
Il volume affronta il tema della prova/tentazione per il credente. La prova, tema forte del Tempo di Quaresima, come occasione di maturazione della fede.
Per i cristiani odierni che abitano nelle «terre dell'ombra» del disincanto e del dubbio, il modo principale per tenere vivo il desiderio di continuare a camminare alla sequela del Risorto verso Dio, cioè verso la risurrezione con Cristo e come lui, resta la preghiera. E tra le tante preghiere possibili, i Salmi dell'Antico Testamento hanno, da questo punto di vista, un'elevata fecondità spirituale. Don Manzi, con profondità e competenza, guida il lettore a riscoprire i fondamenti della fede cristiana nella "vita eterna" partendo dall'analisi di alcuni Salmi.
La Chiesa russa vede la sua tradizionale missione di salvezza innanzitutto nella santificazione di tutta la vita terrena dei suoi membri attraverso i misteri cristiani. Il legame liturgico, orante, sacrale della chiesa con tutti i suoi figli rappresenta da sempre il fondamento della vita spirituale ed ecclesiale dell'ortodossia russa. Nonostante questa spiritualità diffusa il vissuto religioso russo è stato sempre condizionato dalla strettissima connessione tra stato e chiesa. La storia tracciata nel volume parte dagli albori della cristianizzazione per arrivare alla rivoluzione del 1917: del periodo successivo si hanno ancora troppo pochi documenti per scrivere qualcosa di più di una leggenda.
Questo libro scandaglia a fondo una parte dell'opera turoldiana poco studiata: gli inni liturgici. Nel cammino di fede di padre Turoldo la liturgia ha avuto un ruolo fondamentale. Grazie all'amore per la tradizione che la Chiesa lungo i secoli ha tramandato, il frate Servita ha saputo con originalità, creatività e ispirazione produrre testi nuovi con l'intento di arricchire ciò che già era conosciuto, attribuendo però ad esso uno stile nuovo, più adatto al sentire dell'uomo contemporaneo. L'imponente innario turoldiano lascia senza fiato per la sua vastità e copre tutte le domeniche e le feste principali dell'anno per tutti e tre i cicli liturgici. Come sottolinea fr. Enzo Bianchi nella prefazione, l'autore di questo pregevole saggio, «opportunamente intarsiato di rimandi agli inni, alla traduzione dei Salmi, alle preghiere e alle poesie di padre Turoldo, ha la capacità di interpretare la lettera e lo spirito dei suoi testi, mostra grande intelligenza e raffinata sensibilità che gli permettono di cogliere le profondità bibliche, le intuizioni teologiche, le armonie poetiche e le finezze letterarie ma anche il valore liturgico e propriamente cristiano del corpus innico turoldiano».
Imparare a nascere significa attraversare i propri abissi interiori e fare esperienza di una dimensione terapeutica, sorgiva, illuminante, da cui tutto l'operato esistenziale possa riprendere vigore. Significa essere in Dio e lasciare spazio a Dio in noi. È una vera e propria gestazione interiore che coinvolge tutti gli aspetti della vita, una sorta di nuovo inizio della propria storia. Il percorso proposto in queste pagine affronta tematiche differenti, espressione delle diverse tonalità dell'unità: da riflessioni filosofiche all'ascolto delle proprie emozioni, dalla sintesi delle ultime ricerche psicologiche alla mistica orientale, dall'analisi della realtà contemporanea a lampi poetici che sgorgano dal contatto con la fonte dell'essere. Prefazione di Marco Guzzi
Siamo in crisi e da ogni parte s’invoca la crescita. «Non abbiamo ancora imparato la lezione», scrive l’A., per il quale crescita economica non è affatto sinonimo di sviluppo.
Lo sviluppo umano è un processo ben diverso dall’aumento del Pil. Di più: non può avvenire senza l’etica. L’A. dimostra che l’etica non solo non è una pastoia per lo sviluppo, ma è anzi la condizione perché esso sia possibile, autentico, duraturo e per tutti.
Il cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga è arcivescovo di Tegucigalpa e presidente della Conferenza episcopale dell’Honduras; dal 2007 è presidente di Caritas Internationalis. È il coordinatore del «Gruppo degli otto»: i cardinali scelti da papa Francesco per studiare la riforma della curia romana. Prima riunione del «Gruppo» 1-2-3 ottobre.
Stefano Zamagni, professore universitario a Bologna e promotore dell’«economia civile», è stato presidente dell’Agenzia per il Terzo settore. Ha collaborato con Benedetto XVI nell’estensione dell’enciclica Caritas in veritate.
L’Eucaristia è il sacramento dell’amore che si fa dono ed è la sintesi di tutto il bene che c’è nella Chiesa. Non si finirà mai di comprendere il mistero eucaristico perché riassume tutto ciò che Dio ha fatto e continua a fare per la salvezza del mondo. Il Padre dona il Figlio, il Figlio si dona secondo la volontà del Padre e l’Eucaristia è il sacramento di questo dono dato alla Chiesa che riceve con gratitudine e corrisponde con generosità perché dona se stessa a Cristo per la gloria del Padre e per la salvezza dell’umanità. Ogni cristiano che riceve l’Eucaristia è chiamato a entrare in questa dinamica del dono: accogliere il dono dell’amore di Cristo e diventare come Lui dono a Dio e ai fratelli.
La preghiera migliore è quella che nasce dal cuore e usa parole proprie, parlando al Signore come parla un amico con l'amico, un figlio al Padre. Tuttavia a volte è utile usare qualche preghiera scritta da altri, perché interpreta bene i nostri sentimenti e mette in evidenza aspetti importanti della fede. La maggior parte delle preghiere sono scritte dall'autore seguendo l'itinerario ignaziano della storia della salvezza: l'interiorità, il silenzio, la ricerca di Dio, il significato della Scrittura, il bisogno di perdono e di guarigione; altre sono anonime, in fogli volanti; altre ancora sono state composte da santi e grandi autori.
Faccio tardi questa sera" racconta l'esperienza dell'autore, impegnato in un servizio di volontariato alla stazione, dove incontra regolarmente i senzatetto assieme alla moglie e al gruppo degli "Amici del venerdì". La narrazione, illuminata dalla luce del Vangelo di Luca, descrive come questi incontri si trasformino da semplici atti di servizio a occasione per tessere relazioni preziose e significative. L'opera descrive la vita alla stazione come un crocevia storie e di sofferenze, un confine invisibile tra l'indifferenza della città e la realtà dura della strada. Ogni incontro con i senzatetto si vela però un'opportunità unica di vedere il Signore nei volti dei emarginati.
Il racconto tiene il Vangelo di Luca come chiave interpretativa essenziale per comprendere la dignità e il valore di ogni persona incontrata. Attraverso le sue pagine, l'opera lucana parla di amore, misericordia e speranza, offrendo nuova prospettiva su cosa significhi realmente vivere una vita salvati. Gli incontri, inizialmente vissuti come un dovere, si trasformano allora in momenti di crescita personale e spirituale, aiutando l'autore a vedere oltre il confine del pregiudizio e dell'indifferenza;
Chi siamo? Dove siamo diretti? Da dove proveniamo? Ha senso il vivere e il morire? Si apre una speranza dopo questa vita? Questo libricino è il compendio di elaborazioni dello spirito alla luce della fede cristiana. L’uomo è spirito oltre che materia, e lo spirito, anche se invisibile, non può tacere ma si espande come l’aria.
Ottocento anni e non li dimostra. Tanti sono gli anni trascorsi dalla morte di Francesco di Assisi! Eppure, la sua memoria, con il messaggio evangelico da lui vissuto, resta ancora così viva ed efficace! Le celebrazioni previste negli anni 2023-2026 terminano con l'ottavo centenario della sua morte e costituiscono un'opportunità preziosa per ripercorrere la sua via cristiana alla vita. Questo libro, oltre a ricostruire gli ultimi anni di vita del Santo, tenta di fornire chiavi narrative capaci di consolare e incoraggiare il lettore, permettendogli di incontrarsi con la "santità umana" di frate Francesco che suggerisce una vera e propria via buona alla vita!
Non è semplice parlare di perdono e di pace. Facilmente si viene accusati di fuggire dalla realtà per nascondersi in un buonismo disincarnato incapace di risolvere le tensioni che attraversano la vita dell'uomo.Gesù di Nazaret e Francesco di Assisi, due "buonisti impenitenti", ci ricordano invece il valore irrinunciabile del per-dono quale unica possibilità, in certi momenti, per poter ritrovare la via alla pace. Le loro parole costituiscono un aiuto importante per smascherare quel meccanismo spietato che, per il desiderio di potere e dominio, toglie dignità alla vita umana privandola del cuore.Non è un caso che nel Cantico di frate sole il "perdono" sia posto dal santo di Assisi come l'elemento costitutivo della bellezza che deve risplendere sul volto dell'uomo, affinché anch'egli, insieme alle altre creature, sia motivo di lode a Dio. Ed è proprio questa bellezza, risplendente nel volto di Gesù e ammirata da Francesco, che il presente volume vuole raccontare al lettore.