
Suor Chiara Carla Cabras, in questo originale testo sulla preghiera, propone un sentiero sicuro su cui muovere i nostri passi verso un'unica meta: quella dell'incontro con Dio. Il denso percorso in otto tappe introduce le varie forme di preghiera che lo Spirito ha ispirato e continua a ispirare; fornisce utilissimi consigli pratici calati nella vita quotidiana e, nell'ultima sezione del libro, offre delle preghiere da scegliere a seconda di ciò che stiamo vivendo. Percorriamo questo sentiero nuovo della "danza dello Spirito" che si chiama "preghiera", per avanzare tutti nel cammino incontro al Signore!
“Presi per mano da san Francesco e da santa Chiara, camminiamo nella Via che è Cristo seguendo le orme di Lui; le parole del poverello d’Assisi siano lampada al nostro piede e luce al nostro passo e nulla, neppure la polvere del sentiero battuto, attardi il nostro andare verso la Beatitudine della Santità che non è privilegio di pochi, ma puro dono di Dio, il “tre volte Santo”; dono concesso dalla Sua bontà paterna che fa partecipare i suoi figli, della Sua Santità; il nostro Dio è un Dio che fa quello che dice, perciò possiamo già godere della Sua promessa - «Sarete Santi perché io sono Santo» - Il “fare” che ci viene donato da “masticare” per il cammino di questi giorni, è dato, per quanto riguarda la Novena a san Francesco, dalle “AMMONIZIONI” di san Francesco; sono esse 28 brevi componimenti che, secondo gli storici, sono forse la parola finale che Francesco donava ai suoi frati alla fine delle riunioni capitolari.Per quanto riguarda invece la novena a santa Chiara, il “pane” che ci viene donato da “masticare”, per il cammino di questi giorni, è dato dal suo “testamento”. Esso è uno scritto che, nella sua semplice chiarezza, esprime le note più belle dell’anima di Chiara; con esso, ella vuole lasciare alle sue figlie, le “Sorelle Povere” (chiamate anche Clarisse), di ogni luogo e di ogni tempo, e a ciascuno di noi, un invito forte e caldo, a confidare nel Padre delle Misericordie, il Donatore di ogni bene; col “Testamento”, Chiara desidera lasciare a tutti coloro che lo leggeranno con devozione, un memoriale dell’Amore di Dio, attraverso il racconto lineare e vero della Sua esperienza di vita e di relazione, con se stessa, con Dio e con le sorelle. Buon Cammino!”.
Suor Chiara Carla Cabras
siste nella vita della donna un momento di passaggio in cui si verifica l’esperienza affettiva più importante. Quel momento è la maternità, colto da Concepción Cabrera de Armida in una storia che coinvolge in primo luogo se stessa, prima madre di famiglia numerosa, poi ispiratrice di opere ecclesiali, e infine partecipe della fecondità del Padre.
Resoconto intimo ma non strettamente personale di tutte queste realtà, Essere madre introduce a un Mistero trinitario, mariologico ed ecclesiologico che coinvolge tutti i battezzati. Un Mistero di possesso dello Spirito Santo che, personalizzato in Maria e condiviso da tutta la Chiesa, si trasforma in grazia per una missione di maternità spirituale.
Attraverso gli esercizi e i dialoghi mistici tenuti da Concepción nell’epoca più matura della sua vita spirituale, l’opera si propone come un messaggio di invito all’incarnazione mistica: grazia per eccellenza di offerta reciproca, trasformante e unitiva, che permette di accostarsi al Padre e cogenerare frutti di vita eterna.
Conchita ci presenta Gesù così come lei lo vive nelle sue esperienze mistiche e nelle sue riflessioni in preghiera.
Un percorso di meditazione secondo la Spiritualità della croce.
“Semplificare la vita nell’Amore” amando il prossimo con lo stesso amore con il quale il Padre ama il Figlio, vale a dire con lo Spirito Santo: è l’invito che mons. Luis María Martinez, suo assistente spirituale, rivolge a Conchita Cabrera de Armida nel guidarla negli esercizi spirituali del 1926. Conchita li vive con il proposito di essere solamente di Dio, donarsi totalmente: “voglio essere vuota affinché solamente Tu mi colmi, mare immenso di tenerezza, misericordia e perdono”. Frutto di tale momento sono i presenti esercizi spirituali che Conchita compone nel 1926, documento di una nuova tappa per lei nel rapporto di intimità con Dio.
Attraverso la citazione diretta degli scritti di Concepcion, il curatore ricostruisce la vita e la spiritualita di una figura ancora poco conosciuta.
David Cabrera esplora in questo libro le sfumature e le implicazioni di questa emozione tanto radicata in noi - la paura - e lo fa integrando opportunamente la sua esperienza personale con la sua formazione di psicologo e teologo. La riflessione intorno alla paura, sui suoi aspetti oggettivi e soggettivi, si concentra soprattutto nell'ambito della vita spirituale e nel contesto della nostra risposta alla chiamata di Dio. Un approfondimento è dedicato anche alla possibilità di essere liberati dal timore facendo esperienza della consolazione, termine chiave nella spiritualità ignaziana. Tutto questo sviluppo trova il suo fulcro nel racconto evangelico della preghiera di Gesù nell'orto degli ulivi: contemplando il Signore nel suo momento di massima angoscia, scopriamo le chiavi che ci aiutano ad affrontare e a superare i nostri timori più opprimenti. Prefazione di Marta García Fernández.
La spiritualità del beato Luigi Caburlotto indica la strada della "devozione del cuore", intesa come devolvere, cioè dare a Dio quello che è di Dio: hai fatto tanto per me, è ben giusto che io faccia qualcosa per te. Il suo rapporto con Dio è fondato sulla fiducia filiale, incondizionata in qualsiasi situazione, fosse anche di peccato, di crisi, di rottura: Signore, dove nascondere l'abisso del mio peccato, della mia miseria se non nell'abisso della tua misericordia? In questa biografia, il pensiero spirituale del beato Luigi Caburlotto emerge in tutta la sua forza ed è facile comprendere come sia il risultato di una vita ben integrata umanamente e spiritualmente: Egli è stato un uomo tutto di Dio e per questo tutto donato ai fratelli; un uomo che ha curato le periferie, come invita papa Francesco, per cercare chi è dimenticato da tutti.
Il titolo del libro si ispira ad uno dei dialoghi contenuto nell'opera di V. Solov'ëv, Breve racconto dell'Anticristo. «Che cosa avete di più caro nel Cristianesimo?» è la domanda che viene rivolta ad uno sparuto gruppo di credenti. E la loro risposta, immediata e certa è: «Quello che noi abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso»! I nove saggi qui raccolti vorrebbero condurre a questa medesima certezza attraverso un percorso che dall'ateismo indifferente e «confortably numb» dei nostri giorni, porti alla fede in Cristo. Il libro suggerisce una «svolta di respiro» che sappia impreziosire ed esaltare l'umano attraverso il confronto serrato con la Scrittura, la filosofia, la letteratura, la santità, e così passare dall'estraneità di Caino che nella riscrittura biblica di M. Gualtieri si definisce «il primo errore di Dio», alla riscoperta della propria coscienza come «il vero vicario di Cristo in terra» (J. H. Newman).
È relativamente semplice essere cristiani di facciata, in modo borghese, frequentando la chiesa o il mondo del volontariato o anche pregando un po’ per proprio conto; diciamo quel tanto che basta per sentirsi in pace con la propria coscienza. Non faccio male a nessuno, anzi, ai miei «titoli» borghesi (laurea, famiglia regolare, lavoro di un certo livello) unisco, come titolo aggiunto, l’essere un benpensante cristiano. Sono, insomma, la classica brava persona. Se invece si accetta di lasciarsi sconvolgere la vita dal Vangelo, tutto si complica e, improvvisamente, hanno un senso le misteriose parole: «Avete inteso che… ma io vi dico».
Significa accorgersi che il cammino cristiano è un cominciare e ricominciare infinite volte, accettando di procedere a piccolissimi passi, senza mai potersi sentire arrivati. Inoltre spesso ci si muove in circostanze non chiare e sentendo dentro di sé la voce di Dio, ma lieve, così tanto lieve che può essere facile dubitarne. E facciamo attenzione a quel sentimento tanto di moda oggi: la tristezza!
Il Nemico si serve della tristezza per portare le sue tentazioni contro i buoni; da un lato cerca di rendere allegri i peccatori nei loro peccati e dall’altro cerca di rendere tristi i buoni nelle loro opere buone.
Ma contro la tristezza il rimedio c’è. San Giacomo dice: «Se qualcuno è triste, preghi». La preghiera è il rimedio più efficace.
«Meglio dirlo subito. Don Ermanno ha una grave colpa. È uno che parla chiaro. Uno per il quale l’evangelico «sì sì, no no» non è solo un modo di dire, ma un tesoro da custodire e difendere, costi quel che costi. E una colpa così, al giorno d’oggi, non viene perdonata.
Ma don Ermanno, come se non bastasse la prima, di colpa ne ha poi anche un’altra. Per lui esistono il bene e il male, il buono e il cattivo, il bello e il brutto, il vero e il falso. Esistono in senso oggettivo, motivo per cui non è mai disposto a scendere a compromessi…
Questa raccolta di suoi articoli è proprio tutta da gustare, perché riconcilia con il buon senso. Che si parli del gender, del Papa, di scuola, di amicizia, della vita di tutti i giorni, delle grandi questioni riguardanti la vita della Chiesa o dei fenomeni sociali tipici del nostro tempo, don Ermanno ha sempre una parola di buon senso. Ma buon senso cattolico. Cioè fede e ragione. Ragione alluminata dalla fede, come ci ha insegnato san Giovanni Paolo II» (dalla “Prefazione” di Aldo Maria Valli).
Insieme al dono della vita, i genitori cristiani sono chiamati a trasmettere il bene della fede, cioè le ragioni capaci di offrire un orizzonte di senso all'esistenza, di testimoniare il carattere promettente della vita umana. Sostenere ed accompagnare i genitori in questo delicatissimo compito di educazione alla fede è una delle priorità della comunità cristiana, in ordine a quella "comunicazione della fede, di generazione in generazione", che rappresenta il cuore dell'evangelizzazione. L'itinerario di fede proposto prende le mosse dal riconoscimento della centralità della famiglia come "Chiesa domenica", dove il bambino fa il primo concreto incontro con Gesù e con la sua Chiesa e da una positiva provocazione educativa, che mette in evidenza la "grandezza" di ogni bambino secondo la parola di Dio e l'invito esplicito di Gesù affinché i bambini "vadano a lui".