
Un testo sul cammino della Chiesa siciliana, dall'avvio dell'evangelizzazione all'inizio del terzo millennio. Il volume colma il vuoto di una storia della Chiesa siciliana e, per la prima volta, offre la possibilità di conoscere il cammino delle comunità cristiane dell'isola, dall'avvio dell'evangelizzazione all'inizio del terzo millennio. La ricostruzione storica ha tenuto conto del notevole influsso, soprattutto in alcuni periodi, delle vicende politiche che hanno attraversato la Sicilia.
Il libro mette a fuoco l'attuazione del Concilio Vaticano II nella diocesi di Torino negli anni cruciali in cui era vescovo il card. Michele Pellegrino, concentrando l'attenzione sull'architettura religiosa, considerata nel contesto della città e del suo sviluppo.
Le madri del deserto tramandateci dalla tradizione, come Sincletica, Melania, Maria Egiziaca, Teodora, Sarrha o la amma di san Benedetto, sono state a lungo e volutamente dimenticate. Attraverso questo volume, Gabriele Ziegler, le sottrae all'oblio adeguando il loro messaggio ai nostri tempi. Le madri del deserto - come afferma Anselm Grün nella Prefazione - "ci mostrano di che cosa sono capaci le donne che aderiscono a Dio e tentano di scoprire il mistero dell'uomo e del suo divenire. Possano le loro esperienze portare frutto per noi anche oggi, e indicarci le strade del nostro diventare uomini di fronte e in Dio".
In questo libro Antonino Zichichi ripercorre il cammino di Giovanni Paolo II nella sua azione di difesa e promozione della vera grande scienza. Le azioni di Giovanni Paolo II, nel corso del suo lungo e prodigioso apostolato, ne fanno il più grande amico che la scienza abbia mai avuto. Ne sono prova le testimonianze di illustri scienziati tra cui diversi premi Nobel, direttori di grandi laboratori, rettori d'università e presidenti di accademie scientifiche. Nel corso di molti anni la vera grande scienza è stata vittima della violenza politica ed economica senza che una sola voce si levasse in sua difesa. Senza Giovanni Paolo II la scienza avrebbe continuato a essere relegata nelle torri d'avorio e a essere oggetto di scomuniche laiche. Oggi più che mai, c'è bisogno di una grande alleanza tra le due componenti della nostra esistenza: nell'immanente la scienza, nel trascendente la fede. Le radici di questa grande alleanza sono oggetto di attenzione da parte del successore di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. L'opera di Wojtyla ha in Benedetto XVI il più fedele e convinto sostenitore, come dimostrano le prove portate in quest'opera dallo scienziato che ha avuto la stima e l'affetto del papa amico della scienza.
I rapporti tra la Chiesa "in hoc mundo posita" (Cassiodoro, Exp. in Ps. 28,1) e la società nelle varie epoche che scandiscono i lunghi periodi del fluire della storia, sono tra i problemi più avvincenti che lo storico possa affrontare nella sua indagine, specialmente se affidata a metodo rigorosamente scientifico. I saggi raccolti in questa miscellanea sono dedicati al confronto tra la Chiesa e le istituzioni politiche al vertice della 'Respublica Christiana', nonché ai massimi esponenti della cultura della piena età medioevale, attratti dall'ideale della vita evangelica. La sezione finale del volume contiene i profili di alcune eminenti figure della medievistica contemporanea, maestri ed amici dell'Autore.
Nel vastissimo tema costituito dalla eccezionale personalità di Bernardo e dalla sua opera molteplice, il Convegno milanese del 1990 ha scelto quale angolo di osservazione l'ambito italiano: sono stati dunque considerati le ripetute missioni italiane del santo, il suo interesse per problemi ecclesiali e politici della penisola, e in primo luogo il suo pensiero sulla Chiesa locale. Hanno preso inoltre rilievo le forze politiche ed ecclesiastiche dell'Italia di allora, la temperie religiosa del momento, l'opera di riforma animata dall'abate, e infine gli ambiti culturale, artistico ed economico in cui l'opera di Bernardo viene a collocarsi.
Il nostro Buon Pastore conduce tutte le pecore in un unico ovile. Possiamo non conoscere le sue vie, ma ci ha detto che cosa dobbiamo fare. Ognuno di noi è stato reso luce per le genti e ha la responsabilità di essere uno strumento di salvezza fino agli estremi confini della terra”.
(card. Joseph Zen)
Attualmente si assiste a una profonda crisi di fede (vocazioni in drastico calo, sempre più scarsa partecipazione ai sacramenti), che mostra particolare virulenza in quell'Europa che è stata culla del cattolicesimo. Il cardinale Zen, tuttavia, invita a non disperare: mediante l'azione dello Spirito, il Signore ha sempre soccorso quella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica che, ricorda Aurelio Porfiri nell'Introduzione, "Gesù Cristo ha affidato agli apostoli sotto la guida di Pietro e dei suoi successori". Dio chiama tutti a questa missione, ognuno nel suo stato: laico, consacrato, sacerdote. E si serve dei Concili e dei Sinodi, suscitando santi e nuovi movimenti. Per questo possiamo guardare alla Chiesa con fiducia anche oggi.
I signori del Vaticano non dicono che lo scopo di aver un accordo è di favorire l’evangelizzazione della grande nazione? Si ricordino che il potere comunista non è eterno! Se oggi vanno dietro il regime, domani la nostra Chiesa non sarà benvenuta per la ricostruzione della nuova Cina. In questo momento tutto il mondo vede un terribile peggioramento per la libertà religiosa in Cina. C’è da sperare qualche guadagno nel venire a patti con questo governo? Quando dico che è quasi come sperare che San Giuseppe possa ottenere qualcosa da un dialogo con Erode, non è una battuta. Allora cosa dobbiamo fare? Tornare alla lettera di Papa Benedetto, all’inizio della quale egli prega il Signore perché “abbiate una piena conoscenza della sua volontà...rafforzandovi con ogni energia secondo la sua gloriosa potenza per poter essere forti e pazienti in tutto” (Inizio lettera ai Colossesi).
Queste pagine propongono un breve itinerario dell'anima ortodossa lungo i secoli: dall'antica leggenda della visita dell'apostolo Andrea ai nostri giorni, attraverso il martirio del Novecento. Non si tratta di un'altra icona della Santa Russia, ma dello sforzo di comprendere un Paese in cui il regno della santità e del "cielo sulla terra" si è sempre accompagnato al tormento del proprio destino storico. Il motivo che percorre l'intero libro è la ricerca della fratellanza, un'esperienza che non abbraccia solamente l'ecumenismo di vecchia maniera, ma anche e soprattutto il tentativo di condividere in Cristo la vita di un altro: il nostro prossimo nella fede.
Il libro indaga il processo di creazione e la successiva gestione da parte della sede apostolica di uno spazio imperniato sulle coste e le isole del Tirreno centrale durante il periodo della riforma 'gregoriana': un tema che finora la storiografia non ha considerato con la dovuta attenzione. Tale spazio - una rotta marittima, politica e diplomatica che collegava i porti laziali e dell'Italia centro meridionale con le isole del Tirreno - fu una vera e propria creazione geopolitica, che svolse la funzione di protezione del territorio e degli interessi del Patrimonium Sancti Petri dalle ingerenze esterne in un momento in cui era profondo lo scontro con l'autorità imperiale, manifestatosi in tutta la sua gravità attraverso la lotta per le investiture. L'indagine si volge a considerare, da un lato, la sponda insulare tirrenica, con le due isole di Sardegna e Corsica, legate alla sede apostolica da un rapporto complesso sul piano giuridico, istituzionale ed ecclesiastico; dall'altro la sponda continentale settentrionale, con al centro la città di Pisa che, sebbene in stretto raccordo con la sede apostolica, mirava a controllare dal punto di vista ecclesiastico e politico quello che considerava il suo spazio di azione nel Tirreno. Questi temi confluiscono all'interno del dibattito storiografico sull'introduzione e la diffusione della riforma promossa dal papato nelle diverse aree della Cristianità fra XI e XII secolo. In tal modo, lo studio del caso particolare (lo spazio tirrenico) consente di formulare innovative ipotesi interpretative in merito alla politica della sede apostolica.