
Le Perle dei Padri del deserto raccolgono un gran numero di brevi e folgoranti frasi di alcuni dei Padri del deserto più amati. Sono perle attraversate da un unico «filo»: l'amore. Le parole più belle delle grandi figure spirituali di tutti i tempi. Perle preziose da meditare. Perle preziose da regalare. Perle preziose da vivere. «Chi impara a conoscere bene se stesso incontra dio e trova pace».
Le Perle della imitazione di Cristo raccolgono un gran numero di brevi e folgoranti frasi da un libro base della spiritualità, inanellate da un unico "filo": la conoscenza interiore.
È un desiderio comune a tutti gli uomini, portare a termine una vita piena di frutti. La vita di Frère Roger (1915-2005), il fondatore della comunità di Taizè, ha portato ricchi frutti. Guardando le fotografie della vita di Frère Roger si medita, ci si rallegra di ciò che Dio ha operato tramite lui, si può ricordare a noi stessi le doti ricevute e risvegliare il coraggio di rialzarci per contribuire al raccolto...
In un toccante libro-intervista uno spaccato della multiforme e spesso tragica realtà mediorientale. In questo intenso dialogo con il giornalista Roberto Cetera - inviato in Medio Oriente per l'Osservatore Romano - Padre Francesco Patton ripercorre gli anni del suo lungo mandato in Terra Santa come custode dei luoghi cristiani. Per i lettori che vogliono davvero conoscere quel che sta capitando alle popolazioni martoriate di Israele e Palestina, fra controversie sociali, conflitti e rivalità interreligiose, ma anche tanta passione e tanta speranza.
A partire dal silenzio, sostrato indispensabile per ogni parola autentica ed efficace, l'autore traccia un ispirante percorso in cui la parola di Dio si intreccia con la saggezza espressa da uomini e donne di diverse generazioni e differenti contesti. Da esso potremo trarre spunti utili per avere il coraggio di prendere parola, pronti a darla a chi la chiede e a trasmetterla alle nuove generazioni, sempre attenti e alla ricerca costante della "parola di giustizia".
Adriano Patti, del silenzio ha analizzato il senso, lungo la sua produzione saggistica, non rendendolo però fine a se stesso, ma quale possibilità iniziale per giungere all'ascolto dell'altro, e al dialogo con l'altro. Partendo dal testo biblico e attraversando poi ampia parte della tradizione occidentale, l'autore analizza in sezioni ben distinte, ma che si inseguono e si intrecciano profondamente, questi due temi: l'ascolto, che sfocia nel dialogo e il dialogo, che nasce da e rimanda a un buon ascolto dell'altro. Di una società profondamente individualistica come la nostra, in cui tutti gridano pur di farsi ascoltare e pochi ascoltano veramente, questo libro offre il rovescio della medaglia, aprendo a nuove prospettive di incontro sia personale, che sociale, che politico: o decidiamo di tornare a parlarci dopo esserci ascoltati, o non sapremo più camminare insieme, né come civiltà, né come cultura. Un testo ricco, importante, utile sia per chi è personalmente in ricerca di una profonda riflessione personale sui valori della comunione e dell'alterità, sia per chi si occupa di educazione e di formazione.
Maria Elisabetta Patrizi si donò tutta a Maria Le chiese di esserle Madre, all'età di 6 anni! Si consacrò a Dio a 20 anni e potè entrare al Carmelo di S. Maria Maddalena de' Pazzi, a Careggi (Firenze) a 25 anni. Dopo 8 anni di clausura con una vita contemplativa intensamente vissuta, il signore la chiamò ad "evangelizzare in un modo nuovo" e su ordine del Card. Mario Nasalli Rocca, "per obbedienza a Santa Romana Chiesa", lasciò il Carmelo e, pur conservando sempre una intensa vita di preghiera... evangelizzò in molte parti del mondo, mediante la S. Sindone!
Conseguì la licenza in Teologia Spirituale all'Ateneo Teresianum, a Roma e in un momento di eremo maturò nel cuore questo testo sulla vita interiore, o spirituale, di Maria. Il padre Jesus Castellano, OCD, allora Preside del Teresianum e direttore spirituale di M.E. Patrizi, la incoraggiò a redigerlo. Ed oggi, dopo 23 anni, l'aurica lo offre al pubblico.
"Tutto questo succede nella Terra dei fuochi, che è la mia terra. Al tempo dei papiri e delle tavolette cerate era la Campania felix, in quello di Twitter e Facebook è la pattumiera d'Italia. Una discarica dove ogni anno vengono avvistati seimila roghi di rifiuti, che inceneriscono scorie industriali, sprigionano veleni, ammorbano l'aria e uccidono la vita nei campi." A scrivere queste parole è Padre Maurizio Patriciello, non un politico ma un semplice sacerdote divenuto nel giro di pochi mesi il leader del movimento civile che chiede con urgenza la bonifica della Terra dei fuochi. E che, oltre ad aver conquistato l'attenzione mediatica e delle istituzioni, qualcosa di concreto sta anche finalmente ottenendo, come dimostra il decreto del governo Letta del dicembre 2013. Tutto ha inizio nella notte dell'8 giugno 2012, quando Padre Maurizio si sveglia assalito da una puzza insopportabile a cui è impossibile sfuggire. Per lui è come una chiamata del Signore: accende il computer e su Facebook comincia a raccogliere la protesta della gente che, impotente, si è vista man mano avvelenare la propria campagna. Non che prima di quella notte non se ne sapesse nulla - c'erano state inequivocabili denunce come "Gomorra" di Saviano nel 2006 e "Biùtiful cauntri" nel 2007, film pluripremiato e presto dimenticato -, ma l'immane devastazione dell'Agro aversano, lo scampolo di terra dove in due decenni sono stati scaricati dieci milioni di tonnellate di rifiuti.
«Non sono una madre. Sono un sacerdote. Sono un padre. Padre Maurizio. Ma di madri piangere sui propri figli ne ho viste tante. Troppe». Così scrive don Maurizio Patriciello, sacerdote simbolo della lotta contro la Camorra e i reati ambientali nella Terra dei Fuochi. E proprio insieme alle madri di questa terra bellissima e martoriata da fumi e veleni, don Maurizio ha scritto questo libro che racconta le storie dei bambini e dei ragazzi morti di cancro, o meglio uccisi dai camorristi, «dai colletti bianchi insozzati e dei politici corrotti, collusi, ignavi». Una Spoon River della Terra dei Fuochi per - sottolinea Giuseppe Fiorello nella Prefazione - non «dimenticare il sacrificio di chi avrebbe dovuto avere il diritto di vivere la vita in totale libertà e gioia: i bambini» e fare da monito a quanti perseverano nella loro opera di devastazione e a quanti avrebbero dovuto vigilare e non lo hanno fatto. A raccontare le loro storie in prima persona sono le donne, madri e mogli, che hanno trovato la forza di reagire al dolore e di «cambiare la loro sofferenza in amore, fondando l'associazione onlus Noi genitori di tutti con la quale sono accanto, sia umanamente che materialmente, alle famiglie che cominciano a vivere il loro stesso calvario».