
L'opera principale di un maestro della spiritualità medievale
Come rivela il titolo stesso in due delle sue redazioni, l’opera principale di Giovanni di Fécamp appartiene al genere letterario della Confessio, di cui sono un illustre antecedente le "Confessioni di sant’Agostino", nelle quali non si trattava tanto di rivelare le proprie colpe, quanto invece di «confessare Dio» lodandolo e rendendogli grazie. Giovanni fuori dal contesto autobiografico si propone di confessare i misteri stessi della rivelazione, abbandonandosi a lunghe contemplazioni ammirative, celebrando la trascendenza di Dio, la mediazione di Cristo, rendendo grazie alla bontà e alla «soavità» del Creatore-Salvatore, esprimendo il suo ardente desiderio di visione anche con le «lacrime». La maggiore originalità dell’opera di Giovanni è rappresentata dal celebrare la trasformazione interiore che Cristo opera nell’anima che gli si abbandona. Il Signore non solo perdona, ma guarisce; non solo è un esempio, ma anche un aiuto che conferisce purezza al cuore e pacificazione a tutto l’essere. È nell’umanità di Cristo che Giovanni di Fécamp contempla la bellezza di Dio. Ci sono in questo cristocentrismo accenti che già annunciano san Bernardo. Tali elevazioni, che a partire da Cristo inseriscono nel mistero stesso di Dio, tradiscono nel loro autore e vogliono favorire nel lettore un’autentica esperienza mistica, fondata sulla lettura e la meditazione della Scrittura e sfociante nel silenzio dell’adorazione. L’intensità e la sincerità di questo fervore giustificano il successo delle orazioni ricavate dagli scritti di Giovanni di Fécamp, il quale, sotto diversi nomi, fu probabilmente con san Bernardo uno degli autori più letti prima dell’Imitazione di Cristo. A queste qualità dell’ispirazione si aggiungono quelle dello stile, che senza essere fragoroso rivela tratti poetici per le sue immagini e per l’armonia della sua discreta musicalità.
Il volume si articola in due parti: la prima, elaborata da Bruno Maggioni, affronta il “come” e il “perché” della preghiera nella Bibbia, accompagnando il lettore nel “luogo” per eccellenza della relazione tra uomo e Dio: lo Spirito Santo; la seconda, a firma di padre Raniero Cantalamessa, ci porta a diretto contatto con lo Spirito che grida in noi Abbà, dando voce alla preghiera più autentica, in quanto espressione del nostro essere “figli nel Figlio”.
Raniero Cantalamessa, francescano cappuccino, si è laureato in teologia a Friburgo (Svizzera) e in lettere classiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove è rimasto come docente di Storia delle origini cristiane e Direttore del Dipartimento di Scienze Religiose. Dal 1975 al 1981 è stato membro della Commissione Teologica Internazionale e dal 1980 è Predicatore della Casa Pontificia.Auto- re di diversi libri, presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Il soffio dello Spirito (19982); Gesù Cristo il Santo di Dio (19994); Pasqua. Un passaggio a ciò che non passa (2005); La fede che vince il mondo. L’annuncio di Cristo nel mondo d’oggi (2006); Le beatitudini evangeliche. Otto gradini verso la felicità (20082).
Bruno Maggioni, sacerdote della diocesi di Como, è docente di Esegesi del Nuovo Testa- mento presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, e di Introduzione alla teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.Autore di numerose pubblicazioni e studi biblici, è un testimone appassionato del rapporto tra la Parola di Dio e la vita, sempre attento all’uomo contemporaneo e alle sue domande. Nella presente collana ha pubblicato L’umanità della Bibbia. Le liete notizie della Scrittura (2008); Un Dio fedele alla storia. L’esperienza spirituale nella Bibbia (2009).
La preghiera, "gesto d'amore", porta alla luce la radice dell'essere insieme come famiglia, quello "stare insieme grazie a una volontà che ci ha pensati, a un amore che ci ha intrecciati e ci tiene uniti". È perciò importante la preghiera in famiglia, difenderla dalla fretta e dai mille impegni e renderla "una presenza costante", "un filo nel tessuto di quella tela che è la nostra giornata". Quali preghiere fare in famiglia e con i figli? E quando i figli adolescenti non ne vogliono sapere, come si devono comportare i genitori? Come pregare quando si attraversa una difficoltà?
Una guida con esercizi pratici e proposte di preghiere per aiutare coppie e famiglie a fare della preghiera un'esperienza di vita e un cammino da percorrere giorno dopo giorno.
Nel corso degli ultimi decenni numerosi studi sono stati dedicati alla devozione domestica, intesa come insieme di pratiche, oggetti, spazi attraverso i quali i fedeli sperimentavano una religiosità intima e personale, vissuta entro i confini privati delle proprie dimore. Questo volume si pone in continuità con le ricerche pubblicate finora, e tuttavia amplia la prospettiva d'indagine verso contesti geografici o cronologici in precedenza trascurati, o in direzione di prodotti artistici generalmente negletti, come maioliche di piccole dimensioni, oppure oggetti di più comune uso liturgico come i reliquiari. I protagonisti delle vicende qui indagate compongono un mosaico che rispecchia l'intero tessuto sociale dell'epoca, spaziando da famiglie di nobile stirpe come i Carraresi e i Pallavicino, a ricchi borghesi come Enrico Scrovegni, a personaggi di più umile origine; numerose figure femminili, committenti, fruitrici, proprietarie di opere, emergono inoltre dall'oscurità, come devote ferventi e come responsabili dell'educazione religiosa dei figli.
«Vegliate e pregate», ci esorta Gesù. «Pregate ininterrottamente», precisa Paolo. Pregare è fondamentale. Ma quanto è difficile trovare il tempo per pregare e rimanere perseveranti nella preghiera. Come trovare il tempo per la preghiera? Come pregare? Questo libro, nato dalla pratica, propone un metodo semplice per rispondere a queste due domande cruciali. L'intento non è di fornire un trattato teorico, bensì una griglia per accompagnare la preghiera quotidiana. Il fine non è quello di dire preghiere, ma di vivere la preghiera continua. In altri termini, aspirare a vivere l'esperienza di san Francesco, di cui dice il Celano: «Francesco non pregava, Francesco era diventato preghiera».
Sussidio per il mese di ottobre da sempre dedicato alla devozione mariana. Ogni mistero del Rosario è legato ad una basilica o a un luogo santo della Terra Santa, viene enunciato e illustrato attraverso l'ascolto del corrispondente brano del Vangelo e la trasposizione del luogo in cui si è compiuta l'azione. Un nuovo modo di esprimere la devozione a Maria con un continuo richiamo letterario e visivo ai luoghi dove ha trascorso la sua vita terrena.
Il Rosario, preghiera tra le più antiche e popolari, è presentato in maniera nuova e originale. Queste pagine introducono nella contemplazione dei misteri di Gesù, riletti alla luce del Vangelo. Alle quattro serie di misteri se ne aggiunge una quinta, che contempla i «misteri della resurrezione» come vissuti dai protagonisti evangelici. In compagnia di Maria il Rosario, vissuto con il Vangelo in mano, diventa una mappa sicura per il cammino d'ogni giorno.
Il Rosario è un piccolo compendio del Vangelo, una specie di storia della vita, dei patimenti, dei trionfi di Gesù Cristo e di Maria Sua Madre, al fine di imprimere nella mente dei fedeli le verità del cristianesimo.
Ciascuno dei quattro misteri che lo compongono (Gaudiosi, Gloriosi, Dolorosi e Luminosi) parrebbe avere una singolare relazione con i quattro Arcangeli Maggiori della tradizione cattolica, ovvero S. Michele, S. Gabriele, S. Raffaele, e seppur privo di una devozione specifica, S. Uriele. Essi possono quindi essere associati ai Misteri del Rosario per accompagnarci nella preghiera.
Carmine Alvino (Avellino, 1978) è avvocato, specializzato in bioetica e deontologia professionale, in diritto dell’internet e delle tecnologie informatiche. Da anni porta avanti uno studio intenso sui Sette Arcangeli, cui ha dedicato diverse pubblicazioni.
Una lettura orante del Padre Nostro, attraverso due itinerari avvincenti per la loro forza interiore e per l'apertura del cuore che producono. Il Padre Nostro cessa di essere una semplice formula di preghiera e diventa il gemito dello Spirito in noi, la chiave di lettura dell'intera vicenda umana alla luce della volontà di Dio.
Sul filo della testimonianza resa dalle Scritture sante alla Madre di Gesù, Aristide Serra ha pensato di trarre alcune riflessioni che aiutino a ripensare il “Padre nostro” con sensibilità mariana.
Il volumetto, per tutti, oltre che essere un utile sussidio per approfondire sotto l’aspetto biblico-teologico il “Padre nostro” e la figura della Madonna,
si presta anche per le meditazioni nell’Anno della Fede e, in particolare, nel mese di maggio.
L'autore
Aristide Serra, dell’Ordine dei Servi di Santa Maria, è Professore ordinario di Sacra Scrittura alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum (Roma). Ha approfondito la figura di Maria dal punto di vista biblico, scrutando in modo particolare le sue radici giudaiche. La sua interpretazione dei testi giovannei (Maria a Cana e sul Golgota) alla luce della letteratura targumica è stata salutata come innovativa. Tra le sue opere ricordiamo: E c’era la Madre di Gesù... (Gv 2,1). Saggi di esegesi biblico-mariana (1978- 1988), (Edizioni Cens - Marianum, 1989); Nato da donna (Gal 4,4). Ricerche bibliche su Maria di Nazaret (1989-1992), (Cens - Marianum, 1992); Le nozze di Cana (Gv 2,1-12). Incidenze cristologico-mariane del primo segno di Gesù (Messaggero, 2009).