
A volte spontaneamente poniamo domande difficili a Dio e ai Santi, domande alle quali non sappiamo dare una risposta, domande che spesso ci angosciano, domande che superano questa vita, e alle quali solo la sapienza trascendentale dei santi può dare delle risposte. E le risposte arrivano... a volte in sogno o tramite una improvvisa pace del cuore, ma spesso non le comprendiamo, perché sono semplici, pure, contro corrente. Ed ognuna di queste risposte, con poche parole, muove le montagne e illumina la nostra strada. In modo chiaro allora comprendiamo quale sia la via da seguire, quale sia la soluzione reale e possibile dei nostri problemi.
Il libro nasce avendo come pretesto il passo del Vangelo dei discepoli di Emmaus. Suo scopo è quello di riscoprire tutto l'umano che c'è alla base di chiunque viva l'esperienza della fede o dell'incredulità. Ecco il motivo per cui l'opera è divisa in due parti. Nella prima sono affrontate cinque tematiche: Autenticità, Amicizia, Inquietudine, Senso e Nostalgia, che conducono il lettore a calarsi nella propria umanità e a riscoprire quella che i più considerano una malattia, l'essere umani con tutta la fragilità che esso comporta. Nella seconda parte è offerta una riflessione teologica a partire da quattro immagini: Locanda/Chiesa; Tavola/Condivisione; Lo spezzare il pane/Fede; Tornare indietro/Annuncio. In fine, in appendice una rilettura della vita di San Paolo, come l'uomo che più di ogni altro ha fatto sintesi tra tutti gli aspetti che i capitoli precedenti hanno trattato. Uno sguardo nuovo sulla propria umanità, facendo eco alle parole di Gesù di essere venuto per i malati e non per i sani. Solo a partire dall'ammissione della propria umanità, Cristo può operare una guarigione, cioè una riconciliazione del nostro umano. Ma non può esserci guarigione per chi non si considera malato perché troppo intento a convincersi e a convincere di essere perfetto, o come dice il Vangelo, giusto.
Appartengo all'ultima generazione che ha conosciuto l'insegnamento dell'arte della lotta contro le tentazioni, un'arte che ci veniva trasmessa insieme alla fede cristiana. Ho assistito alla progressiva scomparsa di questa pedagogia che ho sperimentato come una grazia, un aiuto durante tutta la mia esistenza. Nella vita monastica che conduco, nella ricerca di una fedeltà rinnovata al Vangelo, ho raffinato questa lotta e ho tentato a mia volta di trasmetterne l'arte ai più giovani. Vorrei solo essere un fratello anziano che ha camminato guardando come maestri ad altri che lo precedevano e che ora si volge verso quanti vengono dopo di lui, per offrire loro, senza ambizione, ciò che lo ha aiutato a vivere e a costruirsi.
Una galleria di giovani personaggi dell'Antico e del Nuovo Testamento schizzati con mano rapida, felice, guidata da non comuni competenze storiche e linguistiche. Figure che fanno parte dell'immaginario di tanti lettori (dall'Isacco offerto in olocausto da Abramo al giovane discepolo Giovanni, amato da Gesù), ma anche fi gure più appartate, nascoste nelle pieghe di un libro smisurato e complesso come la Bibbia; presenze non per questo meno ricche di freschezza, di densità simbolica, di suggestione poetica (per esempio la ragazza che piange per due mesi sui monti la propria verginità sacrifi cata al voto insensato del padre Iefte). Nel cuore del libro Ravasi apre uno spazio adeguato alla giovinezza del personaggio cruciale del cristianesimo, il carpentiere e poi rabbì itinerante originario di Nazaret. Una parola è dedicata agli anni nascosti del Signore, alla sua famiglia, alla sua professione, alla sua conoscenza della scrittura e della lettura, alla cronologia della sua vita.
Un detto ebraico racconta che in principio Dio creò il punto di domanda e lo depose nel cuore dell'uomo. Le domande contengono tesori, aprono rivelazioni. Questo libro invita a fermarci in ascolto di un Dio di domande: non più interrogare il Signore, ma lasciarci interrogare da lui. E invece di correre subito a cercare la risposta, fermarci a vivere bene le domande, le nude domande del vangelo. Amare le domande, voler bene alle domande: sono già rivelazione. Ci preoccupiamo di come incontrare il Signore; lasciamo che sia lui a entrare in relazione con noi, con le sue domande che confortano e incalzano la vita.
Pur essendo un instancabile uomo d'azione, Gaston Courtois non trascurava la vita contemplativa e trascorreva, ogni giorno, lunghe ore in preghiera e in colloquio "ai piedi del Maestro-. Aveva l'abitudine di scrivere, "quasi sotto dettatura del Signore", i suoi quaderni: in tasca ne aveva sempre uno. Quelle pagine di riflessione - qua accuratamente selezionate da Agnès Richomme - sono l'espressione massima del suo rapporto intimo con Dio e rappresentano un'eredità preziosa, una potente testimonianza di fede da cui attingere quotidianamente.
La crisi che investe l'Occidente porta al centro dell'attenzione la mistica. Si allude a una mistica incarnata, a quell'esperienza interiore cioè che costituisce l'accesso attraverso cui il divino si incarna nell'umano. L'esperienza mistica, immergendo nel profondo, attiva la vita contemplativa, scioglie la rigidità di forme che ostacolano il cambiamento, scava, rivela, illumina la coscienza. La costante interazione fra mistica e coscienza stimola la dialettica sottile che attraversa la storia, al di là dei suoi drammatici andamenti, favorisce l'evoluzione spirituale e accelera il dinamismo che il Verbo suscita.
Attraverso una ripresa ragionata delle dieci lettere pastorali (2004-2013) offerte al popolo cristiano del Canton Ticino, vengono ripercorsi i temi maggiori del magistero e della spiritualità del vescovo di Lugano Pier Giacomo Grampa, che celebra quest'anno il XX anniversario di ordinazione episcopale. L'icona dei discepoli di Emmaus che incontrano sulla via il Signore Risorto (Luca 24, 15) è l'immagine scelta dal vescovo per rilegare sinteticamente le fila delle sue dieci Lettere pastorali (oltre un migliaio di pagine) scritte per la diocesi di Lugano. Un concentrato teologico-pastorale che, facendo memoria del cammino compiuto, si apre sugli orizzonti dell'oggi ecclesiale e civile. Per ciascun capitolo, che condensa il contenuto di ciascuna Lettera, vengono messe in luce la proposta teologica, alcune sottolineature di carattere praticopastorale e un "post scriptum" che punta ad attualizzare il messaggio, aprendosi alle nuove sfide del nostro tempo.
Il legame tra letteratura e spiritualità è fortissimo e tutt'altro che casuale, specie all'interno del cristianesimo. Attraverso i Vangeli, infatti, anche la struttura della preghiera si trasforma, la Parola originaria - il Logos - assume una centralità inedita in virtù dell'Incarnazione di Cristo. Lo stesso Gesù, quando vuole insegnare, racconta e non teorizza, ed è tanto più riconosciuto come maestro quanto più risulta affascinante come narratore. In queste pagine, Alessandro Zaccuri ci presenta esempi tratti dalle letterature antiche e da quelle orientali per arrivare all'epoca moderna e contemporanea. Un percorso da Lucrezio a Eugenio Montale, da sant'Agostino a Dante, da Cervantes passando per Shakespeare fino a Dickens, Hemingway, Carver e al più contemporaneo di tutti, Cormac McCarthy, per rispondere idealmente a quella domanda, formulata nel 2012 sul New York Times, a firma dello scrittore statunitense Paul Elie: «Il romanzo ha perso la fede?». La letteratura, sia chiaro, non è ancora preghiera. Ma di sicuro può aiutare a pregare.
Questo libro racconta la storia di Gianluca Brusatore e, in particolare, del suo primo viaggio a Medjugorje, divenuto l'esperienza più incredibile della sua vita. Don Gianluca riflette sulle dinamiche della conversione e racconta gli ostacoli sulla strada, accompagnando il lettore in un cammino di approfondimento della propria vita spirituale. Partendo dal suo vissuto personale, l'autore riflette con parole semplici su questioni importanti come la vita eterna, il peccato, la bellezza della preghiera e le difficoltà che si incontrano nel perdonare e nel perdonarsi.
Per incontrare il volto vivo di Gesù, i Vangeli continuano ad essere la fonte a cui non si può rinunciare. Vanno dunque indagati e ascoltati. Ne La lettura infinita, il Card. Tolentino aveva elaborato una riflessione contemporanea sul complesso tema della lettura. In questo secondo saggio, propone un itinerario cristologico essenziale, in sette tappe, scandite soprattutto, ma non solo, da brani del Vangelo secondo Luca. Ogni capitolo rappresenta un tentativo di lettura del testo evangelico così come si presenta. Punto di intersezione tra il divino e l'umano, il volto di Gesù ci viene continuamente incontro, ci spinge alla ricerca, ci induce a aderire a Lui, soprattutto attraverso l'esperienza che si compie nella maturazione della lettura e nel dinamismo della fede. Sondando i testi, ci si addentra nel mistero di quel volto che rimane una sfida. Interrogare i Vangeli è un compito che investe ogni generazione di credenti.
Le testimonianze e gli approfondimenti proposti in questo libro attestano quanto sia importante l'amicizia nelle varie fasi dell'esistenza umana e quanto questa sia preziosa e fragile, particolarmente bisognosa di cure e attenzioni. Luci e ombre emergono dall'amicizia a vari livelli (personali e sociali), però il libro, come un buon visionario, vuole stimolarne il ritorno "oltre ogni fragilità umana" e con tutte le sue pregevoli istanze, per consentire ad un nuovo umanesimo la possibilità di poter dire che l'amicizia è uno dei valori più importanti per ognuno di noi. I racconti di persone diverse fra loro per formazione, provenienza sociale e età ci parlano del miracolo dell'amicizia: per tutti un dono gratuito, fedele e pacificante. Presentazione di Giacomo Galeazzi.