
«Gli Autori di questo libro-guida ci propongono un “pellegrinaggio” alle sorgenti del silenzio. Scelta molto significativa, che ci fa subito capire l’essenziale: il silenzio è un dono di Dio, non lo si “acquista” e neppure lo si “conquista”, ma lo si riceve in dono. Bisogna, però, desiderarlo e accoglierlo in cuore umile e povero, pieno di stupore. Per “insegnare” il silenzio, è stato scelto un suggestivo percorso attraverso l’arte di un mistico: il beato Angelico. Conducendo dolcemente il lettore a contemplare gli affreschi del convento domenicano di San Marco in Firenze, suor Gloria Riva lo aiuta a cogliere la bellezza spirituale degli affreschi, così da fare un vero incontro con il mistero del Verbo incarnato.
Ad ogni passo, ad ogni sosta contemplativa, si inserisce la voce silenziosa di fra’ Emiliano, che aiuta a far luce dentro il cuore e a stare con semplicità e sincerità davanti al Signore». Dalla Prefazione di Madre Anna Maria Cànopi osb
Gli autori
Fra Emiliano Antenucci, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, è l’inventore del corso “Silenzio, parla il Silenzio”, tradotto anche in spagnolo e riprodotto in Messico diverse volte. Il corso del Silenzio è stato approvato da Madre Anna Maria Cànopi, Abbadessa del monastero benedettino dell’Isola di San Giulio d’Orta (NO), ed è sostenuto dalla preghiera e dall’intercessione di 25 monasteri di clausura. Fra Emiliano si occupa di pastorale giovanile; le sue passioni sono la mistica e la spiritualità; attualmente guida due “scuole di preghiera”.
Suor Maria Gloria Riva entra tra le Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento nel 1984. Nel 2007 ha fondato le Monache dell’Adorazione Eucaristica che, accanto alla contemplazione adorante del Mistero Eucaristico, curano un centro di spiritualità per la diffusione della Bellezza. La Comunità ha ricevuto l’approvazione diocesana nel 2009. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Nell’Arte lo stupore diuna Presenza (20052); Frammenti di Bellezza (2006); Testimoni del Mistero, quadri sul Vangelo di Luca (2006); Volti e Stupore, uomini feriti dalla bellezza (2007), Mendicanti di Bellezza. Collabora con quotidiani e riviste e con il sito www.culturacattolica.it, dove le monache dell’Adorazione hanno un loro canale web: adoratrici.culturacattolica. it. È stata Consulente storico per il film: Il Cantico di Maddalena, sulla vita della Beata Maria Maddalena dell’Incarnazione. Nel 2012, con l’editrice San Paolo, pubblica Il Cantico di Maddalena, la vita della Madre, a cui si accompagna il DVD del film.
L'umanità di cui gli autori parlano in questo vero e proprio pamphlet provocatorio e stimolante è inevitabilmente collegata alla fede, intesa non come vaga spiritualità, né come vuota religiosità; è un modo di esistere che «fa della vita un dono per sé e per gli altri, perché quando la luce sorge non c'è più posto per le tenebre e anche i coni d'ombra delle istintività si attenuano. È uno stile di vita aperto, per nulla bigotto, perché l'amore dilata il cuore, non lo costringe in aride piccolezze. È libertà di vivere indistintamente spirito e corpo, non separandoli, ma fondendoli nell'unicità del proprio "essere umani". Non carica pesi sulle spalle degli altri, ma li porta in prima persona e aiuta a portarli. Il suo ruolo nel mondo non è nello sfruttamento, ma nella cura, in favore della bellezza, dell'armonia e dell'utilità di ognuno, perché solo in questo modo partecipa all'azione creatrice di Dio: quel Dio che fin dal primo momento ha scelto per se stesso di "vivere l'essere umano" e di agire attraverso ogni donna e uomo che riconoscono la sua presenza viva nelle loro stesse sembianze, fatte a sua immagine e somiglianza».
«Non si possono riassumere in poche parole le "schegge" raccolte da Antonazzi in queste pagine. In queste parole lo studioso e l'erudito mostra la sua capacità di sintonizzarsi con i sentimenti di un cristianesimo di popolo e non di dotti. L'Autore ha il senso d'una Chiesa che viene dai secoli, destinata al futuro, in cui non si può troppo esaltare o troppo drammatizzare una stagione o un'esperienza, fosse quella che si ama di più o che si detesta. A proposito del Grande Giubileo del 2000, offre, ad esempio, una lettura equilibrata: "Le grandi manifestazioni giubilari sono un valore autentico. Non mi sentirei, tuttavia, di condividere una enfatizzazione pericolosa, perché alle folle di fedeli in Piazza S. Pietro è facile contrapporre folle altrettanto e non raramente più numerose che riempiono gli stadi...". Le osservazioni di Antonazzi spiazzano per la loro originalità. Sono quelle di un uomo contemporaneo e di un prete. Lo sguardo del prete non pesa, ma arricchisce quello dell'uomo contemporaneo». (dalla Prefazione di Andrea Riccardi)
GLI AUTORI
Mons. Giovanni Antonazzi ha ricoperto alte cariche nella gerarchia ecclasiastica, in particolare nella Propaganda Fide.
Fondatore dell’Istituto di Ricerche Storiche dell’Alto Lazio, ha sempre associato la sua attività culturale di storico ad un gusto per l’osservazione e l’analisi che ha saputo trasferire sulla pagina con misura, fermezza e arguzia, come nel volume pubblicato da Marietti nel 1997 Dietro il sipario. Sprazzi di vita ecclesiastica romana. A lui si deve l’edizione critica dell’enciclica Rerum Novarum; ha lavorato alle “Edizioni di Storia e Letteratura” con don Giuseppe De Luca, al quale ha dedicato la monografia Don Giuseppe De Luca. Uomo cristiano e prete (Brescia 1992).
Sacerdote impegnato come parroco e come coordinatore provinciale di Libera, l'autore in questo suo nuovo libro affronta diverse tematiche: la strada (Cronache di costume); il palazzo (Cronache politiche); Il tempio (Cronache ecclesiali). Il filo rosso che le unisce è quella critica "implacabile" che nasce dalla convinzione che non si possa operare seriamente la rivoluzione morale dell'umanità senza realizzare l'intera trasformazione del suo ambiente sociale, e all'inverso che ogni rivoluzione esteriore sarebbe vana se non comportasse il profondo rinnovamento delle coscienze. Prefazione di Lucia Annunziata.
Guidato da un'assidua frequentazione della Sacra Scrittura Mario Antonelli, in questa fresca raccolta di meditazioni offre, in semplicità e con persuasiva passione , un vademecum sulla gioia cristiana e sul cammino quotidiano da intraprendere per raggiungerla. Dove cerchiamo la gioia? Cosa vuol dire cercare la gioia nel Signore? Una raccolta di meditazioni spirituali, ispirate agli Esercizi ignaziani e profondamente radicate nella Sacra Scrittura, che riflettono sulla gioia cristiana. Attraverso nove intense meditazioni, don Mario Antonelli esplora il passaggio dalla tristezza alla gioia, da molteplici punti di vista: personale, generazionale ed ecclesiale. Il punto di partenza è l'episodio di Emmaus, che rappresenta il percorso paradigmatico del cristiano, dallo sconforto al riconoscimento, proseguendo con riflessioni sulla gioia di Gesù, dei discepoli e di Maria. Ogni capitolo è introdotto e concluso da preghiere, arricchito da citazioni di esperienze missionarie e da figure ispiratrici come Madeleine Delbrêl e i monaci di Tibhirine. Il tema centrale è la gioia come linguaggio vitale della fede, un'esperienza profonda e paradossale, che emerge anche attraverso il dolore e le difficoltà della vita. Antonelli, con uno stile semplice e appassionato, invita i lettori a cercare la gioia nel quotidiano, mostrando come essa sia il fondamento di una vita cristiana autentica e missionaria.
L’azione dello Spirito Santo si manifesta nella storia dell’umanità e all’interno della Chiesa in forme e modi che spesso trascendono – o addirittura contraddicono – gli schematismi e le aspettative dei fedeli e delle istituzioni ecclesiali: da sempre il progetto di Dio si realizza in modo libero ed efficace, lontano da pregiudizi, da esclusioni e da calcoli ben più umani che divini.
Per questo siamo chiamati a riconoscere e a valorizzare i molti segni profetici che il Signore pone sul nostro cammino anche là dove non ci saremmo mai aspettati o dove ci saremmo perfino rifiutati di trovarli.
Grazie a un’attenta lettura della Parola di Dio e all’esempio concreto di diversi fratelli e sorelle (anche del nostro tempo) possiamo affinare la nostra capacità di discernimento per raggiungere quella docilità del cuore e quella libertà di pensiero che, sole, ci consentono di leggere la nostra vita e la storia della Chiesa secondo il disegno di Dio.
Don Bernardo è stato un missionario nel senso più ampio del termine. Lo è stato con la sua parola, con la sua attività apostolica, con i suoi scritti, ma soprattutto con la sua testimonianza di vita. Un missionario che ha voluto percorrere le orme del grande Paolo di Tarso, del quale nutriva profonda ammirazione. Per molte persone è stato un'àncora, un punto di riferimento, sempre con il sorriso sulle labbra. Don Bernardo è riuscito a comprendere i messaggi della Provvidenza, a leggere negli eventi, piacevoli o meno, la volontà di Dio. In questo senso, ha saputo accogliere l'invito alla missionarietà rivolto verso la Russia, a quell'immenso Paese crogiolo di razze e di religioni che all'epoca (1989) si apriva lentamente alla libertà e alla trasparenza dopo decenni di comunismo. Erano gli anni di Michail Gorbaciov, della perestroika, della glasnost, della caduta del muro di Berlino e tutto questo non è passato inosservato agli occhi di don Bernardo, che si è reso immediatamente disponibile per la missione in Russia, dove ha svolto la sua preziosa opera pastorale dal 1990 al 2002 sotto la guida della gerarchia cattolica ricostituita da papa Giovanni Paolo II.
Seguendo il desiderio di conoscere meglio e più in profondità la parola di Dio, l'autore si è immerso nelle profondità della Sacra Scrittura, chiedendo a Dio la sapienza per poter capire la sua parola. Il Signore gli ha fatto questo dono, che ora con questo libro condivide con tutti, come chi abbia ricevuto dei talenti da far fruttificare. Le meditazioni contenute in questo volume non sono rivelazioni ma ispirazioni spirituali, che ognuno può cogliere mettendo a frutto la propria sensibilità per amore della verità.
esistono ancora gli eremiti? Chi sono? dove vivono? Perché scelgono un’esistenza austera ai margini estremi della società? In Italia e in Occidente il fenomeno di chi lascia tutto e si ritira in luoghi appartati è in forte crescita anche fra i giovani.
Un giornalista si è messo sulle tracce degli ultimi solitari: li ha incontrati – in Italia, in Francia, in Svizzera, in Medio Oriente, in Asia – dentro una grotta, nascosti in baracche fatiscenti, in eremi sperduti nella natura o semplicemente al riparo dai frastuoni della “civiltà del rumore”. e dopo averli scovati li ha invitati, e talvolta forzati con insistenza, a “raccontarsi”.
Le parole e le storie di questi personaggi – alcuni noti e altri sconosciuti, alcuni credenti e altri in ricerca – svelano preziose verità per chi vive immerso nel caos della vita quotidiana: la necessità di staccare ogni tanto da un vorticoso attivismo per ritrovare il senso del nostro agire; il valore della meditazione come disciplina di spiritualità laica; il bisogno di spazi per la “coltivazione di sé”, il riposo e la rigenerazione mentale; la necessità di un sano distacco dal potere, dai beni e dalle comodità per risvegliare coscienze intorpidite incapaci di produrre il bene, di cercare la giustizia, di generare bellezza.
Francesco Antonioli
È giornalista de “Il Sole 24 Ore”. Si occupa di economia del territorio, ma da tempo esplora i temi legati alla fede, al dialogo tra credenti e laici, al confronto tra le religioni.
Per Piemme ha curato La Bibbia dei non credenti (2002), C’è posta per Dio (2005), L’oppio dei popoli (2009), e ha scritto il racconto La cena dei potenti. Quando Jahvè, Dio e Allah si incontrarono (2006).
DESCRIZIONE: L’autore di queste conversazioni non intende delineare una «teodicea», una «difesa di Dio» che lo scagioni dall’imputazione di volere la pena dell’uomo. Attraverso il filtro di una raffinata cultura letteraria, filosofica, teologica, il soggetto del libro diviene l’immediatezza, la semplicità sconcertante dell’esperienza di dolore che ora geme verso Dio, ora s’allevia nella pacata riflessione, in cui echeggiano i motivi più alti della spiritualità cristiana e religiosa in genere, ora si rifrange nello scintillio di colorite immagini dal sapore antico e rustico, ora sembra scherzare in battute di humour e di un’autoironia dolce-amara.
La figura di Francesco d’Assisi, emblematica della spoliazione, della rinuncia al potere, della riduzione al «vuoto», fa da controcanto alla sofferenza volontariamente accolta, che in modo paradossale muta queste negatività in valori; ma l’unica luce in cui tali esse appaiono è quella della Croce, del Dio che assume il dolore dell’uomo.
COMMENTO: Una delle più profonde riflessioni sul dolore - più volte ristampato - da parte del grande predicatore definito da padre Stanislaz Breton «uno dei più profondi autori cristiani del Novecento».
GIOVANNI ANTONIOLI (1917-1992) è stato parroco di Ponte di Legno e rettore di S. Maria in Esine (Brescia). Amico di Stanislas Breton, presso la Morcelliana ha pubblicato: Sentieri della legna (1984); Trattenimenti con Dio (1985); Il mio prossimo il mio paradiso (1986). Sull’autore si veda G. Colombi, Tra lo sgomento e la speranza. La meditazione sul dolore e la malattia nell’opera di Giovanni Antonioli, in «Humanitas» 3(1993).