
La partenza decisa di quest'opera di Anselmo suscita subito il desiderio di capire la libertà dell'uomo. Il libero arbitrio è dono della creazione di Dio alla volontà dell'uomo, facoltà della libera scelta nelle azioni che essa compie. Ma, attenzione, Dio ha anche dato all'uomo la ragione per illuminare la volontà nelle sue scelte. Dio non concede un dono equivoco di fare o il bene o il male, ma un dono di assoluta solidità. Il libero arbitrio è dato da Dio perché la volontà, illuminata dalla ragione, scelga sempre e solo il bene e mai il male. Il Bene è Dio stesso, il male è il contro-Dio. Così l'uomo non ha la libertà? No! La libertà vera è quella che conduce in alto verso il Bene, mentre la libertà che sceglie il male va sempre più in basso, verso dove? Verso il nulla. Si raccomanda lo studio della volontà su cui tanto insiste Anselmo. Egli, seguendo le orme di Agostino, rileva nell'uomo la presenza della volontà buona.In Appendice A: La pedagogia di Anselmo.In Appendice B: Testo latino dell'edizione critica di Dom Franciscus Salesius Schmitt, OSB.
Un`indagine originale e appassionante sul fascino del buon ladrone nella tradizione francescana, un viaggio inedito nel paradiso promesso, per riscoprire una figura di speranza e redenzione. Il libro ha come obiettivo di metterci sulle tracce del buon ladrone nella tradizione francescana. Come ha fatto notare Guillermo Spirito, appassionato iniziatore di tale ricerca, sembra che, sino ad oggi, nessuno abbia tentato un lavoro simile. Il tentativo è quello di capire se il buon ladrone ha esercitato un fascino significativo sui figli di san Francesco e in che modo questo fascino sia stato tramandato da una generazione all’altra di frati nel periodo che prenderemo in esame.
Speriamo così di poter gustare qualche scorcio di quel paradiso promesso al buon ladrone!
AUTORI
G.A. SPIRITO, frate Minore Conventuale, docente di teologia e autore di diversi studi e saggi.M. SAVIOLI, frate Minore, attualmente impegnato nella comunità francescana di Nizza.
Il volume affronta la nozione di "caso" negli scritti di San Tommaso.Il primo capitolo è dedicato allo studio del lessico e delle fonti di Tommaso: classiche e cristiane.Il secondo capitolo, più tecnico, affronta sistematicamente le ricorrenze nelle opere di alcuni nuclei tematici legati al caso, quali la fortuna, l'accidentalità, il male, il fato, la provvidenza. Emerge una struttura complessa in cui il caso, sebbene non sia l'oggetto principale di alcuna opera, ricorre in contesti diversi in quanto causa per accidens, contraddistinta dalla rarità: ha un ruolo nella fisica e nella cosmologia, nella metafisica e nella morale; nella teologia filosofica e nella Sacra Dottrina.Il terzo capitolo infine affronta la possibilità di una scienza del caso secondo Tommaso, mettendo in evidenza l'attualità dello sguardo olistico tommasiano.La conclusione evidenzia l'immagine dell'incontro imprevisto come la migliore esemplificazione di cosa sia il caso.
Il volume offre la traduzione commentata del Sulle eresie e della Disputa tra un saraceno e un cristiano, opere attribuite a Giovanni Damasceno e tra le prime fonti cristiane a trattare dell'islam. Il Sulle eresie presenta cento eresie, dalle origini del mondo fino agli "ismaeliti" di Muhammad; la Disputa, invece, mette in scena un dibattito teologico ed esegetico tra un cristiano e un musulmano. Testimone dei cambiamenti sociopolitici del VII-VIII secolo, il Damasceno esplora figure, credenze e pratiche comuni tra i gruppi religiosi, illuminando le prime interazioni tra cristianesimo e islam.
Basilio ci viene incontro innanzitutto come credente, invitandoci ad accogliere dalle sue mani quel tesoro che, una volta scoperto, egli non ha più abbandonato: le sante Scritture, che per lui hanno costituito la "regola" cui sempre ha cercato di conformarsi ... Suo desiderio è conformarsi, fin nelle parole, alle Scritture, e cercare lì i tratti e le espressioni della fede che ha insegnato e difeso con i suoi scritti. È questa assiduità con la Scrittura che lo ha reso "maestro di vita cristiana". I contributi raccolti in questo volume presentano gli Atti del XXX Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa e approfondiscono la vita di un grande padre "ecumenico", Basilio il Grande, arcivescovo di Cesarea in Cappadocia (330-379), una delle figure più importanti della storia del cristianesimo, che si colloca al centro di quel periodo creativo che va da Costantino al concilio di Calcedonia e il cui vissuto e insegnamento sono ancora molto attuali per i cristiani di oggi.
La recente ricerca sul Gesù storico si è affacciata da tempo sul mondo patristico, riversando sulle fonti cristiane dei primi secoli l'indagine del The parting of the Ways. Della separazione, cioè, tra l'identità cristiana e quella giudaica, sorte nel medesimo periodo. Lo studio parte da un'analisi critica del linguaggio etnico di Giustino, per confrontarsi sui diversi modi - ermeneutiche - con cui la critica internazionale ha inteso interpretare il pensiero dello stesso. L'intreccio del dato teologico, con la riflessione etnica, politica e filosofica rende il filosofo di Sichem uno degli autori più poliedrici del primo cristianesimo. E per questo tra i più difficili da interpretare. Allo stesso tempo la sua collocazione nel cuore del II secolo lo restituisce tra i testimoni più significativi per indagare sui rapporti tra mondo cristiano e giudaico. Il lavoro tenta di individuare i criteri più corretti per interpretare il pensiero di questo autore, provando a dialogare con le tante - e tanto divergenti - interpretazioni dello stesso, e delle prime fasi di formazione dell'identità cristiana.
Accanto a testi come Il mistero del Natale e La preghiera della Chiesa, che si possono considerare già dei classici, questo primo volume degli Scritti spirituali di Edith Stein, a cui farà seguito un secondo, raccoglie ritratti agiografici di figure care alla pietà popolare tedesca e non solo (santa Elisabetta d'Ungheria - o di Turingia) e dense pagine sulla storia e sulla spiritualità del Carmelo. Sono poi inediti in italiano i testi raccolti nelle sezioni Recensioni e Necrologi, che offrono spunti interessanti anche per la biografia dell'autrice, e una testimonianza di una sua perdurante sensibilità filosofica. Non si può che ripetere, a proposito di questi Scritti, l'augurio fatto da suor Teresa Benedetta della Croce a proposito delle opere di Teresa di Gesù: possano essi «andare nelle mani del maggior numero possibile di persone, e accendere in molti cuori il fuoco dell'amore di Dio».
Le lettere, le conferenze e i documenti relativi alle sue opere costituiscono la testimonianza del generarsi del carisma vincenziano della carità. Il piano dell’opera prevede la pubblicazione nella traduzione italiana dei 12 volumi dell’opera omnia pubblicata negli anni 1920-1921 da Pierre Coste.
L’Enchiridion Theologicum Lullianum è una raccolta di 150 testi che si pone come una summa del pensiero teologico e filosofico di Raimondo Lullo, forma italianizzata di Ramon Llull (1232-1316). La ricerca scientifica su Raimondo Lullo ha reso possibile l’identificazione della predicazione agli infedeli non solo come un proposito determinante della sua attività, ma anche come una condizione epistemologica del pensiero che lo caratterizza e che lo porta a una riflessione teologica sistematica e comprensiva, plurale e diversificata, originale e disseminata in numerose opere. Questi sono alcuni dei tratti che permettono di definire lo stile distintivo della peculiare teologia di Raimondo Lullo nel complesso della teologia del Medioevo, situandolo a fianco ai grandi teologi cristiani suoi contemporanei: Bonaventura da Bagnoregio (1221-1274) e Tommaso d’Aquino (1225-1274). A quelle finalità Lullo adegua tanto il linguaggio quanto il genere letterario e la forma stilistica. La selezione dei testi è stata realizzata da Jordi Gayà i Estelrich che, per seguire in maniera esaustiva l’evoluzione di ogni tematica, ha proceduto con puntuali riferimenti incrociati ai numerosi scritti di Lullo e privilegiato opere di diversi generi letterari per presentare uno stesso tema. I testi sono riprodotti nella lingua originale (latino o catalano) con la traduzione in italiano a fronte, curata da Simone Sari e da Letizia Staccioli, specialisti riconosciuti dell’opera dell’Autore. Il contatto diretto con le fonti permetterà al lettore di conoscere l’autentico pensiero teologico di Raimondo Lullo, una delle figure più emblematiche della storia della cultura catalana e europea.
CURATORE
Jordi Gayà Estelrich (Sant Joan, Mallorca 1948) è un sacerdote e un ricercatore su Ramon Llull. È professore di Teologia del Centre d’Estudis Teològics di Mallorca. Ha conseguito il dottorato in Teologia presso l’Università di Friburgo nel 1975. È stato il primo segretario dell’Institut d’Estudis Baleàrics. Ha realizzato diverse edizioni critiche e importanti studi dell’opera di Ramon Llull.
Il sapere secondo Heidegger ha il compito di indagare il fondamento stesso dell'essere dell'ente alla ricerca di quella differenza originaria, di quella apertura all'interno della quale l'ente stesso si da. Per Heidegger quando Dio viene fatto oggetto del pensiero lo fa non per una qualche necessità religiosa ma per risolvere, già a partire da Aristotele, una questione prettamente filosofica. Il Dio di cui si occupa la metafisica è il Dio come principio primo. che è causa di sé e dell' intero ente, anche quando di esso ne parlano autori come Bonaventura, che pure a a differenza di Aristotele sono consapevoli del carattere non solamente filosofico di Dio. Il Dio della metafisica è, quindi, secondo Heidegger un Dio ontoteo-logico, in quanto si presenta come il fondamento ultimo della conoscenza, dimenticando l'apertura originaria nella differenza ontologica che rende possibile questa stessa entità. Per tornare oggi, dopo Nietzsche e Heidegger, a parlare di Dio bisogna superare questa impasse ontoteologica e aprire lo spazio alla differenza originaria dell'essere, a quell'abisso an -archico che da essere, proprio perché non è l'essere, riscoprendo quella povertà assoluta d'essere di cui da sempre Bonaventura e la tradizione francescana sono i maestri indiscussi.
Pur costretti dalla loro stessa immagine pubblica a una postura di asciutta razionalità, per tutto il corso dell'età moderna i monaci benedettini cassinesi si mostrarono profondamente fiduciosi non solo nella possibilità dei miracoli, ma anche nella capacità, posseduta da speciali oggetti, di favorirne il verificarsi. Ma quanto era radicata la credenza che taluni oggetti giocassero un ruolo primario nel provocare eventi prodigiosi? La presente ricerca prende in considerazione questo peculiare aspetto dell'esperienza religiosa maturata nella più grande formazione monastica dell'età moderna: la Congregazione benedettina cassinese.
Con la sua nomina a "Dottore della Chiesa" papa Francesco ha richiamato l'attenzione sul pensiero di Ireneo di Lione. La riscoperta di una linea portante della sua teologia, ossia l'approccio sistematico alla creazione, permette al lettore moderno di gustare l'inaspettata fecondità dei suoi scritti. Il libro si divide in due saggi: un'introduzione alla sua "teologia della creazione", in chiave di teologia dogmatica e alla sua "teologia dalla creazione", in chiave teologico-fondamentale. Nel primo si espone l'azione del Dio Uni-Trino nei confronti della creazione, e quindi la vocazione salvifica di questa; nel secondo, in direzione contraria, si segue Ireneo nel partire dall'esperienza della creazione e della sua storia di salvezza come via per entrare nel mistero di Dio.

