
commento alla lettera ai romani, lo scritto piu`importante di tutto l epistolario di san paolo non solo per la lunghezza, ma soprattuto per discorso teologico. Scritta da paolo nella seconda meta del 50, la lettera ai romani ha lo scopo di preparare una visita nella capitale dell'impero. Il corpo della lette ra e`comunemente diviso in due parti: una dottrinale - sui temi della giustificazione e della salvezza - e l'altra esor tativa. L'autore si ri volge alla comunita di roma composta prevalentemente da cristiani di origine pagana, che praticavano perr un cristianesimo di stampo giudaizzante per influenza di una componente giudaico cristiana ancora legata all'osservanza della legge m osaica. Ogni ca pitolo e`dedicato ad un gruppo di versetti: l'autore ne da una chiara ed approfondita spiegazione spirituale ed esegetica che viene sintetizzata in u
Programma dell'esistenza cristiana nella catechesi originaria della Chiesa, il Discorso della Montagna ha conosciuto una lenta ma innegabile erosione interpretativa, tanto che ancora in epoca recente la teologia morale, intenta a definire norme e obblighi, riserva le esigenze di perfezione espresse nel Discorso a esigue élites dello spirito. La vocazione universale alla santità, affermata dai pronunciamenti del Magistero a partire dal Vaticano II, reintegra in un certo modo il Discorso a fonte principale della catechesi nella sua parte morale e spirituale: esso è la magna charta dell'agire cristiano e le sue parole configurano i tratti autentici del discepolo di Gesù.