
Edith Stein (1891 - 1942): una delle menti più burlanti e multiformi del panorama filosofico del primo Novecento, una vicenda personale affascinante e complessa.
La donna condensa in otto saggi l'originale punto di vista della nota fenomenologia sulla condizione femminile e sulla missione della donna nella società: tesi rivoluzionarie per l'epoca in cui erano enunciate, che mostrano una profonda conoscenza del ruolo della donna nel mondo e fanno emergere una figura a tutto tondo di filosofa, psicologa, educatrice.
In quest'opera Agostino addita al catechista designato il caso di un candidato che vuole entrare nella cerchia dei cristiani, indicandogli il da farsi
Un testo di grande attualita su un grande valore che va sottratto alla banalita dell'utile e dell'egoismo per essere riproposto alla nostra societa.
La «Piccola Biblioteca Agostiniana» (PBA) offre ai lettori testi italiani (opuscoli o pagine antologiche) della «Nuova Biblioteca Agostiniana» (NBA) corredati di ampie ed esaurienti introduzioni, su argomenti di particolare interesse. Dopo la conversione - e la lettura dell' Ortensio di Cicerone -, Agostino affronta nelle pagine de I Soliloqui due grandi temi: Dio e l'animo umano, la verità trascendente e l'interiorità razionale dell'uomo. Unico, invece, è il suo anelito: la preghiera di lode e di ringraziamento; e la caratteristica più profonda del pregare sta nel desiderio che dispone l'interiorità dell'animo all'ascolto di Dio, il bene da chiedere nella preghiera è di superare il proprio essere per comprendere il Sommo Bene, la vita vera.
L'opera può essere divisa in tre grandi parti: la prima espone i motivi e i modi dell'amore dell'uomo per Dio; nella seconda parte sono descritti i quattro gradi dell'amore (l'uomo ama se stesso per se stesso; l'uomo ama Dio, ma ancora per sé; Dio è amato per se stesso; l'uomo non ama più se stesso se non per Dio. La terza parte è costituita dalla lettera sulla carità ai fratelli della Certosa, in cui si esamina la legge dell'amore come legge universale di ogni essere, Dio compreso.
Dal pellegrinaggio dei giovani preti della Diocesi di Milano a Digione nasce il presente volume, incentrato sulla figura della beata Elisabetta della Trinità. L’esperienza mistica di Elisabetta si fonda sul desiderio e sulla ricerca che Cristo abiti in lei, come in una nuova incarnazione: fisica in Maria, spirituale in lei; esperienza che avviene per mezzo della fede, «un faccia a faccia nelle tenebre». Marco Bove, nell’Introduzione, nota come l’esempio di Elisabetta ci ricordi «quanto sia decisivo per noi oggi “fare spazio a Dio” nella nostra vita, lasciarlo abitare in noi».
Elisabetta della Trinità
Elisabetta Catez (1880-1906), entrò nel Carmelo di Digione prendendo il nome di Elisabetta della Trinità. La sua esperienza di fede fu caratterizzata da momenti di grande fervore alternati a periodi di estrema aridità. Nei suoi scritti tenne un resoconto della sua articolata situazione spirituale e per questo la sua riflessione si apre decisamente a quanti oggi lottano nella personale ricerca di Dio. Fu beatificata da Giovanni Paolo II nel 1984.
Interventi di:
Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano
Frére John di Taizé, biblista membro della comunità ecumenica di Taizè
Roberto Fornara e Fausto Lincio, carmelitani scalzi
Marco Bove, responsabile ISMI
Numerosi sono gli studi sui Padri - gli abba - del deserto, mentre i racconti della Chiesa delle origini menzionano spesso, anche se brevemente, donne che vivono nel deserto - le amma. Donne straordinarie che scelsero la vita solitaria nel deserto, nelle città, o all'interno, o accanto a comunità monastiche. La loro storia, i loro scritti, gli aforismi sono spesso andati perduti o sono a noi sconosciuti. L'autrice - monaca benedettina - dopo una lunga e approfondita ricerca, ne ha raccolto le tracce in questo libro recuperando, oltre a una parte importante della letteratura monastica, la saggezza di queste madri che rischiava di andare perduta. Il libro è completato da un calendario delle feste delle sante.
Un libro su Teresa di Lisieux e la sua spiritualita.
Tra i tanti testi su fr. Charles de Foucauld, questo si caratterizza per essere stato pensato e scritto da una piccola sorella di Gesù con l’intento di presentare questo “fratello universale” a partire dai suoi scritti – in particolare dalla corrispondenza, anche la meno nota – e dalla comune ricerca di radicalità evangelica. Pagine di profonda spiritualità e di disarmante semplicità dalle quali emerge tutto il fascino di un testimone di Cristo che non lascia nessuno indifferente perché con la propria vita di nascondimento è capace ancora oggi di ricondurre alla persona di Gesù e all’Evangelo chiunque si accosti alla sua appassionante vicenda umana e cristiana. In “Appendice” un’ulteriore antologia di testi di fr. Charles completa il ritratto di colui che ha passato la vita a cercare di imitare Gesù, perché “l’imitazione è inseparabile dall’amore”.
Il volume, con testo originale in latino e traduzione a fronte, e ricco di note esplicative che rendono l'opera quasi una edizione critica del De Viduis, con una veste grafica rinnovata. Il de viduis" di sant'ambrog io e`un'opera di grande attua lita soprattutto per alcuni argomenti trattati. Nella nostra societa come in quella in cui e`stato scritto questo saggio, l'eros ha una grande import anza e viene presentato ossessivamente come una realta suprema e quasi non regolamentabile. Questa concezione della sfera sessuale porta ad un disfacimento della famiglia e a una diffusa immoralita. L'amore co niugale e la sua piu`grande espressione, il matrimonio, sono cosi`portati nella sfera dell'insignificanza e della relat ivita rispetto all'eros. Il p ensiero di ambrogio in tal senso risulta molto utile e provvidenziale. Ambrogio, attraverso un'analisi della vedovanza subordina la sfera sessuale al matrimonio e la esalta come una delle maggiori espressioni dell'amore coniugale. A il volume accoglie un a corposa introduzione di 27 pagine di sua eminenza il cardinale giacome biffi, arcivescovo di bologna. "
Un profilo a 360 gradi di santa Faustina Kowalska: la sua biografia, la sua mistica, la sua spiritualita, la sua teologia, il suo strettissimo rapporto con Gesu misericordioso.
Le “Virtù” costituiscono una compilazione di materiali d’origine diversa concernenti una delle figure più venerate e più popolari del deserto egiziano, Macario il Grande. Secondo la tradizione copta il deserto nel quale Macario si ritirò a vivere ricevette il nome di Scete, cioè “bilancia del cuore”, dopo che un angelo discese dal cielo e pesò il cuore di Macario. Le “Virtù” ci parlano di questo monaco dal cuore grande, dilatato, che lasciatosi ammaestrare dalle sofferenze patite, divenne padre spirituale dotato di grande discernimento e di grande misericordia. Di lui si dice che come Dio copre il mondo con la sua protezione, così abba Macario copriva i peccati dei suoi fratelli con la sua dolcezza e la sua bontà. Per tutti aveva una parola di speranza e di incoraggiamento a perseverare nella sequela del Signore mite e umile di cuore, ricominciando ogni giorno il proprio cammino in un abbandono umile e confidente, fiduciosi nel perdono del Signore, resi saldi dall’invocazione incessante del suo nome. Nella comunione dei santi, Macario, l’uomo dal cuore grande, accoglie anche chi si accosta a queste pagine e lo guida con sapienza e amore sulle vie dell’umiltà e della misericordia.