
Ancora una volta, il teologo Halík ci invita a una riflessione delle sue, a lasciare cioè i nostri comodi sentieri e a trovare un "terreno santo" in luoghi del tutto inaspettati. Tommaso, l'apostolo incredulo diventa figura emblematica di un percorso di fede: non il biasimevole esempio di una fede incapace di sostenersi senza conferme umane, bensì lo spunto per un pensiero teologico della "non-indifferenza", disposto a "toccare le ferite", anzi a mettere esattamente al centro i feriti del mondo per cercare il Dio della croce. In quattordici piccoli capitoli, il numero delle stazioni della Via Crucis, Halík segue questa intuizione riprendendo ricordi di viaggi (oltre che in India, a Gerusalemme, ad Auschwitz, a Ground Zero), letture di pensatori amati (da Nietzsche a Simone Weil), esperienze politiche e culturali vissute nel suo Paese. Una lettura che ci muove a uscire dai recinti tranquilli in cui così spesso rinchiudiamo la nostra fede.
Questo libro nasce da un'esperienza particolare, quella della Scuola Estiva condotta da un sacerdote di lungo corso con i giovani della riviera romagnola, ma anche dall'esperienza universale che ognuno di noi si trova a fare nei diversi momenti della vita, quando si è costantemente chiamati a discernere e a scegliere secondo coscienza tra ciò che è vero e buono e ciò che non lo è. Il percorso qui proposto, strutturato in brevi lezioni e guidato dai passi del Catechismo, nasce per i ragazzi, ma interroga chiunque abbia a cuore l'educazione. Un testo semplice ma profondissimo destinato agli adolescenti, agli educatori, agli insegnanti di religione, a tutti... Un libro che avvicina a Dio, una testimonianza vibrante e che affascina anche i più giovani perché espressione della fede viva dell'autore.
Il servita Davide Maria Turoldo (1916-1992) ha attraversato, spesso da protagonista, numerosi e significativi episodi civili, sociali ed ecclesiali del secolo scorso: la Resistenza a Milano negli anni Quaranta, la scommessa di una società radicalmente rinnovata nel dopoguerra, la rigogliosa «germinazione» della Firenze di Giorgio La Pira, il superamento delle barriere tra Chiesa e mondo promosso dal Concilio Vaticano II, le battaglie civili iniziate nel Settantotto; l'America Latina e la sua teologia della liberazione. In sintesi un'«utopia che porta avanti il mondo». Non gli sono mancati periodi di contrarietà e di esilio forzato. Prendendo in considerazione la straordinaria produzione in prosa e poesia, le opere di teatro e cinema, la presenza in TV e sulla stampa, Bertezzolo scandaglia del sacerdote, conosciuto anche personalmente, l'inquieta «biografia del pensiero», inseguita nel suo percorso a spirale. Emergono così vita, pensiero, sfide, ancora straordinariamente irrompenti, a trent'anni dalla scomparsa di un testimone unico. Presentazione di Mariangela Maraviglia.
Chi sono i pifferai magici che, come il flautista di Hamelin, negli ultimi decenni hanno incantato il mondo costringendo un numero sempre più alto di persone a seguirli, abbandonando il mondo dell'etica, quel mondo che, nonostante tutte le sue fragilità, ha permesso fino a tempi recenti all'essere umano di mantenere la sua specificità? Ormai, tutto quello che si può fare, si fa. E le voci che ancora si levano in difesa della misteriosa complessità della vita e della persona vengono ridicolizzate, tacciandole di medioevale oscurantismo. L'uomo non è più un fine, ma soltanto un mezzo e, in quanto mezzo, può essere usato in tutti i modi possibili. Il fatto che il numero di disturbi mentali, di depressioni, di malattie autoimmuni sia sempre più alto non inquieta più nessuno, così come non turba il fatto che il paganesimo sia tornato prepotentemente nella nostra civiltà e che proprio questo paganesimo abbia annullato la responsabilità individuale del male. Il fato decide per noi. Non esiste più il bene, non esiste più il male, non esiste più il giudizio sulle nostre azioni e, anche quando queste sono efferate, siamo convinti di avere diritto all'happy end. Queste riflessioni fatte nel corso degli ultimi anni cercano di mettere a fuoco il progressivo declino della nostra civiltà, incantata dalla suadente musica di questi astuti orchestrali che tutto hanno a cuore tranne il bene dell'umanità.
«L'uomo moderno si affatica per l'esteriorità, ma poco cerca o guarda all'interno. Pretende grandi cambiamenti, ma ha difficoltà a riconoscere che la vera trasformazione può venire solo se realmente si riconosce amato e ama. L'umiltà è la chiave dell'amore. Non ama chi non si fa veramente piccolo, chi non si mette all'ultimo posto per servire. La nostra storia ha la sua radice nell'umiltà». (Dalla Postfazione di Lázaro Jesús Aguilar Ortíz). Il compito di questo saggio è portare alla riflessione, da singoli e come società, nessuno escluso. Scommettiamo sul convivere, sulla fraternità, sul dialogo. Un dialogo che non nega la propria identità, ma che permetta l'incontro, pur ospitando la diversità dell'altro. L'uomo globale, fra le sue occupazioni e preoccupazioni è chiamato a spogliarsi della pseudo-umiltà, un vestito apparentemente elegante, ma che una volta indossato opprime chi lo porta nel cammino della vita. Le maschere, la finta simpatia e la pseudo-umiltà vanno estirpate dalla nostra società. Si profila una svolta...
Questo libro parla di santi desideri e di come alimentarli affinché possano tradursi in azioni concrete che ci guadagnino il Paradiso. Un vademecum in cui è contenuta una scintilla di Dio pronta a sprigionare la sua forza. Tante assonanze di esperienze che sicuramente avrete vissuto o che vivrete, dato che tutti siamo alla ricerca di una gioia diversa, che non sia effimera, che non passi. Il punto è: dove la stiamo cercando? L'autrice, con parole semplici, arriva dritto al cuore senza deviazioni.
Una lampada sempre accesa nel salotto di casa davanti all'immagine del Santo Volto di Cristo, la fede di un uomo eccezionale che con la sua preghiera di riparazione e di intercessione ha ottenuto miracoli. È il venerabile Léon Dupont (1797-1876), "il sant'uomo di Tours", come era chiamato in tutta la Francia e fin oltre oceano. L'abate Janvier, suo grande amico e prosecutore della sua opera, ha scritto questo libro, che ha avuto moltissime ristampe, e in esso ci racconta Dupont, gli aneddoti che lo riguardano e che solo chi era in confidenza con lui può conoscere. Ma questo testo non è unicamente una biografia, è anche il manuale di preghiere utilizzato dalla Confraternita del Volto Santo fondata da Léon Dupont e tuttora esistente. Molte delle preghiere presenti sono state composte da colui che resterà sempre nella storia come "il sant'uomo di Tours".
Quanti modi ci sono di pregare il Padre nostro? Quanti modi per parlarne? Per spiegarne il senso? Con il suo stile narrativo e fortemente empatico Alessandro Deho' rilegge ogni versetto di questa preghiera alla luce delle ultime pagine del Vangelo di Giovanni, perché proprio lì il Padre appare assente e il Figlio sconfitto. Il Padre nostro allora diventa una preghiera pasquale e tra ogni versetto fa capolino un personaggio, la sua storia, il suo cammino di scoperta, di conversione, di amore. Il Padre nostro dà voce così a storie di passione, dove dolore e amore si incontrano, dove ricerca e affidamento si intrecciano, dove dubbio e paura trovano la loro risposta.
Il testo, scritto a quattro mani, ha come filo conduttore l'affermazione di papa Francesco: «Non siamo in un'epoca di cambiamento, ma in un cambiamento d'epoca». Mentre la Chiesa è impegnata nel cammino sinodale, la nostra era si sta caratterizzando sempre di più come un momento di grande transizione. Emerge il desiderio di autenticità per vedere realizzati valori che, per troppo tempo, sono stati proclamati, ma non adeguatamente incarnati. Per realizzare questo percorso, gli Autori propongono un ritorno alle origini, a Cristo, nuova umanità, e l'apertura a una stagione di creatività culturale che sappia parlare a un ampio pubblico, per aggregare il popolo degli esclusi, sempre più numerosi.
Paolo sapeva apprezzare le cose buone che riscontrava, leggeva davanti a Dio la situazione, pregando per la maturità, non cercava la propria gloria, ha servito come padre e come madre.
Dopo ottocento anni, la testimonianza di vita di Francesco d'Assisi è ancora fresca e pura come l'acqua di sorgente - scrive nella Prefazione il vescovo ausiliare di Milano fra Paolo Martinelli -. Per questo è così affascinante l'itinerario proposto in questo volume, che presenta un cammino da percorrere in fraternità, insieme al Poverello: da La Verna ad Assisi. Ossia dalla vetta del suo percorso spirituale, il dono delle stimmate, alla città in cui è nato e dove ha concluso la sua missione terrena. Don Paolo Gessaga con questa proposta suggestiva ci fa capire che san Francesco lo si può comprendere solo "in cammino", mettendosi in insieme ad altri, non rimanendo chiusi in se stessi.» Terzo titolo della collana "I viaggi della fede", il libro di don Paolo Gessaga descrive le tappe di questo Cammino lento, da percorrere a piedi, approfondendo il valore artistico, storico, naturalistico e anche spirituale di ciascun luogo incontrato dai pellegrini.
Il testo rappresenta un interessante appello ad incedere nel cammino della vita per inoltrarsi fiduciosamente in quella dello Spirito; ad animarne il contenuto è il medesimo spirito che sollecita gli uomini e le donne di ogni tempo ad innalzare tutto il cuore e tutta la mente a Dio per unirsi a Lui. I lettori, coscienti che il culmine della vita in Cristo si realizzerà compiutamente nel secolo futuro, saranno sollecitati a riflettere sul problema di come instaurare un proficuo rapporto con Dio a partire dall'esistenza terrena. Se ci si chiede che cosa significhi in concreto partecipare dello Spirito, e come si possa cooperare con Questo per compiere la volontà del Padre, ci accorgiamo che l'invito assume la sua concretezza nella vita quotidiana, per tale ragione dobbiamo affidarci alle testimonianze di coloro che hanno sperimentato in precedenza la Sua presenza, per questo alludiamo all'esempio dei Padri della Chiesa indivisa. Il libro traccia una parabola patristico-biblica, in cui il punto di partenza è l'ascolto profondo della Parola, per farla penetrare sino alle nostre "fibre spirituali"; scopriremo che l'ascolto è spesso disatteso, sappiamo che ciò accadeva fin dai tempi apostolici, Gesù stesso riscontrò la durezza del cuore dei suoi fedeli, per questo motivo, ancora oggi, l'umanità impiega notevoli sforzi nel perfezionare questo tipo di ascolto, purificando il cuore e cercando il silenzio per far riemergere la Parola. L'approccio metodologico dell'autrice desterà sicuro interesse in tutti quei cristiani che forse si trovano infastiditi dai facili spiritualismi, o dalle pratiche che spesso confondono i piani del telos cristiano, che mira alla divinizzazione. La particolare suggestione offerta dall'analisi ha di mira il ridestare la ricettività allo Spirito Santo seguendo l'esempio dei Padri per "perfezionare l'imperfezione" umana, un ossimoro spirituale sul quale meditare.