
Eraldo Affinati, Elisabetta Rasy, Antonio Debenedetti, Luca Doninelli, Giovanni D’Alessandro: cinque racconti inediti di grandi scrittori italiani sulla speranza, in vista del convegno ecclesiale di Verona. I racconti sono proposti a tutti come occasione di riflessione e approfondimento sul tema che alimenta la preparazione del grande convegno di Verona previsto per il prossimo Ottobre.
Si aggiungono altri cinque testi di Remo Bodei, Giorgio Bonaccorso, Eugenio Borgna, Francesco Botturi, Tomásˇ Sˇpidlík. L’opera è a cura del Servizio Nazionale per il Progetto Culturale.
Quante volte ci sentiamo a disagio in un mondo in cui si grida, ci si scontra, si perdono le buone maniere e le virtù? Quante volte proviamo il desiderio di recuperare quei valori che una volta ci appartenevano? Questo testo al confine tra virtù cristiane e virtù umane, ci offre un galateo in cui i gesti esteriori rispecchiano il cuore e la volontà interiore; alla ricerca di un’umanità sobria e serena, che sembra così tanto fuori moda, ma a cui tutti vorrebbero abbeverarsi.
L’autore
Vivien Reid Ferrucci si è laureata con lode in psicologia all’Università di Sydney (Australia). Ha lavorato come psicologa in vari enti statali, ad esempio il dipartimento della sanità, quello dei servizi di comunità, e in diversi istituti d’istruzione professionali come counselor. Dopo la laurea ha seguito corsi di Religione Comparata presso la stessa università. Ha scritto articoli per varie riviste, e in particolare una serie di saggi per il rotocalco spagnolo Mente Sana. Ha tradotto in inglese alcuni libri, fra cui quattro opere di Piero Ferrucci. Vive vicino a Firenze con il marito e due figli.
Questo libro è scritto per chi sta elaborando un lutto, per chi fa i conti da una vita intera con le conseguenze dannose del disamore o viceversa dell'amore soffocante che ha ricevuto, per chi da sempre ha paura di non farcela, per chi è convinto di non valere nulla, per chi ha fatto del male alle persone che ama, per chi non sa a che santo votarsi per dare un'interpretazione al dolore assurdo che gli è capitato in sorte. Questo libro intende arditamente sostenere che c'è una sapienza che segue il decorso del dolore, che gli è collaterale e che può allargare la nostra capacità di amare e gli orizzonti della nostra speranza.
P. Gilbert ci offre un'interpretazione fondata esegeticamente e spirituale dei principali temi del Libro della Sapienza.
Questo libro riprende i principali temi del Libro della Sapienza e si sofferma sulla risonanza che esso ha avuto nella tradizione cristiana.
"Tre libri in uno" non è soltanto una frase evocativa, ma descrive accuratamente questo lavoro che tesse insieme tematiche apparentemente separate ma profondamente interconnesse, tutte radicate nella Bibbia e focalizzate sull'impatto dell'esperienza pentecostale nella vita di un credente consacrato a Dio. L'autore trasmette in questo volume la sua profonda conoscenza e il suo impegno nel sottolineare l'importanza del battesimo nello Spirito Santo e dei doni spirituali nelle comunità cristiane. Attraverso le pagine di questo volume, i lettori avranno l'opportunità di esplorare e approfondire il proprio cammino di fede, arricchiti dalla saggezza e dall'esperienza di uno dei più influenti pensatori pentecostali.
Come essere cristiani oggi? La fede è stata presentata spesso come una somma di verità e di valori morali imposti più che proposti. Forse è giunto il tempo di riscoprire che la fede in Cristo è "una questione di gusto" e un cammino di felicità. Il termine "gusto" indica il vantaggio di radicare la fede in una esperienza sensibile. Il gusto infatti mette in movimento e stimola tutti i sensi del corpo e tutte le espressioni del desiderio positivo che portano l'uomo a scoprire, a comunicare, a vivere e a gioire. Il cammino proposto dal libro è un invito a questa riscoperta.
In queste pagine vengono presentati alcuni segni, caratteristici della vita umana, alla base dell'esperienza religiosa: affetti, relazione, desiderio, narrazione, limite, immaginazione, simbolo. Essi manifestano nel loro insieme la condizione essenzialmente corporea della relazione con Dio, espressa biblicamente dal principio dell'incarnazione. L'esplorazione di questi segni può costituire un fecondo punto di incontro tra conoscenza di sé e conoscenza di Dio. Un cammino certamente non facile, ma avvincente, la cui posta in gioco è la verità di se stessi. GIOVANNI CUCCI è laureato in Filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Successivamente ha ottenuto la licenza in Psicologia e il dottorato in Filosofia alla Pontificia Università Gregoriana, dove attualmente insegna. Per Cittadella Editrice ha pubblicato: Ricoeur oltre Freud. L'etica verso un'estetica (2007).
Come in ogni giallo che si rispetti, alla domanda: "Chi è il colpevole?- ci si attende una risposta che venga alla luce alla fine del percorso, dell'indagine, della ricerca. Così deve essere anche per questo libro, che conclude una trilogia biblica ricchissima di spunti, profonda, attuale. Paradossalmente, però, qui l'autore non ci consegna un colpevole, spalancandoci invece un orizzonte nuovo con cui leggere la responsabilità di Dio e quella di noi, donne e uomini, credenti o meno, nella storia del mondo. Poiché la nostra vita, se non vuole perdersi nei meandri della disperazione, ha bisogno di prendere sul serio il "caso- della resurrezione di Cristo come possibilità di un nuovo sguardo sull'esistenza e il "caso- della nostra vita fraterna come occasione per realizzare un futuro in cui non è la morte ad avere l'ultima parola. Ci uniamo all'auspicio espresso dal prefatore, fratel MichaelDavide, quando scrive: «L'augurio al lettore è di poter terminare la lettura avvertendo profondamente un senso di leggerezza interiore e il sottile profumo delle cose buone, che ci fanno bene fino a renderci capaci di compiere il bene».
Come in ogni giallo che si rispetti, alla domanda: "Chi è il colpevole?- ci si attende una risposta che venga alla luce alla fine del percorso, dell’indagine, della ricerca. Così deve essere anche per questo libro, che conclude una trilogia biblica ricchissima di spunti, profonda, attuale. Paradossalmente, però, qui l’autore non ci consegna un colpevole, spalancandoci invece un orizzonte nuovo con cui leggere la responsabilità di Dio e quella di noi, donne e uomini, credenti o meno, nella storia del mondo. Poiché la nostra vita, se non vuole perdersi nei meandri della disperazione, ha bisogno di prendere sul serio il "caso- della resurrezione di Cristo come possibilità di un nuovo sguardo sull’esistenza e il "caso- della nostra vita fraterna come occasione per realizzare un futuro in cui non è la morte ad avere l’ultima parola. Ci uniamo all’auspicio espresso dal prefatore, fratel MichaelDavide, quando scrive: «L’augurio al lettore è di poter terminare la lettura avvertendo profondamente un senso di leggerezza interiore e il sottile profumo delle cose buone, che ci fanno bene fino a renderci capaci di compiere il bene».

