
Medico a servizio della natura. Come reagiremo se lo vedessimo scritto sul biglietto da visita del nostro medico di fiducia? Il volume, attraverso le analisi testuali, semantiche e sistematiche dei diversi autori, affronta la problematica della cura e le sue interrelazioni cosmo-antropologiche e metafisico-teologiche. Prendendo come interlocutore privilegiato san Tommaso d'Aquino, la riflessione di sviluppa su un asse di costruttivo confronto con l'oggi, in ossequio allo stile della collana che coniuga Medioevo e contemporaneità.
La sentenza sulla memoria e la reminiscenza di Aristotele.
Il passato tradotto ed interpretato - "ogni traduzione è un'interpretazione" - con gli occhi del presente, un testo che nasce come raccolta di scritti sì appassionati, in quanto generati in occasione della controversia monofisita e dunque fortemente coinvolgenti per il loro autore, ma ben sostenuti da solide argomentazioni sia di carattere teologico che filosofico. L'insieme degli Opuscoli, che copre un periodo di tempo che va dai primi anni trenta del VII secolo fino a dopo il Sinodo Lateranense del 649, viene proposto dal curatore con grande neutralità e come punto di partenza stimolante per una riflessione approfondita su tematiche anche contemporanee.
Il libro raccoglie 365 pensieri tratti dalle opere di san Francesco di Sales e volutamente lasciati in ordine sparso in modo che di tanto in tanto ritornino i temi principali della spiritualità "salesiana": l'importanza dei sacramenti dell'Eucaristia e della Confessione, la centralità dell'amore di Dio; l'attenzione alla vita quotidiana vivificata dalle virtù della pazienza, dell'umiltà, della dolcezza; la devozione alla Vergine Madre del Salvatore; la volontà di Dio come faro che illumina e orienta tutta la vita... Queste pagine, utili alla meditazione di tutti, invitano ad andare alla "fonte", a quelle opere del santo Vescovo di Ginevra da cui sono state tratte.
Con questo titolo, prosegue la raccolta antologica tratta dall'opera Le Lettere di Caterina da Siena, che raccoglie l'epistolario della santa, pubblicato integralmente da Paoline Editoriale Libri. In questo secondo volume sono raccolte le 57 lettere inviate da Caterina alle autorità politiche, civili e militari. Caterina vive gli ultimi trent'anni della cosiddetta cattività avignonese (1308-1377); tutte le lettere, in particolare quelle alle autorità politiche, fanno riferimento alla condizione del papato in terra avignonese e contengono inviti pressanti a riconoscere la legittimità del papa Urbano VI e ad abbandonare l'antipapa Clemente VII, ma contengono anche indicazioni di vita per esercitare correttamente il ruolo di governo. Caterina scrive ad alcune tra le massime autorità del suo tempo: al duca Luigi d'Angiò e suo fratello Carlo, re di Francia; a Carlo di Durazzo, re di Puglia e di Napoli; a Ludovico re d'Ungheria e sua madre Elisabetta; a Giovanna regina di Napoli. Anche alle autorità militari e civili Caterina indirizza lo stesso invito a riconoscere il papa legittimo, sottolineando la loro responsabilità nei confronti delle città che dalla loro autorità dipendono. Queste lettere presentano gli elementi della visione politica di Caterina: governo come servizio a Dio e alla società; potere e ricchezza come doni prestati da Dio a beneficio di tutti; necessità di governare e disciplinare se stessi per poter esercitare l'autorità.
Il titolo Stromati (lett. tappezzerie) dice la struttura dell'opera: una miscellanea che raccoglie argomenti diversi. Il filo rosso che li attraversa è il rapporto tra filosofia e Rivelazione; la vera gnosi, per Clemente, è la contemplazione mistica che non deve mai essere separata dalla pratica della giustizia. Muovendosi ininterrottamente tra Bibbia, filosofia, letteratura e storia umana, Clemente compie l'audace tentativo di insediare il cristianesimo nel cuore stesso della cultura e della pratica di vita del mondo antico, indicandolo come una forza di rinnovamento, intellettuale ed etico, capace di trascendere ogni confine di classe, di censo e di genere per guidare ciascun uomo e ciascuna donna sul cammino che conduce alla piena conoscenza (gnosis) del fine ultimo dell'uomo: la contemplazione di Dio nell'amore. Per Clemente non si tratta di rivestire esteriormente il cristianesimo di elementi tratti da una entità fondamentalmente estranea, la cultura greca, ma di comprendere in unità l'esperienza greca, quella ebraica e quella cristiana: concepire la teologia e l'etica cristiana come il sistema della vera filosofia, in cui culmina tutta la storia della rivelazione divina attraverso il Logos. Una comprensione urgente tanto ai tempi di Clemente quanto ai nostri.
Scritti tra il 386 e il 395, i "Dialoghi" sono il frutto principale dell'otium filosofico a cui Agostino si era dedicato subito dopo la conversione. Meno conosciuti dei grandi capolavori della maturità, essi in realtà basterebbero da soli ad assicurargli un posto di rilievo nella storia del pensiero occidentale. Agostino, che vi figura quasi sempre come protagonista, indaga e discute temi quali la conoscibilità della verità, l'essenza della vita felice, l'origine del male, la natura dell'anima e la funzione del linguaggio. Convinto che il dialogo fatto di domande e risposte sia il modo migliore di cercare la verità, egli guida interlocutori e lettori a scoprirla dentro di sé, dove essa risiede.
Il pensiero, e in generale la cultura postmoderna, dopo la crisi delle ideologie e delle loro pretese di uniformare gli uomini, le società e le culture, hanno ridestato, rivalutandone il senso, l’attenzione verso la “differenza”. In stretto rapporto con la nuova sensibilità che ne è emersa, si ripresenta la domanda sulle possibilità e sulle modalità di un discorso religioso. Concretamente, ci si interroga sul rapporto tra linguaggio su Dio e logos metafisico. Il pensiero di Heidegger sulla differenza ontologica e su Dio determina uno dei momenti salienti del dibattito contemporaneo su tali argomenti. Tommaso d’Aquino, nonostante la distanza temporale, si dimostra un interlocutore proficuo nell’attuale contesto culturale. Un confronto, attraverso questi due autori, sul rapporto tra pensiero della differenza e apertura a Dio potrebbe rivelarsi particolarmente illuminante per addentrarsi in tematiche di indubbia rilevanza teoretica ed esistenziale. Presentazione di Emmanuele Morandi
Il nostro mondo ha fame di sapienza. Di una sapienza profonda, interiore, che parli un linguaggio antropologico-esistenziale, capace di essere udito dal nostro cuore. L'agile, ma denso e gustoso libro di Sabino Chialà sulla vita spirituale nei Padri del deserto ci offre un prezioso frammento di questa sapienza. Antica e per questo nuova. Scoperta da uomini che hanno fatto del deserto non una fuga mundi, ma il luogo centrale della loro lotta contro tutto ciò che ostacolava il loro rapporto con Dio, con se stessi, con gli altri. Il deserto, allora, svestito da ogni accezione romantico-estetizzante ed inteso come icone di quello spazio interiore, che ogni uomo trova dentro di sé, quando viaggia dentro il suo cuore, scoprendo profondità mai intese, sconosciute, luoghi di nuova consapevolezza di sé e delle proprie relazioni vitali. Questa sapienza, proprio perché connotata cristianamente, non smette mai di essere antropologica e di parlare, quindi, a tutti. Oggi più che mai.
Un'introduzione al pensiero di Quinto Settimio Florente Tertulliano, primo, e certamente tra i più grandi, fra gli autori latini cristiani a noi pervenuti. L'Autore ha studiato all'Università di Pisa, presso la quale sta svolgendo il dottorato di ricerca in Filologia e Letteratura greca e latina. Il volume si rivolge principalmente a studenti e docenti di Letteratura cristiana antica.