
«Non esistono molti libri sulla spiritualità domenicana. Anzi, quand’ero un giovane frate, c’era una sorta di diffidenza nei confronti della “spiritualità”: veniva vista come un’invenzione del XVI secolo, quando la stupenda sintesi del pensiero medievale cristiano andò perduta, frammentata nelle diverse discipline della teologia. “Spiritualità” dava l’idea di tecniche complicate per entrare in contatto con Dio. Non era qualcosa che appartenesse alla nostra identità.
In questo libro Paul Murray rende evidente l’esistenza di qualcosa che si può definire “spiritualità domenicana”. Essa, però, non ha a che fare con dei modi speciali di pregare. Riguarda l’essere vivi in Dio e per gli altri. È da questa vita che scaturisce la nostra predicazione. Questo splendido libro inizia citando il secondo Maestro dell’Ordine, il beato Giordano di Sassonia, che parla del Vangelo come del vino nuovo, «il vino della gioia perenne» e finisce citando santa Caterina da Siena, che consiglia ai suoi confratelli: «Facciamo come l’ubriacone, che non pensa a sé, ma solo al vino che ha bevuto e a quello che gli rimane da bere». In maniera sorprendente e gradevole, il bere il vino diventa una metafora che esprime bene il carattere esuberante ed estatico della nostra relazione con Dio. Siamo trascinati fuori di noi stessi, per diventare altruisti e gioiosi e annunciare con libertà e schiettezza il Vangelo che è Gesù Cristo».
Dalla Prefazione di Timothy Radcliffe
In questo volume, si prende in esame il tema del perdono cristiano, esaminato nel suo rapporto con la violenza e con la misericordia.
Nella realtà odierna, la violenza (da sempre presente nella storia umana come strumento immediato di soluzione dei conflitti, sia nei rapporti interpersonali come nello scenario politico internazionale) è amplificata dalla globalizzazione dell’informazione e dalla cosiddetta cultura di morte ed è accettata e spesso giustificata, producendo un numero sempre maggiore di vittime distrutte nella loro identità e dignità, a causa di una tendenza a considerare la persona umana solo uno strumento per raggiungere i propri scopi.
In un contesto simile, il contenuto semantico del termine “perdono” (per-dono) inteso come “azione di dono gratuito all'altro”, sembra perduto definitivamente.
Occorre proporre una cultura diversa, fondata su presupposti antropologici e filosofici che facciano riferimento ad una dimensione alternativa a quella materialistico-antropocentrica e partano piuttosto da una visione che trova nella Trascendenza la possibilità di spiegare anche le motivazioni e gli scopi dell’agire umano.
Dalla prefazione Pierbattista Card. PIZZABALLA
Paolo GENTILI, coniugato e padre di sette figli, laureato in Medicina, specialista in Psichiatria, psicoterapeuta. È stato professore associato di Psicologia clinica della Facoltà di Medicina presso l’Università «Sapienza» di Roma e docente incaricato presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia; attualmente è professore invitato di Psicologia pastorale presso lo Studium Theologicum Galilaeae, in Israele, dove è in missione con sua moglie. Ha alle spalle lunghi anni di esperienza come catechista, psicoterapeuta e operatore pastorale in aiuto alle famiglie.
Ultima opera di Ulrich, Virginitas foecunda ripercorre tutti i principali temi del filosofo in forma meditativa. Nato come scritto occasionale per gli auguri natalizi per gli amici, questo commento teologico e filosofico della scena del Natale nei suoi intimi legami con l'evento della Croce, ha preso successivamente una forma più distesa e di ampio respiro. La luce dell'Incarnazione redentiva di Dio nell'umanità di Gesù getta ancora una volta luce sui drammi del nostro tempo, sulle sempre nuove edizioni dello scontro fra le astrazioni di Satana e la carne di Cristo, fra l'abissale vanità delle ricchezze del mondo e l'invano dell'umile amore di Dio che rende l'uomo partecipe della sua pienezza.
Uno studio riguardante la presenza attiva ed esemplare di Maria nell'esperienza spirituale di S.Francesco d'Assisi. L'Autore dimostra, con un'accurata ed esauriente indagine sulle fonti, che la Vergine Maria e integrata non solo nella fase iniziale della vocazione ricevuta da S.Francesco a S.Damiano, ma anche nella progressiva maturazione della sua conoscenza di Cristo povero e crocifisso.
Pudore, cavalleria, sincerità, senso dell'umorismo, intraprendenza, pazienza, liberalità, senso dell'onore, sono virtù antiche profondamente attuali in un tempo in cui urge la loro riscoperta grazie agli interventi di Giovanni Ventimiglia, Adriano Fabris, Enzo Bianchi.
Le emergenze storiche e esistenziali del tempo in cui viviamo ci pongono di fronte alla necessità di modificare i nostri stili di vita e di riflettere sui comportamenti che adottiamo. Le virtù cardinali in particolare consistono negli abiti morali che predispongono la persona a operare il bene, agendo in maniera responsabile. Prudenza, giustizia, fortezza e temperanza - a ciascuna delle quali è dedicato un capitolo di questo libro - costituiscono il "cardine" su cui ruota la porta per entrare in una vita morale pienamente vissuta, capace di preparare il terreno all'avvento di Dio nel nostro cuore e anche a renderci in grado di realizzare il Suo progetto.
Il volume traccia un identikit essenziale dell'imprenditore e del manager cristiano. Scrive l'autore: «È mia opinione ed è mia profonda convinzione che l'Amministratore Delegato fortemente radicato dalle virtù che siamo abituati a conoscere come cristiane abbia un valore aggiunto superiore, rispetto ai colleghi più aridi, nel condurre l'impresa in modo dinamico, moderno, per la ricerca della più completa valorizzazione dei diritti di tutti i soggetti la cui sfera di aspettative è interessata dal concreto operare di quella società. Nelle situazioni difficili, di crisi, la superiorità dell'Amministratore virtuoso diviene ancora più evidente».
«La perfezione è uno stato che non ha alcun senso, uno stato che non ha alcun essere neanche in potenza. Il corpo è, la perfezione non è».
Descrizione
Massima efficienza sul posto di lavoro, culto del corpo sano e senza difetti, corsa a risultati sempre più straordinari: siamo tutti tesi a raggiungere la perfezione. Si potrebbe dire: un ideale neo-puritano – imposto al nostro corpo, ma non solo – ci spinge a squalificare ciò che perfetto non è. Dinanzi a quest’ansia da prestazione Alexis Jenni ci ricorda, in un testo incisivo e sognante, quanto i nostri limiti siano la caratteristica più propria dell’umanità. L’essere imperfetto è l’essere vivente. Il difetto è il luogo della nostra ricchezza interiore e relazionale: ecco perché un elogio dell’imperfezione. Mobilitando rinomati autori spirituali, film di fantascienza geni come Leonardo da Vinci e campioni sportivi come Neymar, ma anche grandi filosofi e poeti, Jenni mostra che la grazia dell’umanità è vivere l’imperfezione.
Le meditazione teologiche qui raccolte, giunte alla loro seconda e felice edizione dopo il successo della prima, sono nate da un corso di esercizi spirituali predicato a preti ed educatori del Seminario di Bergamo. Esse costituiscono brevi saggi di carattere formativo sul tema delle virtù cristiane. Il tentativo è quello di proporre in forma riflessa le ragioni che raccomandano oggi come urgente la meditazione del cristiano sul tema delle virtù raccordando poi ogni singola meditazione sulle singole virtù (temperanza, fortezza, pazienza, coraggio, amicizia, veracità e umiltà) con la più complessiva considerazione della situazione spirituale del cristiano nel nostro tempo.