eredità preziosa per la Chiesa e per la famiglia umana. Il testo si chiude con la bellissima preghiera che il Papa scrisse a un anno dalla Sua visita al Santuario del Volto Santo di Manoppello.
Guglielmo Massaja, assistente spirituale di Vittorio Emanuele II, al termine di una lunga e avventurosa esperienza vissuta nelle affascinanti terre del Vicariato apostolico dei "Galla", fu riaccolto in patria come una vera e propria icona missionaria. Dopo la sua morte, con l'accrescersi dell'interesse italiano per l'Africa orientale, la sua figura fu tuttavia oggetto anche di un processo politico di rielaborazione, passante soprattutto per l'enfatizzazione di un suo presunto ruolo di propugnatore dell'espansionismo coloniale nazionale nell'area del mar Rosso. Grazie a una ricostruzione puntuale, fondata su una vastissima documentazione, il volume di Mauro Forno fa finalmente luce sull'azione svolta dal cardinale astigiano durante la sua travagliata missione africana, ripercorrendo i principali snodi di una vicenda sino a oggi in gran parte trascurata dalla ricerca storico-scientifica.
Mauro Forno è ricercatore di storia contemporanea nella Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Torino. Ha pubblicato vari volumi sulla storia del fascismo, del movimento cattolico e del giornalismo dell'Ottocento e del Novecento, tra i quali "Rinnovamento cattolico e stabilità sociale" (Edizioni Gruppo Abele, 1997), "Fascismo e informazione" (Edizioni dell'Orso, 2003), "La stampa del ventennio" (Rubbettino, 2005), "1945: l'Italia tra fascismo e democrazia" (Carocci, 2008) e "A duello con la politica" (Rubbettino, 2008).
La fine della Seconda guerra mondiale coincise con l'avvio di vasti processi di decolonizzazione nel mondo, a cui si legarono rilevanti conseguenze a livello politico, strategico, economico, sociale. Mettendo in crisi il dogma del primato culturale dell'Occidente, queste trasformazioni esercitarono degli effetti anche sulla vita delle Chiese cristiane, minando molti dei presupposti ideali su cui si era basata, sino ad allora, l'azione di evangelizzazione del pianeta. Per quanto concerne la Chiesa cattolica, il suo vertice diede prova di una notevole attenzione e di una certa solerzia nell'adeguarsi al nuovo quadro. Ma tra i missionari attivi sul campo i sentimenti prevalenti furono spesso ben diversi: la paura, l'incertezza, la frustrazione e anche il comprensibile senso di amarezza di chi si sentiva improvvisamente - e quasi inaspettatamente - messo in discussione, pur avendo maturato nel proprio animo la certezza di avere sempre dato a tanti popoli ancora «poveri» e «bambini» tutto il bene di cui era capace. Fondandosi su una vasta documentazione, il volume ripercorre i passaggi essenziali di questa difficile fase di transizione, che costrinse la Chiesa a scelte dolorose, ma anche gravide di prospettive per gli orizzonti ecclesiali e missionari di fine millennio.
L'anima risponde a un tacito rimprovero dei mondani, che per abitudine hanno il vezzo di biasimare coloro che veramente si danno a Dio. Li ritengono esagerati nella loro vita ritirata e raccolta e nel loro modo di comportarsi. Dicono anche che sono inetti nelle questioni importanti e totalmente persi per tutto quanto il mondo apprezza e stima. L'anima vuol dire ai mondani che, se non la vedessero più prendere parte agli incontri e ai passatempi del secolo come faceva prima, pensino e dicano pure che si è allontanata da loro, e che reputa ciò un bene così grande che è stata proprio lei, di sua iniziativa, a volersi allontanare e abbandonare tutto e tutti per andare in cerca del suo Amato.
La prima guerra mondiale in Italia segna uno snodo della storia del progressivo inserimento dei cattolici nella vicenda umana, sociale e politica del paese. Incertezze, divisioni e conflitti alla fine misero capo anche a nuovi equilibri e punti di convergenza diversi da prima della guerra, dalla quale il cattolicesimo italiano uscì profondamente modificato: se nel 1914 il movimento cattolico aborriva la stessa espressione "partito", nel 1919 nacque il Partito popolare italiano, di chiare ascendenze cristiane, che alle elezioni politiche divenne il secondo partito di massa del paese. Il libro identifica alcuni passaggi cruciali di questo mutamento, individuandone gli effetti nel breve periodo della drammatica crisi post bellica, ma anche le tracce di una influenza più lungamente distesa nella storia successiva.
Nuova edizione accresciuta.
Fin dagli anni del Risorgimento i cattolici italiani avevano incontrato l'idea di nazione, pur rimanendo estranei a uno Stato nazionale costituitosi contro il potere temporale del papa. Il libro mette in luce una visione "guelfa" che attraversa tutta la storia d'Italia, ispirandosi a un'idea alternativa di nazione, centrata sulla tradizione religiosa. Ne discute gli effetti e le manifestazioni non sempre omogenee. All'inizio del Novecento il guelfismo contribuì a tenere lontani i cattolici dalle degenerazioni nazionaliste. Durante il fascismo, se da un lato li avvicinò al regime nazionale che aveva risolto la questione romana, dall'altro li indusse a distanziarsi dalle sue tendenze totalitarie. Nel dopoguerra si palesò un nuovo paradosso: mentre l'affermazione politica della Dc pareva sancire il successo della sempiterna "Italia cattolica", si veniva consumando la secolarizzazione della società. Questa nuova edizione dà conto del risveglio del mito guelfo, dell'attuale protagonismo pubblico della Chiesa e della nuova, ambigua funzione che il richiamo alla tradizione cattolica nazionale assume, in un'Italia sempre più pluralistica.
Guido Formigoni insegna Storia contemporanea nell'Università IULM di Milano. Con il Mulino ha pubblicato "La Democrazia cristiana e l'alleanza occidentale" (1996) e una "Storia della politica internazionale nell'età contemporanea" (nuova ed. 2006).
Questo libro affronta alcuni passaggi decisivi nella storia dei rapporti tra cattolici e politica nell'Italia del '900. Un tema di grandissima attualità che continua a segnare la politica italiana di oggi. L'autore - uno dei migliori storici della nuova generazione - unisce la profondità dell'analisi all'acutezza dell'interpretazione. Il libro risponde ad alcune questioni centrali. Quali sono le correnti di pensiero che da sempre dividono i cattolici in politica? Qual è stato l'atteggiamento della Chiesa di fronte alla democrazia? E il ruolo del partito cattolico? Perché è finita la DC? Qual è stato il ruolo del Cardinale Ruini nell'ultimo ventennio? E cosa resta della lezione di grandi protagonisti come Sturzo, Dossetti, De Gasperi, Lazzati, Moro?
Con questo libro dedicato a due episodi cruciali del rapporto tra cattolicesimo e politica nell'era delle ideologie e dei totalitarismi, Formicola affronta le vicende connesse alla resistenza dei cattolici messicani contro il laicismo di radice massonica, e poi alla sanguinosa persecuzione dei cattolici spagnoli ad opera del Fronte popolare. Esse sono per lui essenzialmente due exempla, due reperti privilegiati presi dal recente passato in cui si può osservare quasi "in purezza" un epico confronto tra visioni del mondo, tra filosofie della storia: da un lato la tradizione politica cattolica, imperniata sulla stabilità sociale, sul principio di autorità, sullo sviluppo ordinato delle comunità; dall'altra la destabilizzazione portata alla civiltà euro-occidentale dalle forze sovversive, che egli individua in una catena che dalla Riforma protestante conduce all'illuminismo settecentesco, al socialismo e al comunismo, fino al progressismo radicale sviluppatosi dal Sessantotto al post-guerra fredda.
dalla Prefazione di Eugenio Capozzi
Frutto di una ricerca condotta su testi conciliari e fonti letterarie del tempo, questo libro presenta per la prima volta un quadro completo della vita sinodale in Italia tra i pontificati di Onorio II - primo pontefice a reggere la Chiesa subito dopo il Concordato di Worms e il I Concilio Lateranense - fino al termine del pontificato di Eugenio III, considerato l'ultimo dei "papi riformatori". Dalla conclusione del Concilio Vaticano II, il tema della sinodalità nella Chiesa è diventato oggetto privilegiato di studio e di dibattito da parte di numerosi ricercatori: i concili, infatti, furono da sempre considerati forma preferita di governo collegiale, dove si risolsero questioni a carattere dottrinale e disciplinare, al fine di stabilire regole per la vita ecclesiastica. Se l'attenzione degli storici e dei teologi spesso si è focalizzata sui concili ecumenici, che sicuramente rivestono un ruolo di primo piano per lo sviluppo del dogma e della vita ecclesiale, poco si è scritto sulla restante attività sinodale, sempre presente nella storia della Chiesa. L'autore, nonostante si concentri su un periodo breve, ma particolarmente ricco di avvenimenti, ricostruisce lo svolgimento dei sinodi papali e provinciali tenutisi nella penisola italiana: i temi trattati, le dissidie risolte, le questioni a carattere sociale vengono così alla luce, mostrando come in quegli anni la Chiesa abbia vissuto la "sinodalità". Attraverso il prisma dell'attività sinodale, emerge anche un affresco sulla storia della Chiesa in Italia nel periodo oggetto di studio e un contributo prezioso per comprendere l'ecclesiologia del XII secolo.