
Questi Atti del 5° Incontro sull'Oriente Cristiano di tradizione siriaca, oltre a offrire uno studio su una preziosa raccolta del fondo siriaco della Biblioteca Ambrosiana, sviluppano nuclei tematici coerenti della storia delle Chiese sire, mettendo a fuoco due aspetti specifici della vicenda della Chiesa Siro-orientale tra VI e VIII secolo: un primo momento delinea il contesto cristologico e lo sfondo storico-ecclesiale del periodo, mentre un secondo momento, dedicato a significative figure di Padri della Chiesa, configura una tematica assai coesa, la mistica siro-orientale. Gli Atti costituiscono dunque l'occasione di un primo accostamento a questa corrente di pensiero religioso, che è tra le più stimolanti e profonde della tradizione siriaca.
Le sezioni della Summa Theologica di Tommaso dedicate al tema della felicità. Con testo latino a fronte.
La grande novità di san Giovanni della Croce è l'elevazione dell'esperienza personale come base di partenza per il fine esistenziale di ogni creatura: l'unione con Dio. Nulla di più concreto e universalmente possibile nonostante sia stato definito soltanto un mistico! Lo studio si offre come strumento e provocazione per chi desidera affrontare la dottrina del Santo partendo dalla sua concreta ed attenta definizione di uomo, continuamente combattuto tra la ricerca e il desiderio di Dio ed il suo rifiuto.
Un’antologia che raccoglie lettere indirizzate ai sacerdoti dalla Beata Elisabetta della Trinità (1880-1906) e da santa Teresa di Gesù Bambino (1873-1897).
Entrambe queste giovani carmelitane, votate al silenzio e al nascondimento nei loro monasteri di Francia, ebbero l’occasione di trasmettere a venerabili sacerdoti e vescovi la loro esperienza spirituale manifestando l’entusiasmo e la meraviglia provati davanti ai misteri della fede.
A questi messaggi si sono voluti aggiungere altri significativi testi di autori di ieri e di oggi per comprendere il sacerdozio nella Chiesa.
Che cos’è l’orazione e come farla? Questo l’interrogativo che si pone Tomás Álvarez.
La preghiera è il tema centrale del messaggio di Santa Teresa d’Avila. Fu anche il perno della sua esperienza, la storia del suo dramma personale e lo strato più largo e più profondo della sua interiorità. La Santa se ne servì per spiegare a se stessa il mistero della vita cristiana e per esporlo alle sue figlie e ai suoi lettori. Questo da solo basterebbe a giustificare l’attualità del suo insegnamento. Oggi si parla molto del tema della preghiera. Si sollecita dal teologo una risposta radicale: che cosa è la preghiera cristiana, come attuarla, come immetterla nella vita. L’attualità della lezione teresiana non consiste solo nel fatto che le sue parole sono giunte fino a noi vive, con un senso per il nostro spirito, capaci di afferrarci e di comprometterci, ma anche nella sua affinità con la nostra tematica con la nostra crisi di orazione.
Risultato delle lezioni della Cattedra Cardinal Mercier, tenute da Gilson all'Università di Lovanio nel 1952, Le metamorfosi della città di Dio è un brillante excursus del concetto di "città di Dio" da Agostino a Comte, passando attraverso Ruggero Bacone, Dante, Cusano, Campanella, l'abate di Saint-Pierre, Leibniz. Il filo rosso è la trasformazione del concetto agostiniano di civitas Dei nella Cristianità medievale, e , successivamente, nella società universale degli uomini che sta al centro del pensiero moderno. La metamorfosi è il risultato della secolarizzazione dell'ideale originario. L'ultima sua forma è l'Occidente europeo, la cui costruzione ideale, come si ricava da molti passi del volume, è, tra approvazione e riserve, il vero tema del testo di Gilson.
Nell'Opera, redatta da Agostino prima dell'iniziazione cristiana, sono esplorate complesse questioni di natura escatologica e antropologica che sono state affrontate dal vescovo d'Ippona in una prospettiva che si distanzia in modo significativo da quella di ascendenza neoplatonica e stoicoaristotelica.
"Secondo la testimonianza di Filone Alessandrino, gli antichi monaci erano in effetti dei terapeuti. Il loro ruolo, prima di condurre all'illuminazione, era di guarire la natura, di metterla nelle migliori condizioni per poter ricevere la grazia, poiché la grazia non contraddice la natura, ma la reintegra e la completa. È quello che appunto fa Evagrio, indagando con estrema meticolosità i meccanismi che sottendono ai processi mentali e le cause remote dei nostri pensieri, emozioni e atteggiamenti di vita. A partire dalla loro rigorosa indagine, suggerisce i rimedi opportuni, così da pervenire a quella libertà interiore che è presupposto alla pace del cuore e all'intima comunione con Dio" (Dalla Prefazione di Andrea Schnöller).
Questo libro è un invito allo stupendo banchetto della fede, in cui la mensa è ricolma di delizie e da cui nessuno può andarsene affamato: bellissima occasione offerta al pubblico italiano, assetato spiritualmente, di partecipare con gioia al banchetto e gustare la ricchezza della misericordia. Questo libro ci rivelerà pure lo spazio infinito della preghiera, che è l'unico modo con il quale l'uomo si unisce alla sorgente della vita, Dio, l'unico in grado di aiutare la nostra crescita spirituale, di completare il nostro essere, di farci diventare come Lui: increati e immortali per grazia. "Nessuno lamenti la povertà, perché è apparso il nostro comune Regno; nessuno si rattristi per le cadute, perché il perdono è scaturito dal sepolcro; nessuno abbia paura della morte, perché la morte del Salvatore ci ha liberati".
"Se l'inizio della fede è opera del Signore, sant'Agostino descrive anche come si rimane in questo inizio. Qui le parole chiave sono quelle contenute nel sottotitolo: seguire e rimanere in attesa. E la figura che le rappresenta è Giovanni, il discepolo più amato. Giovanni rappresenta chi attende di essere amato, e rimane per grazia e non per sforzo in questa attesa. In lui appare evidente che "se non si è prima amati (cf. 1 Gv 4, 19) non si può né amare né seguire" (p. 171). In lui si rinnova in ogni istante l'attesa dei gesti del Signore, l'attesa di quei nuovi inizi nei quali la libertà aderisce alla grazia "per il piacere da cui è attratta" (p. 372)".
Pensatore vigoroso, insigne filosofo, teologo, mistico, poeta e pastore, Agostino ha esercitato una profonda e duratura influenza nella Civiltà occidentale e nell'umanità e continua ad affascinare intere generazioni di lettori. Così il suo cammino umano - il suo vagare lontano dalla fede cattolica ed il ritorno nella Chiesa con la conversione ed il battesimo - è paradigmatico per ogni uomo alla ricerca di Dio. Cormio propone in cento pagine frasi e pensieri tra i più belli e significativi di Agostino con l'invito a rileggere le opere del vescovo di Ippona e ad avviare un confronto personale con l'esperienza umana e spirituale di chi ha raggiunto i vertici della sapienza.

