
«La Lettera ai Romani è il primo scritto neotestamentario di cui ci sia pervenuto un commento completo, condotto a termine verso il 243 dal grande alessandrino Origene. Da allora ad oggi i lavori su questo testo epistolare si sono moltiplicati in forma esponenziale, attestando l’enorme importanza dello scritto paolino per la fede, per la teologia e per la spiritualità cristiane, oltre che più in generale per il pensiero della cosiddetta civiltà occidentale. In particolare esso contrassegnò alcune ore decisive della storia della Chiesa, dalla conversione di sant’Agostino sul finire del sec. IV fino al commento epocale di Karl Barth agli inizi del sec. XX che marcò una svolta rispetto alla cosiddetta ‘teologia liberale’, per non dire di Lutero e del concilio di Trento nel sec. XVI». (dall’Introduzione).
Il volume costituisce il frutto maturo di anni di ricerca e di insegnamento sulle lettere di Paolo: di Romani presenta un’introduzione ampia e documentata, nonché la traduzione e un commento approfondito dei primi cinque capitoli. Il difficile testo della Lettera nella sua oggettività costituisce la materia prima dell’evento di comunicazione messo in atto tra Paolo e i Romani: arrivare a conoscerlo fin dentro le sue pieghe più minute è l’impresa che l’autore si accinge a intraprendere.
Sommario
Prefazione. Bibliografia. Introduzione generale. 1. I destinatari. 2. Il mittente. 3. La lettera. Commento. Il prescritto (1,1-7). Il ringraziamento iniziale (1,8-15). Il tema/tesi: l’evangelo rivela la giustizia salvifica di Dio ugualmente per Giudei e Gentili (1,16-17). La giustizia di Dio: antitesi tra quella retributiva e quella evangelica (1,18-5,21).
Note sull'autore
Romano Penna (Castiglione Tinella - CN, 1937), sacerdote della diocesi di Alba, è professore ordinario di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense; tiene corsi anche in altre Università pontificie e all’Università di Urbino. È stato professore invitato al Pontificio Istituto Biblico di Roma e allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme ed è membro del consiglio di presidenza dell’ABI. Tra le sue pubblicazioni: Lo Spirito di Cristo. Cristologia e pneumatologia secondo una originale formulazione paolina, Paideia, Brescia 1976; Il “mysterion” paolino: traiettoria e costituzione, Paideia, Brescia 1978; L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane. Una documentazione ragionata, EDB, Bologna 1984 (42000; trad. spagnola: Bilbao 1994); Lettera agli Efesini. Introduzione, versione, commento, EDB, Bologna 22001; Letture evangeliche. Saggi di esegesi sui quattro vangeli, Borla, Roma 1989; L’apostolo Paolo. Studi di esegesi e teologia, San Paolo, Cinisello Balsamo 1991 (trad. inglese in due volumi: Collegeville, Minnesota 1996); Paolo di Tarso. Un cristianesimo possibile, San Paolo, Cinisello Balsamo 1992 (32000; trad. spagnola: Madrid 1993; coreana: Seoul 1997); I ritratti originali di Gesù il Cristo. Inizi e sviluppi della cristologia neotestamentaria, 2 volumi, San Paolo, Cinisello Balsamo 32001 e 22003; Vangelo e inculturazione. Studi sul rapporto tra rivelazione e cultura nel Nuovo Testamento, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001; Il DNA del cristianesimo. L’identità cristiana allo stato nascente, San Paolo, Cinisello Balsamo 2004; ha curato inoltre Le origini del cristianesimo. Una guida, Carocci, Roma 2004.
La nuova Bibbia di Gerusalemme è denominata "Oro" per celebrare il 50° anniversario delle Edizioni Dehoniane Bologna. La versione cartacea, con copertina in tela rossa, è arricchita da Nuovo Verbum, scaricabile attraverso un codice di registrazione; in questo modo è possibile accedere a funzionalità speciali on-line e leggere sul proprio PC tutti i testi biblici e i commenti in formato digitale, nonché servirsi degli utilissimi strumenti di ricerca, studio e lavoro.
Da Noè a Mosè, da Salomone a Giobbe: i più famosi episodi dell'Antico Testamento, dalla Genesi al Libro di Daniele, diventano una grande storia illustrata con 1500 illustrazioni di Serge Bloch e il testo di Frédéric Boyer, autorevole biblista francese. Con un linguaggio accessibile e contemporaneo, l'Antico Testamento è tradotto in un unico grande quadro visivo e narrativo, dove i temi sono quelli dell'uomo di oggi: migrazione, giustizia, responsabilità, libertà, gelosia, tradimento, amore. Età di lettura: da 10 anni.
Il volume ripercorre lo studio delle fonti su "Gesù nella Storia" lette nella prospettiva normativa della prassi giuridica dell'Israele antico che di lì a poco avrebbe dato vita alle grandi compilazioni della Mishna e del Tamud. Attraverso questa lettura viene sottolineata la personalità giuridica del Gesù della storia e il suo contributo alla formazione del diritto del Nuovo Israele che modifica profondamente il diritto e la prassi giuridica precedente fondata dalle scuole rabbiniche e che il Battista aveva già avversato.
Prima sinossi paolina bilingue organizzata secondo quattro criteri innovativi: cronologico, infratestuale, sistemico-semiotico e grafico. L’applicazione di questi criteri permette di cogliere le diversità stilistiche, argomentative e contenutistiche delle lettere di Paolo e di mettere in piena luce la ricchezza di un pensiero multiforme e inesauribile.
La combinazione dei criteri scelti offre un prospetto di tredici sezioni principali, con ulteriori suddivisioni interne: la lettura delle introduzioni alle singole sezioni aiuta a comprendere, in dettaglio, i livelli sinottici interni.
I libri di Samuele si aprono con un’appendice sulla fine del periodo dei giudici, con Samuele stesso, e descrivono poi, a partire dalla instaurazione della monarchia, le vicende del primo re, Saul, l’ascesa di David e la sua elezione fino ai suoi ultimi atti, ma non alla sua morte. Si tratta pertanto di un’opera all’interno della quale il ruolo centrale è svolto da tre grandi personaggi: Samuele, Saul e David; essa tuttavia è al contempo storia dell’intero popolo di Israele e dei suoi rapporti con Dio e le altre nazioni. Si hanno quindi anche notizie sull’organizzazione dello stato monarchico nascente e le sue guerre, i racconti sull’arca dell’alleanza e sulle lotte di successione, vicende romanzesche, episodi di seduzione, profezie, inni e salmi.
Quello di Geremia è il libro più lungo dell'Antico Testamento (il Testo Masoretico consta di 21981 parole) e presenta l'attività del profeta lungo un arco di tempo che supera i quarant'anni (dal 627 a.C. a una data non precisabile dell'esilio, probabilmente il 580 a.C.): rilegge questo periodo storico in linea con i criteri del Deuteronomio e annuncia un'alleanza nuova tra Dio e Israele. Con la sua vicenda personale e il suo attaccamento alla parola di Dio, il profeta vi occupa un posto tale che, almeno nelle sezioni biografiche e nei lamenti, è difficile separare nettamente la sua persona dal messaggio che annuncia. Perciò l'importanza del libro è dovuta, oltre al messaggio della nuova alleanza, al fascino, al ruolo determinante e alla centralità del profeta. Non è un caso che nel Nuovo Testamento Geremia venga menzionato, il solo tra i profeti scrittori, per indicare un rapporto di identità con Gesù Cristo (Mt 16,14); il che dimostra sia il posto preminente che egli si era guadagnato nella prima generazione cristiana sia la consapevolezza di un legame tra lui e la persona di Gesù di Nazaret.
Il Cantico dei Cantici, cantico degli sposi e inno d'amore, in un'edizione regalo di grande pregio e valore, con la traduzione e il commento di Gianfranco Ravasi. Un regalo per accompagnare le nozze o un anniversario. Edizione con scatola e fregi in oro.
A seguito delle alterne vicende che portarono alla codificazione del canone ebraico delle Scritture, il Siracide, pur conosciuto e citato come testo sacro anche in ambiente giudaico, non fu incluso tra i testi canonici ebraici durante l'assemblea di Iamnia del 90 d.C. Le ragioni non ci sono note. Possiamo tuttavia supporre, a partire dalle caratteristiche del testo e del contesto storico che portarono a fissare il canone ebraico, che il Siracide conteneva alcuni elementi non favorevoli alla sua accettazione. Il prevalente interesse per il tema della sapienza, il significato attribuito al ruolo del sacerdozio e del sommo sacerdote nel mutato contesto storico e religioso della Palestina della fine del I secolo d.C., a seguito della caduta del tempio di Gerusalemme e della fine dell'istituzione sacerdotale, oltre alla diffusione del testo in ambiente cristiano ne determinarono un progressivo accantonamento in ambiente giudaico, fino a quando rabbi Aqiba intorno all'anno 100 d.C. ne vietò espressamente la lettura. In ambito cristiano il libro del Siracide fu considerato canonico nella Chiesa latina, mentre nella Chiesa orientale, a causa dell'influenza del canone ebraico, fu ritenuto extracanonico.