
Abbandonarsi in Dio significa perdere il controllo sulla propria vita, su quella degli altri e anche su Dio. I "maniaci" del controllo perdono il gusto della vita per l'ansia di tenere tutto sotto controllo. «Lascia fare a Dio, fidati di Lui, vivi e lascia vivere, scenderà nel tuo cuore una pace profonda e vedrai i miracoli», così consiglia fra Emiliano Antenucci, perché, egli sostiene, «abbandonarsi nel Signore continuamente, con atti di fede, è l'unico vero modo con cui darsi da fare per realizzare la missione per cui sei sulla terra». Abbandonarsi in Dio è vivere il mistero della vita senza tante spiegazioni e analisi: questo è il segreto della felicità. Siamo troppo presi da preoccupazioni e pensieri di morte che piano piano ci distruggono, dobbiamo essere ottimisti e pieni di pensieri di luce: solo così possiamo fare grandi cose ed edificare gli altri. Non basta solo fidarsi, come Abramo, affidarsi e abbandonarsi.
In queste pagine viene esplorato il significato profondo di "silenzio" e "meditazione" e viene proposta una pratica quotidiana attraverso un insegnamento condiviso. In un'epoca in cui la meditazione è spesso ridotta a moda o tecnica di benessere, e in un mondo in cui, quando si parla di "meditazione", subito si pensa a qualche pratica orientale, è fondamentale riscoprirne le radici autentiche, che sono cristiane. Questo libro offre una guida per ritornare alla meditazione cristiana, recuperando le nostre radici spirituali e preservando la ricchezza di una tradizione che rischia di essere dimenticata, in un mondo sempre più lontano dalla bellezza del patrimonio spirituale cristiano.
˛ˇ L u n g o l a s t r a d a c h e d a G e r i c o s a l e a G e r u s a l e m m e , l a s t r a d a p e r c o r s a d a l b u o n s a m a r i t a n o e d a G e s ® s t e s s o , s o r s e r o f i n d a i p r i m i s e c o l i n u m e r o s i m o n a s t e r i , t r a c u i i l p i ® f a m o s o fi a n c o r a o g g i q u e l l o d i S . G i o r g i o d i C h o z i b a , m e t a o b b l i g a t a d i t u t t i i p e l l e g r i n i i n T e r r a S a n t a . Q u i v i s s e , t r a i l v i e i l v i i s e c o l o , G i o r g i o d i C h o z i b a : n e l p e r i o d o d r a m m a t i c o d e l l i n v a s i o n e p e r s i a n a e p o i a r a b a , G i o r g i o f u u n a u t e n t i c o p a d r e s p i r i t u a l e c h e , s e n z a p r e s i e d e r e n È f o n d a r e a l c u n a c o m u n i t ‡ , s e p p e s o s t e n e r e s p i r i t u a l m e n t e i f r a t e l l i . A c c a n t o a l o r o n e l l a f e r i a l i t ‡ d e l l a v i t a c o m u n e , p r o n t o a c o n s o l a r e e i n c o r a g g i a r e c o n d i s c e r n i m e n t o e m i s e r i c o r d i a , G i o r g i o f u u o m o d i c o m u n i o n e , l i e v i t o n e l l a p a s t a c a p a c e d i r i d a r e v i t a e s p e r a n z a a o g n i u o m o . L e a h C a m p a g n a n o D i S e g n i , d e l l U n i v e r s i t ‡ E b r a i c a d i G e r u s a l e m m e , c i r e n d e c o n t e m p o r a n e i d i q u e s t a f i g u r a a f f a s c i n a n t e , c o s ˝ c o m e d i G e r a s i m o , r i f o r m a t o r e d e l m o n a c h e s i m o p a l e s t i n e s e . I n a p p e n d i c e l ' a n t i c h i s s i m a t e s t i m o n i a n z a d e i m i r a c o l i d e l l a V e r g i n e d i C h o z i b a .
La nube della non-conoscenza è una guida spirituale scritta nel XIV secolo da un anonimo scrittore inglese. È considerato uno dei migliori scritti di argomento ascetico e spirituale della sua epoca. La tematica principale che viene trattata è la preghiera contemplativa.
Riscoperto poco più di un secolo fa, dopo un lungo periodo di oblio, questo gioiello della letteratura spirituale medievale fu proposto per la prima volta in traduzione integrale italiana nel 1981, dopo che autori come Elemire Zolla ne avevano proposto alcuni brani negli anni Sessanta.
“Classiche e indimenticabili sono le pagine della ‘Nube della non-conoscenza’, opera di un anonimo scrittore inglese del XIV secolo. Non è mai stato scritto un libro sul misticismo con una così realistica aderenza al senso comune” (Thomas Merton).
Il testo è un "classico" della spiritualità medievale, scritto fra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII, quasi certamente in un monastero benedettino e attribuito erroneamente a Bernardo di Chiaravalle. L'opera si propone di guidare l'uomo nella ricerca delle "cose necessarie", aiutandolo a discernere ciò che rende una vita saggia, rivolta alla ricerca di Dio, e rigettando tutto ciò che ostacola il cammino dell'uomo verso il suo vero fine. Nonostante il linguaggio e le immagini, talvolta lontane dalla nostra sensibilità, il testo ha nutrito per sette secoli generazioni di cristiani: sacerdoti, monaci e laici.
Il rispetto, l'incomprensione, la routine, il lavoro, il progresso, il tempo, la solitudine, il peccato, la Chiesa... Le risposte di un misterioso Profeta alle domande che spesso angustiano il cuore dell'uomo.
La Scala del divino amore è un breve trattato spirituale anonimo scritto in occitano nel XIV secolo nel Sud della Francia. È articolato intorno alla dottrina dei cinque sensi spirituali, che viene ripensata a partire dall’incontro con la tradizione della poesia trobadorica.
"Per grazia di Dio sono cristiano, per le mie azioni un grande peccatore, per condizione un pellegrino senza dimora del genere più umile, che vaga da un luogo all'altro. Tutti i miei averi consistono in una bisaccia di pan secco sulle spalle, e la Sacra Bibbia sotto la camicia. Nient'altro".
(Incipit - Primo racconto)
Gli interlocutori sono persone in ricerca. Con loro ci sono stati incontri e conversazioni alla grata del monastero.