
Negli anni di passaggio tra il XIX e XX secolo ci troviamo in Sicilia di fronte ad una realtà cattolica molto ricca, anche se complessa e articolata, che ha favorito il crescere e l'affermarsi di un movimento vivace, battagliero, ricco di fermenti, di istanze di impegno culturale e sociale, movimento animato da una eccezionale vitalità estranea allora ad altre regioni del Mezzogiorno. Le pagine di Mochi restituiscono all'attenzione degli studiosi del movimento cattolico una figura di grande peso e spessore politico e culturale, offrendo uno spaccato dei problemi sociali, delle questioni legate all'agricoltura e allo sviluppo economico dell'isola, delle lotte contadine e delle battaglie municipaliste e regionaliste. Mangano, che ha pagato con la solitudine e la povertà la ferma intransigenza morale e democratica di fronte al nascente fascismo, ha intrattenuto con Giuseppe Toniolo una ricca e feconda corrispondenza - prevalentemente inedita - che il volume riporta in appendice.
Il volume, che è frutto della mostra tenuta nell'Abbazia di Praglia ha un preciso scopo didattico: illustrare come l'esistenza dell'Ebreo, dall'antichità fino ad oggi, è regolata e ritmata da alcuni essenziali punti di riferimento: la Bibbia, fonte ispiratrice della visione del mondo e del vivere quotidiano, le feste del calendario religioso, le tappe più importanti della vita personale e familiare. Di qui i tre settori in cui si è articolata la mostra, che ha voluto inoltre mettere sotto gli occhi di tutti il fatto che la comunità ebraica, organizzata intorno a quei punti fondamentali, è una realtà viva che viene da tempi lontani e si proietta verso il futuro animata da una grande speranza. Il titolo del volume "Midor Ledor", mutuato da un'espressione molto frequente nella Bibbia ebraica (Antico Testamento), intende mettere in rilievo la permanenza e la trasmissione di questo patrimonio vitale, che travalica le singole generazioni e attraversa la storia.
Per evangelizzare l'Africa, il Cardinale Lavigerie ha fondato i Missionari d'Africa, conosciuti più comunemente come "Padri Bianchi" a causa del vestito bianco, così simile al costume degli Arabi dell'Africa del Nord. Il libro ci fa conoscere la grande figura del Lavigerie e ci introduce al suo spirito missionario.