
Nata il 15 luglio 1850 a S. Angelo Lodigiano da una famiglia di agricoltori, aveva assorbito, dall'ambiente e dalle persone a lei vicine, una fede autentica quotidianamente vissuta. Fu educata alla fermezza ed alla fedeltà ai principi della fede nell'obbedienza alla Chiesa e ai suoi rappresentanti e la sua fede divenne per lei uno stile di vita, animato sempre e alimentato dal desiderio di trasmettere ad altri la ricchezza della conoscenza di Cristo e del suo messaggio d'amore e di salvezza. Come insegnante ebbe di mira sempre la formazione della persona, curando lo sviluppo dei valori umani e cristiani con il metodo della semplicità e della chiarezza, nel rispetto degli altri che cerca di convincere non di imporre. Il suo ardore missionario non conosce altri confini che quelli inerenti ai limiti della nostra natura umana e la sua attività si espanse, oltre che in Europa, nei territori del Nord, Centro e Sud America. Nel 1950, Pio XII la proclamò Celeste Patrona degli Emigranti.
Un itinerario per scoprire la propora vocazione, facendosi piccoli come Zaccheo.
Nel libro un giovane veneto del nostro tempo alle prese con problemi di salute. E alle prese con le cose del mondo, naturali e soprannaturali: il dolore, inspiegabile prodigio, la grazia divina, manifestatasi attraverso intercessioni eccezionali: la Vergine Maria, San Pio da Pietrelcina.
Una storia di non ordinaria quotidianità raccontata in presa diretta dal protagonista: senza enfasi, senza magniloquenza; si direbbe quasi "alla francescana", cioè in maniera semplice e scorrevole.
Non diversamente, peraltro, poteva essere raccontata quella esperienza pastorale non limitata a quell'evento particolare dell'operazione neurochirurgia, perché c'è stato un "seguito"…che continua, all'insegna di una domanda che dal protagonista si dilata e può riguardare ciascuno di noi: che cosa vuole il Signore da me?
Una raccolta delle uniche poesie scritte dall'Abbe Pierre in tutta la sua vita. Un quaderno scritto a mano, in francese, riemerge dopo tanti anni. Contiene poesie, le uniche poesie scritte dall'Abbe Pierre in tutta la sua vita. Sono nate durante lunghe notti insonni; erano 'grida' di collera, di passione, di fede". Foglie sparse. Forse e stato il vento a portarle sin qui. In questo libro sono raccolte, tradotte, amate. Ma queste foglie sono destinate a volare di nuovo. Cosi potranno arrivare al cuore di ciascuno di noi. "
Raccolta delle prediche che Padre Giovanni Vannucci teneva nella piccola chiesa delle Stinche. Quando padre Giovanni Vannucci chiudeva la Bibbia e cominciava a raccontarla, qualcuno, senza farsi vedere, accendeva un registratore. Era un clic quasi impercettibile, eppure si sentiva nella piccola chiesa delle Stinche dove si muoveva solo il fiato dei presenti: era il tasto che accendeva il futuro, quello che una volta premuto avrebbe portato padre Giovanni a parlare ancora. Questa volta per noi. Ora le sue prediche sono trascritte in questo libro.
In questo libro l'autore riesce a comunicare, tramite una scrittura tesa tra poesia e prosa, quell'itinerario dell'anima che lo ha condotto dalle fiammate anticlericali a una serena e vibrante accettazione della bontà di Dio che si rivela sia nella creazione sia nella "caccia d'amore" alla sua creatura in apparenza dispersa nel mondo e nella storia.
"Se si chiede a Peppino: chi è l'autore del libro? Ti parla, appassionatamente, del vero Autore. E convince. Perché ti pone subito di fronte al mistero ineffabile delle relazioni più profonde e concrete che esistono tra Dio e l'uomo."
Per esercitare con successo la mediazione cui l'uomo è chiamato, basterà che egli risalga alla "struttura trinitaria" del suo essere, pienamente convinto che la soluzione ai problemi storici dell'umanità non va cercata chissà dove, ma è contenuta, sia pure in maniera implicita, nel mistero trinitario presente in ogni individuo. Di conseguenza, è importante che egli diventi, con l'aiuto dello Spirito, un'autentica "icona della Trinità".
Conosciamo di Pierre Lévy gli scritti teorici, ispirati alle tecnologie digitali dell’informazione e alla cibercultura. Con Il fuoco liberatore affronta, attraverso la propria esperienza, il tema della trasformazione interiore, ripercorrendo il cammino della Qabbalah e gli insegnamenti buddhisti e di altre tradizioni spirituali. Dalla freddezza delle tecnologie digitali la scrittura di Lévy si sposta verso il tema della mente emozionale e costruisce così un percorso, luminosamente geometrico, verso la scoperta di sé.
“All’età di dieci anni andavo a scuola con la chiave di casa, perché tornavo prima dei miei genitori, che a volte lavorava- no fino a tardi. Una sera d’inverno, arrivato davanti alla por- ta di casa, cercai la chiave senza trovarla. La casa era isolata. Scendeva la notte. Non avevo la chiave. Aspettai davanti alla porta. Un’ora, due ore, tre ore. I miei genitori non tornava- no. Iniziai a pensare che non sarebbero mai piú tornati. Mi misi a piangere. Mi sentivo molto solo, abbandonato, esiliato, sventurato. Alla fine arrivarono i miei genitori.
“Perché piangi? mi chiesero; siccome abbiamo visto che ave- vi dimenticato la chiave, abbiamo lasciato apposta la porta aperta”. Spinsi la porta. Era aperta. Non mi era nemmeno passato per la testa di provare ad aprirla senza la chiave. Volevo raccontarti questa storia prima di cominciare, per dirti che so che tu non hai la chiave. Nessuno ha la chiave. Nessuno l’ha mai avuta. La chiave non serve. La porta è aperta. Entra in casa tua.”
— Pierre Lévy, dalla quarta di copertina
Con questo testo l'Autore propone, con parole semplici e comprensibili, alcune riflessioni sulla Persona e sull'opera dello Spirito Santo nelle anime e nella Chiesa. Le pagine di questo libro dal titolo significativo "Fiumi d'acqua viva" rappresentano un ottimo viatico per tornare ad ascoltare la voce dello Spirito e a sperimentarne la forza creatrice e rinnovatrice. Scritto in modo meditativo, quasi un esercizio spirituale, guida il lettore verso una personale riflessione, alla riscoperta del dono ricevuto tramite il Battesimo, per una fede più adulta.

