
Il presente volume tratta della Sindone nel suo cammino attraverso diversi paesi e città nel corso di venti secoli. Mediante la presentazione di questo itinerario ininterrotto l'autore ha cercato di mostrare anche che la Sindone di Torino è la stessa che fu venerata secoli prima a Costantinopoli o a Edessa, e che proveniva da Gerusalemme. Questa fu la decisa ipotesi sostenuta da Ian Wilson, seguita oggi dalla maggior parte dei sindonologi. A stesura compiuta del libro, l'autore confessa che personalmente si è riconfermato nella convinzione dell'autenticità della Sindone di Torino, l'insigne reliquia venerata da secoli nei luoghi che si descrivono nel libro. I lettori, se seguiranno con attenzione e interesse queste pagine, certamente arriveranno alla stessa conclusione.
Modello della fede cristiana, secondo l'insegnamento di san Paolo, è Abramo, la cui fede consiste nell'obbedire a Dio e nell'abbandonarsi a Lui con fiducia. Tutti e quattro i Vangeli mostrano chiaramente che Gesù stesso ha camminato «sulle orme della fede del nostro padre Abramo», La lettera agli Ebrei presenta Gesù come il sommo sacerdote della nuova alleanza e il leader della fede, quella dei cristiani, che si pone sul prolungamento della fede d'Israele. La fede cristiana è è fede in Dio e anche fede in Gesù, il Figlio di Dio che compie le promesse fatte a Israele. Alla dimensione interpersonale ed esistenziale della fede è sottesa quella veritativa, sulla quale insistono gli ultimi scritti del Nuovo Testamento.
Il libro biblico, nel suo DNA, divino ed umano insieme, richiama sempre una pluralità di lettura, di partecipazione e di esperienza comunitaria. Infatti, questo contesto comunitario è il luogo in cui la rivelazione del mistero di Dio si sviluppa, si custodisce e si rende accessibile.
Per questo, nella seconda Lettera di Pietro l’autore apostolico raccomanda «nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione» (2 Pt 1, 20): piuttosto che un divieto alla lettura personale, si afferma quanto il testo biblico inserisca sempre i lettori in un dinamismo plurale, mai singolare. Il popolo di Dio viene convocato, costituito e rinnovato come tale con la lettura/proclamazione comunitaria e partecipata della Sacra Scrittura (cfr. Ne 8).
La lettura e l’interpretazione della Bibbia non si fa mai «da soli», perché si è sempre immersi nel flusso millenario di voci e di esperienze che ha fatto giungere quel testo fino a noi.
Il Cantico dei Cantici è un dramma d’amore. Canta la storia di due giovani innamorati che non possono incontrarsi come vorrebbero. Lui è Salomone, lei la giovane Sulammita.
Il libro é una lettura biblica commentata per incontrare e comprendere un libro sacro, forse il più sacro di tutti.
Elena Bosetti , suora di Gesù buon pastore, è docente di esegesi biblica presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Istituto Orientale (Roma) e fa parte del gruppo nazionale CEI per l’Apostolato biblico. Oltre a vari contributi su riviste specialistiche, ha pubblicato: Il Pastore. Cristo e la chiesa nella Prima lettera di Pietro, Bologna 1990; La tenda e il bastone. Figure e simboli della pastorale biblica, Cinisello Balsamo 1992; Luca. Il cammino dell’evangelizzazione, Bologna 1995; Donne nel popolo di Dio, Leumann (Torino) 1998; Marco. Il rischio di credere, Bologna 2000 e in collaborazione con P. Kaswalder, Sulle orme di Mosè. Egitto - Sinai - Giordania. Nuova guida biblica e archeologica, Bologna 2000.
Il secondo volume che conclude la pubblicazione del Nuovo Testamento. Come il precedente, il libro si articola in tre parti. Una sezione introduttiva aiuta a orientarsi nel mondo di Paolo, delle lettere cattoliche, dell’Apocalisse, con un’ampia documentazione che favorisce l’approccio all’Apostolo delle Genti.
La sezione centrale costituisce il corpo del lavoro: il testo delle lettere di Paolo, le lettere cattoliche e l’Apocalisse, ampiamente commentate e integrate con proposte di approfondimento, preghiera e lavoro.
La terza sezione si presenta come una semplice appendice che raccoglie una serie di indici destinati a favorire la ricerca e a facilitare l’individuazione delle risposte ai tanti interrogativi del lettore. Gli apparati innovativi (La Parola a…, Tabor, Archeo e Geo; Insieme per…, Forum) forniscono tutti gli strumenti per l’utilizzo del volume.
Giacomo Perego, Anna Maria Pudelko, Eustacchio Imperato e Tosca Ferrante sono giovani religiosi appartenenti alla Famiglia Paolina. Quest’ultima raccoglie in profonda unità cinque congregazioni religiose, quattro istituti secolari e una associazione di laici. Tutti sono nati dall’intuizione profetica di don Giacomo Alberione (1884-1971) che, docile all’azione dello Spirito, ha donato alla Chiesa religiosi, religiose, consacrati laici e famiglie che, insieme, si propongono di essere nel mondo “san Paolo vivo oggi”.
Il libro del papa per l’anno dedicato a San Paolo
Qual è il messaggio di Paolo per il mondo contemporaneo? Quali dei suoi tratti appaiono oggi più incisivi e decisivi per comprendere non solo il senso della fede cristiana e della Chiesa Cattolica ma quello della vita umana in tutte le sue dimensioni, dalla convivenza civile, alla politica, dalla morale alla responsabilità personale? L’anno di san Paolo è una sfida affidata in particolare alle tante istituzioni religiose che portano il nome di san Paolo e s’ispirano alla sua figura e al suo insegnamento. Il libro raccoglie i testi del papa – il discorso dell’indizione dell’anno paolino, un profilo dell’apostolo e una sintesi del suo insegnamento – e costituiscono una guida preziosa per la conoscenza del pensiero del grande apostolo. In particolare, si ritrova nel volume la spiegazione della tipica “visione dell’unicità dell’alleanza”, una concezione teologica molto cara a papa Benedetto che proprio nella teologia di Paolo trova il principale sostegno.
Joseph Ratzinger nacque in un paesino della Germania meridionale nel 1927. Divenne sacerdote nel 1951 e negli anni successivi insegnò nelle più celebri università di Germania. Tra i più giovani esperti invitati al Vaticano II, è autore di diversi libri di successo. Nel 1977 il papa Paolo VI lo nominò arcivescovo di Monaco di Baviera e nel 1981 Giovanni Paolo II lo invitò a Roma come responsabile della Congregazione per la Dottrina della Fede. In questo incarico divenne uno dei principali collaboratori di Giovanni Paolo II che lo volle sempre al suo fianco. Nel 2005, dopo un breve conclave, Joseph Ratzinger venne eletto papa e scelse il nome di Benedetto XVI.