
La parola è lo strumento principe della comunicazione, a maggior ragione quando ci si riferisce alla parola biblica, e proprio alla Sacra Scrittura come evento comunicativo è dedicato questo libro. La parola non solo "dice", ma "fa" qualcosa, perché non lascia, e non vuole lasciare, le cose come stanno, ma agisce per mutarle; per questa ragione l'interpretazione di un testo non può limitarsi al fatto semantico, ma deve tener conto della complessità dei meccanismi e degli agenti implicati nell'interazione comunicativa che si realizza nell'atto di leggere. Se in linguistica la pragmatica è un settore di studi consolidato, nel campo biblico è appena agli inizi; questo volume rappresenta quindi un'opera assolutamente innovativa e pioneristica.
In coppia con Dio è una vivace riflessione sul rapporto di coppia e sulle dinamiche dell'amore alla luce della Parola del Signore. Paolo Curtaz affronta tutte le sfere della vita a due: affettive, erotiche e spirituali. Temi importanti come l'intimità, la convivenza, il divorzio, la fecondazione assistita, la maternità e la paternità vengono raccontati con grande sensibilità e un pizzico di humor, con un linguaggio semplice e diretto che invita alla riflessione. Nella Prefazione alla nuova edizione, Curtaz fa il punto sui cambiamenti avvenuti negli ultimi dieci anni nella famiglia, nella Chiesa e nella società e sul ruolo odierno della vita di coppia, e invita a ripartire dalla Scrittura, inesauribile miniera di riflessione sul tema dell'Amore.
La Bibbia pocket in edizione telata e con cofanetto. Una Bibbia agile e compatta con il testo biblico integrale nella nuova traduzione CEI, introduzioni, tre livelli di note: teologiche, esegetiche, liturgiche per esplorare tutta la profondità del testo biblico. 30.000 passi paralleli. Un testo autorevole per la qualità dei collaboratori - coordinati da Gianfranco Ravasi e Bruno Maggioni - e per l'attenzione agli aspetti storici, testuali e teologici.
Nel contesto culturale del I secolo della nostra era, scrivere una vita di Gesù, quello che noi chiamiamo un vangelo, costituiva una sfida apparentemente impossibile da accettare. Non c?era soltanto da ispirarsi al precedente biblico: le vite di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Giuseppe, di Mosè e di altri eroi. Bisognava anche affrontare il genere greco-romano della biografia, i cui protagonisti erano esclusivamente dei grandi uomini, che godevano di un ampio riconoscimento sociale. Ora, Gesù, rifiutato dai suoi correligionari perché morto in croce come bestemmiatore e approfittatore della buona fede popolare, non poteva a priori pretendere di avere una biografia di questo tipo. I vangeli sinottici hanno, perciò, riconfigurato il genere «biografico» dell?epoca avvalendosi in modo inedito e creativo del riconoscimento. Dietro alla nascita del genere evangelico c?è, dunque, l?invenzione di un modello narrativo di insieme, il cui punto focale è il riconoscimento di Cristo nel suo paradosso pasquale. Questo modello è la ragione d?essere dei racconti attribuiti a Matteo, Marco e Luca.
I Salmi messi in ritmo, per poter meglio essere utilizzati all'interno del percorso liturgico comunitario: questo il senso di un salterio moderno, fedele allo spirito del testo. Un classico dell'orazione contemporanea che pesca nella tradizione più feconda. Un testo dedicato "a tutti gli uomini che amano la poesia, che riflettono sul mistero dell'esistere e del morire, che sperano e si indignano, insomma, che vivono da uomini... si sono volute offrire centocinquanta chiavi per l'ingresso nelle stanze del Salterio. Ora tocca al lettore di entrare e sostare".
Un percorso profondamente meditato attraverso l’anno liturgico, riletto come dovrebbe essere, un tutt’uno che compenetra la vita personale e quella ecclesiale; un percorso esistenziale prima ancora che rituale, in cui avvento, quaresima, tempo di Pasqua e giorni “ordinari” scandiscono il ritmo della vita umana e credente. Un Turoldo assorto e dedicato completamente al commento della parola di Dio, intesa però sempre come freccia che giunge precisa a colpire i nostri giorni, il nostro tempo. A distanza di quarant’anni da quando furono pronunciate, queste omelie svelano ancora oggi tutta la loro attualità, che è la medesima dell’annuncio evangelico. Poiché, come si chiede padre David stesso, in apertura del libro: «In quale anno, mese, giorno? Nessuno può fissare una data, sia pure approssimativa, nessuno può segnare un confine di tempo e di spazio all’azione divina... Il calendario di Dio non combacia con quello dell’uomo. Tu puoi attardarti dietro a mille programmi, distribuire secondo gli anni le tue speranze... Ma un giorno egli verrà. Verrà. Questa la promessa certa, definita, anche se è incerta l’ora, il minuto».
Il Fuoco di Elia profeta ci introduce al Turoldo omileta, con testi scritti a cavallo tra il 1986 e il 1990. Questo volume raccoglie 19 omelie e momenti di scambio con i fedeli, oltre a un testamento spirituale di cui si ripropone anche l'originale olografo. Si tratta di una testimonianza dal grande valore spirituale e un'ottima occasione di incontro con il pensiero del sacerdote-poeta.
Carlo Maria Martini, attraverso una selezione di testi letti e "pregati" secondo il metodo della lectio divina, mette a nudo il cuore del rapporto Dio-uomo. Al centro vi è la figura di Geremia, un uomo capace di parlare con ardore travolgente; un uomo impegnato in un compito difficile, quasi ingrato, nel suo annunciare - tramite il monito della sciagura - la fedeltà di Dio. Il profeta, purificato dalla sofferenza, è annunciatore di una buona notizia: Dio fa alleanza con il suo popolo, lo fa di nuovo, lo fa con determinazione. Solo in Cristo questo annuncio troverà compimento perfetto, ma la voce del profeta - il grido di un uomo provato ma fedele, in una città "secolare" che non ascolta - rimarrà monito per sempre: è possibile fidarsi di Dio.
Il libro del Levitico è il cuore del Pentateuco perché esprime le preoccupazioni teologiche fondamentali della redazione Sacerdotale, che di esso costituisce la struttura di base. Dopo avere descritto nei primi capitoli della Genesi il passaggio da una creazione «molto buona» (Gen 1,31) a una situazione di ritorno al caos, il Pentateuco indica le linee fondamentali della risposta di YHWH alla decadenza della sua creazione: la formazione, per mezzo della discendenza di Abramo, di un popolo con cui stringere un?alleanza. Al libro del Levitico è affidata la regolazione del culto: dalla consacrazione del personale che celebra alle regole sulla purità, per mezzo delle quali il popolo di Israele è determinato e racchiuso in un confine sacro che lo distingue dalla realtà circostante e che servono da preludio al rituale del grande giorno dell?Espiazione, che permette la permanenza del rapporto tra Yhwh e il suo popolo nonostante le infedeltà di questo.
Il Cardinal Martini si accosta alla figura di Stefano, primo martire, a partire da quanto descritto nei capitoli 6-8 degli Atti degli Apostoli, «impressionante documento dello sguardo retrospettivo di un uomo, ormai di fronte alla morte, su se stesso, sulla storia di salvezza, su ciò che Cristo ha significato per lui e sul futuro a cui egli è chiamato». Riflettere sulla figura di Stefano è importante per tutta la comunità dei credenti: con Stefano, infatti, «la Chiesa avverte la serietà dell'essere testimone e servitore: capisce che l'abbandonarsi a Dio non salva dalla morte, bensì permette di passare attraverso la morte contemplando la gloria di Dio; riconosce da che cosa Dio ci salva e ci libera, da che cosa non ci libera, a che cosa ci prepara». La ricchezza di queste meditazioni sta tutta qui: nell'esperienza di un uomo che, accostandosi alla rivelazione della prossimità di un Dio trascendente e immanente al tempo stesso, giunge «al culmine della sua missione di testimone servitore», vivendo nel suo stesso corpo il mistero che annuncia, contempla, adora.
I vangeli di Matteo e Luca sono i soli a tramandare le storie sull’origine, la nascita e l’infanzia di Gesù di Nazaret; ma i loro racconti possono essere considerati realmente affidabili? E, ancora, questi vangeli dell’infanzia dicono qualcosa alle famiglie di oggi? Dicono qualcosa su come accettare un bambino e aiutarlo a crescere? E come riconoscere il mistero che circonda ogni nascita? Tempi storici e culture così differenti possono dialogare? Il commento esegetico di Giulio Michelini e quello dei coniugi Gillini e Zattoni, in chiave relazionale, rispondono a queste e alle molte altre domande provocate dai vangeli dell’infanzia.
Il primo volume delle Lettere di Pietro nella Nuova versione della Bibbia dai testi antichi: una nuova traduzione, attenta al valore letterario dell'opera; testi antichi a fronte; un accurato apparato testuale-filologico e un ampio commento esegeticoteologico. Pietro possiede tutti gli elementi tipici di una lettera ed è indirizzata a un'assemblea di lettori molto ampia, come le lettere di Paolo, e in particolare alle comunità della diaspora cristiana, così come la lettera di Giacomo. Una lettera per la diaspora, dunque, che sollecita i credenti a conservare le caratteristiche di una vita santa, in unione con Cristo, in un ambiente estraneo.

