
Il «Poverello» di Assisi (1181-1226) è tra tutti i santi il più umano e il più vicino agli uomini. La sua vita movimentata e avventurosa è tanto affascinante quanto il suo annuncio è stato ed è tuttora rivestito di immagini poetiche.L'«avventura» terrena di Francesco è una continua lode a Dio, ricca di poesia; il Cantico delle creature è la visione e la celebrazione di un desiderio universale di fraternità; l'anelito alla povertà evangelica vissuta radicalmente come anche la sua libertà di spirito sono le prerogative e le peculiarità di san Francesco di Assisi che ancor oggi affascinano di più.
Destinatari
Giovani, d'età e di spirito, alla ricerca delle motivazioni che hanno condotto il Santo di Assisi ad abbracciare totalmente e con gioia il vangelo; disposti a vivere e a stupirsi delle meraviglie della stessa scoperta.
Autore
Niklaus Kuster è nato nel 1962. Dopo gli studi di storia e filologia latina presso l'università di Friburgo è entrato nell'Ordine dei frati minori Cappuccini e ha conseguito il dottorato in Spiritualità e storia del francescanesimo presso il Pontificio ateneo Antonianum di Roma. Dal 1996 è docente di Storia della chiesa presso l'Università statale di Lucerna, e di Teologia francescana presso lo Studio teologico Laurentianum di Venezia. Attualmente vive nel convento di Schwyz in Svizzera, dove si occupa di formazione, proponendo esperienze e percorsi di spiritualità, e continuando la sua attività di studio, di ricerca e di pubblicazione.
Le intuizioni di John Martin Kuvarapu appaiono semplici, i suoi ragionamenti immediati, le immagini che usa facilmente visualizzabili. Eppure, dietro questa apparente facilità, si avverte l'incontro di due mondi, l'azzardo di una mirabile sintesi tra due tradizioni, quella indiana e quella biblico-cristiana, che hanno alle spalle secoli-millenni di elaborate riflessioni filosofico-teologico-spirituali. Kuvarapu è consapevole della diversità dei due contesti, eppure la sintesi sgorga da lui con grande naturalezza, come da chi ha praticato da sempre e parallelamente i due sentieri e non sa più scinderli. Il modo in cui procede nell'elaborare le sue riflessioni è vicino a quello di colui che è stato il suo principale maestro, Bede Griffiths: ovvero, mettere in luce ciò che appartiene ad una tradizione e ciò che appartiene all'altra, e poi individuare possibili congiungimenti ("matrimoni"). Questo non per piegare l'una all'altra o per fare inutile e artificioso esercizio di improbabili sposalizi, bensì in base alla convinzione profonda che le due tradizioni, proprio perché apparentemente così irriducibili l'una all'altra e così opposte, sono i due profili di uno stesso volto, i due lati di una stessa medaglia. E dunque l'una non può sussistere senza l'altra.
«Benedetto XVI ha affermato la continua crescita e la perpetua validità della Messa tradizionale latina, insistendo sul fatto che "ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso". (...) Questo libro affronta la questione dell'obbedienza nella Chiesa, da dove deriva e come debba essere compresa e vissuta in modo corretto e prudente».
Questo libro offre una ricca serie di riflessioni, pensieri, massime, brevi aneddoti raccolti in ordine alfabetico di argomento. Un testo utile per la meditazione personale e per trarne spunti di discussione e riflessione in gruppo.
In questo libro autobiografico l’autore racconta come il Signore gli si sia manifestato in alcuni particolari momenti della sua vita. Si tratta sia di episodi puntuali sia periodi più ampi nei quali i “segni” della grazia di Dio hanno riversato un fascio di luce e dato un orientamento al suo percorso di fede.
Note sull'autore
Fabio La Gioia ha conseguito il dottorato in teologia biblica alla Gregoriana nel 2003 con una tesi sul vangelo di Giovanni: La glorificazione di Gesù Cristo ad opera dei discepoli. Dal 2005 ha insegnato letteratura giovannea e paolina all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Trieste e pubblicato vari libri. Attualmente è parroco di tre comunità nell’Arcidiocesi di Gorizia.
La preziosità del tempo va ben oltre l'adagio secondo cui "il tempo è denaro". Esso scorre uguale per tutti, ma la sua percezione dipende dal valore personale che ognuno gli attribuisce. L'autore esplora il tema del tempo nella prospettiva cristiana, propone un'interpretazione sapienziale in cui ogni giorno è visto come parte di una dinamica di salvezza che si svolge nel presente, rendendo ogni momento significativo e pieno di potenziale sacro. Questa visione trasforma il tempo da semplice successione di ore in una serie di opportunità per vivere pienamente, accogliendo il bene ricevuto e avanzando verso il bene sperato.
Appunti per i cristiani impegnati in politica. Pensa: avere nell'animo questo pensiero: bisogna trasformare, perchè sia più buona, questa città dell'uomo! Non è, forse, la città che Cristo stesso ha abitato? Non è quella dove abitano i nostri fratelli? Non è qui che va fatto circolare l'amore e la verità? (Giorgio La Pira