
Che cosa dovrebbe fare chi desidera incontrare Gesù di Nazaret in modo significativo e coinvolgente? Una lettura intelligente del vangelo secondo Marco: sedici capitoli evangelici che parlano di un mistero appassionato, quello dell’amore di Dio per gli esseri umani, costantemente dedito a creare le condizioni per la loro felicità, all’interno di un contesto di libertà e responsabilità. Un libro leggibile a vari livelli capace di trasmettere la straordinaria bellezza narrativa del testo marciano e far comprendere quanto, sul piano esistenziale, molti suoi brani possano interpellare, da vicino e a fondo, il cuore e la mente di coloro che vi si accostano senza pregiudizi, cercando di diventare persone più intelligenti e appassionate, cioè più umane.
Autore
Ernesto Borghi (Milano 1964), biblista, è laureato in lettere classiche (Università degli studi di Milano, 1988), presso l’Università di Fribourg ha ottenuto la licenza in scienze religiose (1993) e il dottorato in teologia (1996). Insegna esegesi e teologia del Nuovo Testamento presso gli Istituti superiori di scienze religiose di Nola (NA) e Bolzano, l’Università salesiana di Torino e la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (Torino). Presiede l’Associazione biblica della Svizzera italiana e coordina la formazione biblica nella diocesi di Lugano. Tra i suoi libri più recenti: Donna e uomo, femmina e maschio, moglie e marito. Per interpretare la vita secondo la Bibbia, Edizioni Messaggero, Padova 2007; Credere nella libertà dell’amore. Per leggere la lettera ai Galati, Claudiana, Torino 2009; Di’ soltanto una parola. Linee introduttive alla lettura della Bibbia, Effatà, Cantalupa (Torino) 2010; Scrivere al cuore dell’essere umano. Le lettere del Nuovo Testamento tra esegesi antica ed ermeneutica contemporanea, LAS, Roma 2011.
L'obiettivo del presente volume è di porre in dialogo l'analisi narrativa con la teologia pastorale, passando attraverso la riflessione ermeneutico-teologica, nella convinzione che tale incontro può diventare fecondo per la prassi ecclesiale. Si tratta quindi di una ricerca interdisciplinare, in cui i contributi rispecchiano le metodologie proprie di ogni disciplina, offerti in un percorso in cui i vari autori si sono incontrati e hanno dibattuto le questioni mettendo in interazione le rispettive metodologie. Il cammino complessivo proposto da questo volume è in grado di mostrare che il racconto biblico, capace di suscitare nuove narrazioni nella comunità cristiana, riesce a mantenere vivi nella vita dei credenti la coscienza e l'impegno perché la storia di salvezza di Dio con gli uomini continui anche ai giorni nostri.
Il vangelo di Luca è senza dubbio il primo che dobbiamo leggere per scoprire con gioia Gesù, il Salvatore inviato da Dio a cercare e a salvare ciò che era perduto". Ma è anche quello più accessibile per cogliere il messaggio di Gesù come Buona Notizia di un Dio compassionevole, difensore dei poveri, che guarisce i malati ed è amico dei peccatori. " Questa opera, che racchiude alcuni dei molti commenti ai testi dei quattro vangeli pubblicati dall'autore, è redatta con la finalità di aiutare a entrare dalla via aperta da Gesù, centrando la nostra fede sulla sequela della sua persona. Un libro che nasce dalla volontà di recuperare la Buona Notizia di Gesù per gli uomini e le donne del nostro tempo.
Le donne al sepolcro di Gesù, prime testimoni della resurrezione, nella tradizione romana sono di norma identificate con le cosiddette "tre Marie". Nella tradizione greca e in generale ortodossa, invece, si è costituita nei secoli una credenza secondo la quale queste donne, chiamate mirofore, ossia "portatrici di mirra", sarebbero state addirittura sette: Maria Maddalena, Salome, Giovanna di Cuza, Maria e Marta di Betania, Maria di Cleopa e Susanna. L'autore indaga per la prima volta tali figure nel loro assieme, ripercorrendo le tappe dell'aggregazione e "canonizzazione" delle mirofore in quanto gruppo, con un'analisi che ne presenta ed esamina le fonti letterarie (scritturistiche, patristiche e bizantine), iconografiche e liturgiche, senza trascurare il punto di vista folclorico e quello antropologico. Il volume propone così una interessante lettura di questo aspetto cruciale della cristianità al femminile.
Le domande radicali sul significato dell'esistenza che contraddistinguono il cammino esistenziale degli scrittori del Novecento. Da Clemente Rebora a Luigi Santucci, passando per Guido Morselli, Cristina Campo, Primo Levi, David Maria Turoldo, Sergio Quinzio, Mario Luzi, Divo Barsotti e Alda Merini: sono alcuni degli scrittori della letteratura del Novecento dalle cui opere - di fronte al dolore e al male che opprimono la vita dell'uomo - si leva il grido di sofferenza e la domanda tragica a Dio sul perché. Partendo da una riflessione sulla qualità poetica della letteratura biblico-sapienziale, i contributi qui raccolti prendono in esame tale tragica domanda in alcuni autori della letteratura contemporanea, registrandola nelle sue molteplici forme come fossero "echi" di quegli interrogativi alti e puntuti che si trovano già nelle Sacre Scritture (dai Salmi al Qohelet fino al libro di Giobbe).
La vita di Gesu di Aleksandr Men, qui in prima traduzione italiana, e considerata il suo capolavoro. A pochissimi mesi dall'inizio della perestroika, nei pressi di mosca il 9 settembre 1990 un personaggio scomodo viene brutalmente assasinato. E' ale ksandr men', prete ortodosso simbolo della chiesa che riemerge, pronta al dialogo. Punto di riferimento di una cerchia sempre piu`crescente di intellettuali, fulcro di una comunita cristiana in mezzo ad una societa antireligiosa, biblista di spicco e uomo di vastissima cultura, ha composto numerossime opere che hanno avvicinato alla fede migliaia di cittadini sovietici. La sua vita di gesy,qui in prima traduzione italiana, e`considerata il suo c
Giovanni Scoto, detto l'Eriugena (sec. IX), è senza dubbio uno dei pensatori più profondi e audaci dell'Alto Medioevo, capace di unire fides e ratio, tradizione latina e tradizione greca, Bibbia e arti liberali, in un'unica e armonica costruzione filosofico-teologica. In essa l'interpretazione della Scrittura gioca un ruolo centrale e costituisce il più difficile e importante campo d'azione della ragione umana. I significati del testo biblico sono infiniti, come innumerevoli sono le sfumature di colore che si ammirano in una sola penna di pavone, perché infinita è la ricchezza di Colui che nella Scrittura si rivela nascondendosi. Il volume introduce il lettore all'ermeneutica biblica di Giovanni Scoto, presentandone il contesto culturale, la dottrina e la pratica.
Libro di A. Vanhoye che si aggiunge agli altri titoli che le Paoline hanno già pubblicato dello stesso autore. Due sono gli aspetti che nella lettera maggiormente attirano l'attenzione: l'aspetto psicologico, che appare nello stile, e l'aspetto dottrinale. L'uno mette a contatto vivo con la personalità dell'Apostolo, il cui carattere si manifesta con i suoi pregi e le sue debolezze: autoaffermativo e scontroso; il suo stile predilige le forti antitesi e i paradossi più sconcertanti. Paolo però ha un cuore pieno d'amore per il Signore e per i suoi cristiani. La crisi galatica ha messo in moto il suo pensiero non meno della sua affettività. Nella lettera ai Galati egli approfondisce, da finissimo teologo qual è, il kerygma tradizionale e lo riesprime in categorie nuove e sorprendenti: quelle della "giustificazione" per mezzo della fede e della contrapposizione tra l'ascolto della fede e le opere della legge.
Con questo Frédéric Manns - considerato uno dei maggiori esperti del Nuovo Testamento e del Giudaismo - non si propone di scrivere una biografia di Gesù in senso «storico-critico»; il suo scopo, piuttosto, è di ricollocare i Vangeli nel loro contesto originale. Sottolineare l'ebraicità di Gesù (Yehoshuà') può sembrare superfluo a qualcuno, ma molti cristiani sembrano ancora ignorare questo dato di fatto e restano così culturalmente estranei alle proprie radici. Yehoshuà nasce nella Palestina controllata dai romani. La sua predicazione si svolge in un periodo in cui Israele, che pure subisce il fascino della civiltà ellenistica, è agitato da sussulti messianici: nella società dell'epoca è particolarmente diffusa, a tutti i livelli, la speranza di un intervento divino che liberi il paese dalla dominazione straniera. Di fronte alle opere e alle parole del giovane maestro nazareno, gli ebrei reagiscono talvolta con entusiasmo, talaltra con scetticismo. È un profeta? È il messia? O è semplicemente uno dei tanti impostori ed esaltati che si manifestano in quel tempo di tensione politica e spirituale? Con un ritmo incalzante, il racconto di padre Manns rievoca la vita di Gesù sullo sfondo dei riti, delle speranze e delle delusioni degli ebrei del I secolo, senza trascurare i dubbi dei discepoli, l'ambiguità dei saggi, e la crescente diffidenza delle autorità nei confronti del rabbi galileo, fino al dramma del suo arresto e della sua crocifissione.
Questi due volumi raccolgono le omelie e gli interventi del vescovo Franco Giulio Brambilla, tenuti durante il ministero episcopale a Novara. Quasi tutti i testi sono trascritti dall'orale e ne conservano il tono che restituisce l'immediata freschezza della parola predicata. Il filo rosso che ha guidato la predicazione e gli interventi teologico-pastorali è stata l'attenzione alla dimensione narrativa della Sacra Scrittura. La storia di Dio con il suo popolo si snoda in un racconto che custodisce il rapporto di Israele con il Dio dei Padri. Anche i Vangeli narrano la vicenda di coloro che hanno incontrato Gesù come la presenza decisiva della loro vita e lo hanno seguito. Per questo la narrazione evangelica è insieme racconto kerygmatico e catechesi ecclesiale. Il primo annuncia la presenza del Regno nella pienezza del tempo, il secondo ne fa risuonare l'appello nella vita dei discepoli. Il racconto ha infatti una funzione strategica nella formazione del Vangelo e della Sacra Scrittura in generale. Il Vangelo è un congegno scritto per cercare "dov'è" e "chi è" Gesù. Il "dov'è" fa riferimento alla sua storia singolare, il "chi è" confessa la sua identità personale. Il primo rinvia alla storia, il secondo alla fede. Il racconto è il ponte che fa varcare l'"orribile fossato" (G.E. Lessing) tra storia e fede, perché àncora l'universalità della fede alla singolarità della storia. Per questo la predicazione omiletica e le diverse forme del ministero della Parola (lectio, meditazione, didascalia, intervento teologico, riflessione pastorale) raccontano l'affascinante cammino da percorrere per incontrare Gesù e per diventare suoi discepoli.
DESCRIZIONE: Se volessimo rappresentare in un grafico gli echi e i temi biblici nella letteratura dall’Illuminismo al Decadentismo, ci accorgeremmo subito dell’impossibilità di tracciare una linea retta o abbastanza regolare, ma piuttosto dovremmo seguire una curva oscillante fra le depressioni delle stagioni di egemonia laica, nell’età giacobina e in quella positivistica, e le alture di risorgente religiosità, dal fervore romantico allo spiritualismo decadente, con i vertici toccati da Manzoni, in prosa e in versi, campione capace da solo di tener testa alla folta e valente schiera della parte avversa, da Foscolo a Carducci. L’irregolarità della linea è poi accentuata da autori che assumono una posizione aconfessionale, quando non polemica, ma che sono nutriti di letture scritturali e dialogano con l’agiografia.
Emerge in molti autori della seconda metà dell’Ottocento una perdurante forma mentis cristiana, con le debite conseguenze anche sul piano del linguaggio: prima di sposare una visione immanentistica, questi scrittori non escludono a priori la lettura e il dialogo con le Sacre Scritture. Una lettura della Bibbia i cui riflessi diversamente si scorgono nelle opere di Alfieri, Parini, Leopardi, Belli, Verga, Pascoli.
Tessere, queste, che potranno arricchire il mosaico delle riscritture del sacro che in questo libro presenta già una fisionomia tutt’altro che vaga o scontata.
COMMENTO: Da Alfieri a Pascoli, a Leopardi, a Manzoni, a Monti, a Verga un'analisi originalissima della presenza della Bibbia negli autori dell'Ottocento italiano.
PIETRO GIBELLINI insegna Letteratura italiana all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Filologo e critico, ha curato vari classici italiani (fra cui l’edizione critica dell’Alcyone di D’Annunzio (Mondadori 1988); fra i suoi volumi critici ricordiamo Logos e mythos (Olschki 1985) e Il calamaio di Dioniso (Garzanti 2001). Per la Morcelliana ha pubblicato La parabola di Renzo e Lucia (1994) e ha diretto Il mito nella letteratura italiana (5 voll. 2003-2009).
NICOLA DI NINO collabora con i Dipartimenti di Italianistica di Ca’ Foscari e della Columbia University. Oltre a scrittori dell’Otto e del Novecento, ha studiato la letteratura romanesca, pubblicando il poema di Giuseppe Carletti, L’incendio di Tordinona (Il poligrafo 2005), la monografia Giuseppe Gioachino Belli poeta-linguista e il Glossario dei Sonetti di G.G. Belli e della letteratura romanesca (ivi 2008).
Carlo Ghidelli (Offanengo, CR, 1934), si è laureato in S. Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1962 (con una tesi su Metodo esegetico e contenuto teologico nel discorso di s. Pietro a Pentecoste), dopo aver conseguito la licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico nel 1961. La sua competenza biblica, coniugata con una notevole attività didattica e pastorale, gli ha consentito di realizzare una feconda opera di divulgazione della Parola di Dio, mediante preziosi volumi e contributi apparsi in miscellanee e riviste nazionali ed internazionali. Oltre allo studio scientifico dell'opera lucana, mons. Ghidelli ha seguito la parabola della pastorale biblica in Italia, divenendo uno dei protagonisti più autorevoli del cammino biblico del post-concilio. Ha collaborato alla Traduzione interconfessionale della Bibbia in lingua corrente: Antico e Nuovo Testamento, come pure alla revisione della Bibbia CEI del 2008. È stato consultore del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani e ha partecipato al Colloquio Teologico Internazionale tra Cattolici e Battisti. Dal 25 novembre 2000 è arcivescovo di Lanciano-Ortona.