
La crisi che investe l'Occidente porta al centro dell'attenzione la mistica. Si allude a una mistica incarnata, a quell'esperienza interiore cioè che costituisce l'accesso attraverso cui il divino si incarna nell'umano. L'esperienza mistica, immergendo nel profondo, attiva la vita contemplativa, scioglie la rigidità di forme che ostacolano il cambiamento, scava, rivela, illumina la coscienza. La costante interazione fra mistica e coscienza stimola la dialettica sottile che attraversa la storia, al di là dei suoi drammatici andamenti, favorisce l'evoluzione spirituale e accelera il dinamismo che il Verbo suscita.
Attingendo alla saggezza di papa Francesco e agli Esercizi Spirituali di sant'Ignazio, Austen Ivereigh propone una guida spirituale accattivante per la nostra epoca turbolenta. Concepito come un ritiro ignaziano di otto giorni, il libro è una mappa utile per vivere un discepolato profondo. Si concentra sulle tre forme fondamentali di appartenenza - a Dio, alla creazione e agli altri - e racchiude gli aspetti chiave del pontificato di Francesco: - apparteniamo radicalmente a Dio - la sua misericordia sfida la nostra autosufficienza - camminiamo verso la costruzione del Regno sulle orme di Cristo - siamo chiamati ad ascoltare il grido della terra e dello straniero e a impegnarci per la fraternità sostenendo la sinodalità.
Il giovane Francesco, orfano in ricerca, è da sempre attratto con forza inesorabile da una dimensione di silenzio e preghiera. Nei primi anni del Novecento, ispirato da un sogno, parte alla volta del Monte Athos, lasciando dietro di sé ogni fardello della propria vita. Rimarrà sulla Santa Montagna fino alla morte, assumendo il nome di Giuseppe l’Esicasta e divenendo monaco fervente, in particolare nella preghiera del cuore e nella visa stretta dell’ascetismo. Dall’incontro tra questa straordinaria personalità e uno dei suoi primissimi discepoli nascono queste pagine biografiche, fedeli e sobrie, che testimoniano della ricchezza e fecondità dell’Anziano Giuseppe: proprio dalla sua esperienza prenderà avvio la rinascita spirituale ortodossa del Monte Athos.
Autore
Giuseppe il Giovane, divenuto in seguito l’Anziano Giuseppe di Vatopedi, fu tra i primi che si fermarono presso Giuseppe l’Esicasta a condividerne l’esigente vita ascetica. Rimasto a Néa Skiti per circa trent’anni, si spostò successivamente a Vatopedi, monastero tra i più importanti dell’Athos, in cui a partire dal 1990 ristabilì una rigida regola cenobitica e dove concluse nel 2009 la propria esistenza terrena. I suoi discepoli tuttora popolano la Santa Montagna, nel solco dell’eredità di quel primo maestro di vita e soprattutto di preghiera.
Questo libro affronta una questione che è sotto gli occhi di tutti: gli adulti - preti, genitori, catechisti, animatori - faticano a trasmettere la loro fede alle giovani generazioni. Agnès Charlemagne propone allora di aprire piste nuove, sentieri inediti. Si tratta di abbandonare concetti, definizioni, immagini e linguaggi che stanno diventando un inciampo e di accettare un dialogo franco, schietto, a 360 gradi, con ragazzi e giovani. Non per condurli dove abbiamo deciso in anticipo per noi, ma per vivere, disarmati e disarmanti, insieme a loro l'avventura del credere. Disposti a lasciarci spiazzare e stupire dalle loro scoperte, dalle loro esperienze di senso, dai loro racconti, dalla profondità delle loro domande. Questo libro è stato scritto a partire dall'esperienza di madre, animatrice giovanile, catechista, e da un numero impressionante di incontri e laboratori sulla fede, che hanno avuto come protagonisti ragazzi, adolescenti e giovani. Charlemagne ne ha fatto un'ottima guida per quegli adulti - siano essi genitori, nonni, educatori o catechisti - che vogliono cimentarsi con la trasmissione della fede ai più giovani. Introduzione di Adrien Candiard.
Questo libro di meditazione, idealmente da gustare lungo un arco di quaranta giorni, è pensato per calcare le orme di Gesù sedendo alla scuola di Dietrich Bonhoeffer: una delle menti teologiche più brillanti del Novecento, membro della resistenza a Hitler e martire del nazismo. Sandro Göpfert, che ci invita a percorrere questo viaggio, per ogni giorno di cammino offre: - un brano tratto dagli scritti più intensi di Bonhoeffer, - una pagina biblica cruciale che illustra lo stesso tema, - un testo per l'approfondimento meditativo, - alcune domande per il discernimento personale, - ricchi e preziosi spunti per la preghiera. Al termine di questo percorso di frequentazione quotidiana, il lettore sarà entrato in sintonia con l'uomo Bonhoeffer, conoscerà meglio il profondo pensiero di questo padre della chiesa del XX secolo (i testi sono gioielli tratti soprattutto da Vita comune, Sequela e Resistenza e resa), ma soprattutto avrà fatto esperienza di Gesù, Colui alla cui sequela Bonhoeffer si è messo convintamente, con tutto se stesso. «Un libro per confrontarsi con la visione spirituale di Bonhoeffer. L'autore ha scelto di sostare su testi relativi a quaranta parole-chiave, che spaziano da "preghiera" a "silenzio", da "cantare" a "dormire"...» (Peter Zimmerling).
Il libro è dedicato all’arte della contemplazione. La quale non è un modo di pregare per esperti, ma un’attenzione silenziosa e piena d’amore a Dio; e non ha nulla in comune con una spiritualità disincarnata, astorica o impersonale.
La contemplazione inizia quando “sentiamo” Dio attraverso la Scrittura e diventiamo consapevoli della sua presenza nella nostra vita. Gioia mostra come ciò avvenga concretamente nell’esperienza di alcuni personaggi del Vangelo di Giovanni, la guida da lui scelta per imparare ad accogliere Dio nella nostra vita e per interagire con lui.
La via indicata da Gioia verso la contemplazione conduce il lettore non solo lungo le pagine della Bibbia, ma anche attraverso lavori teatrali e romanzi in cui Dio non viene menzionato oppure viene visto come assente, distante, persino come un nemico. Il lettore scopre così che la contemplazione non è una sorta di “paese delle meraviglie” spirituale, ma coesiste con i dubbi, cresce con la lotta, viene scoperta addirittura nella sofferenza, estingue il senso di colpa e conduce all’autentica conoscenza di sé e alla compassione per ogni essere umano. Un solido ed edificante percorso di spiritualità, la cui profondità teologica e affettiva risulterà di grande aiuto a tutti.
Una introduzione coinvolgente a un tema classico della spiritualità: la pratica della preghiera contemplativa e del silenzio interiore. Laird ci libera dalle solite distrazioni e ci conduce a raggiungere quella terra spaziosa dove Dio ci sta aspettando. Ci svela, anzi: «La terra del silenzio sei tu!».
Scrivendo con grande chiarezza e profondità, l’autore esamina i metodi e le “scuole” di preghiera contemplativa, di ieri e di oggi. Esplora il ruolo che hanno, nella vita spirituale, sia il respiro, sia la postura fisica, sia la consapevolezza. Svela come, alla luce della tradizione contemplativa cristiana, silenzio e meditazione possano offrire un rimedio a molti dilemmi contemporanei e alle nostre lotte interiori.
Nella terra del silenzio nasce da una vita di studio, dalla pratica pastorale e dall’esperienza personale di Laird: grande maestro di vita interiore, egli mette in contatto diretto con le fonti, fornisce suggerimenti, racconta aneddoti, porta esempi reali. E, così facendo, offre nuovi spunti e ispirazioni al lettore non specializzato che, sentendosi attratto dal mondo della preghiera silenziosa, cerca una guida nella contemplazione cristiana.
A partire dalla pubblicazione di testi inediti di Anselmo d'Aosta e della sua cerchia, il volume porta nuova luce sulla costellazione di scritti e di autori - Lanfranco di Pavia, Guitmondo d'Aversa, Bosone del Bec, Eadmero ed Elmero di Canterbury - legati alla sua ricerca e al suo insegnamento al Bec e a Canterbury. Il saggio si addentra nel settore ancora poco esplorato della produzione filosofico-teologica del mondo monastico medievale anglo-normanno dei secoli XI e XII, proponendo un'ampia ricognizione della ricchezza dei suoi contenuti e le peculiarità della loro trasmissione e rielaborazione, che manifestano la fecondità tanto delle idee quanto del metodo teologico di Anselmo. Alla luce di questi orizzonti stimolanti e promettenti, il libro colma, pertanto, una lacuna negli studi e nella recensione critica dei testi anselmiani finora pubblicati da studiosi come André Wilmart, Franciscus Salesius Schmitt, Richard William Southern e Jean Leclercq.
Nel 1647, al crepuscolo del Siglo de Oro, appare a Huesca, nell'Aragona, un sottile libro in-12°, opera di un Lorenzo Gracián dietro al quale si celava un teologo gesuita dalla solida fama di scrittore, Baltasar Gracián. Nessuno poteva prevedere che quei trecento aforismi avrebbero esercitato in Europa - grazie soprattutto alla traduzione-travisamento di Amelot de la Houssaie, dedicata a Luigi XIV nel 1684 - un'influenza immensa, sino a diventare un classico dell'educazione del gentiluomo, amato da Schopenhauer (che volle tradurlo) e apprezzato da Nietzsche. Ma che cos'era in realtà l'Oracolo manuale (cioè 'maneggevole, di facile consultazione')? Per capirlo, non abbiamo che da affidarci a Marc Fumaroli, il quale, in un illuminante saggio, ci rivela come l'Oracolo, trasformato da Amelot in una collezione di tattiche mondane, fosse qualcosa di infinitamente più audace e innovativo. Fondandosi sulla lezione della saggezza antica e sull'umanesimo teologico della Compagnia - sulla fiducia, dunque, nella cooperazione della natura e della grazia -, in opposizione al rigorismo giansenista, con quel libretto dallo stile conciso e concentratissimo Gracián intendeva infatti offrire alle grandi anime libere un viatico per affrontare vittoriosamente i pericoli e le insidie di un mondo degradato - e per imprimere il loro marchio nella vita politica e civile. Non una regola, dunque, ma uno stile, sorretto dalla conoscenza di sé e degli uomini non meno che dall'eleganza delle maniere e dal gusto raffinato, dal sapere enciclopedico e dalla solidità del giudizio, dalla docilità della volontà e dalla più calibrata riservatezza.
L'autore sceglie San Tommaso come guida in questa sua ampia riflessione su religione e vita civile.
L’opera non intende minimamente apparire come un manuale di teologia cristiana dei primi secoli. In essa vengono presentati con semplicità gli scritti dei primi Padri della Chiesa per lettori non necessariamente specializzati. Una guida di facile consultazione, ispirata dalla convinzione che, subito dopo la lettura del Vangelo, sia oggi più che mai utile e doveroso conoscere gli scritti più importanti di quegli uomini che hanno saputo difendere e trasmettere la tradizione apostolica, contribuendo alla maggiore comprensione degli scritti evangelici.
Placido, figlio del patrizio romano Tertullo, fu tra i primi discepoli di san Benedetto. La sua è una delle figure più complesse e, allo stesso tempo, più affascinanti dell'agiografia cristiana. La vicenda del giovane monaco prende forma nel secolo XII, grazie al dotto archivista cassinese Pietro Diacono. Il lavoro è strutturato in tre capitoli. L'obiettivo del primo capitolo è quello di ripercorrere, in linea generale, gli studi più autorevoli sul discepolo di Benedetto. Il secondo presenta la traduzione italiana delle tre redazioni composte dall'archivista cassinese, riguardanti la vita di Placido. Il terzo capitolo propone un excursus sulle fonti liturgiche.