«Per comprendere la Lettera agli Ebrei l'analisi retorica si rivela un metodo particolarmente adatto, perché questa "lettera" è in realtà un discorso, una magnifica omelia, composta per essere pronunciata davanti a un'assemblea cristiana dei tempi apostolici» (dall'Introduzione). Di formazione giudaico-ellenistica, l'autore di Ebrei si muove su diversi registri: ai procedimenti della retorica biblica egli associa, in misura variabile, quelli nettamente distinti della retorica greco-latina.
A firma di uno dei più autorevoli studiosi della Lettera, il volume presenta un'accurata analisi, sviluppata in tre momenti: la presentazione del testo in una propria traduzione e in una trascrizione strutturata; la collocazione della pericope esaminata nel più ampio contesto biblico; l'interpretazione tematica e teologica della pericope. L'insieme del testo strutturato è riproposto in modo integrale nell'Appendice.
Sommario
Introduzione. 1. Grandi linee della composizione. 2. Esordio (1,1-4). I. Il "nome" di Cristo: cristologia generale (1,5-2,18). 3. Il Nome divino di Cristo (1,5-14). 4. Prima esortazione (2,5-16). 5. Il Nome umano di Cristo (2,5-18). II. Cristo è sommo sacerdote degno di fede e misericordioso: cristologia sacerdotale, tratti generali (3,1-5,10). 6. Sommo sacerdote degno di fede (3,1-6). 7. Messa in guardia contro la mancanza di fede (3,7-4,14). 8. Sommo sacerdote misericordioso (5,1-10). III. Cristo è il perfetto sommo sacerdote: cristologia sacerdotale, tratti specifici (5,11-10,39). 9. Introduzione esortativa (5,11-6,20). 10. Un sacerdozio di natura diversa (7,1-28). 11. Critica del culto antico e della prima alleanza (8,1-9,28). 12. Un sacrificio di natura nuova e una prima alleanza (9,11-28). 13. L'unico sacrificio efficace (10,1-18). 14. Conclusione esortativa (10,19-39). IV. L'unione a Cristo sommo sacerdote per mezzo della fede e della perseveranza (11,1-12,13). 15. La fede degli antenati (11,1-40). 16. La perseveranza necessaria (12,1-13). V. Appello a una condotta retta nella ricerca della santità e della pace (11,1-12,13). 17. Ricerca della santificazione (12,14-29). 18. La pace con tutti (13,1-6). 19. Esigenze della situazione dei cristiani (13,7-18). 20. Augurio conclusivo (13,20-21). 21. Biglietto di accompagnamento (13,22-25). Conclusione. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
ALBERT VANHOYE, nato nel 1923 a Hazebrouck (Francia), è entrato nel 1941 nella Compagnia di Gesù. Licenziato in lettere alla Sorbona, in filosofia e teologia negli scolasticati del suo ordine e dottore in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico di Roma, con una tesi su La struttura letteraria dell'Epistola agli Ebrei, ha insegnato esegesi biblica a Chantilly (Francia) e poi, dal 1963 al 1998, esegesi e teologia del Nuovo Testamento all'Istituto Biblico, di cui è stato anche rettore. Membro della Pontificia Commissione Biblica dal 1984 al 2001, ne è stato segretario dal 1990 al 2001. È presidente onorario della Società internazionale per lo studio della Retorica Biblica e Semitica. Nel 2006 è stato creato cardinale dal papa Benedetto XVI.
Gli studi riuniti in questo volume riguardano soprattutto i Vangeli sinottici (nn. 1-7), il Quarto Vangelo (nn. 4 e 8), le lettere paoline (nn. 9-12) e la Prima lettera di Pietro (n. 13); ma si estendono all’esegesi patristica (nn. 4, 16, 17, 18), alla teologia biblica (n. 15) e alla metodologia esegetica (n. 19).
"Lo studio dei tre testi 'strategici', fondamentali nello sviluppo di questa Lettera pastorale (Tt 1,1-4; 2,11-14; 3,3-7), rappresenta un'illustrazione ben ragionata degli interessi soteriologici ed escatologici che sottostanno allo scritto. L'autrice mostra che il dinamismo della fede cristiana è compreso tra la grazia dell'incarnazione e la gloria della vita eterna. Questo dinamismo diviene esso stesso epifania divina sotto forma di un'etica "estetica", contrassegnata dalle belle opere, espressione di uno stile di vita che custodisce l'insegnamento apostolico, testimonia ai lontani l'appartenenza alla compagine ecclesiale, e li attrae verso il Signore".
Cesare Marcheselli-Casale, nato a Venezia-Mestre nel 1941, dal 1984 è professore ordinario di esegesi del NT presso la Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale. Autore di numerosi volumi e di diverse pubblicazioni scientifiche, è inoltre membro della Society for New Testament Studies (SNTS). Nella sua attività di ricerca s'interessa al mondo giudaico ellenistico e palestinese, alla documentazione di Qumran, ai rapporti tra esegesi e archeologia e tra Bibbia e psicologia del profondo.
Il libro
Le Lettere Pastorali raccontano, ma potremmo anche dire: Paolo, Timoteo e Tito si raccontano. Il presente volume costituisce infatti una monografia che si inoltra nelle due Lettere a Timoteo e nella Lettera a Tito, di tarda tradizione paolina, onde carpirne storia (Parte prima) e messaggio (Parte terza). La crescente attenzione al profilo letterario dei tre testi rivela il metodo e gli approcci necessari a sondarli e comprenderli. Disposizione retorica e strutturale, tesi, tema e temi (Parte seconda) spingono a considerare le tre lettere come un corpo unico, inviato a chiese e pastori rappresentativi della vitalità ecclesiale nell'ampia conca del Mediterraneo: Efeso e Creta; Timoteo e Tito, all'insegna di un'evoluzione sempre bisognosa di un ritorno alle origini. Copioso il frutto cristiano ed ecclesiale sul finire del I sec. d.C: mentre istituzione e carisma si promuovono reciprocamente in un dialogo rispettoso, l'assemblea protocristiana rivela una permanente dinamica di autocomprensione (self-identification); questa poi avviene nella celebrazione liturgica nella quale prende profilo un enorme potenziale socio-ecclesiale.
Il neo del dissenso e il dinamismo del «deposito» contribuiscono a consolidare quel profilo: ansia ecumenica e interreligiosa. Frammenti innici propri di ogni lettera, colonne portanti del messaggio, sono l'espressione di una spiritualità che indica nella Parola di Dio, nella Pasqua, nel Battesimo e nella comunione ecclesiale il terreno su cui essa si articola e sviluppa. Ne nasce e fiorisce un'etica della maturità nella fede, sempre in tensione verso il meglio; prende corpo un progetto pastorale, sempre ancorato alla concretezza ecclesiale.
Dati tematicamente ordinati, a servizio dell'omiletica, della catechesi e di confronti impegnati con la Parola di Dio anche nella forma di Lectio Divina, intendono rispondere a un bisogno ecclesiale crescente nel nostro tempo. La traduzione integrale delle Pastorali in disposizione tematica apre il lavoro: il racconto delle Lettere Pastorali continua.
La lettera ai Galati è il manifesto del cristianesimo nascente. Paolo si oppone ai primi tentativi di svuotare il vangelo e farcirlo di leggi, norme e decreti. La croce di Gesù rivela una novità assoluta: Dio è tutto amore e l’unica legge per l’uomo è la libertà di amare come è amato. Saltano le barriere religiose e culturali, sociali e di genere: «Non c’è giudeo né greco, non c’è schiavo né libero, non c’è maschio e femmina» (Gal 3,28). È tolta ogni divisione: siamo tutti figli dello stesso Padre, fratelli che si accolgono nella loro diversità. La chiesa è sempre tentata, ovviamente a fin di bene, di sostituire il vangelo con la legge. Questa lettera è un accorato appello per non «cadere fuori dalla grazia» (Gal 5,4).
La Lettera ai Filippesi è l’ultima lettera autoriale di Paolo. Essa è indirizzata, in contesto di prigionia, a una comunità che attraversa fasi di persecuzione nel clima politico-religioso avverso. Il registro argomentativo esplicito e implicito che attraversa la lettera è quello della mimesi, intesa come riproduzione che ripresenta e rappresenta il vangelo di Cristo. Il valutare con discernimento l’unica realtà che conta (l’annunziare Cristo, l’umiltà e l’obbedienza e la tensione verso la chiamata superiore di Dio in Cristo) dinamizza l’alterità irriducibile di Cristo e l’assimilazione del modo di vivere e di pensare dei credenti in lui.
Paolo dimostra di assumere le tipologie diffuse nell’ambiente (il morire come guadagno, le metafore della libagione e dello sport agonistico, l’iniziazione misterica) per reinterpretarle nell’orizzonte del rapporto con Cristo.Per la prima volta nel NuovoTestamento a Gesù Cristo Signore è attribuito il titolo di «salvatore».
In diversi tratti la traduzione è originale (cfr. il phronein con il valutare e non con il sentire o il pensare; essere conformi nel presente e non nel futuro al corpo glorioso di Cristo).
Antonio Pitta, presbitero, è ordinario di NuovoTestamento presso la Pontificia Università Lateranense, membro della New Testament Society e docente invitato presso la Pontifica Facoltà Teologica di Napoli, dell’Emilia Romagna e Pugliese. Ha pubblicato i commentari esegetici alla Lettera ai Galati (Bologna, 20093), alla Lettera ai Romani (Milano 2001, 20093) e alla 2Corinzi (Roma 2006). Inoltre, ricordiamo: Sinossi paolina (Cinisello Balsamo [MI] 1994), Il paradosso della croce (Casale Monferrato [AL] 1998) e Paolo, la Scrittura e la Legge (Bologna 2008). Con Paoline, dopo il grande commentario alla Lettera ai Romani. Nuova versione, introduzione e commento (2001, 20093), ha pubblicato Trasformati da Cristo (Milano 2005, 20093); Per me il vivere è Cristo (Milano 2009). Collabora con diverse riviste specialistiche, fra cui Biblica, Estudios Biblicos e Rivista Biblica Italiana. I commentari e i saggi pubblicati lo collocano fra i maggiori esperti delle lettere autoriali di Paolo.
«Paolo ha davvero molto da dire e da dare alla nostra Chiesa di oggi e a ciascuno di noi. Nel suo cuore non alberga alcun compromesso con ciò che non è evangelico. La minoranza non sarà un problema, quando sarà una vita filiale e fraterna a scorrere nelle vene dei discepoli di Cristo» (dalla Prefazione).
I vari capitoli del volume costituiscono quasi una piccola biografia spirituale di Paolo. Lo sviluppo parte dal suo incontro infuocato col Cristo nell'evento di Damasco, dove egli viene afferrato, conquistato dalla grazia originale. E prosegue per complessivi quattordici temi, densi di rimandi intrabiblici, che accompagnano a capire come Paolo non sia una lettura, ma piuttosto un'avventura, una corsa personale e comunitaria verso l'abbraccio dell'Amato. L'intento dell'autore è quello di rendere tale cammino più facile e appassionato.
Sommario
Prefazione. I PARTE. 1. La «conversione» di san Paolo. Il dono e il donatore. 2. Paolo, l'«impugnato» dalla grazia originale. 3. Tutto io faccio per il vangelo. Al largo nel cuore. 4. Il mistero pasquale di Cristo. La fecondità a cent'anni. 5. Lo Spirito del Figlio. Il grido di liberazione. 6. Il ministero della nuova alleanza. Il profumo e l'inchiostro. 7. I carismi nella Chiesa, tra identità e profezia. Amabilità e parola salda. 8. Cristo e lo Spirito. Fra radici, rami e frutti. 9. La gioia pasquale dell'Apostolo. 10. Chi ci separerà dall'amore di Cristo? L'ardente aspettativa, nel cuore del peggio, fra le doglie del parto. II PARTE. TESTI DA MEDITARE. «Afferrati» da Cristo (Fil 3,3-14). «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,14-6,2). Cristo ci ha liberati per la libertà! (Gal 5,1.13-26). «Chi ci separerà dall'amore di Cristo?» (Rm 8,28-39). Nota bibliografica.
Note sull'autore
ROBERTO MELA è sacerdote dehoniano; per decenni ha insegnato sacra Scrittura e lingue bibliche allo Studio teologico S. Antonio di Bologna, ora affiliato alla Facoltà Teologica dell'Emilia-Romagna; è segretario di Rivista Biblica e docente di ebraico allo STAT e al CSSR di Trento.
Commento esauriente, opera di teologi diversi, delle lettere minori di Paolo, ciascuna presentata in una nuova traduzione e preceduta da introduzione. Nel commento alla lettera ai Galati - di W. Beyer e P. Althaus - si toccano punti fondamentali della teologia paolina, al centro della quale vi è la conversione. H. Conzelmann mostra come la lettera agli Efesini e quella ai Colossesi siano strettamente collegate fra loro, la prima avendo come tema centrale la riflessione sulla chiesa, la seconda la lotta contro la gnosi. G. Friedrich commenta le lettere ai Filippesi e a Filemone, mentre A. Oepke si dedica alle due epistole ai Tessalonicesi. I vari commenti si distinguono anche per una serie di brevi excursus particolarmente stimolanti (ad esempio sull'attesa della parusia, l'Anticristo, l'escatologia e gli inizi dell'organizzazione ecclesiastica).
Il volume presenta l'analisi letteraria e l'analisi retorica della Lettera agli Efesini. La grammatica e la sintassi della Lettera non si discostano molto dallo stile delle lettere paoline, mentre il contenuto è basato su una teologia trinitaria, con al centro la cristologia, e su una parentesi epidittica, che cerca di mostrare la coerenza tra il vivere quotidiano e la professione della propria fede.
Come esito della ricerca emerge che "pur nella diversità dovuta a circostanze diverse, al Lettera mostra non solo affinità con il pensiero paolino, ma che in essa si può leggere il pensiero autentico dell'apostolo". Si può notare come il cuore di Paolo vibri nell'esortare a "vivere in maniera degna della vocazione a cui si è chiamati", espressione che trova il suo fondamento nella propositio: "per grazia infatti siete stati salvati".
L'Autrice fa l'esegesi dello scritto di Paolo per rispondere agli interrogativi che esso pone e offrirli ai lettori con maestria e semplicità.
Per approfondire i rapporti tra antropologia e cristologia è particolarmente indicata la Lettera agli Ebrei, perché essa ripropone esplicitamente la domanda: «Che cosa è l’uomo?» (Eb 2,6), in un contesto cristologico e mostra come Cristo si sia fatto in tutto simile ai suoi fratelli umani, in modo da portare la natura umana al suo perfetto compimento, aprendo così a tutti gli esseri umani una via di salvezza definitiva. In questo scritto vengono esaminati questi testi illuminanti.
Il card. Albert Vanhoye, gesuita francese, dottore in scienza biblica, è professore emerito di esegesi del Nuovo Testamento al Pontificio Istituto Biblico di Roma, dove ha insegnato sin dal 1963. È stato a lungo membro della Pontificia Commissione Biblica (1984-2001) e ne ha diretto i lavori dal 1990 al 2001. Ha pubblicato numerosi articoli e libri di esegesi scientifica, nonché di spiritualità. Nelle edizioni dell’Apostolato della Preghiera ha pubblicato: Le letture bibliche delle domeniche (3 voll. – anni A, B, C –, 2003, 2004, 2005); Mistero di Cristo e vita del cristiano (2004); Vivere nella nuova alleanza (2a ed., 1966); Messa, vita offerta (2007); Accogliere l’amore che viene da Dio (2008); e nel 2009 una serie di opuscoli: Gesù modello di preghiera; La preghiera di Gesù nella Lettera agli Ebrei; Il mistero del Natale; La spiritualità sacerdotale dell’Eucaristia; Il cuore sacerdotale di Gesù; Voi siete corpo di Cristo.