
Attraverso la parabola del respiro, elemento essenziale alla vita di ogni creatura, l’Autore ci conduce:
– a ringraziare per il Soffio divino di cui siamo plasmati;
– a riconoscere la nostra vita come un dono;
– a prendere consapevolezza di noi stessi;
– ad imparare a coniugare passato-presente-futuro;
– ad amare il nostro corpo, fosse anche malato;
– a sentirsi parte della danza della vita con tutto il creato;
– a scoprire Gesù come “guru”, maestro compassionevole il cui respiro ridà Vita, perché è respiro di Dio.
Un’occasione per approfondire
il mistero della Pasqua
attraverso le parole sapienti
dell'arcivescovo di Canterbury
Quale speranza per le vittime di questo mondo, e ancor più per i responsabili della loro oppressione? A che genere di comunità i cristiani sono chiamati a dar vita? Quale messaggio dà unità alla vita dei credenti? In un percorso affascinante, di straordinaria profondità teologica e spirituale, l’arcivescovo di Canterbury esamina nelle pagine di questo libro i racconti evangelici della resurrezione, indicando a noi tutti ancora una volta l’unica vera vittima che non condanna ma dischiude innanzi agli uomini una nuova vita, che non ci imprigiona nel passato ma apre la nostra memoria a esiti creativi: Gesù Cristo, che con la Pasqua fa di noi degli uomini liberi e delle nostre chiese delle vere comunità di resurrezione. Un’opera magistrale, attualissima, di cui tutte le chiese cristiane avevano un forte bisogno.
Rowan Williams (Swansea 1950) ha studiato teologia a Mirfield e a Cambridge, ed è stato uno dei più giovani professori di teologia dell’Università di Oxford. Esperto di patristica e del pensiero russo contemporaneo, uomo da sempre attivamente impegnato per la pace del mondo e la difesa degli ultimi, è stato eletto vescovo di Monmouth nel 1992 e arcivescovo del Galles nel 2000. Dal 2002 è il 104º arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione Anglicana. Presso le nostre edizioni ha pubblicato il volume Il giudizio di Cristo. Il processo di Gesù e la nostra conversione.
Nuovo documento orientativo e guida pratica dell'Apostolato della Preghiera, servizio ecclesiale approvato dai Sommi Pontefici e ben radicato in Italia sin dalla seconda metà dell'800, che si presenta attualmente rinnovato come Rete Mondiale di Preghiera del Papa.
Prendendo spunto da un testo apocrifo, legato all'opera di sant'Ambrogio sul ministero dei sacerdoti (il De officio ministrorum), monsignor Delpini elabora con leggerezza e grazia, abbinate ad altrettanta profondità, quello che può apparire come un bonario esame di coscienza per il clero odierno e (perché no?), come un'occasione di confronto per coloro che con il clero hanno a che fare quotidianamente: operatori pastorali, confratelli, volontari, parrocchiani... La lettura che ne viene è gustosissima e utile a un tempo, fornendo una sorta di piccolo manuale che invita i "reverendi" di oggi a liberarsi dalle zavorre di un certo clericalismo che a volte li accompagna. Scritto vent'anni prima dell'avvento di papa Bergoglio sul soglio di Pietro, e oggi riproposto, questo libro dell'attuale arcivescovo di Milano ne anticipa temi e riflessioni, invitando a una Chiesa sempre più vicina alla gente, una comunità della gioia e del sorriso, a partire da coloro che hanno in essa il compito di annunciare, per primi, il Vangelo.
Rialzarsi dopo una crisi scende nelle parti più in ombra della relazione di una coppia in crisi e mette la personalità dei coniugi e la loro dinamica in relazione con i vizi capitali. Affrontare la questione dei vizi rappresenta un modo efficace per leggere la fragilità moderna e universale delle persone: è uno sguardo in uno specchio profondo, che aiuta a evolvere verso il bene, superando le fratture e le ferite reciproche. Questo libro è corredato da mappe grafiche, utili per esercizi di coppia, che mettono ciascun vizio capitale, attualizzandolo, in relazione con la dinamica psicologica che ne consegue.
Recuperare la vista o, più spesso, iniziare a vedere sono temi ricorrenti nei testi evangelici. Sul loro valore spirituale non lascia dubbi il Vangelo di Giovanni, secondo cui Cristo «venne come testimone per dare testimonianza alla luce», e che specifica: «La luce vera, quella che illumina ogni uomo». Serrare gli occhi, essere ciechi, significa restare nelle tenebre, in un buio privo di senso, di direzione e di verità. Aprirli, al contrario, è mettersi in cammino, una scelta che comporta fatica ma aiuta a vedere le cose sotto un aspetto nuovo. In questo libro Natale Benazzi, seguendo passo dopo passo un episodio del quarto Vangelo, invita a rimettere in discussione la nostra "cecità spirituale", perché l'unico cieco davvero insanabile è colui che sceglie di non vedere.
Quale esperienza spirituale è sottintesa al Cantico di Frate Sole di Francesco? Quale mentalità spirituale ha consentito al santo di cantare la creazione a quel modo e quali atteggiamenti spirituali propone a noi oggi?
Emiliano Rinaldini nacque a Brescia 100 anni fa. Divenne maestro. Dopo le tragiche vicende della caduta del Fascismo e della successiva costituzione della Repubblica di Salò, fece la scelta resistenziale, diventando "ribelle per amore" sulle montagne della Val Sabbia. Concluse tragicamente la sua breve vita il 10 febbraio 1945 per mano proditoria di due militi fascisti, dopo un rastrellamento. Il breve, ma intenso, percorso della sua vita è riletto all'interno del volume attraverso il profilo spirituale e pedagogico delineato da alcune testimonianze scritte, raccolte decenni dopo dal fratello Luigi, membro della Congregazione dei Padri filippini della "Pace" di Brescia. I principali tratti della biografia di Emi emergono attraverso le parole, le azioni, i gesti manifestati in alcuni momenti peculiari della sua vita, con riferimento anche alla risonanza avuta dopo la morte. Il volume mette inoltre in evidenza una verità: il ruolo fondamentale svolto da Vittorino Chizzolini non solo nel consolidare la vocazione magistrale di Emi, ma anche nel renderlo quella esemplare coscienza "libera e forte" che dimostrò di essere. Emiliano Rinaldini, infatti, seppe incarnare al meglio le caratteristiche dell'idealtipo di magister proposto da Chizzolini, tanto da essere "trasfigurato" dopo la sua tragica scomparsa nel "simbolo" di quella nuova professionalità magistrale che era chiamata a dare una nuova "anima" all'Italia democratica e repubblicana della Ricostruzione.