
L'infinito della Bellezza, il nuovo lessico della gioia, "Amoris laetitia", l'amore che parla una nuova lingua, il riconoscimento, la preghiera del Papa a Maria, "Madre di Misericordia e del Bell'Amore". L'infinito della Bellezza, questa "esperienza personale" di Nunziella che coinvolge tutti nella significanza mariana dell'essere cristiani, nella beatifica convivialità trinitaria dell'Amore: "Non si tratta tanto di imitare Maria, quanto di accogliere dallo Spirito Santo una grazia di partecipazione alla vita di lei, lasciandoci quasi vivere da questa dolcissima Madre per entrare in lei e instaurare, tramite lei, l'unico rapporto possibile con Gesù, quello appunto di Maria". "La Madre, la Figlia, la Sorella, la Vergine Sposa, la Madre della Chiesa... come dire, se la nostra fede fosse un'idea non avremmo bisogno della Madre, ma la nostra fede è vita, e non c'è vita senza la Madre." (dalla Prefazione di Nino Barraco)
Il libro e’ il testamento spirituale di uno storico che ha lasciato il segno nella cultura italiana e di un maestro che ha formato le coscienze di piu’ di una generazione in Italia
Il 3 marzo 2016, a New York, padre Antonio Spadaro incontra a casa sua Martin Scorsese per parlare di "Silence", il film che il regista italoamericano ha dedicato alle persecuzioni dei gesuiti in Giappone, e del suo rapporto con la fede. Quella prima chiacchierata, foriera di stimoli e suggestioni per entrambi, dà il via a un dialogo che prosegue ancora oggi. Un discorso che, attraverso vari incontri, affronta i temi cari a Scorsese: dall'infanzia in una New York molto diversa da quella che conosciamo ora fino ad arrivare al recente e bellissimo "Killers of the Flower Moon", passando per profonde riflessioni sulla fede e la grazia che, in modo più o meno velato, traspaiono dalle sue opere. Tra i frutti del dialogo, anche lo storico incontro tra papa Francesco e Scorsese e la scrittura, da parte di quest'ultimo, di una prima sceneggiatura per un film dedicato alla vita di Gesù, per rispondere a un appello del Santo Padre agli artisti. In queste pagine, Spadaro e Scorsese ripercorrono la carriera del regista premio Oscar, i suoi pensieri sulla fede, le paure e le ispirazioni, donando al lettore un ritratto nuovo e inedito di uno dei principali esponenti contemporanei della settima arte.
Come essere cristiani oggi? La fede è stata presentata spesso come una somma di verità e di valori morali imposti più che proposti. Forse è giunto il tempo di riscoprire che la fede in Cristo è "una questione di gusto" e un cammino di felicità. Il termine "gusto" indica il vantaggio di radicare la fede in una esperienza sensibile. Il gusto infatti mette in movimento e stimola tutti i sensi del corpo e tutte le espressioni del desiderio positivo che portano l'uomo a scoprire, a comunicare, a vivere e a gioire. Il cammino proposto dal libro è un invito a questa riscoperta.
Da sempre di fronte al male, la sofferenza, il dolore, soprattutto quello innocente, si innalza imperiosa la domanda: perché? Una domanda necessaria, perché elevata da esseri umani necessitanti di senso. Da donne e uomini di fede, o comunque all'interno di un percorso spirituale, che non s'accontentano più di risposte consolatorie e che per questo si sentono a disagio a professare la fede in un Dio pensato come onnipotente, ma di fatto che abbandona i suoi figli proprio nel momento di massima necessità. Da qui nasce questo libro collettivo, una sorta di continuazione del volume uscito in piena pandemia dal titolo "La goccia che fa traboccare il vaso. La preghiera nella grande prova" (Gabrielli editori). Come allora, don Paolo Scquizzato ha chiesto di scrivere un contributo sul tema del male, a partire dalla propria esperienza, ad amiche e amici: filosofi, teologi, medici, appartenenti ad altre confessioni (induisti e buddhisti), credenti, atei e agnostici. Per offrire chiavi di lettura "altre", che possano portare luce e aiutare l'essere umano sempre più smarrito a interpretare in maniera adulta il Mysterium Iniquitatis che lo sovrasta. Con il saggio di Paolo Farinella, prete e i contributi di: José Arregi, Raffaella Arrobbio, Alessandro Barban, Federico Battistutta, Leonardo Boff, Augusto Cavadi, Annamaria Corallo, Claudia Fanti, Paolo Gamberini, Rita Maglietta, Stefano Manera, Carlo Molari, Gianluigi Nicola, Silvia Papi, Alessandra Prema De Salvo, Mariano Romano, Paolo Scquizzato, Gilberto Squizzato, José María Vigil, Santiago Villamayor, Paolo Zambaldi.
I contadini alla fine dell'inverno spargevano cenere sul terreno per offrire nuovo vigore alla terra. La vita, non di rado, cosparge sulla propria storia la cenere della ferita, della sconfitta e dei muti silenzi, ma inaspettatamente nuove energie esplodono, nuovi cammini iniziano.
Troppe volte distinguiamo la storia sacra dalla storia umana. È un po' il vizio di sempre: distinguere in modo manicheo il sacro dal profano, il buono dal cattivo. E invece Dio si è fatto carne, e non in modo poetico. Si è fatto carne e ossa, è entrato nel tempo e ha permesso allo scorrere degli anni, alle esperienze di cambiarlo. Paradossale storia di un Dio che i Vangeli raccontano, che Matteo racconta. Paradossale storia di un Dio che sceglie di entrare a far parte di genealogie umane, connotate dall'umano anche negativamente. È così che Matteo inizia il suo Vangelo. Don Paolo Scquizzato allora attraversa tutto il Vangelo secondo Matteo, commentandone oltre 40 brani, pagine scelte appunto, in modo breve ed efficace, facendo emergere l'umanità di cui le pagine evangeliche sono cariche, le molte conversioni che il Vangelo chiede, la pienezza a cui l'adesione al Vangelo può aprire.
Sfogli le prime pagine e a colpire quasi fossero veloci pennellate sono personaggi e paesaggi che popolano le pagine del Vangelo di Marco. Veloci, dirette, sintetiche. Perché così è Marco. Capace di andare al cuore di tutto senza troppi giri di parole. Il deserto, Giovanni, il Regno, il nuovo del Vangelo... Tutto viene decisamente incontro al lettore che da quelle pagine si voglia, onestamente e silenziosamente, lasciare raggiungere. A parlare è l'inedito. A voler essere ascoltato è l'inaudito. Don Paolo Scquizzato allora attraversa tutto il Vangelo secondo Marco, commentandone oltre 50 brani, pagine scelte appunto, in modo breve ed efficace, facendo emergere quell'in-audito capace di parlare e chiamare.
Meditare serve? È davvero utile in tempi di efficienza, velocità, produttività? In tempo di crisi - quale il nostro - meditare è necessario. Questa l'idea di fondo che l'autore sostiene con forza. Meditare è tornare alla propria origine, a ciò che siamo, alla nostra autentica natura. Meditando facciamo esperienza della matrice, al di là del nostro ego. E allora, come fosse un prezioso vademecum, il lettore viene accompagnato in un cammino di scoperta della meditazione come arte della resa, come attesa senza oggetto, imparando a rimanere aperti a ciò che può giungere e non a ciò che si è previsto, desiderato, chiesto. Meditazione diventa allora l'esperienza mistica del distacco da sé, dalle attese, dai desideri, ma soprattutto da Dio. Dall'immagine di un Dio fatto a propria immagine e somiglianza. Nel libro l'autore offre anche indicazioni pratiche per la postura, il respiro, la gestione dei pensieri e delle distrazioni, e in appendice alcuni brani da valorizzare nella conduzione di momenti di meditazione.
Paolo Scquizzato, con la semplicità e l'immediatezza che lo contraddistingue, offre un percorso per riscoprire e dare nuovo valore alla Quaresima, spingendo oltre lo scontato. Quaresima è riprendersi in mano e rigirarsi dalla parte di Dio (conversione), è accorgersi dell'altro (elemosina), è riattivare le linee di connessione con Dio (preghiera). Ma tutto questo non inizia automaticamente il Mercoledì delle Ceneri. Perché ci sia cammino è necessario che ognuno riprenda in mano la propria fede, gli eventuali orpelli, e vada con coraggio alla sorgente: a Dio, alla sua Parola. Il testo accompagna il lettore a in quattro tappe - i quattro capitoli che lo compongono -: 1. Riscoprire e ripensare il peccato; 2. Entrare nella dinamica della salvezza; 3. Accogliere la Quaresima come tempo di svuotamento per far emergere Dio; 4. Entrare in contatto con la Parola, attraverso la lectio di tre brani evangelici.
"Siamo venuti al mondo ma non ancora alla luce. Nati a metà necessitiamo di portarci a compimento". Anche le parole dette, o non dette, contribuiscono a portarci alla luce. Quelle che abitano in questo libro sono parole che vorrebbero gettare luce negli ambiti legati particolarmente alla fatica del vivere, della crisi, del male e dell'ombra.
Cosa c'è dopo la morte? Con quale corpo risorgeremo? Dove sono e cosa fanno i nostri morti? Esistono il paradiso e l'inferno? Che cos'è "vita eterna"? Alla fine ci sarà un giudizio? Cosa si può dire riguardo alla reincarnazione? E ancora: È lecita la dispersione delle ceneri? Riportare al centro della riflessione cristiana i grandi temi dell'aldilà vuol dire aiutare le donne e gli uomini di oggi a vivere il momento presente, lontani da sterili paure e inutili sensi di colpa, ma soprattutto con un senso, nella serena consapevolezza che ciò che ci attende al termine della vita sarà solo un abbraccio di compimento e di eternità. "Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla" (Lao Tze)