
Agostino, il teologo che fu vescovo di Ippona dal 396 fino alla morte, nel 430, è considerato a buon diritto uno dei pensatori più influenti del mondo occidentale. Fu un capo carismatico colto e potente, che forgiò la storia del suo tempo: molto di quello che per noi è il cristianesimo è il frutto delle sue vittorie e delle sue sconfitte. Figlio del pagano Patrizio e della cristiana e pia Monica, da giovane fu manicheo, ma un viaggio in Italia e l'incontro con Ambrogio a Milano cambiarono radicalmente la sua vita e la sua vocazione: dopo essersi fatto battezzare, tornò in Africa e fondò un monastero. Divenuto vescovo suo malgrado, da quello scranno e da quella piccola città cominciò a delineare una religione nuova, che avrebbe conquistato in pochi anni tutto il Nordafrica romano. Grazie alle Confessioni, l'autobiografia più nota e più letta, ne conosciamo l'interiorità travagliata, la conversione, la lotta contro il peccato. Ma c'è qualcosa di cui Agostino non parla, o che noi siamo poco disposti ad ascoltare? James J. O'Donnell, profondo conoscitore del mondo tardo antico ed esemplare traduttore americano delle Confessioni, disegna un'immagine assolutamente inedita del vescovo d'Ippona e della sua battaglia religiosa e politica per l'affermazione del cristianesimo. Ci mostra come le risposte agli interrogativi che pongono la sua vita e il suo pensiero non riguardino solo l'esistenza di un teologo o di un santo, ma abbiano piuttosto a che fare con le inquietudini e le incertezze di un'epoca in bilico tra la fine dell'impero romano e l'alba delle nuove civiltà barbare che avrebbero presto soppiantato l'antico ordine.
Agostino scrisse moltissimo, sono però soprattutto le sue lettere e i suoi sermoni, alcuni dei quali scoperti di recente, a costituire una miniera di informazioni di prima mano e di grande vivacità sugli eventi di quel tempo e sulla ancora primitiva comunità cristiana. Di questo mondo, in cui si intrecciano istanze religiose e secolari, storie pubbliche e private, O'Donnell ci dà un ritratto nuovo e documentato, con uno stile che talvolta può apparire irriverente e provocatorio ma dietro il quale si cela una ricerca rigorosa che va oltre le biografie tradizionali. Veniamo così a sapere molte delle cose che lo stesso Agostino non confessò: di ricchi che si convertono al cristianesimo per fare carriera, di preti che nascondono i loro piccoli peccati, di generali che conducono con freddo calcolo strategie di geopolitica romano-barbarica.
"Benché gli Agostino siano tanti - lo scrittore, il teologo, il politico, il santo -, questo libro si occupa soprattutto di due di loro, quello che visse e morì molto tempo fa e quello che vive ancora, per essere ogni volta ricreato da noi, l'Agostino famoso per i suoi libri. Raccontare la storia dell'uno senza parlare dell'altro è impossibile."
Pur essendo nato da una vivace polemica antipagana, il "De viris illustribus" di Gerolamo, composto a Betlemme nella primavera del 393, rappresenta il primo tentativo di una biografia letteraria degli scrittori cristiani antichi. Modellata sull'analoga opera di Svetonio, essa comprende centotrentacinque brevi vite di "uomini illustri", greci e latini, che si distinsero in modo particolare negli studi biblici e letterari. Ancor più di Origene, di cui era appassionato estimatore, Gerolamo è uno dei pochi scrittori cristiani ai quali la conoscenza della lingua latina, greca ed ebraica ha permesso di cogliere ed esprimere in modo efficace i vari e complessi aspetti della nuova cultura. Nonostante i limiti e le disuguaglianze delle biografie letterarie, spesso condizionate dalla forte personalità dell'autore, il "De viris illustribus" ha avuto una straordinaria diffusione nel corso dei secoli attraverso un'ampia tradizione manoscritta e un considerevole numero di imitatori. Premessa di Umberto Rapallo.
Antologia di brani tratti dalle opere di Jan van Ruusbroec (1293-1381), massimo esponente della mistica fiamminga. La presente pubblicazione curata da suor Giovanna della Croce raccoglie brani antologici delle opere di Jan van Ruusbroec, una delle figure piu importanti del tardo Medioevo nordico, che ha lasciato un'impronta profonda nella storia della mistica cristiana. I passi qui riprodotti - dopo un'ampia introduzione biografica e dottrinale - sono tratti nell'ordine da: Il regno degli animali, La pietra scintillante, Lo splendore delle nozze spirituali, Le sette clausure, I sette gradini della scala dell'amore spirituale, e, infine, Il libro delle spiegazioni e della verita sublime.
Composta da Clemente Alessandrino durante il suo soggiorno ad Alessandria, l’opera é il primo scritto cristiano dedicato al tema della ricchezza in rapporto al problema della salvezza e della morale cristiana. Prendendo spunto dal brano evangelico del giovane ricco, il trattato affronta il tema che probabilmente aveva spaventato i ricchi signori di Alessandria: "È più facile che un cammello passi nella cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli". Al centro la bontà dei doni di dio ma, nello stesso tempo, la centralità dell’uomo rispetto alle cose.
Clemente Alessandrino (150-215 d.C.), autore cristiano formato alla letteratura classica, fu successore di Paneno nella scuola di Alessandria. È autore del Protettico, degli Stremati e del Quid Dives Salvetur?
Simona Cives, (Roma 1970) è dottore di ricerca in filologia greca e latina. Da tempo collabora con le Edizioni San Paolo per le quali ha pubblicato la traduzione della Didaché.
San Francesco di Sales (1567-1622) è il primo dei grandi maestri della scuola francese di spiritualità. La sua spiritualità si caratterizza per l'aderenza alla vita normale, per gli esempi pratici e facili da capire, per la sensibilità positiva nel leggere le risorse spirituali dentro le situazioni quotidiane. Insomma, la sua è la proposta di una santità nel quotidiano. Esemplare a tal riguardo è la sua prima opera, "Filotea", ossia "Introduzione alla vita devota". Da questo classico è tratta la presente raccolta di testi, accompagnati da brevi introduzioni e proposti seguendo un percorso di crescita, purificazione e maturità che si adatta a tutti.
Un classico della spiritualità nella sua diciannovesima edizione. Il testo è curato da Carlo Carretto, con una prefazione di Divo Barsotti. I racconti", stampati per la prima volta nel 1881, oggi sono divenuti il libro più conosciuto e diffuso della spiritualità russa. Libro strano, senza riscontro, di cui non si sa dire con precisione né dove, né quando fu scritto, né chi lo abbia composto. L'immediatezza del linguaggio parlato, la ricchezza delle scene, l'ingenuità del racconto, la sincerità della testimonianza di un'esperienza rara di vita mistica, fanno di questo libro un unico in tutte le lingue del mondo. "
Nella raccolta antologica Le Beatitudini nel commento dei Padri Latini ritroviamo diversi maestri che con la loro passione e la loro sapienza accompagnano il credente nel tradurre la Parola nella propria vita: Ilario di Poitiers, Ambrogio, Cromazio di Aquileia, Girolamo, Agostino, Cassiano, Leone Magno, Cesario di Arles e Beda il Venerabile. Dopo una introduzione sostanziosa che dà le chiavi di lettura del linguaggio dei Padri e dei loro testi, si entra nella parte antologica tratta dalle loro opere - trattati spirituali, sermoni o commenti ai Vangeli di Matteo e Luca: brani talvolta brevi, ma densi di contenuto. Il testo, come tutti quelli della collana arricchito da indici scritturistico, dei nomi e analitico, è pensato non solo per gli studiosi di patristica e di esegesi biblica ma anche per religiosi e laici che intendano lasciarsi guidare da una riflessione approfondita sulla parola di Dio e "riscoprire" cosa significhi essere cristiani.
Santa Faustina Kowalski della Congregazione della beata Vergine Maria della Misericordia - ricorrenza della festa della Divina Misericordia il 30 marzo è particolarmente legata agli angeli, in particolare al suo angelo custode.
L’autore presenta con la consueta sapienza e profondità la dottrina spirituale di Evagrio Pontico sull’acedia, quel male oscuro che rode e svuota di significato ogni gesto del cristiano. Un “demone” che assale non solo il monaco del deserto, ma ogni uomo che si interroga sul “senso del senso” della vita. Mentre stava stendendo queste pagine, alcuni giovani – ignorando completamente il significato del termine acedia – chiesero all’autore su cosa stesse lavorando. Lette loro alcune parole di Evagrio – monaco e padre spirituale vissuto nel deserto egiziano nel iv secolo – i giovani esclamarono stupiti: “Ma questo è il male del nostro tempo! Cosa si può fare per contrastarlo?”. Questo libro tenta una risposta che parli al cuore di ogni credente per ridargli speranza e fiducia in ciò che attende l’umanità tutta.
Gabriel Bunge, eremita di grande discernimento spirituale, profondo conoscitore di Evagrio e dei padri del deserto, ma soprattutto uomo di intensa preghiera, vive in un eremo nel Canton Ticino. Presso le nostre edizioni ha pubblicato anche Vino dei draghi e pane degli angeli, La paternità spirituale e Vasi di argilla.
Il meglio dello spirito degli umanisti del secolo XVI da parte di uno di quegli intellettuali cristiani, insieme critici e idealisti, che credono nella forza dell'educazione. Questi Colloqui, in forma quasi teatrale, erano destinati a far riflettere, senza annoiare, studenti e un più vasto pubblico.