
Un testo di catechesi.
Il volume presenta gli scritti di Paolino mettendo in luce la sua intensa attività di pastore, teologo e poeta nel clima culturale della rinascenza carolingia. Il presente tomo, in particolare, raccoglie gli inni e i carmi, che documentano una produzione innovativa nell'ambito dell'innografia liturgica e una grande maestria nella versificazione poetica: fu antesignano e maestro infatti nella creazione di prototipe forme poeti-co musicali, quali il planctus, il tropo, la sequenza e il dramma sacro. L'ampia e approfondita introduzione costituisce un'utile guida alla lettura.
Umberto Eco, Gianni Vattimo, Emilio Colombo, Silvio Garattini, Pietro Pfanner, Emmanuele Milano sono stati tra i giovani dell’Azione cattolica che nei primi anni Cinquanta hanno avuto don Arturo Paoli come assistente spirituale. Quel gruppo ha rappresentato la «meglio gioventù» del cattolicesimo italiano del Novecento, precursore delle aperture e delle riforme che la Chiesa farà proprie soltanto con il concilio Vaticano II.
Questo volume, che riguarda un periodo breve, ma cruciale della vita di Paoli, raccoglie una selezione di lettere, relazioni, articoli, verbali composti quando il sacerdote era vice assistente centrale della Gioventù di Azione Cattolica, movimento giovanile che negli anni del primo dopoguerra godeva di larghissima diffusione e forza identitaria.
Quel breve periodo, vissuto all’apice di un’organizzazione incardinata nel cuore dello Stato Vaticano durante il pontificato di Pio XII, può rivelare i molteplici aspetti che hanno caratterizzato la personalità e l’impegno di Paoli. Libertà e fedeltà sono due cardini del suo pensare e del suo agire: la libertà dell’uomo di cultura e di fede che orienta azioni e parole secondo la Parola del vangelo, che non esita a esercitare e stimolare una critica propositiva nel dibattito su religione e politica; la fedeltà del «figlio» che non rinnega il legame con la Chiesa cui appartiene neppure quando viene ingiustamente punito, ma anzi da lì trae ragione e forza per diventare un suo testimone più credibile e coerente.
Sommario Sigle e abbreviazioni. Presentazione (A. Del Carlo). Introduzione (S. Soave). I documenti. Premessa. I. Epistolario. II. Interventi verbalizzati. III. Relazioni e articoli. Ringraziamenti. Indice dei nomi.
Note sull'autore Arturo Paoli (Lucca 1921-2015), Giusto tra le nazioni e medaglia d’oro al valor civile per aver aiutato ebrei perseguitati dal nazifascismo, venne ordinato sacerdote nel 1940. L’ingresso nella congregazione dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld lo portò al noviziato nel deserto di Algeria, a Orano con gli operai del porto e in Sardegna tra i minatori di Iglesias. Inviso a una parte delle autorità vaticane, fu costretto a imbarcarsi per l’Argentina, dove finì nell’elenco dei condannati a morte dal regime militare. Riparò in Venezuela e poi in Brasile, dove divenne uno dei protagonisti della teologia della liberazione. Paoli ha scritto oltre cinquanta libri tradotti in varie lingue. Nel catalogo EDB sono presenti gli scritti giovanili con il titolo Chi ha diritto di dirsi cristiano? (a cura di Silvia Pettiti, 2015).
Paolo VI è senz'altro il primo papa moderno, forse il più moderno che la Chiesa ha avuto finora: per la sua apertura alla cultura contemporanea e per la centralità della testimonianza nel suo magistero. Davvero è il papa della testimonianza: la quale è dono e sorgente di responsabilità e sola permette di aver accesso all'evento della Rivelazione, perché è il 'farsi' oggi della verità nell'amore. Gesù lo attesta con tutto il messaggio della sua esistenza, parole e gesti, morte e vittoria sulla morte. La sua testimonianza dice la verità dell'uomo e la verità di Dio, inseparabili. «La testimonianza, dunque, non come un di più che s'aggiunge all'accoglienza della verità del Vangelo in quanto essa viene fatta nell'agápe. Ma come la sua dinamica, la sua forma, il suo evento».
Il volume racconta le vicende della Casa delle Brigidine a Lugano (Casa Santa Birgitta).
Un libro per credenti e non credenti senza distinzioni confessionali. Esso vorrebbe aiutare a recuperare la dimensione più profonda dell'essere umano. Per Panikkar la dimensione contemplativa è innata in tutti gli uomini, per questo egli considera la figura del monaco come modello originario universale. La sua semplicità, essenzialità di vita, può essere un modello anche per chi vive nel mondo. Si tratta della nuova edizione (la seconda) ampliata del volume "La sfida di scoprirsi monaco".
questo volume, arricchito da illustrazioni e tavole, presenta l orizzonte monumentale e culturale della roma cristiana antica dalle origini all alto medioevo. Il volume ha avuto origine da un convegno di studio che si h svolto nel novembre del 1998 e che si e`inserito nel piu`ampio progetto avente per tema la comunita cristiana a roma verso il terzo millennio". Esso presenta i risultati d el lavoro di uno dei tre comitati che erano stati costituiti, quello per l'eta antica. Sa ra completato dal lavoro degli altri due comitati: per l'et a medievale e rinascimentale, e per l'eta moderna e contemp oranea. Questo studio offre un contributo di studiosi dell' antichita cristiana alla comunita religiosa di cui fanno parte, per aiutarla a ripensare la sua identita. Esso co stituisce anche un invito alla citta a riflettere sul lungo cammino compiuto in quasi duemila anni da questa comunita, che in certi periodi e`sembrata coincidere con tutta la societa urbana, e che tuttavia ha mantenuto sempre la sua distinzione rispetto al mondo profano"
Il movimento beghinale è stato soprattutto un movimento di donne, comunemente conosciute con il nome di beghine.
Per il loro carattere d’indipendenza verso l’autorità maschile potrebbe essere anche considerato il primo movimento femminista. Ma perché il termine “beghina” è oggi usato come sinonimo di bigotteria o d’ipocrisia?
La grande ricchezza spirituale scaturita dal movimento beghinale ha nutrito i trattati teologici di nomi celebri, come Meister Eckart o l’ammirabile Ruysbroeck, ma gli scritti delle beghine sono quasi inesistenti. Perché? E come mai, benché siano state le prime infermiere d’Europa, non esiste traccia di questa loro missione nei libri di storia della medicina?
Queste ed altre domande troveranno risposta nella prsente pubblicazione il cui scopo è riabilitare una lunga, feconda e spiritualmente ricca storia di donne che hanno cercato la santificazione nella libertà e che tanto avrebbero ancora da dire a noi donne e uomini del XXI secolo.
Il Novecento - e tutto ciò che ha comportato, dalla Shoah alla costruzione dello Stato di Israele, fino al conflitto mediorientale - ha palesato i motivi religiosi, culturali, sociali ed economici sottesi al travagliato rapporto tra mondo cattolico ed ebraico. Motivi che si sono articolati nella loro complessità nei primi decenni del secolo e che, attraverso l'analisi delle riviste cattoliche italiane, sono qui sviluppati in particolare negli anni di Giovanni XXIII e Paolo VI. Si evidenzia come la ricezione delle idee del Concilio Vaticano II sia stata accompagnata dall'attenuarsi degli stereotipi sugli ebrei, intrecciandosi però in molti casi con l'interpretazione politica del conflitto mediorientale.
Il presente volume illustra la plurisecolare vicenda della trasmissione dell'opera di San Giovanni da Capestrano mediante la ricostruzione della tradizione letteraria - sia manoscritta sia a stampa - del trattato sull'autorità del Papa e del Concilio. Attraverso queste pagine sarà possibile riscoprire l'universo religioso, politico e culturale del tempo e respirare l'atmosfera creata dal Grande Scisma d'Occidente. "In un tale contesto, scrive Bernard Ardura nella Prefazione - l'importanza del trattato di San Giovanni da Capestrano si manifesta immediatamente e in tutta la sua ampiezza. Le sue riflessioni e in particolare l'impossibilità, per lui, che un Papa cada nell'eresia, sono una bella e profonda riflessione illuminata dal lumen fidei".

