
Il rapporto fra Chiesa e Internet oggi, in una fase di particolare attenzione verso le potenzialità delle nuove tecnologie nella diffusione del messaggio evangelico.
Un saggio di grande attualità, ricco e informato, in cui vengono ripercorse le tappe che negli ultimi dieci anni hanno caratterizzato il crescente interesse da parte della Chiesa cattolica verso il mondo digitale.
Il rapporto fra Chiesa e Internet vive oggi una nuova fase. Da un lato, uno spazio interattivo di condivisione, partecipazione e convergenza grazie al Web 2.0 e alle sue opportunità di interazione on line legate allo sviluppo dei social network; dall'altro la Chiesa, il suo messaggio evangelico con oltre duemila anni di storia.
Nel Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (16 maggio 2010) Benedetto XVI scrive: " Lo sviluppo delle nuove tecnologie e, nella sua dimensione complessiva, tutto il mondo digitale rappresentano una grande risorsa per l'umanità nel suo insieme e per l'uomo nella singolarità del suo essere e uno stimolo per il confronto e il dialogo. Ma essi si pongono, altresì, come una grande opportunità per i credenti. nessuna strada, infatti, può e deve essere preclusa a chi, nel nome del Cristo risorto, si impegna a farsi sempre più prossimo all'uomo".
Il volume approfondisce i documenti magisteriali, le iniziative, i convegni e le esperienze compiute in questo decennio, ma anche le modalità con cui la Chiesa comunica all'interno di questo rinnovato cyberspazio ricco di enormi opportunità e di inevitabili rischi.
AUTORE
VINCENZO GRIENTI è giornalista professionista e web content. Collabora dal 1997 con il quotidiano Avvenire. Dal 2001 lavora a Roma presso l'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA. È autore di numerosi studi e articoli sul rapporto tra la Chiesa cattolica e i mass media, con particolare attenzione alle nuove tecnologie. Tra le sue più recenti pubblicazioni, La Parola e le Notizie. Chiesa e mass media al tempo di internet (2007), Chiesa e web 2.0. Pericoli e oppurtunità in rete (2009).
"Approfondimenti" è la collana, a cura della Fondazione FAI CISL - Studi Ricerche, che raccoglie documenti, ricerche e e riflessioni in merito alle attività e agli argomenti che animano la vita associativa della FAI CISL. La Federazione agroalimentare e ambientale della CIS si contraddistingue per l'attiva e militante presenza sindacale nei territori e nell'ambito sociale, dalle relazioni industriali alla contrattazione, dalle tutele nel nuovo mercato del lavoro al contrasto ad ogni forma di sfruttamento, dal rapporto con le tradizioni alla sfida delle innovazioni e della sostenibilità. Di questa presenza, la collana "Approfondimenti" della Fondazione FAI CISL vuole promuovere la diffusione e custodirne la memoria, con la pazienza del contadino e la speranza del seme.
Vincenzo Conso è Presidente della Fondazione FAI CISL - Studi e Ricerche e, dal 2022, Presidente di Foragri, l'Ente bilaterale per la formazione continua in agricoltura. Giornalista professionista è Direttore Responsabile di FAIProposte, periodico della FAI CISL, e di Opinioni, trimestrale della stessa Fondazione. E' autore di pubblicazioni e di numerosi saggi e articoli.
Il segretario italiano che assisteva Papa Giovanni Paolo II aveva commentato:
«È un vescovo noto in Italia», ottenendo l’affermazione del Papa: «È noto in tutto il mondo!»
Dopo i sempre più frequenti episodi di integralismo religioso, la querelle sui rapporti tra le confessioni religiose e la laicità è, a dispetto di ogni considerazione sulla secolarizzazione e la postmodernità, uno dei temi più affrontati dalla pubblicistica e dall’editoria occidentale, in America come in Europa.
Si discute sul valore in sé della religiosità, dei suoi positivi contributi alla società civile, sia in riferimento alla politica sia alla bioetica e ai cosiddetti valori morali del cittadino. D’altro canto non si dimenticano le difficoltà intrinseche al rapporto delle religioni con le società, con gli stati, con la coscienza individuale del cittadino.
È di indubbio interesse e curiosità che ne parli in Italia, in piena querelle fra “teodem”, “neocon” e “atei devoti”, monsignor Bettazzi, il più giovane vescovo italiano presente al Concilio Vaticano II e protagonista della maggiornaza conciliare “progressista”, coordinata dal cardinal Lercaro e da don Dossetti.
Autore della famosa “Lettera a Berlinguer”, con la quale auspicava a metà anni Settanta un rinnovato e fertile dialogo fra cattolici e laici, subito dopo la quale il Segretario del PCI proponeva pubblicamente il “compromesso storico”, fu più volte, e senza motivi, definito il “vescovo rosso”; spiegava come anche un “episcopo” (titolare della più alta dignità ecclesiale), sempre rispettoso della dottrina e della tradizione, alla luce dei testi e dello spirito del Vaticano II, non cessi di essere pienamente cittadino, e perciò necessariamente laico, privo di ogni tentazione di “imperialismo” ideologico.
Questo nell’Italia dei giorni nostri, in cui la vecchia “questione cattolica”, che si riteneva risolta da un pezzo, riemerge con tutte le sue contraddizioni e ambiguità.
Singolarissimo giornale: così Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, definì nel 1961 «L'Osservatore Romano» in un celebre articolo scritto in occasione del centenario e dedicato alle difficoltà del quotidiano della Santa Sede: «Ma, a bene esaminare le cose, sono queste stesse difficoltà - scriveva il cardinale arcivescovo di Milano, che dal 1937 al 1954 aveva esercitato l'alta direzione sul foglio vaticano - che gli conferiscono tanta dignità nella funzione propria della stampa periodica, tanta autorità e tanta forza. Ne feci io stesso l'esperimento nel triste e drammatico periodo dell'ultima guerra, quando la stampa italiana era imbavagliata da una spietata censura e imbevuta di materiale artefatto. «L'Osservatore» ebbe allora una funzione meravigliosa, non già perché si fosse arrogato compiti nuovi e profittatori, ma perché continuò impavido il suo ufficio d'informatore onesto e libero. Avvenne come quando in una sala si spengono tutte le luci, e ne rimane accesa una sola: tutti gli sguardi si dirigono verso quella rimasta accesa; e per fortuna questa era la luce vaticana, la luce tranquilla e fiammante, alimentata da quella apostolica di Pietro. «L'Osservatore» apparve allora quello che, in sostanza, è sempre: un faro orientatore». Questo libro - curato dall'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede e dal giornale vaticano - vuole presentare, attraverso dodici contributi, alcuni aspetti della storia del quotidiano che sta per compiere un secolo e mezzo di vita.
A dieci anni dalla morte del cardinale Pappalardo, avvenuta nel dicembre del 2006, le Edizioni Amen ripropongono un testo che ricorda il presule siciliano, curato da Don Vincenzo Noto e pubblicato nel 2011.
Nella mia vita ho conosciuto moltissimi vescovi e sacerdoti, ne ho frequentato tanti ma il ricordo che mantengo e la devozione che nutro per il Cardinale Pappalardo non è superabile; e non soltanto perché era il mio Vescovo ed ero orgoglioso che lo fosse quando, recandomi in tante parti d’Italia, registravo l’ammirazione di cui era destinatario. Ma ciò che soprattutto vorrei esprimere è il ricordo che conservo del suo rapporto, paterno e intenso, con Piersanti Mattarella. Un rapporto tra due persone che non sono più tra noi tra cui è intercorso un sentimento di stima e di affetto.
Dal ricordo di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica
Quando il cardinale Suenens ha scritto libro Una nova Pentecoste? con il punto interrogativo esso indicava che questo Rinnovamento nello Spirito Santo, che non vedeva come un movimento nella Chiesa ma come Chiesa in movimento, non era così evidente.
Dove situare allora l'auspicio del Rinnovamento per la Chiesa che nel suo insieme è per definizione carismatica? Cosa frena il suo slancio? Le risposte a queste domande le troviamo nell'opera Lo Spirito Santo, softo vitale della Chiesa che riprende gli scritti del cardinale di Suenens concernenti il Rinnovamento che considerava come una grazia pentecostale, mariana ed ecclesiale.
11 ottobre 1962 – 11 ottobre 2002.
Che ne è stato del Concilio Vaticano II, a quarant’anni dal giorno della solenne apertura? Che ne è stato di quel grandioso evento che ha segnato la vita della Chiesa cattolica nel XX secolo?
Ottimo bilancio e punto della situazione li offre questo volume che racconta in modo esauriente e di piacevole lettura quanto avvenuto in quel periodo, e quale impatto ha avuto sull’oggi. Ripercorre gli eventi che hanno caratterizzato il Concilio e presenta i documenti che furono emanati. Offre inoltre una chiave di lettura del pontificato di papa Wojtyla e del Giubileo del 2000 come pieno compimento del Concilio.
INDICE
Introduzione - Parte prima: Tornare al Concilio I. Un clamoroso annuncio - II. La grande svolta - III. La crisi del Sessantotto - IV. Un Papa “figlio” del Concilio - V. Le sfide del terzo millennio - Parte seconda Vivere il Concilio - VI. Luce delle genti - VII. La riscoperta della Bibbia - VIII. E il latino sparì - IX. Un vescovo padre e pastore - X. Testimoni di una “vita diversa” - XI. L’”esercito” dei religiosi - XII. Rifioritura di vocazioni - XIII. I laici ancora “minorenni”? - XIV. Il diritto all’educazione - XV. Vangelo e Internet - XVI. Missione senza frontiere - XVII. Una libertà ancora violata - XVIII. L’Oriente cristiano - XIX. La strada verso l’unità - XX. Tutti i figli di Abramo - Nella casa dei “fratelli maggiori” - C’è un altro islam - XXI. L’uomo, il mondo, la storia - "Ma che cos'é l'uomo" - Assalto alla famiglia - Sintesi tra fede e cultura - Lo “scandalo” della fame - Un’etica per la vita politica - La guerra e la pace. Postfazione del cardinale Roberto Tucci: Un nuovo inizio. – Cronologia: dall’annuncio alla celebrazione.
Il pamphlet di padre Sorge, da sempre attento osservatore politica italiana, vuole aiutare il lettore-elettore a risoprire i temi di fondo che stanno "sotto" la stratificazione della polemica politica. Non un testo di propaganda elettorale a favore dell’uno o dell’altro dei contendenti, ma un invito a "volare alto", a pensare alla politica al di là dell’appuntamento elettorale. Per questo l'autore si rivolge in prima battuta ai cattolici italiani, siano essi direttamente impegnati nella "cosa pubblica" o semplici elettori, perché sappiano recuperare l’anima della politica come "forma più esigente della carità" (Paolo VI). Nella sua analisi l’autore si sofferma con interesse sul tema della "laicità", parola oggi fin troppo richiamata e ancora ambigua, tanto da assumere significati diversi e opposti a seconda di chi la utilizza. Un libro ricco di argomenti "caldi", trattati con chiarezza e sobrietà, avendo come unico riferimento l’onestà intellettuale propria e di chi legge.
Di fronte all’intenso dibattito in atto in Europa sulla secolarizzazione, la laicità, il ruolo pubblico delle religioni, le “radici cristiane”, in Italia si è assistito in questi ultimi tempi troppo spesso ad un mediocre livello di contese, pesantemente influenzato dal clima politico. Per uscire un po’ da questi asfittici confini, l’autore ha scelto dieci interlocutori europei (nessun italiano), interpellati sulle loro specializzazioni, a cui porre le domande cruciali di questo dibattito. Ne è nato un appassionante e fruttuoso viaggio in Europa tra personaggi di spicco (credenti e non credenti) della riflessione e della pubblicistica, che ha portato alla raccolta di dieci, lunghe, intense interviste, pubblicate dapprima sul giornale “Avvenire” ed ora unite in questo libro.
Prefazione di Angelo Scola, patriarca di Venezia
Protagonisti delle interviste:
filosofi come l’anglo-canadese Charles Taylor, il tedesco Robert Spaemann, il polacco Leszek Kolakowski;
politologi come il bavarese Hans Maier;
sociologi come lo spagnolo José Casanova e il britannico Zygmunt Bauman;
storici come il francese Emmanuel Le Roy Ladurie, il polacco Bronislaw Geremek, il franco-polacco Krzysztof Pomian;
teologi come il francese Olivier Clément.
Le ACLI si interrogano…
Così gli autori descrivono il volume: «Il nostro punto di osservazione è plasmato dalla nostra appartenenza alla cultura politica del cattolicesimo democratico, in una dimensione popolare. Ci interroghiamo da credenti e da persone impegnate a vario titolo nella sfera sociale e politica sui problemi dello sviluppo, della giustizia, della pace, partendo da ciò che la maggior parte della società oggi percepisce, vale a dire l'impoverimento dei ceti medi e popolari, la precarietà del lavoro, l'indebitamento delle famiglie, per tentare di giungere all'individuazione di alcuni temi, che, a nostro avviso dovrebbero costituire delle priorità programmatiche per la politica nazionale».
Molti contenuti del libro si intrecciano con i temi in discussione nei congressi delle ACLI previsti tra Febbraio e Aprile 2008.
Le freddure venivano spontanee durante le assemblee del Concilio o negli incontri successivi ed erano sempre benevole, anche quando mettevano in evidenza posizioni o interventi discutibili. In genere l’umorismo prendeva di mira la minoranza (anche perché le battute critiche sulla minoranza erano… la maggioranza), facendone risaltare le chiusure o le incoerenze. Questo libretto, che fu stampato nel 1966 in Francia e prontamente tradotto in italiano, viene ora riproposto – a cura degli amici del sito www.vivailconcilio.it – per ritrovare lo spirito sereno e familiare che allora circolava tra i Padri conciliari e per far ripensare, al di là delle facezie, alle verità importanti che venivano recuperate e proposte. Anche un momento di umorismo può aiutare ad apprezzare e ad amare il Concilio Vaticano II.