
Copertura mediatica e informazione nella visita di Benedetto XVI in Inghilterra.
Eva, Sara, Rebecca, Rachele, Lea, Rut, Noemi, Ester, Giuditta, Marta, Maria, la Maddalena, la Samaritana... Nell'Antico e nel Nuovo Testamento non compaiono solo figure maschili ma anche tante donne. Sono fondatrici di stirpi, profetesse, donne qualunque che si trovano perciò a svolgere un ruolo cruciale, memorabile nella storia della loro comunità e della loro religione. Sono donne che hanno la forza di essere protagoniste del proprio destino. Osano sfidare Dio, come Eva, la madre dei viventi, che trasgredisce l'ordine divino e si assume la responsabilità di una vita autonoma; osano opporsi all'autorità maschile, come Miriam che rivendica il proprio ruolo di profetessa con Mosè, o come Giuditta che uccide il nemico Oloferne; osano anteporre alle leggi umane principi superiori, come le levatrici che salvano Mosè contravvenendo alle leggi del faraone, o come Ester che aiuta il suo popolo sfidando le leggi dell'Impero persiano; osano piegare le leggi maschili a difesa dei diritti delle donne, come fanno Tamar e Rut. Compiono scelte ardite ma sono ugualmente difese e accolte da Dio. Oltre a loro, ci sono teologhe che hanno letto diversamente il racconto dei testi sacri e ne hanno tramandato un'altra versione. La presunta inferiorità femminile ricavata dall'interpretazione di certi passi della Bibbia è servita soprattutto a legittimare discriminazione e subalternità della donna, ma non è scontato che questo ne sia l'autentico e unico senso. Prefazione di Marinella Perroni.
Chi è la giovanissima ragazza ebrea proveniente da un piccolo paese della Galilea che divenne la madre di Gesù? Oggetto di culto e devozione senza pari, la figura di Maria di Nazaret nel corso dei secoli è stata al centro di interpretazioni spesso lontane da quanto raccontano le esili tracce presenti su di lei nei vangeli canonici. Ha attraversato il mondo cattolico, ortodosso, come pure - sorprendentemente - quello islamico, e ha influenzato l'arte e la spiritualità di tutti i tempi. Dai vangeli agli scritti apocrifi, dai dogmi al culto delle apparizioni, l'immagine di una donna dalla forte carica eversiva.
Profetesse, mistiche, false sante, streghe, riformatrici, libere pensatrici animano il vasto popolo delle eretiche, di quante si sono ribellate in cerca di verità Le donne che hanno provocato scosse inaspettate e scardinato gli equilibri del loro tempo hanno pagato a caro prezzo le proprie scelte. Tante di loro sono state considerate eretiche e per questo condannate, perseguitate, ridotte al silenzio. L'eresia è stata studiata attraverso i protagonisti maschili, mentre poca attenzione è stata riservata alle provocatorie e alternative esperienze femminili. Per colmare questo vuoto e restituire al concetto di eresia il valore originario di scelta, Adriana Valerio ripercorre due millenni di storia raccontandoci le vite di donne - dalle montaniste a Margherita Porete, da Giovanna d'Arco a Marta Fiascaris fino alle donne dell'Anticoncilio del 1869 e alle moderniste - tutte decise a lottare, conoscere, predicare ed esercitare ministeri in nome di una nuova chiesa inclusiva e senza confini.
A Napoli, tra il 1522 e il 1540, prese forma la Cittadella degli Incurabili, uno dei massimi centri propulsori della riforma religiosa del Cinquecento. A fondarla fu Maria Lorenza Longo, una vedova spagnola che non solo aprì un ospedale per gli indigenti impossibilitati a curarsi dalla «malattia del secolo», la sifilide, ma diede vita anche a una spezieria per sperimentare nuove cure e realizzare farmaci; appoggiò opere di assistenza per i malati mentali, per le famiglie dei condannati a morte, per le prostitute, per le donne incinte. Fondò, infine, l'ordine delle monache Cappuccine. Si ritirò quindi nel monastero da lei voluto, Santa Maria in Gerusalemme, dove ancora oggi le monache ne conservano le spoglie e la memoria. Presentazione di Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli.
Martedì 8 settembre 1964, Paolo VI annunciava ufficialmente la presenza di uditrici al Vaticano II e, il 25 dello stesso mese, entrava in aula la prima donna, la francese Marie-Louise Monnet. Dal settembre del 1964 all'agosto del 1965 furono ventitré le donne chiamate a partecipare al Concilio, dieci religiose e tredici laiche. Sebbene nelle intenzioni di molti padri conciliari la loro presenza rivestisse un carattere perlopiù simbolico, inaspettatamente il ruolo svolto da queste ventitré donne andò ben oltre, lasciando segni importanti negli stessi documenti conciliari.
Cosa significa ricostruire oggi la storia della Chiesa con un'ottica di genere? Il volume utilizza una metodologia inclusiva per interpretare le dinamiche del mondo cattolico. Attraverso una differenziata periodizzazione, che va da Gesù di Nazareth ai giorni nostri, raffronta le esperienze maschili e femminili, quasi come in un gioco di specchi, in un molteplice intreccio di livelli e di circolarità all'interno della fitta trama del tessuto spirituale, culturale e politico. Ne emerge un affresco inedito che contrappone gli aspetti legati all'esercizio del potere nella Chiesa con la presenza viva e combattiva delle donne impegnate nei tanti cammini di fede. Lo sguardo retrospettivo su queste vicende interroga il presente e, allo stesso tempo, apre a più coraggiose indicazioni di cambiamento per il futuro.
Con la proposta di papa Francesco di istituire una commissione di studio sul diaconato femminile, servizio antico ma desueto, si intravede per la prima volta in questo millennio una prospettiva nuova e importantissima che potrebbe aprire all'ingresso delle donne al sacerdozio. Ma quale è stata fino a oggi la presenza della donna nella Chiesa? Quali il ruolo e la missione attribuiti alle donne all'interno dei testi sacri? Quali gli effettivi spazi di potere e di governo consentiti? Adriana Valerio risponde a queste domande in pagine suggestive, dense di storia e di riflessione. Ci presenta le straordinarie figure di donne che si ribellano al potere maschile nell'Antico Testamento; ci mostra la rivoluzione del Vangelo, che intende capovolgere letteralmente tutte le vecchie logiche di dominio; ricostruisce le vicende storiche di figure femminili che hanno esercitato il potere, o nella modalità carismatica dell'esempio di vita o nell'effettiva gestione del governo delle cose di questo mondo: profetesse, sante, badesse, mistiche. Sullo sfondo, una domanda radicale: è giusto che le donne aspirino al potere così come gli uomini l'hanno configurato? O una Chiesa che si ispiri al Vangelo e che riconosca con pari dignità il contributo delle donne e degli uomini non dovrebbe al contrario ridimensionare per tutti l'esercizio del potere riportandolo nei termini del servizio?
Uno degli ultimi testimoni viventi del concilio Vaticano II racconta il suo incontro con papa Paolo VI, a partire dal punto privilegiato di osservazione, l'ufficio per le celebrazioni liturgiche del sommo pontefice.
Il populismo ha una variabile anche religiosa. Negli Usa come in Brasile, in Ungheria come in Polonia registriamo la crescita di tendenze sovraniste che si intrecciano a correnti religiose tradizionaliste e fondamentaliste. Come è nato questo intreccio? Come interpretarlo sotto il profilo teologico e politico? Quale la reazione delle chiese «liberal»? In questo volume, autorevoli esponenti del mondo ecumenico europeo e nordamericano e studiosi italiani propongono una serie di interpretazioni utili a capire un fenomeno che, sia pure in forme specifiche e peculiari, arriva anche in Italia. Saggi di: Heinrich Bedford-Strohm, Teresa Isenburg, Paolo Naso, Balázs Ódor, Jane Stranz, De-bora Spini e Jim Winkler. Prefazione di Daniele Garrone.
Il profeta è una figura ben definita nelle sue capacità e nel suo ruolo sociale in molte civiltà antiche e permane nel suo significato attraverso le religioni. In senso traslato il linguaggio ordinario, e con un senso positivo, lo riferisce a chi solleva lo sguardo oltre il presente ed è capace di vedere ciò che i più non colgono. Questo è sintomo del possibile valore permanente di questa figura, non nel senso più noto di prevedere e predire il futuro, ma di coscienza vigile e critica di una comunità, partecipe della sua storia anche se non in una posizione di potere. Attraverso una ricognizione della figura del profeta nelle civiltà antiche, con lo sguardo soprattutto al contesto ebraico, e una riflessione sul possibile significato attuale di questa figura, ispirata da interpretazioni filosofiche del Novecento, soprattutto Martin Buber, questo volume vuole mettere a fuoco il valore che la figura del profeta ha all'incrocio di religione e politica. Figura non riconducibile all'una o all'altra sfera, ma che, in quanto voce che parla in nome di Dio, si costituisce misura di entrambe. E modello di una presenza pubblica che sollecita la propria comunità ad operare responsabilmente nella storia piuttosto che attendere un destino predetto ed ineluttabile.
Il volume si pone come un "percorso" di ricerca sollecitato dal più recente magistero di Giovanni Paolo II. (Cfr. TMA, 37).Di qui la necessità di una rinnovata riflessione sul valore del comune patrimonio dei martiri e dei santi, rivolgendo uno sguardo speciale al secolo XX appena trascorso. Dalle ferite ancora sanguinanti della storia del Novecento, che vanno sotto il nome di Auschwitz, di Flossenbürg e Tegel, delle isole Solovki e di Kolima, luoghi simbolo del martirio cristiano del secolo XX, sono riapparse nella loro prorompente forza spirituale tre figure esemplari della cultura teologica cristiana contemporanea, appartenenti alle tre grandi confessioni cristiane: la carmelitana cattolica Edith Stein, il pastore luterano e il "pope" ortodosso Pavel A. Florenskij. Tre pensatori cristiani di altissimo profilo teoretico e spirituale, forse le voci più intense e profonde del pensiero teologico del Novecento, ma soprattutto tre luminosi "testimoni dello Spirito" che hanno pagato con la vita la perfetta integrità e fedeltà a Cristo, nella verità. A queste tre figure si aggiunge anche quella del sacerdote cattolico polacco Jerzy Popieluszko, segno eloquente di un'esperienza del martirio che si è consumata quasi al termine del secolo delle ideologie della menzogna.Il volume di N. Valentini è aperto dallo storico Andrea Riccardi, che presenta un'autorevole e accurata ricognizione sui "nuovi martiri", sulle nuove forme di martirio cristiano, e chiuso da Enzo Bianchi.