
Le omelie da Santa Marta raccolte in questo volume approfondiscono un tema molto caro a Papa Francesco: la misericordia, a cui il pontefice ha dedicato il Giubileo Straordinario. Con le parole della vita quotidiana, Papa Francesco ci racconta che la misericordia è un punto qualificante del suo pontificato. Nelle espressioni colloquiali, nelle metafore colorite e nei neologismi che tanto lo fanno amare - e criticare - in tutto il mondo si esprime l'impegno pastorale del pontefice, che non è mai teologicamente astratto, lontano, ma sullo stesso piano di coloro che lo ascoltano. Che cos'è la misericordia? La misericordia non è una cosa, non è un oggetto. Non è un atto legale, un'amnistia o un giudizio sul comportamento a cui far seguire il perdono dei peccati. La misericordia è una relazione, un coinvolgimento. Nell'esercitarla, è necessario comprendere l'altro e intercedere a suo favore. La misericordia ha quindi una logica schiacciante che diventa chiara solo se si comprende la miseria umana senza disprezzarla. Nella misericordia l'uomo può avvicinarsi ai suoi simili e rifondare i legami sociali, combattere il male e perseguire il bene, mentre la Chiesa può assumere in pieno il suo compito pastorale secondo la visione di Papa Francesco: accogliere a braccia aperte chiunque si rivolga a essa, senza giudicare e senza rifiutare nessuno.
Tre racconti, "tracce di vita" all'incrocio tra spiritualità e narrativa, storie accomunate dalla voglia di vivere la vita in tutta la sua profondità e bellezza.
L'esperienza monastica camaldolese celebra nel 2012 il suo millenario.
Dio ti ama immensamente, Dio ci ama immensamente: è la scoperta rivoluzionaria che irrompe nella vita di Chiara Lubich, proprio durante l'infuriare della Seconda Guerra mondiale. Fin dalle origini del Movimento dei Focolari, la tensione a rispondere all'Amore di Dio facendo la Sua volontà anima la vita di chi aderisce alla spiritualità dell'unità. Rappresentano due dei cardini fondamentali di tale spiritualità. Una scoperta che illumina tutta l'esistenza ed è all'origine di un rapporto nuovo con Dio e con il prossimo, così travolgente che la Lubich non può non comunicare a chi le sta accanto. Il volume è accompagnato da un CD audio che raccoglie una serie di discorsi e interventi di Chiara Lubich sui temi.
Nata nel 1129 in una nobile e devota famiglia renana, Elisabetta entrò nel monastero benedettino di Schonau all’età di dodici anni. Nel 1147 prese il velo ed emise la professione religiosa. Successivamente divenne direttrice spirituale e superiora del convento femminile alle dipendenze dell’abate Eckbert (suo fratello). Fu amica e confidente di santa Hildgarde di Bingen. Nel 1152, reduce da una grave malattia, cominciò ad avere visioni ed estasi, che duravano talvolta intere settimane, minando il suo fisico. Morì nel 1156 a soli 35 anni.
Con “Il libro delle visioni”, Elisabetta ci consegna un tesoro di elevatissima spiritualità, da cui possiamo ancora oggi trarre conforto, indicazioni di vita ed esempi di virtù. La santa ci offre la possibilità di gettare uno sguardo contemplativo sulla Gerusalemme Celeste, invitandoci alla purezza di cuore, alla preghiera e all’unione con Dio.
Divenuto un classico della spiritualità moderna, questo testo è qui tradotto per la prima volta in lingua italiana.
«Dio è amore» è l'affermazione radicale del cristianesimo. Ce lo ricorda Frederick Bauerschmidt all'inizio di questa piccola meditazione sugli elementi essenziali della fede cristiana. In uno stile tanto ricco, quanto semplice ed elegante, egli ravviva quella affermazione, attingendo alla Bibbia, ai grandi scrittori cristiani e non cristiani del passato e alla sua esperienza personale, per mostrare quanto il cristianesimo sia sovversivo e remi spesso controcorrente. Rifuggendo dall'astratto e dal dogmatico a tutto vantaggio di uno stile amabile e invitante, Bauerschmidt ha qualcosa da offrire a tutti: a chi da sempre frequenta la chiesa, fino a quanti - anche fra le giovani generazioni - cercano sempre più la realizzazione spirituale al di fuori del cristianesimo istituzionale. E propone suggerimenti per ulteriori letture (scritturistiche e non) alla fine di ogni capitolo. Quell'amore che Dio è si rivela il punto di partenza perfetto per un viaggio spirituale verso una relazione più profonda con il Dio di Gesù Cristo. Prefazione di Sarah Coakley.
Dalle pagine di questo volume emerge un mondo meraviglioso, enigmatico, di straordinaria bellezza eppure saldamente reale. Come afferma padre Tichon "è un libro su noi tutti chiamati alla santità malgrado la nostra fallibilità". Ogni racconto è la storia della "rivelazione" nella vita di qualcuno. Considerato già un classico della spiritualità che parla non solo ai cristiani di ogni confessione ma anche agli atei Santi di tutti i giorni cattura il lettore come solo pochi libri sanno fare.
Una biografia spirituale di Antoine de Saint-Exupery. Attraverso la vita del pilota-scrittore, l'autore ne disegna un ritratto interiore, portando alla luce, in particolare, le inquietudini, le contraddizioni, l'ansia del trascendente.
Una sfida alla tradizione che incentra il cristianesimo sul peccato originale e che l'ha ridotto a religione pessimistica, patriarcale e nel passato anche violenta. Un pensiero che fa rivivere la grande mistica medievale di Ildegarda di Bingen e Meister Eckhart. Una visione che, lungi dal concepire la natura come corrotta, vede Dio in tutto il creato. Una prospettiva che abbatte le rigide separazioni anima-corpo, sacro-profano, maschio-femmina, Dio-mondo. Una Via Positiva che è innamoramento e benedizione originaria. La tesi sostenuta da Matthew Fox, ex frate domenicano espulso dall'ordine nel 1993 dall'allora cardinal Joseph Ratzinger, è che il sentimento dominante della spiritualità non deve essere un rattristato senso di colpa verso Dio, bensì un positivo senso di riconoscenza verso il cosmo. Si tratta di un mutamento di paradigma paragonabile a una vera e propria "rivoluzione copernicana della religione". Il saggio inaugura la collana "Campo dei fiori", diretta da Elido Fazi e Vito Mancuso, un luogo di libera ricerca spirituale, aperto al dialogo interreligioso, che intende promuovere una spiritualità come libertà, fiducia nella vita, creatività, comunione con la natura e con gli esseri umani. Introduzione di Vito Mancuso. Prefazione dell'autore all'edizione italiana.
Desiderius Lenz è stato il teorico e fondatore della Scuola d'arte di Beuron, abbazia benedettina nel cuore della Foresta Nera. La sua estetica si basa sulla definizione rigorosa delle proporzioni ideali: partendo dalla sezione aurea, Lenz ritrova le misure perfette, il "canone" della figura umana, che diventa il principio costruttivo per ogni altra forma. Singolare connubio di spiritualità e numerologia, questa mistica geometrica ha rappresentato, nell'arte a cavallo tra Diciannovesimo e Ventesimo secolo, un punto d'incontro fra tendenze anacronistiche e slanci d'avanguardia. Già ospite alla Secessione di Vienna, la Scuola di Beuron ha realizzato negli anni splendidi lavori di decorazione architettonica in vari edifici sacri sparsi per il mondo, compresa l'Italia (nel convento di Montecassino, dove ha lasciato alcune delle sue opere più importanti). "Canone divino" raccoglie le riflessioni di Lenz, unite alle testimonianze di commentatori illustri (Maurice Denis, Giovanni Battista Montini, Hubert Krins), per comprendere a fondo il significato di un fenomeno artistico eccezionale.
Molto più che un libro pensato ad arte, ma edificato naturalmente, e con il simbolo meglio riuscito dalla penna dell'autrice, il Castello interiore è l'anima di Teresa di Gesù, che si sposta elevandosi di mansione in mansione. Completamento e insieme superamento della più autobiografica Vita, è inoltre, su di un piano ormai collettivo, un meraviglioso simbolo del mistero dell'uomo. Tomás Álvarez si addentra qui nelle mansioni segrete del Castello e, in qualità di guida, ci precede leggendo uno ad uno i capitoli dell'opera.
Il volume offre l'opportunità di trascorrere ogni giorno dell'anno con Papa Francesco. E' un'occasione per rinnovare il nostro amore e la nostra gratitudine con Colui che ci è Maestro nella fede, nella speranza e nella carità. La parola del Papa è essenzialmente quella delle Udienze Generali del mercoledì, degli Angelus, delle Omelie, di qualche Esortazione Apostolica. Un magistero che rischia di rimanere pressoché sconosciuto e inesplorato dopo che è stato pronunciato. C'è di che rimanere toccati e colpiti per la ricchezza dei contenuti, per l'attualità dele proposte, per la freschezza del linguaggio. Lo sguardo continua a vedere il Santo Padre Francesco lassù sulla seconda finestra del palazzo apostolico, o in Piazza San Pietro il mercoledì in occasione dell'udienza generale, o rivestito di paramenti liturgici mentre presiede la solenne liturgia eucaristica a pregare con noi, a rivolgerci la sua parola paterna e rassicurante, ad augurare: "buona domenica e buon pranzo!".
Padre Santo, per non dimenticare i tuoi insegnamenti, per non dimenticare di pregare per te, saremo con te... ogni giorno dell'anno!

