
Carlo Maria Martini dedica le sue meditazioni ad Abramo, padre di una fede in cammino, simbolo di tutti coloro che cercano Dio. Abramo è nostro padre non solo «nella fede come vita vissuta», ma anche per il suo essere «modello esemplare dell’uomo in atteggiamento di accoglienza e di disponibilità». Il suo mettersi in marcia ci rammenta l’esigenza di affrancarci dall’ambiguità di un certo “credere di tradizione”e allo stesso tempo ci mette in guardia da coloro che «si sono fatti essi una propria idea di religiosità e combattono nel nome di essa tutti quelli che non la vedono allo stesso modo». Con le sue riflessioni, il cardinal Martini spiega ai lettori come la fede sia un cammino da intraprendere con il coraggio e la disponibilità di chi cerca e non ha paura di trovare qualcosa diverso e di più grande.
Perché Gesù parlava in parabole? È questa la domanda da cui muovono le riflessioni raccolte in questo volume. Il cardinale Carlo Maria Martini si interroga sulle parabole, sulla loro attualità in un?epoca come la nostra che ormai non ne fa più uso e in cui «il parlare di Dio è stentato, fiacco, oscillante». Immediato ma profondo, concreto ed evocativo, Martini si sofferma prima sullo stile comunicativo di Gesù, poi verso ciò che il dire in parabole significhi oggi per noi, per la nostra esistenza, per il nostro modo di parlare di e con Dio. Esse conferiscono alla nuda parola «la potenza di un ariete che demolisce il bersaglio attraverso il coinvolgimento e non con un colpo diretto». Nel ripercorrere le numerose parabole evangeliche, Martini invita il lettore a imparare a guardare il mondo come Cristo per imitarlo, per situarsi dal punto di vista della croce, per «guardare il mondo avendo capito qualcosa della misericordia seria del Padre».
Carlo Maria Martini, attraverso una selezione di testi letti e "pregati" secondo il metodo della lectio divina, mette a nudo il cuore del rapporto Dio-uomo. Al centro vi è la figura di Geremia, un uomo capace di parlare con ardore travolgente; un uomo impegnato in un compito difficile, quasi ingrato, nel suo annunciare - tramite il monito della sciagura - la fedeltà di Dio. Il profeta, purificato dalla sofferenza, è annunciatore di una buona notizia: Dio fa alleanza con il suo popolo, lo fa di nuovo, lo fa con determinazione. Solo in Cristo questo annuncio troverà compimento perfetto, ma la voce del profeta - il grido di un uomo provato ma fedele, in una città "secolare" che non ascolta - rimarrà monito per sempre: è possibile fidarsi di Dio.
Il Cardinal Martini si accosta alla figura di Stefano, primo martire, a partire da quanto descritto nei capitoli 6-8 degli Atti degli Apostoli, «impressionante documento dello sguardo retrospettivo di un uomo, ormai di fronte alla morte, su se stesso, sulla storia di salvezza, su ciò che Cristo ha significato per lui e sul futuro a cui egli è chiamato». Riflettere sulla figura di Stefano è importante per tutta la comunità dei credenti: con Stefano, infatti, «la Chiesa avverte la serietà dell'essere testimone e servitore: capisce che l'abbandonarsi a Dio non salva dalla morte, bensì permette di passare attraverso la morte contemplando la gloria di Dio; riconosce da che cosa Dio ci salva e ci libera, da che cosa non ci libera, a che cosa ci prepara». La ricchezza di queste meditazioni sta tutta qui: nell'esperienza di un uomo che, accostandosi alla rivelazione della prossimità di un Dio trascendente e immanente al tempo stesso, giunge «al culmine della sua missione di testimone servitore», vivendo nel suo stesso corpo il mistero che annuncia, contempla, adora.
Alcuni giovani dell'Azione Cattolica, negli anni '80, chiesero a Carlo Maria Martini di insegnare loro a pregare pregando insieme con loro. Ebbe inizio la Scuola di preghiera in Duomo, il primo giovedì di ogni mese. Gli stessi giovani vollero offrire a tutti l'esperienza fatta, raccogliendo in un piccolo volume le meditazioni. Questo libro è nato così: non un testo sulla preghiera, quindi, ma una preghiera vissuta. Si articola in due parti: 1) Il clima della preghiera: quattro brevi capitoli introduttivi per entrare nella preghiera e trovare il proprio ritmo; 2) Itinerario di preghiera con l'evangelista Luca: sette momenti forti di preghiera, tratti da sette pagine del Nuovo Testamento (Maria, Simeone, diversi momenti della vita di Gesù, la prima comunità cristiana) che Martini rilegge con la competenza del biblista e rioffre come preghiera.
Duomo di Milano, una calda sera di settembre del 1980. Più di duemila giovani si ritrovano nella cattedrale per ascoltare il loro vescovo, che raggiunge i cuori e le menti di quei ragazzi spiegando il metodo della «lectio divina» per leggere la Parola. Inizia così l'avventura della Scuola della Parola, una delle esperienze più innovative e affascinanti del ministero di Martini, che continuò senza interruzioni, anche se con modalità diverse, fino al 2002. Il volume raccoglie tutte le edizioni della Scuola della Parola, con brevi introduzioni storiche, i riferimenti biblici e le trascrizioni integrali degli interventi dell'arcivescovo di Milano.
Che uso faceva Gesù del suo tempo? Quali erano le sue priorità durante le giornate fitte di parole, volti, incontri? Che cosa possiamo imparare da lui? Cercando le risposte a queste domande nei testi evangelici, Carlo Maria Martini offre preziosi spunti per "mettere ordine" nella frammentarietà e nella dispersione che caratterizzano i nostri giorni. Destinate in origine a preti impegnati nell'attività pastorale, le riflessioni di Martini su come dare unità e senso al nostro agire arrivano direttamente al cuore e alla mente di tutti coloro - preti, laici e consacrati - che sono impegnati nell'annuncio del Vangelo e nell'educazione alla fede." Quali erano le priorità di Gesù? Come gestiva il suo tempo? A me pare che i Vangeli diano una risposta, che vale anche per noi".
La donna "quale crocevia di molti altri problemi sociali, umani e religiosi del nostro tempo" è il tema di questo volume. Il mistero femminile si esprime in pienezza nella Donna per eccellenza, Maria, principio di una nuova umanità. La parola di Dio scrutata con amore nel suo radicarsi dentro la storia e un fine intuito della psicologia della donna danno a queste pagine un afflato spirituale e poetico.
A tutti noi è necessario un maggior radicamento contemplativo. Abbiamo bisogno di entrare di più in noi stessi, di ascoltare nel cuore la voce di Dio, di rivisitare coraggiosamente le ferite interiori che turbano la nostra gioia e di esporle alla medicina della Parola. Abbiamo bisogno di fare spazio al messaggio di Gesù di Nazareth, per un agire più costante, più perseverante, per essere operatori di pace, per superare le inquietudini nostre e del vivere civile, le litigiosità, i timori e i pregiudizi. Questa splendida meditazione sulla «gioia del Vangelo» del fine esegeta Martini - che mantiene intatta tutta la sua freschezza, originalità e attualità - è un invito ad avvicinarsi alla pagina biblica in semplicità di cuore per imparare a leggere la propria vita nell'orizzonte della fiducia e a custodire un invincibile sorriso anche fra le pieghe tortuose del cammino di ogni giorno.
Un testo inedito del 1975, ritrovato fra le carte di Carlo Maria Martini. Un viaggio meditativo sulla vita dell'anima e la lotta spirituale, proposto dall'allora Rettore del Pontificio Istituto Biblico di Roma, che sarebbe poi diventato cardinale di Milano. In questo scritto - recuperato a seguito del lavoro di riordino e archiviazione a cura della Fondazione Martini - si rivela ancora una volta non solo il fine esegeta della Sacra Scrittura e il pastore che sarebbe stato poi grandemente ascoltato negli anni milanesi, ma anche il profondo scrutatore dell'animo umano capace di scandagliare le vanità e le debolezze dell'io nel costante combattimento fra l'opzione fondamentale per il bene e la resa di fronte alla fascinazione del male. Questa sorta di "manuale di vita interiore" aiuta a guardarsi dentro, a individuare le nostre inquietudini, a difendersi dal "morso dello spirito negativo" e ad affrontare quello stato di "desolazione spirituale" sempre in agguato sulla strada di chi vuole seguire il Vangelo; non manca un'instancabile esortazione alla fiducia, soprattutto quando si cade nei tentacoli delle forze oscure del maligno, perché come scrive Martini in queste pagine: "Tornerà il sereno. Dovremo solo attendere il riapparire del sole interiore, della luce dell'anima, con disposizione paziente, risoluta e coraggiosa". Prefazione di Enzo Bianchi.
La Maddalena rappresenta l'umanità intera davanti al Mistero, all'ignoto, alla paura e all'emozione di vedere, finalmente, qualcosa o qualcuno che cambia il corso della propria vita. La storia di Maria Maddalena raccontata dai Vangeli si presenta come un paradigma della fede e della passione eccessiva, accolta e abbracciata da qualcuno che non ha pregiudizi. È proprio questo che succede la mattina di Pasqua davanti al Sepolcro vuoto, accade qualcosa a Maria Maddalena, che passa dal non vedere tipico della tristezza al riconoscere il Risorto. Martini racconta i sentimenti e le sensazioni di Maria Maddalena per descrivere superbamente il percorso impensabile, non programmabile, umanamente impossibile ma reale e travolgente che porta la creatura a riconoscere, vedere e quasi toccare il suo Signore. E poi corre a dirlo a tutti.