
In questa guida spirituale, il cardinal Siri sottolinea l'importanza della pratica dell'esame di coscienza nelle sue varie scansioni temporali e nel suo adattamento alle diverse condizioni o stati di vita. Un testo che, riproposto a oltre cinquant'anni di distanza dalla sua pubblicazione, non ha perso nulla della sua attualità e utilità, e che anzi fa emergere una completa visione cristiana dell'uomo e un itinerario luminoso di vita spirituale.
Spinto dall'urgenza di affrontare i fenomeni attuali dell'immigrazione e dell'integrazione, Enzo Bianchi cerca nella Bibbia risposte complesse e non condizionate da facili pregiudizi. È etico, infatti, accogliere senza poter fornire casa, pane, vestiti e, soprattutto, una soggettività e una dignità nel nostro corpo sociale? Partendo dal presupposto che l'accoglienza non è solo soccorso in caso di emergenza, e ricordando che i cristiani sono stati nella storia "stranieri e pellegrini" che hanno dovuto subire l'ostilità e addirittura la persecuzione, analizza la condizione dello straniero per riscoprire le origini dell'ospitalità e dell'apertura, che sono al centro dell'etica cristiana. "Vedere gli stranieri" non è solo il centro tematico dell'intervento pronunciato da Enzo Bianchi al Senato, contenuto in questa nuova edizione, ma un invito all'ospitalità come dono inatteso. Non solo una condivisione degli spazi, ma una qualità aggiunta ad essi, in una logica di concittadinanza dove l'esigenza principale è imparare a riconoscere il prossimo come valore umano inestimabile.
Avvertire la propria nudità significa essere consapevoli della finitezza dell’essere umano. La tentazione (fin dalle pagine di Genesi) sarebbe di rivestirsi e nascondersi. Ma in tal modo si rimane prigionieri se stessi. Nel delineare un percorso ascetico e mistico al contempo, “provo a spogliarmi perché Dio mi rivesta”, scrive l’autore. “Perché, se voglio vestirmi da solo, finisco per mascherarmi. E le ferite, nascoste sotto l’abito, sanguinano ancora. Se invece è il Signore a curarle, allora vengo avvolto nel lenzuolo della misericordia e dell’amore. Mi vengono messi i sandali ai piedi e il vestito nuovo. La nudità diventa condizione e richiesta di aiuto”. Il dialogo tra Dio e Adamo, che ha ispirato il titolo del libro, la parabola del padre misericordioso e quella del Buon Samaritano sono tre situazioni di nudità che permettono di vedere se stessi e la realtà con occhi diversi, quelli misericordiosi di Dio, un Padre che cura il cuore, oltre che il corpo.
I testi raccolti nel presente volume attingono al patrimonio che la spiritualità cristiana ha elaborato sul tema della cura e della malattia nel solco del fare misericordia ispirato alla parabola del giudizio finale. I documenti si riferiscono a persone che si sono impegnate nell'ambito sanitario creando strutture e ricoveri per malati in Italia e all'estero in particolar modo, prestando la loro opera e il loro servizio come medici, infermieri o collaboratori nei paesi del Terzo mondo. I materiali raccolti presentano i riflessi della tradizione cristiana che, su modello di Cristo, si fanno carico delle persone più povere e bisognose tra cui anche gli ammalati. Grazie a questo volume il lettore potrà accostarsi ai vari aspetti e alle diverse problematiche che la medicina e la cura portano con sé lungo un percorso fatto di quelle domande che la malattia solleva.
«Dal chiuso dei seminari escono le forme di vita più disparate e più imprevedute», ebbe a scrivere Ernesto Buonaiuti nella sua autobiografia, lui che il seminario aveva bollato come «irrequieto e di idee avanzate e pericolose ». La lotta lanciata dal colle Vaticano contro il modernismo ne determinò la scomunica nel 1926 e l'antifascismo esibito non ne facilitò l'esistenza. Morì nel 1946 senza riconciliarsi con la Chiesa, e tuttavia rivendicando il proprio sacerdozio. Questo libro apre una porta verso un uomo dilaniato, amante della Chiesa ma non per questo obbediente, disposto a discutere le proprie convinzioni ma non ad accantonare il rigore intellettuale in virtù di una professione di fede. Ernesto Buonaiuti, dirompente profeta del dialogo tra fede e modernità, forse privo della mitezza necessaria a favorire ogni vero scambio, torna allora come prezioso testimone di una stagione indimenticabile - ma spesso dimenticata - della recente storia cristiana.
"Una storia di vita straordinaria! Non c'è gioia più grande per un uomo che quella di vivere la propria esistenza al servizio di Dio. Questo è quello che fece Eric H. Liddell, campione olimpico e missionario, che capì che ogni dono o talento dato da Dio è un mezzo per glorificare il Suo nome." Tomas Guzman, Atleti di Cristo Italia La vita di Eric Liddell comincia e finisce in Cina. Nato a Tientsin, secondo figlio di una coppia di missionari, muore in un campo di internamento giapponese pochi mesi prima la fine della seconda guerra mondiale. Grazie al pluripremiato film ispirato alla sua vita, Momenti di gloria, il mondo conobbe la storia di questo grande atleta che vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Parigi del 1924. Questo libro racconta gli eventi che precedono e seguono il suo trionfo. Chi era davvero Eric Liddell? Cosa lo spinse ad abbandonare la fama derivatagli dai successi sportivi e a partire per la Cina? E cosa dire dell'integrità che caratterizzò l'intera sua vita? Questa è la biografia dell'uomo che resistette fino alla fine della gara più importante, la vita, e della donna che corse accanto a lui.
LA VITA AL SERVIZIO DI DIO E DEGLI UMILI DI DON ZENO SALTINI: UN UOMO CAPACE DI SCELTE CORAGGIOSE E DELL INTRAPRENDENZA DELLA FEDE. Nato a fossoli di carpi (mo) il 30 agosto 1900, don zeno gia da ragazzo manifestr il suo animo ribelle e non conformista. Lasciata la scuola a 14 anni entra in un gruppo anarchico che abbandona a vent'anni pe r seguire il proprio percorso di fede che lo portera a prendere i voti. Il suo impegno sociale sfocia nel 1945 nella fondazione del movimento della fr948 i membri di quel gruppo, che aveva raggiunto ormai le 4000 unita, adottano i figli abbandonati dalla guerra e fondano una citta: nomadelfia. La dc, per paura di perdere voti, nel 1952 fa ritirare i sacerdoti da quella citta, don zeno chiese la laicizzazione per poter rimanere in quella comunita degradata. Ritornera prete solo dieci anni dopo per diventare il parroco della prima parrocchia comunitaria di nomadelfia.
«Qualcuno dice che mi sono "ritirata" in un eremo; e io puntualmente reagisco. Un eremo non è un guscio di lumaca, e io non mi ci sono rinchiusa; ho solo scelto di vivere la fraternità in solitudine. E lo preciso puntigliosamente per rispondere all'obiezione che concepisce questa solitudine come un tagliarsi fuori dal contesto comunitario. E invece no. L'isolamento è un tagliarsi fuori ma la solitudine è un vivere dentro».
È questo un libro da leggere in silenzio.
Con la schiena ben dritta e gli occhi che guardano avanti mentre esplorano il mondo nei suoi dettagli: fiori, piante, frutta, animali. Così tutto ciò che vedi ti parla di sé e insieme di altro, degli altri, di quello che è fuori, diverso e straordinariamente unico.
Se ti abbandoni a queste pagine, se le esplori e le ascolti, scopri che le stagioni della natura sono quelle dell'uomo e della vita, di un'età che si compie e si arricchisce ad ogni passo e sguardo. Scopri che una scelta di silenzio contemplativo è un modo per parlare forte e meglio a tutti. Che la solitudine può essere un luogo fecondo di incontro, una condivisione e un dialogo duraturo. Che una gatta (pardon, una micia), può anche scaldarti il cuore e che per difendere e proteggere ciò in cui credi vale ancora la pena di affrontare battaglie e sacrifici.
Adriana Zarri, teologa, scrittrice, eremita, donna libera, prima di morire a novantuno anni compiuti, ha condotto tante battaglie e ha appoggiato, anche in aperto contrasto con le posizioni della chiesa cattolica, le iniziative a favore del divorzio e dell'aborto e le discussioni sul celibato del clero. Con la sua voce sottile, eppure vibrante e sicura, ci guida in un mondo antico e nuovo che è poi il nostro.
Diverso e nuovo è il modo in cui lei va incontro al mondo. E diverso e nuovo è il modo di dirlo, usando con consapevolezza, e assaporandola, la potenza della parola: una parola meditata a lungo e coccolata, a volte stridente e scomoda, a tratti polemica, ma sempre affascinante e coraggiosa nella sua poetica esattezza.
Nelle pagine di Erba della mia erba, pubblicate per la prima volta nel 1981 e qui riproposte, così come negli Altri resoconti di vita, narrazioni nuove e inedite, la propria esperienza di silenzio e di un vivere appartato è raccontata (senza essere mai testimoniata) nel suo farsi concreto, nello scorrere quotidiano e inconsueto di gioie, incontri, speranze e paure. Il proprio eremo, che sia l'amata cascina isolata del Molinasso oppure Cà Sàssino con il suo giardino pieno di rose, è sempre un luogo della vita e dell'anima dove racconto e realtà convivono e si contaminano, dove lo studio e la riflessione sono impastati di vita. E dove l'ospitalità, l'amicizia, la meditazione, la natura, la libertà e il dialogo non possono che essere momenti indispensabili alla vita e alla sua complessa bellezza.
Questo libro racconta la storia dei primi due secoli di presenza francescana a Sansepolcro, legata all'esperienza di San Francesco d'Assisi e dei suoi primi seguaci.
Trento, 1943: nella città - come in tutta Italia - infuria la Seconda Guerra mondiale. È in questo contesto di morte e distruzione che nasce il Movimento dei Focolari, portatore di una spiritualità nuova nella vita della Chiesa. Il volume ritorna alle origini di questa esperienza e si apre con uno scritto - Ideale dell'unità - del 1950. Invitata a raccontare la nascita di questa realtà ecclesiale, Chiara Lubich ne comunica "'anima" in un testo breve, essenziale - che qualcuno definì un "trattatello ingenuo" -. Un testo di grande intensità emotiva legata alla forza dirompente di quanto veniva presentato: una nuova sintesi di vita cristiana, un nuovo carisma per la Chiesa e la società di oggi. Segue lo scritto di Igino Giordani - Storia della nascente Opera di Maria - in cui l'Autore ripercorre le prime tappe del Movimento dandoci, più che una cronaca, una storia "vissuta", che Giordani contempla con stupore e racconta con estrema delicatezza.