
Le parabole si prestano particolarmente bene a insegnare e proclamare la buona novella del regno di Dio: coinvolgono l'ascoltatore con particolari ripresi dalla vita quotidiana, lo sorprendono e ne sollecitano l'immaginazione con la possibilità di nuove prospettive. Detto in altre parole, nei vangeli sinottici si mette in primo piano che con Gesù è venuto il governo di Dio e con questo tutto è cambiato. Gesù si serve delle parabole per insegnare a chi lo segue a farsi strumento di trasformazione. Non manca chi respinge l'insegnamento di Gesù, e anche questo rifiuto è illustrato per mezzo di parabole, dove si mostra come ciò significhi sottrarsi alla speranza, al coraggio, alla promessa. In gioco è la possibilità concreta di una società alternativa, nuova e giusta.
Con una lettura spirituale, lo scrittore e teologo Paolo Curtaz ripercorre le parabole di Gesù –quelle vivide narrazioni che, attingendo alle esperienze umane condivise, parlano immediatamente a tutti, senza richiedere competenze culturali o teologiche – per portare alla luce quanto hanno da dire oggi.
Utilizzando un linguaggio popolare e attingendo a esperienze di vita condivise, la parabola non implica una particolare preparazione culturale o teologica, ma arriva subito all’intelligenza di chi ascolta, aprendo una prospettiva diversa su di sé e su Dio.
Gesù annuncia l’urgenza del mondo secondo il progetto di Dio con lo stile proprio del racconto parabolico, che rispetta l’interlocutore e lascia intatta la sua libertà, senza tentare forme di seduzione o manipolazione.
Anche se oggi gli esempi usati da Gesù sono inevitabilmente meno immediati, le parabole non hanno perso efficacia e sanno svelare una visione di Dio e della fede inattesa e vibrante. Attraverso la sua lettura spirituale, Paolo Curtaz ne mette in evidenza l’attualità.
Conoscere il cristianesimo delle origini è forse il modo migliore per rendersi conto della sua identità più profonda e più vera. Per fare ciò bisogna partire dalla documentazione risalente al suo primo secolo di vita, studiando altresì l’ambiente con cui il cristianesimo stesso si è trovato in simbiosi. Curato da uno dei più autorevoli specialisti contemporanei, il volume introduce al mondo del Nuovo Testamento: dalla ricostruzione dell’ambiente giudaico e greco-romano a Paolo di Tarso; dalla figura storica di Gesù ai vangeli canonici e apocrifi; dalle prime attestazioni archeologiche al problema del vangelo e dell’Apocalisse di Giovanni; dall’analisi dell’apporto di varie ermeneutiche – giudeo-cristiana, paolina, giovannea – alla delineazione del contesto storico che segna il passaggio dal I al II secolo. Emerge un quadro particolarmente ricco di tonalità, in cui risaltano i personaggi decisivi e le componenti dialettiche di un pensiero religioso eccezionalmente fecondo.
In questa edizione completamente rivista della sua opera fondamentale, James A. Sanders introduce il lettore alla critica canonica. Seguendo i vari sviluppi della letteratura biblica e la loro accettazione da parte delle comunità di fede, Sanders affronta le questioni più spinose. Prende in esame le differenze tra le parti del canone, la redazione dei testi da parte delle generazioni successive, la diversità dei canoni utilizzati nelle molteplici comunità, il problema rappresentato dai Rotoli del Mar Morto rispetto alle questioni della canonicità e, inoltre, come ebrei e cristiani hanno interagito con i rispettivi canoni. Oltre a tutti gli aggiornamenti e le revisioni, Sanders fornisce una nuova introduzione e una nuova bibliografia.
L'autore ripercorre le omelie di Origene, Padre della Chiesa Orientale, sugli scritti biblici di Geremia, sottolineandone meticolosamente i numerosi aspetti spirituali. L'approccio sapienziale al testo rende l'opera una lettura approfondita e rilevante, mettendo in risalto il pensiero di Origine, figura dal ricchissimo lascito teologico e filosofico, in rapporto con il Profeta Geremia e il suo ruolo nelle Scritture.
"Scrittori di Scrittura" è un progetto che presenta al pubblico le opere di alcuni autori che si sono cimentati nella riscrittura di un brano biblico secondo la propria sensibilità. Ogni volume è corredato della breve introduzione esegetica di un biblista e della traduzione del testo originale dall'ebraico o dal greco. In questo volume Davide Longo commenta il primo miracolo di Gesù in maniera trascinante e spassosa.
Un banchetto di nozze di cui non conosciamo gli sposi, un dialogo tra Gesù e Maria abbastanza brusco, poche azioni semplici e la meraviglia di un vino nuovo e buonissimo. È l’inizio dei segni del Vangelo secondo Giovanni, ma contiene già tutto quanto accadrà nel resto della storia: tensioni, sorprese, svelamenti e una gran festa. Nel testo originale la scena si svolge a Cana, in Galilea, ma nelle opere di pittori come Veronese e Giotto, nelle vetrate di Chartres o nei bassorilievi dei sarcofagi paleocristiani, essa rivive nei molti luoghi dell’umano: palazzi e taverne, cortili e fienili, in cui anfore di pietra e servitori assumono le sembianze più varie, insieme a un Gesù e a una madre che rimangono spesso avvolti dalla stessa affascinante enigmaticità del testo di partenza. Come fosse un sogno: del resto l’aveva immaginato così anche Dostoevskij.
Le nove impronte dell'anima propone un lavoro spirituale sulla personalità, un vero e proprio viaggio interiore attraverso nove personaggi biblici, i cui profili, intrecciandosi con le dinamiche dell'enneagramma, aiuteranno ciascuno a riconoscere i tratti essenziali del proprio carattere, per guardare se stessi e gli altri attraverso nuove prospettive. Se i libri davvero necessari sono quelli che nascono da esperienze profonde e da domande essenziali; se i libri più belli sono quelli che offrono percorsi originali, risposte non scontate, scorci di vita da penetrare, allora questo volume sarà per molti una vera sorpresa. Abbinando la lunga militanza nell'aiuto psicologico a coppie e singoli a una forte capacità comunicativa che si esprime in maniera debordante nella predicazione e nell'annuncio evangelico, don Cristiano Marcucci offre al lettore ben più di un semplice accompagnamento, ma una vera possibilità di esperienza personale. Alle pagine, ricche di narrazione, di commento al testo biblico e di attualizzazione, si accompagnano infatti immagini, esercizi per l'approfondimento personale e un'ulteriore esperienza visuale e di ascolto, possibile grazie alle nuove tecnologie: il lettore avrà così la possibilità di accedere a link che permetteranno di "incontrare" l'autore e di sperimentare un modo originale di relazionarsi a lui e alla sua "forza comunicativa".
Dedicare la vita ad "imparare ad amare" non è affare secondario o riservato a pochi: è un dolce compito che mette in gioco il senso di tutta l'esistenza. Di certo, la parabola della vita di coppia fa toccare con mano che si tratta di un'arte da apprendere. Gli entusiasmi giovanili possono far pensare che si tratti di una dotazione naturale o istintiva. Ma un autentico cammino di amore chiede passi di apprendimento: nel dono di sé, nell'attesa dell'altro, nel perdono... a volte possono essere persino dolorosi o, come per Gesù, "crocifiggenti", ma sempre preziosi se fatti per amore. Quando cade l'aspettativa giovanile che l'amore "venga" come sentimento spontaneo dal cuore è semplicemente svanita una illusione. Niente più. La strada per amare allora si apre davanti, come un percorso da seguire passo passo. In questo la Parola di Gesù non solo ci regala il suo stesso amore: ci prende per mano, per condurci alle vette dell'amore.
«Questo è un libro essenziale: ci mette in guardia contro ogni pretesa di crescere “fuori dal terreno”, come se non avessimo radici, come se non fossimo stati generati nel corso di una lunga storia che non ha ancora finito di partorirci» (Marion Muller-Colard).
Una lettera d’amore ai nostri “fratelli maggiori”. Un libro che, con passione e umiltà, riconosce il debito dei cristiani verso Israele: una eredità positiva, gioiosa, da condividere.
Descrizione
«Credo alle radici ebraiche perché credo che Gesù di Nazaret sia la realizzazione di un’attesa espressa da generazioni di credenti», spiega con calore il biblista Antoine Nouis. «E se Gesù non è il frutto di questa attesa, tutto il Nuovo Testamento è menzogna».
Questo agile libro ci invita così a ritrovare le nostre profonde radici ebraiche, in maniera tale da farci riscoprire tutta l’importanza del Primo Testamento (non chiamiamolo “Antico”, che evoca qualcosa di desueto), autentico fondamento dei vangeli. Ancora di più: la conoscenza della tradizione ebraica, del Talmud e del pensiero rabbinico ci fa entrare in una formidabile eredità che viene a nutrire il nostro pensiero e la nostra umanità, tanto quanto a dare spessore alla nostra fede.
«Ho scritto questo libro per condividere una convinzione: la prima parte delle nostre Bibbie non rientra tanto in ciò che è “antico”, perciò desueto, quanto in ciò che è “primo”, dunque fondamentale».
In queste riflessioni spirituali sui racconti di passione l'arcivescovo di Firenze scandisce le varie tappe dei racconti di passione inserendo in filigrana al testo evangelico il contributo dell'esegesi storico-critica. In questa trama appaiono spunti essenziali di taglio teologico e spirituale, perché quelle pagine sono destinate a proporre significati che coinvolgono il lettore provocando una sua scelta esistenziale. Gli scritti evangelici sono un «grande codice» della nostra cultura occidentale. Senza di essi sarebbe indecifrabile un'immensa porzione delle opere artistiche letterarie, musicali. Per questo conoscere quelle pagine è necessario anche a chi ha lasciato alle spalle la sua matrice cristiana.
Le pagine seguenti si propongono come un florilegio delle risposte date nei primi decenni del cristianesimo alla domanda su chi è Gesù. È un recupero del linguaggio proprio delle prime comunità che, essendo esse stesse diversificate, hanno pensato e parlato di Gesù in modi differenziati. Ci si propone di cogliere sul nascere, dal vivo, l'autentico pensiero sulla identità di quell'«ebreo morto troppo presto» (Nietzsche), espresso dai primi credenti. «Il secolare patrimonio culturale del pensiero e dell'arte dimostra che sono stati davvero molti i pensatori e gli artisti, per non dire dei santi, ad aver tratto ispirazione dalla figura e dalla vicenda di Gesù di Nazaret, «che non è improprio definire tra le più dense di pathos e di logos mai offerte dalla storia». Vale perciò la pena scandagliare i suoi lineamenti sulla base dei testi più antichi che lo riguardano e ne rivelano una stimolante pluralità di volti». (Romano Penna)