
Il libretto vuole educare all'atteggiamento costante del grazie, e quindi a quell'atto esterno di rispetto, di attenzione e di considerazione che ci rende gentili, graditi e, soprattutto felici. La parola grazie è piccola perchè è breve e facile da pronunciare; ed è magica perchè racchiude il segreto che può cambiare il mondo. La riconoscenza è, tra le virtù, la meno esercitata; ed è così poco praticata che, a ragione, si può affermare che la scortesia dilaga ovunque, anche fra le persone socialmente e religiosamente più impegnate ed elevate. Ci lamentiamo di vivere in mezzo agli ingrati e non ci accorgiamo che gli ingrati spesso siamo noi.
Una fiaba che stupisce, una storia dura ed affascinante, impervia e dolce.
«Coloro che sperano nel Signore rinnovano le loro forze; prendono ali come le aquile» (Is. 40, 31).
Con queste pagine l'Autrice dà un seguito alla storia narrata nei suoi due precedenti bestseller: Piedi di Cerva sulle Alte Vette e Le Montagne delle Spezie. Ali d'Aquila è una straordinaria allegoria che narra le avventure di Veritiera (Amante della Verità), figlia di Grazia Celeste e di Intrepido Testimone, le cui vicende sono l'oggetto dei precedenti volumi. Veritiera lascia i genitori e le Alte Vette per compiere un viaggio che la porterà alla Città in cima al Monte, ai pericolosi Pinnacoli, all'Abisso dell'Amore e finalmente al Giardino dell'Eden.
Ma perché Più Alte Vette? Perché l'Amore di Dio non ha limiti, pervade tutta la Creazione, avvolge ogni creatura: è questa la semplice e grande lezione del libro, oggi particolarissimamente attuale ed urgente.
Lo slancio mistico e la fervida immaginazione dell'Autrice sono qui più coinvolgenti che mai. Ci fanno stupire della nostra quotidiana piccineria. Ci confortano nella nostra ricerca di ciò che è vero e di ciò che è buono. Ma soprattutto ci dicono come il nostro spasimo d'Assoluto non sia un'utopia ma abbia una profonda ragione d'essere nelle realtà che ci circondano e che guardiamo senza vedere.