
Un'ecclesiologia alla luce delle Spirito Santo, nei discorsi e nelle omelie del pontificato di Paolo VI. La figura e il pensiero di Paolo VI si fa interprete di un'ecclesiologia alla luce dello Spirito Santo i cui pieni sviluppi appartengono al post Concilio Vaticano II. Il saggio parte dalle allocuzioni e discorsi pronunciati da Paolo VI nei periodi II-IV del Vaticano II; viene data poi qualche esemplificazione del rapporto Chiesa-Spirito in alcuni suoi documenti. Vengono esaminati quindi i discorsi e le omelie dettate in occasione o in prossimità della Pentecoste nei diciassette anni del suo pontificato; in particolare, l'indagine viene ristretta all'enciclica "Ecclesiam Suam", alla Solenne professione di fede, alla Costituzione Apostolica "Divinae consortium naturae" e all'Esortazione "Gaudete in Domino".
Quale è l'attualità del pensiero di Paolo VI? Il discorso sull'umano alla luce dell'incarnazione: per costruire la civiltà dell'amore; la contestualità culturale della modernità: per comprendere il rigore della verità con cui ha coniugato coscienza storica e coscienza morale; la via mediana del post-Concilio - in un contesto storico complesso e spesso drammatico -: per tradurre l'indole pastorale del Concilio come specifica missione del Pietro della modernità. Paolo VI è il papa della trasfigurazione che visse l'omicidio del suo amico Aldo Moro conoscendo il dolore della Croce, il suo stabat, dramma dell'umanesimo dell'amicizia. Forse l'aggettivo umano è quello che rende meglio il desiderio universale - di questo uomo e di questo papa - di mettere in dialogo l'umanità con il Vangelo di Cristo costruendo ponti tra lo stesso Vangelo e le culture, difendendo i popoli impoveriti, custodendo la fede e la vita.
Il Giubileo del 2025 si colloca in un tempo di inquietudine e preoccupazione per le situazioni di conflitto aperte nel mondo e per la grave crisi ambientale. Papa Francesco ha scelto di porre questo Anno Santo sotto il segno della speranza. Il Giubileo nella storia ha rappresentato nelle diverse epoche un'occasione di ripensamento e di novità per la vita dei fedeli con il suo appello alla conversione, ma ha anche suscitato interesse al di là dei confini della Chiesa. Il volume guida in un viaggio negli anni giubilari dal 1300 ad oggi, cogliendo gli elementi di continuità e le caratteristiche peculiari di ciascuno. In queste pagine si sviluppa un racconto ricco di storia, curiosità e aspetti poco noti di un evento popolare che rappresenta ormai un appuntamento atteso e partecipato da milioni di fedeli.
Gli anni Sessanta e Settanta del Novecento sono un periodo complesso della storia di Roma. La città vive una rapida crescita demografica ma con un'endemica crisi della pianificazione urbana, e investita dalla contestazione sociale e politica e da un forte confronto politico. La capitale conosce profonde trasformazioni, ma fatica a essere un modello per l'intera nazione. E una città dove convivono culture e modelli diversi, e si registra un forte mutamento del tessuto urbano, umano e culturale. Sono trasformazioni che interessano anche la Chiesa, la più antica istituzione della città. Attraverso l'osservatorio della vita religiosa a Roma, si colgono tensioni e problemi che attraversano l'intera società, perché mentre la Chiesa acquista una presenza rinnovata tra i romani, viene investita dal processo di secolarizzazione che cambia radicalmente i costumi dei cittadini. E in questa città profondamente mutata, diversa dall'ideale certo mai realizzato della città sacra, che la diocesi del Papa negli anni di Paolo Vi costruisce un suo profilo autonomo di Chiesa locale ed esercita un'autorità morale e pastorale sulla città. Roma si secolarizza, ma resta una città dove la vita religiosa ed ecclesiale è una componente di grande rilievo e un riferimento nella vita quotidiana della gente, soprattutto nei momenti di passaggio o di crisi come i cosiddetti anni di piombo che la videro scenario di tragici eventi.
Questa biografia di Santa Caterina da Siena evidenzia la figura di una delle donne più famose della storia italiana e della storia della Chiesa in particolare, in un periodo tra i più difficili e complessi della storia europea.
Grande mistica, morì a soli trentatré anni. Ma la sua vita fu costellata da avvenimenti davvero eccezionali per una giovane donna del Trecento. Per ispirazione divina intesse relazioni con persone di potere religioso e politico, come il papa e i governanti di allora, per il bene della Chiesa e della società civile. Compone liti, si adopera per portare la pace tra fazioni dissidenti, esorta i Signori dell’epoca a governare con giustizia, si occupa dei poveri, dei malati, dei disperati.
Per le donne di oggi, tese a una legittima visibilità e partecipazione nella Chiesa e nella società, Caterina è un esempio ante litteram a cui guardare. E cogliere quella vis di pensiero e di azione che non arretra di fronte a nessun ostacolo e guarda alla costruzione del futuro.
Del 'Liber divinorum operum', ultima opera della trilogia profetica di Ildegarda di Bingen e sintesi definitiva del suo pensiero, si presenta qui la prima traduzione italiana. Essa è la prima traduzione integrale condotta sul testo dell'edizione critica, pubblicata nel 1996 a cura di Albert Derolez e Peter Dronke (vol. XCII del 'Corpus Christianorum, Continuatio Mediaevalis'), e riprodotto a fronte per gentile concessione dell'editore Brepols. Nel tradurre si sono tenuti presenti due aspetti: la stratificazione compositiva e il carattere profetico del Liber divinorum operum. Il ms. di Gent permette di ricostruire tutti i passaggi della composizione, dalle tavolette su cui Ildegarda scriveva, fino all'ultima revisione e alla suddivisione in capitula.
Del 'Liber divinorum operum', ultima opera della trilogia profetica di Ildegarda di Bingen e sintesi definitiva del suo pensiero, si presenta qui la prima traduzione italiana. Essa è la prima traduzione integrale condotta sul testo dell'edizione critica, pubblicata nel 1996 a cura di Albert Derolez e Peter Dronke (vol. XCII del 'Corpus Christianorum, Continuatio Mediaevalis'), e riprodotto a fronte per gentile concessione dell'editore Brepols. Nel tradurre si sono tenuti presenti due aspetti: la stratificazione compositiva e il carattere profetico del Liber divinorum operum. Il ms. di Gent permette di ricostruire tutti i passaggi della composizione, dalle tavolette su cui Ildegarda scriveva, fino all'ultima revisione e alla suddivisione in capitula.
L'autore di questo volume ha voluto tentare di tracciare il profilo di una figura così ricca di sfumature: a tratti misteriose, a tratti sorprendenti. Proveniente da una terra drammaticamente lacerata, eppur al tempo stesso straordinariamente fecondata, dall'incrociarsi e dallo scontrarsi di culture e tradizioni diverse, Gioacchino da Fiore si rivelerà agli occhi del lettore quale inquieto "monaco errante", capace di attraversare regioni remote, ottenendo sempre udienza e fiducia da parte dei papi, dei monarchi e degli imperatori del tempo. Una voce profetica, che sfidando le ortodossie teologiche del tempo, eppur mai tradendo l'ortodossia vera del depositum fidei, può essere riscoperto e rivalutato oggi, nel tempo in cui la clamorosa sconfitta della sua profezia più grande può forse insegnarci a guardare con occhi diversi la crisi ormai secolare che ha segnato la fine (o il fallimento) della modernità.