
La prima biografia di uno dei padri della storia delle religioni in Italia tra fine '800 e inizi '900. Con un importante epistolario per la prima volta pubblicato che getta luce sulla nascita delle scienze delle religioni in Italia, tra ebraismo e cristianesimo.
La Kabbalah - che in ebraico vuoi dire "ricezione" - è il complesso delle dottrine esoteriche e mistiche dell'ebraismo. Essa mira a creare un contatto più diretto e più intimo col divino, reso possibile attraverso un disvelamento che segue molteplici vie: dall'analisi delle Sacre Scritture, la Torah, per scoprire il significato recondito e profondo delle narrazioni in essa contenute, fino alle pratiche di elevazione estatica volte ad avvicinare la presenza divina. La Kabbalah, che ha avuto in molo determinante nello sviluppo delle concezioni del messianismo e della redenzione nella storia del pensiero religioso ebraico, ha lasciato un imponente corpus letterario che, da poco più di mezzo secolo, è stato riscoperto ed è oggetto di edizioni critiche rigorose. Scopo di questo volume è esporre in modo semplice e accessiblle i capisaldi del pensiero kabbalistico nella sua evoluzione storica, mettendone in luce le molteplici interazioni con il pensiero religioso, filosofico e scientifico europeo.
Siamo di fronte ad un "nuovo" antisemitismo? Alle antiche rappresentazioni dell'ebreo e ai radicati pregiudizi si sovrappone oggi la paura di forze oscure veicolate dalla globalizzazione. L'antisemitismo attuale, in sincronia con la recrudescenza del conflitto fra israeliani e palestinesi, rischia inoltre di amalgamarsi con l'antisionismo e di assorbire nuovi elementi nel quadro delle società rese multiculturali a seguito dell'immigrazione. Alla luce di questi processi, il volume propone alcune linee guida per insegnanti e educatori, allo scopo di combattere il pregiudizio antisemita e di formulare un'educazione alla cittadinanza attiva e consapevole.
In un lungo colloquio con Alain Elkann, Elio Toaff, la massima carica rabbinica italiana, cerca di sciogliere gli equivoci e le incomprensioni che ancora circondano l'identità ebraica, per insegnare che solo la conoscenza e il dialogo reciproco fra le culture possono sconfiggere il razzismo e ogni altra forma di discriminazione e violenza. Il volume è proposto in una nuova edizione.
Il volume presenta un vero e proprio "forum" in cui cattolici ed ebrei - da Echevarria a Toaff, da Spreafico a Meghnagi - rispondono a precise domande sulle questioni più scottanti nel rapporto tra ebrei e cristiani. Dal ruolo di Pio XII alla figura di Giovanni Paolo II, al conflitto israelo-palestinese, ai rigurgiti di antisemitismo...
Rashi (1040-1105), acronimo di Rabbi Sholomon ben Ytschaq, è il commentatore ebreo per eccellenza e il più influente della Bibbia e del Talmud. Quasi nove secoli dopo la sua morte, ancora oggi, i suoi commenti e i suoi scritti sono punto di riferimento del giudaismo. L'autore delinea la figura di questo grande maestro, collocandolo nella sua epoca storica e nel contesto in cui visse. La stessa tradizione cristiana, attraverso i maestri di San Vittore Ugo, Andrea e Riccardo -, Nicola da Lira e Lutero, attingerà alla sua opera.
Il volume raccoglie gli interventi dell’autrice ai Colloqui ebraico-cristiani di Montegiove. Il lettore che immaginasse tuttavia di trovarvi dei contribuiti costruiti secondo lo schema «gli ebrei sostengono... i cristiani invece...» resterebbe deluso. Ciascuna conferenza presenta, infatti, una riflessione intensa e singolarmente personale di un’anima profondamente ebrea, ma aperta al cristianesimo. Tale apertura al cristianesimo, conosciuto dall’autrice grazie sia a letture proprie sia alla partecipazione ai Colloqui e momenti di dialogo, nonché attraverso la sua personale attenzione alle molte espressioni della tradizione cristiana in Italia, non funge da “concessione all’avversario”, ma provvede a un possibile innesto del suo pensiero in quello cattolico.
I temi affrontati riguardano il concetto di Dio, il senso della vita, l’affermarsi della sofferenza, l’esistenza di Israele e la sua collocazione nella storia. Il titolo – Verso l’Uno – costituisce il filo conduttore, ritorna nei vari commenti ed è inteso come tensione di Dio e della storia verso l’unità e la dignità.
Per motivi diversi, le argomentazioni proposte, talora ardite, possono suscitare dibattito e anche sollevare perplessità, da parte sia ebraica che cristiana. Affrontano comunque tematiche di fondamentale importanza e insieme testimoniano la ricchezza spirituale e la profondità di fede dell’autrice.
Sommario
Presentazione (p. P. Grech osa). Introduzione. 1. Il sogno del giardino di Eden. 2. La lotta di Giacobbe con l’angelo. 3. La notte del Getsèmani. 4. La simbolica del fuoco. 5. Francesco d’Assisi: uomo di fede. 6. Lo Spirito fra eternità e tempo. 7. L’ebraismo nel mondo di oggi.
Note sull'autrice
Mirjam Viterbi Ben Horin è nata da famiglia ebraica padovana. Si è laureata in medicina e specializzata in neurologia e psichiatria all’Università di Roma. Psicoanalista junghiana, si è interessata in modo particolare allo studio dell’inconscio collettivo ebraico. Vive a Gerusalemme e a Roma. Impegnata nel dialogo ebraico-cristiano, è stata apprezzata interlocutrice dei Colloqui di Montegiove, animati da don Benedetto Calati, e delle sessioni del Segretariato attività ecumeniche (SAE). La sua precedente raccolta di riflessioni sul tema si intitola Il sogno di Giacobbe, Borla, Roma 1988.
«Il Santuario sconosciuto» descrive l’affascinante itinerario di un giovane cattolico all’interno dell’ebraismo. A diciassette anni Aimé decide di entrare nella Sinagoga di Lione durante la preghiera di Neylah con la quale si conclude lo Yom Kippur; lo spettacolo è così forte e affascinante che tutta le vita di Aimé ne sarebbe stata trasformata. La “conversione” di Aimé Pallière (1868-1949) non è consistita nell’abbandono di una religione per abbracciarne un’altra, ma in un radicale cambiamento del suo essere cristiano nei confronti d’Israele: la scoperta del Santuario sconosciuto.Da discepolo di Rav Elia Benamozegh (1823-1900), egli non ha dato inizio al moderno Noachismo, ma ha con grande coraggio ricercato un nuovo rapporto con il popolo la cui Alleanza non è mai stata revocata.
Crocevia fra Oriente e Occidente, Israele è uno Stato giovane con una storia millenaria alle spalle e un compito universale per il futuro: la costruzione della pace. Democrazia priva di una costituzione, affascinante mix di antico e moderno, le sue istituzioni si reggono sul patto su cui sin dai tempi biblici si fonda la convivenza della collettività ebraica. Due i piani su cui si pongono i contraenti: quello fra gli uomini e quello fra l'Onnipotente e gli uomini. La tensione fra terra e cielo, immutata da secoli mentre il mondo vive un'attesa gravida di incognite, fa di Israele il teatro delle contraddizioni irrisolte del nostro tempo e lo investe di una speciale responsabilità . La pace non deve in ogni caso apparire utopistica: essa è patrimonio intrinseco di un'etica millenaria trasmessa agli ebrei, della quale essi devono essere continuatori, poiché alla loro storia è da sempre strettamente legato il compimento dei disegni di Dio sul mondo. (pp.176)
Quando sul finire del Duecento il rabbino spagnolo Bahya ben Aser compose il suo "Commento alla Torah", egli interpretò la Scrittura attraverso un sistema a più livelli, capace di utilizzare le "vie" esegetiche classiche della tradizione rabbinica, di abbracciare la "via dell'intelletto" (il discorso esegetico della scienza e della filosofia) e di aprire, al culmine della lettura, la "via della qabbalah": il discorso esegetico della tradizione esoterica, relativo ai "segreti della Torah", trasmesso dalle diverse scuole dei cabalisti. Tale carattere inclusivo e divulgativo fu senza dubbio uno dei motivi della popolarità che il testo riscosse nel mondo ebraico (e non solo); ed è ciò che rende tuttora estremamente interessante la sua disamina.
L'autrice ha raccolto le parole di Liliana Segre con intensità di partecipazione. In questo libro, presentato dal cardinale Carlo Maria Martini, compare in filigrana la follia del nazismo, ma al centro ci sono sempre il coraggio e la fede nella vita che questa protagonista della Shoah ha coltivato e difeso. Proprio sessant'anni fa, il 27 gennaio 1945, Auschwitz veniva liberato dai russi e scoperto dal mondo intero: in occasione della Giornata della memoria, rievocare l'evento attraverso l'esperienza di una donna di pace può significare anche riflettere sul presente.
Il fenomeno dei matrimoni misti è al centro di un vivace dibattito nella società ebraica contemporanea: mentre per febraismo più conservatore rappresentano una vera e propria minaccia perché significherebbero la rinuncia a 3500 anni di storia e tradizione, ebraismo riformato si interroga sull' opportunità di celebrarli per preservare nella nuova famiglia educazione ebraica. Ma come è nata fostilità degli ebrei nei confronti di tali unioni? Prendendo in esame i libri biblici composti dopo esilio e in particolare quelli di Esdra e Neemia, Francesco Bianchi avvia uno studio storico-biblico sul tema. Dopo aver delineato in una breve introduzione alcuni aspetti generali del matrimonio nelle culture del vicino Oriente e nell'Israele antico, analizza tutti i passi relativi ai matrimoni misti e quelli che alludono alla sfuggente «donna straniera». In questo modo Autore evidenzia le ragioni e il contesto storico che permettono di comprendere origine di questa polemica e il significato che ha assunto nel corso dei secoli.