
In questo volume sono presentati i testi delle lezioni di un corso pubblico di approfondimento sull'enciclica Laudato Si' di papa Francesco (24 maggio 2015), che è stato organizzato dalla Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana nell'anno accademico 2015-2016. Le lezioni avevano cadenza mensile e ciascuna di queste vedeva coinvolti tre docenti: il primo ad introdurre il capitolo oggetto di studio in quel giorno (per un totale di sette appuntamenti), il secondo, di volta in volta diverso, che proponeva la propria riflessione e il terzo, anch'egli di volta in volta diverso, che sulla base della relazione precedente offriva spunti per il dibattito con quanti erano presenti in aula. Il lettore allora troverà in questa pubblicazione, più che un commento puntuale ai contenuti dell'enciclica, differenti chiavi di lettura di alcuni suoi aspetti, quelli che più hanno interessato la sensibilità e le competenze dei docenti coinvolti nelle varie lezioni. Ne otterrà un quadro dell'enciclica variegato e stimolante, tanto per la riflessione personale, quanto per lo studio e la proposizione di argomenti su cui dibattere - come la cura dell'ambiente, l'ecologa integrale, l'etica del "tutto è connesso" - attuali ed essenziali per il futuro dei popoli e delle nazioni.
Raccolta degli articoli del Convegno Internazionale sulla Costituzione Dogmatica Dei Verbum. 18-20 novembre 2015
Interessante saggio sul concetto filosofico-scientifico che considera la natura come un libro scritto direttamente da Dio. Il testo considera tale immagine simbolica soprattutto cosi come e nata ed e stata sviluppata da Ramon Sibiuda (vissuto nel XV secolo). La scienza sperimentale moderna e ormai arrivata ad assumere un ruolo di primaria importanza in tutte le civilta della terra. Per quali ragioni? Perche e nata proprio in Europa tra il XVI e il XVII secolo? Quali dinamiche culturali hanno reso possibile la sua nascita? Alle radici della scienza moderna stanno sia le antiche concezioni dei Greci sia la metafora del libro della natura di Ramon Sibiuda. L'autore chiarisce con chiarezza e competenza tale tema, rileggendo l'opera di Sibiuda per far capire il grande contributo che il cristianesimo ha dato alla leggibilita scientifica del mondo.
Il cristianesimo non è innanzitutto dottrina, morale, esecuzione di riti, ma incontro con la persona concreta e reale che è stato l’uomo Gesù Cristo, incontro che riempie di gioia il cuore e la vita del discepolo. Nell’Evangelii gaudium, “La gioia del Vangelo”, papa Francesco auspica per la chiesa una “conversione pastorale” che significa: “uscire”, per andare verso gli altri, raggiungerli là dove sono, senza giudicare le loro qualità di fede o morali; non voler stare al centro o al di sopra degli altri, ma chinarsi umilmente ai loro piedi per lavarli, averne cura, servirli.
Il documento mette a fuoco il cammino che la comunità cristiana deve fare per incontrare con coraggio la società di oggi, e ha chiaramente i tratti di una provocazione: vuole scuotere e generare un mutamento del vivere della chiesa e dei cristiani in mezzo all’umanità.
Sperare la salvezza di Dio, sperare nell’uomo,
non è forse questa la testimonianza
che i cristiani sono chiamati a dare?
È qui proposto un itinerario che vorrebbe condurre il lettore a una piena consapevolezza della responsabilità cristiana verso la creazione; e al tempo stesso introdurlo, nel solco della spiritualità dell’oriente cristiano, a ritrovare la profondità e la bellezza del rapporto con le cose e gli esseri viventi, contemplati nella loro destinazione alla salvezza, che è connessa a quella dell’uomo.
Il presente volume raccoglie gli Atti del XX Convegno ecumenico di spiritualità ortodossa, che ha approfondito il tema della salvaguardia della creazione nei suoi fondamenti biblici e teologici, e nei suoi risvolti etici e sociali nel contesto dell’attuale crisi ecologica.
Dopo il concilio Vaticano II la dottrina sulla collegialità, espressa dalla Lumen gentium, ha ricevuto una debole recezione, venendo di fatto accantonata. Con l'elezione di papa Francesco si è tornati a invocare più collegialità: solo riscoprendo la strettissima unità esistente fra la comunità dei fedeli e i suoi pastori possiamo superare lo scisma invisibile che purtroppo caratterizza l'attuale stagione ecclesiale. Come tornare allora a una chiesa basata sull'ascolto reciproco? L'autore ci offre qui una proposta realistica di chiesa sinodale, capace di assumere anche la sfida ecumenica, in cui le diversità si compongano nell'unità.
La lettera enciclica Laudato si' di papa Francesco dà uno straordinario contributo allo sviluppo di un pensiero capace di concepire la complessità. Solo rinnovando il pensiero e lo sguardo sulla complessità e sulla globalità della questione ecologica è possibile cogliere che le sue soluzioni passano attraverso una nuova coscienza planetaria di solidarietà, che legherà gli esseri umani tra di loro e loro alla natura terrestre. Una solidarietà e una fraternità senza frontiere, aperta. Coloro che si sentono fratelli nell'incertezza del proprio destino e coloro che si sentono fratelli nella certezza di avere un posto nel creato, possono unirsi nell'afflato di una "fraternità universale" e di una nuova e comune responsabilità.
L'enciclica Fratelli tutti, impiantata nel "vangelo della creazione", non lascia fuori nessuno. Siamo fratelli e sorelle perché condividiamo un anelito, una speranza, e perché siamo coinvolti tutti nel dinamismo della carità, dell'amore gratuito e oblativo che resta il segreto del mondo. Il cuore della fraternità è sentirci noi fratelli del creato e di ogni uomo e di ogni donna. Una fraternità universale perché uno solo è il Padre che è nei cieli e che tutti ha creato e tutti mantiene in vita con il suo infinito amore. (dalla "Prefazione" di Corrado Lorefice)
La "Pacem in terris", scritta da papa Giovanni XXIII nel 1963, è un appello alla pace rivolto al mondo che in quegli anni si trovava sull'orlo di una guerra nucleare. Un'enciclica che si rivolge a ogni uomo e donna di buona volontà, che riconosce la pace come un "anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi", e la delinea non semplicemente come assenza di guerra, ma come il risultato di un processo educativo, spirituale, economico e politico. A 60 anni dalla promulgazione dell'enciclica, un'introduzione a un testo oggi di estrema attualità. La pace è promessa già ora, possibile se ciascuno vi anela e la costruisce.
L’enciclica Ut unum sint e la lettera apostolica Orientale Lumen costituiscono il testamento ecumenico di Giovanni Paolo II, la conferma e il nuovo slancio per un cammino che attende con evangelica impazienza di divenire piena ed esplicita comunione. L’autore, docente di ecumenismo alla pontificia Facoltà teologica “Marianum”, fa emergere dai due testi l’intenzione che soggiace a entrambi: rivolgere un pressante invito a varcare la soglia del confessionalismo e a inoltrarsi nel mare aperto della conoscenza e della frequentazione reciproche, liberi dalla paura della diversità e grati al Signore che ha saputo destare in tanti cuori lo zelo per l’ adempimento della sua volontà: che tutti siano una cosa sola perché il mondo creda.