
Da tempo un documento pontificio non sollevava polemiche come è avvenuto
con Amoris laetitia, soprattutto per quanto riguarda l’ammissione all’Eucaristia dei divorziati risposati. Il cardinale Gerhard Ludwig Müller,
prefetto emerito della Congregazione per la dotrtrina della fede, offre un’interpretazione di Amoris laetitia in piena continuità del magistero di Paolo VI, di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, mentre Rocco Buttiglione risponde amichevolmente alle critiche sollevate da teologi e pastori sui punti più controversi dell’esortazione apostolica. Questo libro è un contributio autorevole alla serenità delle discussioni e all’unità della Chiesa.
«Oggi» - ha detto Papa Francesco, rivolgendosi alla Chiesa italiana - «non viviamo un'epoca di cambiamento quanto un cambiamento d'epoca», insistendo sulla radicalità dei processi che stanno rivoluzionando il mondo, le società, la famiglia. La Chiesa, risponde il cardinale Antonelli con questo libro, è chiamata a una rinnovata evangelizzazione, che non può ridursi a una riformulazione verbale del messaggio, ma deve riplasmare sia la vita personale dei fedeli sia la vita comunitaria della Chiesa, che si pone anche nel tempo presente come ponte tra Cielo e terra in ascolto di tutti e con sguardo aperto. Come sottolinea in Prefazione il Presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, «l'evangelizzazione avviene secondo una dinamica di incarnazione, in cui la testimonianza precede e accompagna l'annuncio. Non basta che il Vangelo venga insegnato; esso deve farsi carne, diventare storia, cambiare le menti e i cuori, le relazioni e le attività, la cultura e le opere. La verità cristiana non è solo dottrina, ma anche evento di carità che accade qui e adesso».
Il pontefice Paolo VI, che portò a compimento 1 intuizione giovannea di un nuovo Concilio per la Chiesa universale, il 15 dicembre 1965 affermò: «II Concilio non è un vento effimero e passeggero, come tanti eventi sono nella cronaca della Chiesa e del mondo; è un evento che prolunga i suoi effetti ben oltre il periodo della sua effettiva celebrazione. Deve durare, deve farsi sentire, deve influire sulla vita della Chiesa». L´apporto dei vescovi sardi all´assise conciliare del Vaticano II (1962-1965) si articola in due volumi: il primo raccoglie le fonti; il secondo offrirà uno studio specifico di natura storico-teologico-pastorale sui singoli contributi offerti dai venti presuli isolani (o che in seguito avrebbero lavorato nella Chiesa sarda) durante le quattro sessioni conciliari.
Il presente libro riunisce le fonti in lingua latina e offre una visione omogenea su ambito regionale circa l´apporto offerto dalla Chiesa sarda attraverso cinque dimensioni: fase antepreparatoria (Consilia et vota del 1959); discorsi tenuti in Aula; scritti inviati alla Commissione Centrale sugli argomenti che, di volta in volta, venivano affrontati; sottoscrizioni a interventi proposti in Aula da altri vescovi; lettera collettiva dell´episcopato del febbraio 1962 sul Concilio.
La pubblicazione delle fonti risulta originale in quanto costituisce, insieme a una simile edizione sui vescovi pugliesi edita nel 2007, una novità su ambito nazionale per quanto riguarda una conferenza episcopale regionale. La riflessione dei presuli sardi al Vaticano II non fu né originale né innovativa: essa era simile a quella del restante episcopato italiano che non era abituato a lavorare collegialmente ed era sottoposto a un severo controllo della Curia Romana. Questa esperienza segnò profondamente l´episcopato isolano: i vescovi si lasciarono plasmare dalle idee nuove che affioravano gradualmente, divenendo quasi discepoli dei nuovi maestri dell´ecclesiologia conciliare; inoltre, divennero i primi divulgatori del rinnovamento conciliare aprendo un capitolo nuovo nella storia della Chiesa isolana.
Infine, la presente opera intende offrire agli studiosi uno strumento di lavoro per verificare, a cinquant´anni dalla sua inaugurazione, quanto quell´evento abbia inciso sul tessuto ecclesiale delle diocesi della Sardegna e, nel contempo, stimolare studi interdisciplinari.
Forse oggi più che in altre epoche a causa di fattori come la grandezza, la rapidità e la sovrabbondanza dei mezzi di comunicazione e del tipo di messaggio che trasmettono, come per le molte caratteristiche che il fenomeno della globalizzazione implica, la formazione è la chiave affinché il figlio della Chiesa prenda coscienza della propria identità, vocazione e missione. L’evangelizzazione di se stessi è un esigenza vitale per aprirsi con più docilità all’azione dello Spirito Santo e rispondere nelle situazioni concrete dell’esistenza a ciò che Dio chiede a ciascuno come figlio o figlia della Chiesa.
Il volume si propone di rendere facile e accessibile a chiunque sia interessato un documento di straordinaria importanza nella storia della Chiesa, l’enciclica Fides et Ratio di Papa Giovanni Paolo II. Di fronte al grande sconvolgimento che regna nel mondo della teologia e della filosofia in ambito cattolico, nel 1998 il grande Papa lancia la sua “controffensiva”. Quest’opera stupenda, e godibilissima, a oltre dieci anni dalla sua uscita è ancora poco conosciuta e applicata. Da qui l’idea di un commento divulgativo che però riportasse per intero il testo, a vantaggio di tutti i cattolici e di coloro che seguono con stima la vita della Chiesa.
La società moderna è influenzata dal marketing, che promuove, informa e vende qualcosa. Ma perché la gente veste abiti firmati, cerca prodotti di marca e pensa di avere una vita migliore in base ai prodotti che compra? Le discussioni sulla protezione del consumatore sono superficiali come tentativo di individuare istanze tracciabili di danni sociali. Tali istanze distolgono l'attenzione da questioni più serie come quella del plasmare certi atteggiamenti come desiderabili. In questo contesto sistemico vanno inserite le coordinate etiche dell'attività di marketing.
La chiesa cattolica si appresta a divenire la sovrastruttura religiosa della società occidentale, per questa via, dell’economia globalizzata. Questa vocazione universalistica discende dal fatto che i pontefici si autopongono come vicari di Dio, in quanto tali, sovrani del mondo. L’assolutismo pontificio e quello della oligarchia capitalistica, il loro universalismo sembrano avviarsi verso una progressiva integrazione, qualitativamente non diversa da quella che ebbe luogo tra la Chiesa stessa e l’oligarchia latifondista romana, prima e feudale poi. Si prospetta così, vichianamente un ricorso storico, un neofeudalismo capitalistico, un secondo Medioevo. Il saggio descrive lo stato attuale di questo percorso convergente al fine di scongiurarne la compiuta attuazione.
Nel presente volume McLuhan indaga la natura della conversione, la visione dei media nell'ottica della Chiesa, le forme possibili della chiesa del futuro, il rapporto tra religione e gioventù, infine la problematica del 'Dio-machina'. Il libro tratta quattro temi principali: la conservione di McLuhan; la comprensione e l'ignoranza dei media da parte della Chiesa; il Concilio Vaticano II e infine l'influenza dei nuovi media sulla Chiesa quale istituzione di stampo classico.
I simboli, le metafore, le immagini sono elementi ai quali i testi sacri di tutte le religioni ricorrono con notevole frequenza per rendere più vicine all'uomo realtà che vanno oltre il contesto terrestre. Anche la chiesa cattolica, negli scritti dei suoi eminenti rappresentanti, ha parlato di se stessa servendosi spesso di questi utili strumenti descrittivi. Questo lavoro intende analizzare ciò che la Chiesa dice di se stessa nei documenti che costituiscono il nucleo essenziale della sua Dottrina sociale.
Nel presente volume sono stati raccolti alcuni dei pensieri di Angelo Costa, ordinati alfabeticamente secondo l'argomento trattato, consentendo così di cogliere agevolmente i nuclei centrali delle sue riflessioni. Costa, primo presidente di Confidustria, fervente cattolica e convinto liberista, è stato un personaggio scomodo e anche, un profeta inascoltato. Le tesi che egli difese posseggono tuttora una dirompente attualità
Unità: parola tanto attuale e sempre presente nel magistero del Santo Padre.
Non è possibile trasmettere il messaggio di pace annunciato da Cristo senza l'unità dei cristiani, fermento indispensabile per una comunione che apra al dilaogo tra le diverse realtà umane e religiose.
«L'unità si fa camminando, per ricordare che quando camminiamo insieme, cioè ci incontriamo come fratelli, preghiamo insieme, collaboriamo insieme nell'annuncio del Vangelo e nel servizio degli ultimi, siamo già uniti».