
"Il Figlio di Dio ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria Vergine egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato"(Concilio Vaticano II).
L'Autore immagina di essere presente passo dopo passo, come un testimone dei fatti, agli eventi che si sono succeduti nei trent'anni della vita "privata" di Gesù e dei suoi familiari, iniziando dalla famiglia di Nazareth, fino a quando Gesù salutò la madre e lasciò Nazareth per andare sulle rive del fiume Giordano e cominciare con il battesimo ricevuto da Giovanni Battista il suo ministero. L'intento di questo libro non è quello di dare una risposta alle nostre curiosità e a tutti i nostri perché, ma solo di mettere in evidenza, nella misura in cui è stato possibile, il mio silenzioso, ma concreto di Gesù di vivere la "sua" vita umana, in tutto simile alla nostra.
Madre Anna Maria Cànopi (1931-2019) ha lasciato una ricca miniera di scritti ancora inediti. Questo volume raccoglie le riflessioni dell'autrice su due personaggi biblici sempre attuali: Elia ed Eliseo, che sono alle origini della spiritualità carmelitana, ma che portano un messaggio tuttora di grande rilievo per tutte le diverse famiglie religiose. In questi tempi, avari di padri e maestri di vita spirituale, è un grande conforto lasciarsi guidare a ripercorrere la storia del profeta e padre per eccellenza, Elia, e del suo amabile discepolo, Eliseo. Un aiuto e un invito a stare sulla Parola di Dio per crescere nella sequela dell'unico grande Maestro, Gesù Cristo, attraverso la conoscenza di due suggestive figure di padri che egli stesso ha amato e stimato.
Già il titolo di questo volume può sembrare provocatorio: non c'è stata forse prima la creazione e poi il peccato? Sì, certamente, se si allude alla creazione dei nostri progenitori nel paradiso terrestre, ma è pur vero che in conseguenza del loro peccato è avvenuta una nuova creazione che ha posto nell'esistenza una miriade di esseri umani, non tutti discendenti fisicamente da Adamo. Questo asserto, che verrà ampiamente dimostrato, trova la sua radice nell'aver segmentato i primi undici capitoli della Genesi in tre parti, nella consapevolezza che essi richiedono approcci interpretativi diversi. La storia dell'uomo, posto originariamente in una condizione assai diversa da quella attuale, trova il suo esplicito inizio solo in Gen 2,4b-3. Invece, Gen 1-2,4a non va a costituire, come per lo più è stato affermato, il primo racconto della creazione, bensì un prologo all'intera Scrittura. I restanti capitoli 4-11 raccontano, infine, episodi dell'umanità primitiva, nella discendenza diretta di Adamo.
Già autore del volume Profilo storico dell'esegesi patristica, il professor Manlio Simonetti rielabora, in questa nuova edizione del volume pubblicato nel 1985, le medesime tematiche, privilegiando le problematiche riguardanti le diverse tecniche, i vari modi di interpretare la sacra Scrittura da parte di esegeti di scuole e ambienti diversi e le polemiche e i contrasti che da tali diversità sono derivati. Partendo dai primi secoli e arrivando fino ad Agostino, la trattazione assume un andamento analitico, che prende in considerazione le opere e le variazioni di tecnica interpretativa dei singoli esegeti, dando origine a un quadro organico e coerente. Questo volume, Lettera e/o allegoria, è ormai un classico della storia della letteratura cristiana antica, ampiamente usato nei corsi di sacra Scrittura e di Patrologia.
Il volto è un luogo unico nel corpo dell'uomo, è l'espressione della sua identità. Anche nella relazione con Dio si cerca un volto. L'uomo non può pensare all'Altro, a Dio, se non pensando che egli abbia un volto. Questo volto, però, nell'interazione tra la riflessione filosofica dell'antichità e il portato della rivelazione biblica, assume tratti differenti e, talora, contraddittori: pur impassibile, si indigna per il male e minaccia castighi, ma al contempo è benevolo e misericordioso. I contributi qui raccolti affrontano il tema nella trattazione che ad esso hanno riservato gli autori dell'età patristica, con riferimento a diversi ambiti di ricerca: l'esegesi, le influenze esercitate dalle diverse prospettive filosofiche sulla riflessione patristica, le eventuali e diverse immagini proposte da correnti eterodosse, le rappresentazioni dell'arte, la storia del diritto, la religiosità popolare.
Da quasi settecento anni la Santa Sindone, lo straordinario telo sul quale si scorge l'immagine di un uomo che porta segni di torture e crocifissione, infervora i dibattiti di mezzo mondo: devoti di grande fede ne hanno messo in dubbio l'autenticità, atei convinti l'hanno tenacemente difesa. L'unica certezza a proposito della più importante reliquia della cristianità è che ogni sua ostensione richiama milioni di persone da ogni parte del mondo.
In questo libro se ne ripercorre la storia secolo dopo secolo, raccontando la sua comparsa, le peregrinazioni e la devozione di cui è sempre stata oggetto.
Questo libro riguarda un nuovo modo di essere umani. Non riguarda l'appartenenza a un gruppo, non contiene un insieme di idee e di valori da adottare. Non è rivolto a un gruppo scelto di persone, ma a chiunque. E un messaggio di speranza e di piacere. Propone una vita di gioia. E una particolare presentazione dei Vangeli, quattro libri pieni di storie di mangiare, di cucinare, di prendersi cura e di stare insieme. Parlo di Gesù come di un epicureo, uno che è innamorato della vita, e che dà tutto perché altri possano avere la vita e averne in abbondanza. Egli dice, nella mia traduzione: "Io sono la via, la memoria profonda, la vitalità". Stare sulla strada della vita, andare avanti, metterla in gioco, affrontare tutte le prove che si presentano: questa è la via dei Vangeli. Ricordare tutte le persone che hanno percorso quella strada, soprattutto quelle che hanno da offrirci saggezza e comprensione profonda. Rimanere vitali, vivi, non arrendersi al cinismo o alla depressione. Questo è il succo del messaggio del Vangelo.
Perché nelle scuole studiamo greco e latino per leggere Platone e Tommaso d'Aquino, ma ignoriamo l'ebraico e ci accontentiamo di leggere la Bibbia in traduzione? Non studiando l'ebraico l'Occidente si preclude la piena comprensione di una delle fonti della propria vitalità, che deriva da una lingua matrice di sensi molteplici. E la lingua della Torah e dei profeti, del Talmud, della qabbalah e dei classici del pensiero ebraico, da Maimonide a Spinoza, da Rosenzweig a Buber, a Levinas. Questo "Dizionarietto" è uno strumento divulgativo ma rigoroso, dà accesso alle principali parole ed espressioni in ebraico, spiegate nel loro valore letterale ma anche nel contesto teologico e filosofico in cui sono state usate nel tempo. Da studiare o solo da consultare, illuminerà chiunque voglia conoscere una delle radici della cultura occidentale.