
Ricorre nel 2013 il bicentenario della nascita di Federico Ozanam. La sua è una spiritualità con un profondo senso dell'incarnazione, come è quella del suo ispiratore san Vincenzo de' Paoli.
La Stazione Trastevere, a Roma, è un luogo d’incontro e di passaggio per decine di migliaia di persone ogni giorno, ma è anche casa per tante donne e tanti uomini che la vita ha portato ad accamparsi in qualche modo nei suoi dintorni. Dietro le barriere che talvolta discriminano, si svela un mondo popolato non di “scarti della società”, ma di famiglie in estrema povertà, di padri senza più lavoro, di figli non desiderati, di ragazze maltrattate in un ambiente ostile, di donne abbandonate alla solitudine. Qui un gruppo della Comunità di Sant’Egidio si dà da fare ogni notte per aiutare queste persone a resistere alle insidie del freddo e dell’abbandono, facendosi compagno di strada di tanti di loro e raccogliendone l’anelito profondo al cambiamento, oltre che le storie. Che non sono semplicemente tragedie, ma vere storie di vita da conoscere, se si vuole consapevolmente sapere.
“Chi vive per la strada coltiva il desiderio di una vita normale. Di una vita meno da soli. Perché la solitudine è un peso in più per chi è fragile e povero”. (Marco Impagliazzo)
La via di Emmaus è un progetto immersivo, di formazione spirituale e relazionale, rivolto ai giovani, avviato nella diocesi di Bologna su impulso del documento conclusivo della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (2018). Questo piccolo libro lo racconta attraverso le testimonianze di coloro che a diverso titolo ne fanno parte. Dalle loro voci emergono sentieri interiori di crescita e consapevolezza, per lo più disertati dai grandi flussi mediatici sull'universo giovanile, ma decisivi per la costruzione di un'umanità nuova e sui quali vale fissare lo sguardo. Prefazione del Card. Matteo Maria Zuppi.
Un libro che, con la Prefazione di Pierre Riché (Università di Parigi X), introduce il lettore alle tradizioni scientifiche, dottrinali e manoscritte del centrale Medioevo attraverso la storia di un personaggio straordinario, Gerberto d’Aurillac, nelle vicende politiche e culturali del suo tempo. La formazione in Catalogna, l’arco delle amicizie e gli scambi intellettuali raccontano la nascita delle cifre, le tecniche e le predilezioni della simbologia numerologica. Letture ed abitudini monastiche e didattiche si saldano nel profilo di questo sapiente – talvolta ambizioso, talora contraddittorio – che ebbe ampia fama e sollevò grandi gelosie di dotti e potenti nella monarchia e nell’ecclesiologia dei Franchi come nell’entourage imperiale dell’età degli Ottoni che lo aiutarono a diventare papa Silvestro II.
Nato dagli esercizi spirituali tenuti dall’Autore sull’argomento, il volume affronta il tema del cambiamento e della trasformazione interiore attraverso la lettura esegetica di alcune figure bibliche. Lo scopo è di offrire al lettore uno strumento per rileggere la propria fatica, la sfida che ogni conversioneinevitabilmente porta con sé, alla luce delle figure di Mosè, Bartimeo, e il figlio prodigo. Il testo è così strutturato:un primo capitolo inquadra il tema del cambiamento nel vissuto quotidiano per poi approfondirlo all’interno di un contesto più propriamente biblico (cosa significa cambiare per il cristiano?); la sezione centrale,d’impronta esegetica,analizza le tre figure bibliche;il capitolo conculsivo riprende il tema del coraggio che ogni trasformazione comporta.
SIAMO INVITATI A LAVARE I PIEDI IMPOLVERATI DAI SENTIERI PERCORSI IN PASSATO PER INOLTRARCI,LIBERI E SPEDITI, SULLE VIE DELLA TRASFORMAZIONE INTERIORE, LASCIANDO CADERE INCEPPI E REMORE, CATENE E ABITUDINI.
(dalla Presentazionedi mons.Ravasi)
Monsignor Fortunatus Nwachukwu, biblista di formazione, si è specializzato in Teologia Dogmatica e in Diritto Canonico. Originario della Nigeria,è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 1994;ha prestato la propria opera presso le Nunziature apostoliche in Ghana,Paraguay,Algeria,presso l’Ufficio delle Nazioni Unite e Istituzioni Specializzate a Ginevra e presso la Sezione Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato. Dal 2007 è Capo del Protocollo della Segreteria di Stato.
L INTENTO DI QUESTO LIBRO E`QUELLO DI DIMOSTRARE, PARTENDO DAI TESORI DELLE SCRITTURE EREDITATE DAL PASSATO, CHE DIO E`INFINITAMENTE CREATIVO E PIENO DI MERAVIGLIE. Noi tutti viviamo la nostra vita tra il vecchio e il nuovo, ma lo slancio piu`profondo e`verso il nuovo. Abbiamo bisogno di gesu. Abbiamo bisogno di fare esperienza di gesu. Della sua morte e risurrezione. Per mezzo di gesu, dio ci libera dalla morte, dall'assur dita e dall'odio; ci riscatta per la vita, per il significato e per l'amore. L'a utore di questo libro spera che i suoi lettori possano sperimentare ancora piu`vivamente la pienezza di vita, di significato e di amore che gesu`offre
"Non intendo rinnegare le preghiere tradizionali che ho detto per tutta la vita; ma le dico e non le sento... Vorrei scrivere una preghiera bellissima". Questo diario personale di Flannery O'Connor, scritto tra il 1946 e il 1947 ai tempi dell'università in Iowa e di recente ritrovato tra le sue carte in Georgia, è molto più di una raccolta di preghiere: è un singolare dialogo con Dio, il colloquio silenzioso e appassionato di una giovane donna intelligente alla ricerca della propria strada e determinata a metterla al servizio di una causa superiore. Una finestra sull'interiorità di una delle maggiori narratrici americane del secolo passato. Scavando nel profondo dei propri sentimenti e paure - di essere mediocre, stupida, presuntuosa - Flannery O'Connor si esercita in un costante confronto con la fede cattolica e i maestri che la ispirano come Freud, Proust e Rousseau. In questo documento, arricchito dalla riproduzione anastatica delle pagine del diario, già emerge l'umiltà e la sensibilità priva di retorica di un'autrice le cui ambizioni e valore letterari si intrecciano con una incessante tensione verso il divino e la grazia. Prefazione di Mariapia Veladiano.
Padre O'Malley ci è noto per essere il vescovo francescano di Boston. Volto mite e sereno che vive concretamente nelle sue scelte pastorali quanto sentiamo richiedere da papa Francesco alla Chiesa. Questo testo, raccogliendo alcune sue meditazioni rivolte principalmente a sacerdoti e vescovi e attingendo alle sue esperienze concrete, fa emergere i tratti specifici, caratteristici di chi è chiamato a essere discepolo, testimone e ministro del Vangelo nel mondo di oggi. L'essere amici e lavapiedi, in fondo, non è altro se non una chiamata specifica a cui rispondere con gesti e scelte concrete. «L?autore si espone in prima persona, parla di sé racconta di incontri fatti, reinterpreta gli eventi, legge nel tempo i segni del Cristo», scrive il cardinale Tolentino introducendo il libro, «abbiamo sempre la sensazione di trovarci seduti accanto a lui a conversare».