
Intorno al 416 Agostino compone il "Commento al Vangelo di Giovanni". Frutto non di un lavoro "a tavolino", ma nato nella predicazione liturgica al popolo di Dio, Agostino sceglie non casualmente di commentare il quarto Vangelo. Nella convinzione infatti che il fine dell'esegesi è la carità e che la predicazione è il momento adatto alla dispensazione della parola di Dio, un modo per trasmettere ai fedeli ciò che lo Spirito gli aveva ispirato, tra i quattro Vangeli quello di Giovanni si dimostra per la ricchezza dottrinale e la profondità dei temi spirituali, il più adatto a offrire una parola di Dio ricca ed efficace per la formazione cristiana dei fedeli.
Qual è il contributo della Chiesa antica circa l'interpretazione del messaggio evangelico sull'uso della violenza in ogni sua forma? Il volume propone documenti dei primi tre secoli che registrano posizioni cristiane tendenzialmente negative nei confronti del servizio militare: se i Padri di cultura greca sembrano pronunciarsi "diplomaticamente" sulla questione, i Padri latini oppongono sostanzialmente un aperto diniego alla pratica di militare nell'esercito.
Nel giro di tre secoli, una piccola setta periferica riesce a diffondere e imporre il proprio messaggio, la propria legge, all'interno dell'impero romano. È questa la vicenda, stupefacente e improbabile, della prima diffusione del cristianesimo, che questo volume ricapitola con chiarezza. Dopo aver tratteggiato il contesto religioso in cui sorse, cioè il giudaismo tardo e i vari paganesimi vigenti nel territorio dell'impero romano, il volume descrive l'azione di Gesù e degli apostoli e l'intensa opera di proselitismo che questi iniziarono, la progressiva fissazione della dottrina, l'organizzazione delle comunità, le persecuzioni di cui l'autore mette in luce in particolare l'importanza nel dar forma a un'idea di Chiesa come Chiesa di martiri e dunque a una particolare idea di santità a partire dalla quale si svilupperà un'imponente letteratura agiografica
Il presente volume raccoglie una serie di articoli sulla genesi della civiltà cristiana, scritti da Fabrizio Bisconti, stimato esperto di iconografia cristiana, e apparsi su L'Osservatore Romano tra il 2007 e il 2012. In particolare i contributi qui presentati sono suddivisi in tre capitoli (le storie, i monumenti e le figure) che hanno l'intento di delineare, secondo un'ottica interdisciplinare, le prime forme evolutive della Societas Christiana e delle sue manifestazioni scritte, architettoniche e iconografiche, portando così alla luce i volti e le gesta dei protagonisti dell'Antico e Nuovo testamento, dei Padri della Chiesa, della prima gerarchia ecclesiastica, ma anche i monumenti presenti nei luoghi di culto. Filo conduttore di questa raccolta di articoli è la documentazione iconografica, (di cui il volume offre una valida testimonianza grazie alle numerose immagini a colori) specchio immediato ed eloquente, attraverso il quale l'autore ha fornito uno strumento a tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza dell'origine della civiltà cristiana.
Filosofo neoplatonico, membro dell'élite senatoriale romana, statista e teologo cristiano, Boezio fu una delle figure più eminenti della vita culturale e politica del suo tempo. A lungo ritenuto il primo pensatore medievale, egli è in realtà espressione del mondo tardoantico. Il libro offre un'interpretazione del pensiero di Boezio alla luce del suo retroterra filosofico, politico, religioso e sociale. L'indagine del contesto da cui nacquero le sue opere rivela la specificità del contributo di questo grande intellettuale, che propose una sintesi originale tra Cristianesimo e cultura greco-romana, e l'unicità di un individuo capace di sposare impegno politico e attività filosofica.
Un'approfondita ricerca che interpreta il pensiero di S. Giovanni della Croce attraverso un'accurata analisi delle sue opere, tra cui il dittico Salita-Notte. San Giovanni della Croce diventa sempre piu' autore attuale e autorevole. I campi di interesse nei suoi confronti travalicano il confine della mistica, e perfino quello teologico, per spaziare nell'ecumenismo, nella letteratura, nella psicologia e nell'umanesimo. Tramite un percorso avvincente anche se realizzato con i tratti della perizia e del rigore scientifico, il lettore e' accompagnato passo passo nella realizzazione di un'ermeneutica antropologico-spirituale, attuale e aggiornata, dell'opera del Dottore mistico, fino a giungere a un orizzonte cosmico della maturazione umana, secondo la prospettiva della terapeutica affettiva integrale.
Queste poesie sono non solo l'espressione di un alto atteggiamento lirico, ma posseggono anche un preciso intento catechetico e pedagogico.
L'"Elogio di Costantino" è un testo composto da due diversi discorsi che la tradizione ha sempre trasmesso insieme, come un'unica opera. Ambedue vedono la luce nel 336, anno trentesimo del regno di Costantino; il primo è, a tutti gli effetti, un trattato di teologia politica in cui per la prima volta viene presentata una interpretazione cristiana del potere regale, mentre il secondo ha un carattere più apologetico. Eusebio elabora un concetto di regalità che coniuga pensiero ellenistico e altoimperiale con la tradizione biblica: il sovrano è l'amico di Dio che, imitando Cristo-Verbo del Padre, realizza un regno giusto. Proprio in questa riflessione cristologica consiste l'originalità del contributo eusebiano.
I testi sono organizzati attorno a sei temi principali, caratteristici della spiritualità filocalica: vi sono testi autobiografici, mistici, sulla preghiera (e questi sono ovviamente i più abbondanti), sulla vita spirituale, sul discernimento e sulla morte cristiana. L'introduzione del prof. Èemus, oltre a darci le coordinate per comprendere la personalità di Brjan?aninov e la storia della Filocalia, fa emergere ad uno ad uno gli aspetti che coinvolgono tutta la persona nella preghiera e nel suo andare a Dio: quindi la preghiera corporale, mentale e del cuore, perché la preghiera non è tanto un dovere morale, ma un "bisogno naturale" di ogni persona, è la via della realizzazione della persona chiamata al dialogo, a partecipare della vita intratinitaria di Dio. La Filocalia è ormai conosciuta anche nell'Occidente. Ma non è di facile lettura. Brjananinov è il maestro spirituale che sa attualizzarla per il nostro tempo perché ne traiamo frutto spirituale.? un modo per entrare nella spiritualità dei fratelli ortodossi per via "diretta", gustando la semplicità e il calore di una tradizione sorella che completa la nostra visuale occidentale. È un contributo al dialogo ecumenico.
Antonio di Padova è universalmente noto come grande taumaturgo ed eminente predicatore, dalla parola penetrante e persuasiva. La raccolta di Sermoni, unica opera che egli ha lasciato, composta per commentare le letture delle domeniche e delle festività dell’anno liturgico, ci consente di conoscere anche altri aspetti della sua ricca personalità, quali il suo profondo e appassionato amore a Cristo, centro di tutta la sua esistenza e di tutta la sua opera, e il suo anelito a vivere radicalmente il Vangelo, che lo spinse a seguire Francesco d’Assisi.
Riflettendo sulla sacra Scrittura, di cui aveva un’eccezionale conoscenza, con uno stile vivace e coinvolgente, arricchito da narrazioni storiche e da esempi attinti dal mondo della natura, egli cerca costantemente di mettere in evidenza la grandezza e la dignità dell’uomo, chiamato a realizzare nella sua vita lo splendore del volto di Cristo.
I sermoni qui pubblicati tracciano un itinerario che percorre l’intero anno liturgico, delineando una visione della vita cristiana sorprendentemente attuale, in cui il cammino di ogni giorno viene sostenuto dalla misericordia di Dio, vissuto nella fraternità e tutto orientato all’assimilazione dei sentimenti di Cristo.
L’introduzione, dopo una sintetica presentazione della vita di Antonio, situandola nel contesto storico e socio-religioso del suo tempo, presenta una panoramica dei sermoni di Antonio, all’interno della predicazione del XIII secolo, facendone emergere stile, caratteristiche simbologia; quindi, in un ultimo capitolo esamina i percorsi di teologia e spiritualità dei sermoni.
Punti forti
Popolarità del Santo autore:Antonio di Padova l L’Autore è il grande predicatore del tempo
di Francesco
Destinatari
Tutti i cultori dei classici della spiritualità.
Il testo è rivolto a laici, più che a religiosi
Autore Sant’antonio di Padova (1195-1231), è nato a Lisbona da nobile famiglia. Canonico agostiniano, attratto dal martirio di alcuni frati in Marocco, si fece francescano. Chiamato inaspettatamente a predicare, si scoperse la sua erudizione e il suo talento oratorio. Fu da Francesco stesso nominato “lettore in teologia” per i frati. La sua reputazione come predicatore – e taumaturgo – fu ampia anche durante la sua vita.Trascorse l’ultima parte della sua vita nei pressi di Padova, dove anche morì. Il suo culto, sempre molto popolare, “scoppiò” ulteriormente nel XIX secolo. L’unico scritto rimastoci sono i suoi sermoni talvolta espressi solamente in appunti.
La curatrice Mary Melone, nata nel 1964, è religiosa nella Congregazione delle Suore Francescane Angeline. Oltre alla laurea in Pedagogia, ha frequentato gli studi teologici e ha conseguito il dottorato inTeologia dogmatica all’Antonianum, dove è attualmente docente di Teologia trinitaria e Pneumatologia e dove ha ricoperto, dal 2002 al 2008, l’incarico di Preside dell’Istituto Superioredi Scienze Religiose. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni (come Lo Spirito Santo nel “De Trinitate” di Riccardo di San Vittore, Roma 2001), specialmente in ambito francescano, e ha curato molte voci del Dizionario Bonaventuriano. Si interessa anche di teologia contemporanea e ha scritto alcuni contributi sulla Pneumatologia dei teologi del XX secolo.

