
La diocesi di Modena ha elaborato un interessante sussidio biblico per aiutarci a vivere in pienezza l'Anno della Fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI, in svolgimento dall'11 ottobre 2012. La scelta di un nutrito e qualificato gruppo di biblisti è caduta sul Vangelo di Giovanni e, in particolare, su alcuni personaggi del Quarto Vangelo assunti come luminosi "punti luce nel cammino della fede": Giovanni Battista, la Madre di Gesù, Nicodemo, la Samaritana, il cieco nato, la famiglia di Betania, il discepolo amato, Maria Maddalena, Tommaso detto Didimo'. Pur nella diversità delle situazioni in cui i singoli protagonisti vivono l'incontro con Gesù, il dato comune, espresso dalla loro esperienza, è che la fede è la relazione con una persona, Gesù Cristo. Da quest'amicizia deriva una serie di conseguenze sia sul piano conoscitivo sia nella sfera esistenziale. Il Gesù giovanneo appare come colui che, il più delle volte, prende l'iniziativa per risvegliare dal torpore e dalla mediocrità di una vita spirituale che rischia di cadere nella banalità o si accontenta di assumere idee religiose senza impatto decisivo sul pensare e sull'agire. L'impressione è che ne abbiamo bisogno.
Di città e città... un titolo ampio ed evocativo per indicare la gioia del cammino, l'urgenza di un messaggio da portare, l'universalità dei suoi orizzonti, nuovi spazi in cui rivelare che il Messia ha un volto, che Gesù è risorto. Ecco la "lettura orante" degli Atti degli Apostoli, proposta nel sussidio biblico pastorale della diocesi di Modena-Nonantola, incentrata sul testo che più di ogni altro mostra come la storia di Gesù continua nella storia della Chiesa.
Alla vigilia del Sinodo sulla Famiglia (ottobre 2014) il Servizio Biblico della diocesi di Modena-Nonantola propone il confronto approfondito con il libro di Tobia: per imparare a "leggere" la presenza di Dio nella vita personale, familiare e comunitaria, e "scrivere" nuovi capoversi nella storia della salvezza. Il libro di Tobia è una sorta di diario spirituale in cui si intrecciano le vicende di due famiglie che passano attraverso momenti di felicità e di pienezza come di marginalità e di solitudine. È un racconto sapienziale, una storia vera perché dice il vero, che cioè entra nella fatica del vivere e riesce a dare senso alla vita umana assunta come esperienza di fede. Il mestiere di vivere è filtrato attraverso la metafora del viaggio. Dove portano gli spostamenti, le migrazioni, gli sradicamenti forzati? Serve il viaggio della vita per scoprire quanto è contenuto nello stesso nome del protagonista, Tobia, che vuol dire "Dio è buono". Ma cosa significa questa denominazione quando tutto sembra affermare il contrario? Ecco il grande itinerario riflessivo proposto dalla sapienza biblica.
Un approccio particolare alla parola scritta di Dio è costituito dalle ?concordanze?. Già fin dal tempo della patristica è stata avvertita l'esigenza di un approfondimento tematico : i termini equivalenti e affini sono stati raggruppati insieme e sono nati , così , i primi lessici e i primi dizionari. Nel quadro variato e luminoso delle concordanze si colloca il presente volumetto. Limitato ai Quattro Vangeli, esso intende stimolare l'approfondimento su un doppio versante.
Quali differenze intercorrono, in termini stilistici e ideologici, tra la narrazione sacerdotale e l'attività redazionale post-sacerdotale (post P) all'interno del ciclo di Giacobbe (Gn 25,19-35,29)? A confronto con la rilettura riservata dalla tradizione P alla figura e alla vicenda di Giacobbe sono posti una serie di interventi redazionali non P (Gn 28,13ab-15.20-22; 31,3.10-13; 32,10-13), eterogenei rispetto allo sviluppo dell'intreccio e interessati a condizionare la comprensione dell'itinerario del patriarca.Le differenze rilevabili tra le due prospettive a proposito della formulazione delle promesse divine, della menzione della triade patriarcale e di tratti specifici dell'itinerario considerato consentono di riconoscere il carattere post P dei testi non P. Inoltre, la percezione dell'articolazione diacronica di queste due riletture dell'itinerario di Giacobbe permette di riconoscere le principali metamorfosi cui andò soggetta l'antica figura dell'antecessore eponimo nel post-esilio.La duplice rilettura dell'itinerario del patriarca, infatti, riflette due periodi successivi dell'epoca post-esilica. La tradizione P esprime il tentativo delle prime ondate di rimpatriati di coinvolgere quanti erano rimasti nella terra in una nuova fondazione dell'identità di Israele.
"Rispondendo a Dio, disse Giobbe: "So che puoi tutto, e che nessun pensiero ti è nascosto. Chi v'è, che privo di sapienza trascura il tuo consiglio? E certo io ho parlato malamente, e di cose troppo più grandi del mio sapere. Ascoltami, e parlerò; ti interrogherò, rispondimi. Ti udii già con l'orecchio, ora ti ho visto con gli occhi; per questo mi riprendo, e fo penitenza sulla brace e sulla cenere"".
Raccolta di testi biblici per la celebrazione della Penitenza.