
La storia dei primi 10 anni di Gioventù Studentesca raccontata attraverso le bellissime foto di Elio Ciol, molte delle quali inedite. Un grande fotografo, Elio Ciol, conosciuto in tutto il mondo ha incrociato la vita di don Giussani nei dieci anni (1954-1965) in cui il sacerdote milanese dava vita a Gioventù Studentesca, la comunità che sarebbe poi diventata Comunione e Liberazione. Di quel decennio, le foto di Elio Ciol sono una testimonianza essenziale. Le più importanti sono raccolte in questo libro fotografico, accompagnate dal racconto storico di Massimo Camisasca e dalle testimonianze di due nomi molto conosciuti e stimati all'interno del movimento di Comunione e Liberazione: la psicologa Eugenia Scabini e don Pigi Bernareggi, missionario in Brasile da 50 anni. Prefazione di Julián Carrón.
«La malattia e la vecchiaia, la memoria delle ferite passate possono cancellare ogni gioia e ogni positività, come un presagio di morte che soffoca l’esistenza. Davvero queste sfide devono essere vissute come una condanna per chi soffre e per chi gli sta vicino?
L’esperienza ci dice che il dolore, parte inevitabile del nostro cammino, può essere l’occasione per scoprire la vera potenza della compagnia degli altri e dell’Altro: annuncio di una vita che non finisce, di un tocco di misericordia che rende presente un tempo senza confini».
(Massimo Camisasca e Vincent Nagle)
Massimo Camisasca e Stefano Picciano hanno deciso di sviluppare una preziosa riflessione sul silenzio. Esso è un'aspirazione, palese o nascosta, di tutti gli uomini e le donne del mondo. Sommersi da un'infinità di notizie, di parole, di immagini, cerchiamo tutti un angolo di luce e di riposo per trovare il senso di ciò che facciamo. Ma è ancora possibile? Come uscire dal frastuono? Dobbiamo esiliarci dalla vita? C'è ancora l'opportunità che il silenzio viva all'interno delle nostre giornate, dia forma alle nostre parole, accompagni le nostre azioni? A queste domande gli autori tentano di dare una risposta raccogliendo, anche attraverso tante voci del passato, l'invito a non perdere di vista la profondità dell'esistenza e la densità di ogni istante.
Come il Vangelo, ripetuto ogni domenica da duemila anni e divenuto un’abitudine a cui non si fa quasi più caso, anche tutto il resto è divenuto parte del nostro orizzonte: in questo modo abbiamo perso la capacità di provare meraviglia e stupore di fronte alla bellezza, dando tutto per scontato. Ecco perché serve documentarsi per scoprire quanto è bella la nostra fede e avere le armi necessarie a fronteggiare chi dice il contrario. Questo volume, quarto capitolo della serie Il Kattolico, riprende l’omonima rubrica di Rino Cammilleri sul mensile apologetico “Il Timone”: ogni capitolo è dedicato a un argomento diverso, da leggere nell'ordine che ognuno preferisce. Volete sapere perché diavolo Pilato condannò Gesù? Cristo è veramente nato il 25 dicembre? Che fine fecero i prigionieri borbonici di Garibaldi e soci? A questi e altri quesiti Cammilleri risponde con il suo stile umoristico ma chiaro, decisamente cattolico.
Un uomo smanioso di successo cerca di raggiungere la sospirata notorietà con un tentato omicidio mirato; un imputato dell'Inquisizione medievale si risveglia nel futuro; una lesbica gelosa si affida a un investigatore privato; uno scrittore frustrato escogita stratagemmi per sfondare; un signore afflitto da un problema nervoso decide di comprare un piffero e andare a suonarlo sul cocuzzolo della montagna. Queste e altre storie compongono una raccolta di racconti di cui il lettore è invitato a trovare il trait-d'union (sempre che ce ne sia uno...).
Perché Dio il più delle volte non esaudisce? Perché pregando, chiedendo, supplicando, non si ottiene quasi mai? Perché andare a Lourdes è come giocare alla lotteria, anzi peggio, perché alla lotteria almeno uno vince a ogni estrazione? Non si può amare quel che non si conosce, ma come si fa a conoscere Dio? Eppure, Dio vuole essere amato e lo comanda pure. I Vangeli sono libri stranissimi, che suscitano più domande di quante risposte forniscano. L'autore li scruta centimetro per centimetro, ma non con l'occhio dell'esperto, bensì con quello dell'uomo della strada, dal momento che la Buona Novella non è per pochi ma per tutti. E constata che «creati per la felicità, non sopportiamo il suo contrario e chiediamo conto a Dio del perché della condizione umana (naturalmente, quando non è di nostro gusto)». Infatti, «l'uomo è l'unico essere che viene al mondo piangendo».
I ragazzi di molti anni fa, malgrado il tempo trascorso, cercano ancora di cambiare il mondo. La speranza di realizzare il sogno ha ormai compiuto 45 anni e ha messo, insieme al sognatore, i capelli bianchi. Siamo sempre gli stessi. Sempre i soliti giovani pieni di vitalità e di euforia nel raccontare ciò in cui credono. Il cammino è stato lungo e ci ha visto abbracciare tanti ideali, prima religiosi, poi politici ed ora, passata ampiamente la metà della nostra vita, di nuovo con tanta esuberanza ci spingiamo oltre i confini di ieri e nel farlo torniamo a rivolgere il nostro sguardo allo spirito. La vita è un viaggio meraviglioso e anche se abbiamo spesso sofferto e qualche volta pianto, andiamo sempre avanti perché un qualcosa dentro di noi ci chiama e ci sostiene. Queste poche parole in realtà sono tanto per noi e rappresentano il desiderio di condividere con chi ne avrà voglia quella ricerca dell’Oltre che ci ha spinto a scrivere questo libro. La speranza nel sogno realizzato ha come unica strada da intraprendere la capacità di lasciarsi guidare dall’intuizione del presente, scrollandosi di dosso i pesi del passato e le illusioni del futuro. (Francesca D’Orazio e Stefano Camodeca)
Una vita di coppia come tante, una fede molto tiepida e poi la prova della malattia... Proprio questa croce, però, ha permesso a Francesca e Alexander di rivolgersi a Dio come unico e vero baluardo della loro vita, e Lui ha portato pace e serenità in tutto il cammino della malattia conclusasi con la vera nascita “al cielo” di Francesca.
Da allora Alexander non ha mai smesso di testimoniare la loro storia, per condividere la speranza, l’amore e la forza che si apprendono nel dolore e che sono in grado di abbattere la paura per quel mistero che è la morte, che non è la fine di nulla, ma l’inizio di tutto.
Testo di preghiera per l'adorazione eucaristica, o per brevi visite al Santissimo Sacramento, sia personale che comunitaria. La struttura del libro prevede la divisione delle meditazioni secondo venti "misteri eucaristici", in analogia con i venti misteri del Rosario. Per ogni mistero, un brano evangelico, una serie di riflessioni, intenzioni per la preghiera comunitaria.
Gli argomenti trattati nel libro si riferiscono alla fragilità nelle diverse situazioni di vita. "Trattare" per me significa abbozzare dei ragionamenti, fornire degli stimoli e attendere che chi legge possa completare il desiderio di confronto e di dialogo. Spesso mi piace condividere le esperienze che vivo nel quotidiano attraverso le parole di altre persone, o dentro un fatto, una situazione.
Un percorso composto da pensieri che tentano di incrociare i fatti di vita quotidiana con la parola di Dio, i tempi che la Liturgia ci propone, per tentare fuori dai luoghi comuni e dalla banalità, di trovare un fremito, un sussulto capace di andare oltre.
Dalla notizia della mia malattia, come in un diario, ho cercato di rilanciare la mia esperienza lasciando uno spazio per aggiungere altro. Sarà difficile incidere nell'esistenza di chi leggerà, asciugare lacrime o riportare il sorriso.
Potrò essere solo per pochi minuti di lettura di queste pagine un compagno di viaggio che condivide le stesse domande, che partecipa alle stesse esperienze di fragilità, convinto però che la fragilità può diventare un luogo di comunione.

