
Gesù di Nazaret visto dai testimoni della sua vita non è una biografia del fondatore del cristianesimo, bensì un saggio nato dalla convinzione che attualmente gli autori delle "vite di Gesù" non fanno che ripetere gli errori dei loro predecessori. Per Etienne Trocmé questo ristagno può essere superato: uno studio attento dei diversi strati della tradizione preevangelica consente di ricostruire l'impressione suscitata dalla persona di Gesù nei diversi ambienti palestinesi: i discepoli, i contadini e i pescatori della regione del Lago di Tiberiade, alcuni settori della classe media, le masse giudaiche. Lo storico deve accontentarsi di queste "immagini", e soltanto la sovrapposizione di queste consente di dare qualche profondità alla figura che viene a delinearsi e anche di intravedere una personalità fuori dell'ordinario.
Il volumetto è il risultato della collaborazione di uno studioso dell'Antico Testamento e di uno specialista di letteratura tedesca dai profondi interessi biblici e teologici, mossi entrambi dalla convinzione che lo studio letterario del libro di Giobbe possa condurre a risultati teologici per altre vie difficilmente raggiungibili. L'analisi puntuale dei due autori mostra come il libro di Giobbe, opera di grande teologia, è al tempo stesso un testo poetico di prim'ordine, che per valore letterario non sfigura a fianco di creazioni immortali come il Prometeo di Eschilo, la Commedia di Dante, l'Amleto di Shakespeare o il Faust di Goethe. Nel libro di Giobbe quanto è più proprio della teologia del testo può essere colto soltanto quando se ne penetri il lato poetico, e d'altro canto la poesia del libro non può venire alla luce se non dopo che se ne sia afferrata la dimensione teologica. Questi sono i principi metodologici che mostrano la loro fecondità nell'esame meticoloso e sempre brillante dei due autori.
Ritraducendo il greco del testo neotestamentario nella lingua d'origine, Pinchas Lapide ricostruisce l'ambiente in cui venne pronunciato il più dirompente dei discorsi di Gesù, facendone emergere la pregnanza e l'attualità. Il Gesù del discorso della montagna è il Gesù che chiama a fare: fare la volontà del Padre, fare le parole di Gesù. È un Gesù che prende posizioni politiche, che chiama alla trasformazione radicale di qualsiasi struttura di dominio allo scopo di sostituire i vincoli antichi con una forma assolutamente nuova di comunità umana. Amare il nemico non è solo un tema da predica domenicale: è un principio imposto con urgenza da una strategia dell'equilibrio e della distensione, poiché l'alternativa è semplice: eliminare la guerra o esserne eliminati.
In una prosa vivace e accattivante Michael Coogan ripercorre la lunga storia dei dieci comandamenti cercando di spiegare per quali vie siano diventati il decalogo. La Bibbia ebraica tramanda versioni diverse del decalogo: perché furono necessarie? come si giunse a stabilire quale fosse la più autorevole? Nell'agile saggio di Coogan si approfondisce il significato che i dieci comandamenti poterono avere per lettori dei tempi biblici, e si fa osservare come la loro forma non sia mai stata fissa e perché non sempre siano stati osservati rigorosamente. Oggi è evidente che non tutti i valori sanciti dal decalogo sono difendibili, non ad esempio la proprietà di schiavi né la donna come possesso dell'uomo. Quale funzione continuare a riconoscere ai dieci comandamenti?
L'autore mostra come il cristiano debba comprendere e utilizzare l'Antico Testamento nella sua vita personale ed ecclesiale.
Filosofa attenta alle radici ebraiche della nostra cultura, Catherine Chalier affronta qui un tema spesso trascurato in filosofia per la sua dimensione emozionale.
Curatore
Andrzej Gieniusz CR insegna nella Facoltà di Teologia della Pontificia Uni versità Urbaniana, dove dirige anche il Dipartimento di Lingue. Per la UUP ha curato La Bibbia nelle culture dei popoli (2008).
Saggi di
Jean-Noël Aletti Carlo Bazzi Giancarlo Biguzzi Francesca Cocchini Gianfrancesco Colzani Andrzej Gieniusz Maria Grazia Mara Marc Rastoin Yann Redalié Giovanni Rizzi
Descrizione
Dopo Cristo, San Paolo è il personaggio più importante della storia del cri stianesimo. Ma la sua figura, persino tra i cristiani, rimane controversa. In realtà Paolo di Tarso è tuttora poco conosciuto. Sembra ci sfuggano le mol teplici ragioni storiche del suo protagonismo spirituale.
Costituisce un utile recupero il presente volume promosso dalla Pontificia Università Urbaniana. L’intento dei contributi è di mettere a fuoco la ric chezza della personalità dell’Apostolo delle genti: fariseo e cristiano, giudeo e greco, esegeta e teologo, missionario e pastore, uomo di dialogo e conte stazione. Paolo, come ieri, anche oggi affascina e sorprende
L’attuale contesto globalizzato, con il pluralismo culturale che lo contraddistingue, mostra forti somiglianze con l’epoca in cui visse San Paolo. Chiamati a confrontarci con gli spostamenti umani, individuali e collettivi, in lui riconosciamo lo stimolo e il modello per vivere in pienezza l’incontro, il dialogo, il reciproco arricchimento. E la sua straordinaria apertura universale rende questo grande missionario particolarmente vicino all’uomo contemporaneo. Il contributo specifico della predicazione di Paolo va colto sondando il suo linguaggio, le sue strategie comunicative e le sue dinamiche di apostolato. Allora come oggi, l’annuncio della fede, il kerygma, è un aiuto, non un ostacolo alla pacifica convivenza tra i popoli.

