
Storia di un'amicizia spirituale tra mons. Helder Camara e papa Paolo VI. Paolo VI, persona di profonda sensibilità umana e di intensa vita evangelica, percepiva che mons. Helder gli rivelava alcuni tratti di Gesù Cristo. Per lui, Helder era un dono per la chiesa e per il Brasile, uno dei grandi volti dell'umanità al pari di Gandhi e di Martin Luther King. Un libro che commenta e approfondisce alcuni aspetti di questa amicizia che maturò, crebbe fino a trasformarsi in profonda stima e ammirazione. Tante volte, sapendo che l'amico Helder si trovava a Roma, il futuro papa faceva di tutto per incontrarlo e concelebrare con lui la Messa. E durante il concilio Vaticano II non passò inosservata l'influenza di mons. Helder sul papa.
Oggi i valori tradizionali sembrano subire una complessa trasformazione e sono spesso all'origine di nuove conflittualità. In questo ambito i pregiudizi che si diffondono in Rete sono uno strumento di delegittimazione e discredito. Gli aspetti negativi della realtà virtuale non devono far dimenticare i suoi meriti, in modo particolare la possibilità di consentire a ognuno di sottoporre alla comunità le proprie idee con mezzi di semplice utilizzo e a basso costo; ma l'inflazione delle opinioni che ne è conseguita ha prodotto un'omologazione del pensiero, un appiattimento delle peculiarità culturali che orientano la mente e alimentano la tensione per la conoscenza.
Il dialogo tra culture e religioni nello spazio pubblico può ridare spessore al valore della legalità. A Palermo e in Sicilia il Cortile dei Gentili - di cui questo volume raccoglie gli atti delle due intense giornate di dibattiti e momenti artistici e culturali - ha focalizzato e connesso in un unicum il tema della giustizia, nel suo snodo tra moralità e legalità, con la tradizione multiculturale e multireligiosa che ha contraddistinto la storia dell'isola, da sempre "casa" e crocevie di culture. Diritto divino e giustizia umana, giustizia e libertà, legalità e diritti umani, pluralismo, religioni e spazio pubblico sono divenuti frame di un'unica conversazione che accomunando diverse sensibilità, culture ed estrazioni geografiche, ha confermato l'esistenza di un'ampia piattaforma comune. Con questa è possibile cercare insieme soluzioni alle sfide emergenti che appaiono mettere a rischio il futuro dell'umanità, sapendo che la bellezza e il bene s'intrecciano nella storia con l'oscurità del male e del brutto. Perché - come ha detto il card. Ravasi in apertura dell'incontro nella Cattedrale di Monreale - "la bellezza è deposta ininterrottamente in grembi oscuri ma appunto per questo non dobbiamo farla morire, anzi occorre farla fiorire, perché riesce anche a dominare il tremendo".
L'Annale 2012 "È appena l'aurora": Chiesa, Concilio, Contemporaneità raccoglie così i contributi del 61° Congresso Nazionale tenutosi ad Urbino nell'aprile 2012, cercando di riscoprire la "Chiesa bella del Concilio". Autorevoli le voci che si alternano nel volume, offrendo un'analisi sia dal punto di vista storico che da quello teologico ed ecclesiologico: il Vescovo della diocesi di Albano Mons. Marcello Semeraro, il priore della comunità monastica di Bose Enzo Bianchi, il famoso teologo francese Gislain Lafont, lo storico Xenio Toscani, il responsabile dell'Ufficio Catechistico della CEI Mons. Guido Benzi, il Presidente Nazionale dell'Azione Cattolica Franco Miano, le teologhe Cettina Militello e Serena Noceti, il professore Marco Cangiotti. Gli interventi, partendo da una rilettura attenta e approfondita dei maggiori testi conciliari, si soffermano su tre nuclei tematici fondamentali: la centralità della Parola che si accosta al patrimonio di tradizione della Chiesa; la rivalutazione della coscienza come luogo in cui maturano le scelte personali e in cui poter incontrare la presenza di Dio; la necessità di una "nuova maturità del laicato", credente e credibile, che possa evangelizzare in tutti gli ambienti in cui è chiamato a vivere e lavorare. Quella dell'Annale 2012, allora, è una riflessione che vuole risvegliare le coscienze dei cristiani d'oggi, per rilanciare la trasmissione della fede in questo inizio di terzo millennio. La domanda che sottende a tutto il libro e che scaturisce fresca e provocatoria dalla FUCI è: che cosa può fare ciascuno di noi per la Chiesa? Il proponimento e la strada tracciati dai giovani fucini sono chiari: impegnarsi a tutto campo, a partire dalla formazione cristiana,per costruire quella Chiesa che, come affermava Paolo VI, «possiede ciò che fa la forza o la bellezza dei giovani: la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di rinnovarsi e di ripartire per nuove conquiste. Guardatela e voi ritroverete in essa il volto di Cristo, il vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità e dell'amore, il compagno e l'amico dei giovani».
L'esperienza della Chiesa d'Algeria negli ultimi cinquant'anni - ovvero dopo l'indipendenza del paese - ha molto da dire, nella sua singolarità, a chiunque si interroghi sulla testimonianza del Vangelo nel mondo contemporaneo, in particolare dove i cristiani si trovano in forte minoranza. La diocesi di Laghouat-Ghardaïa, nel Sahara, misura 2,5 milioni di kmq, ma conta poche decine di cattolici. Abitato come fosse una cattedrale, il deserto, al centro del racconto autobiografico di mons. Rault, diviene luogo santo di preghiera e di incontro spirituale con il fratello musulmano. Era lo stile dei monaci martiri di Tibhirine e del loro priore Christian de Chergé, al quale mons. Rault è stato legato da lunga e intensa amicizia e con il quale ha condiviso dalle origini il progetto della Ribât Essalâm, il "Legame della pace".
Discutere di Gaudium et spes, a cinquant’anni dalla sua promulgazione, significa riconoscere che la Costituzione conciliare è un paradigma pastorale di metodo per un dialogo tra la chiesa e il mondo che resta sempre “da fare”. Il paradigma offre l’indice di questo dialogo, ma il suo valore non sta nella ripetizione dei contenuti che, assunti a mo’ di affermazioni dottrinali, vanno ripetuti sempre e dovunque (altrimenti, da questo punto di vista Gaudium et spes è inevitabilmente datata), bensì nell’apertura a un lavoro che resta sempre da fare nelle differenti epoche storiche che la chiesa è chiamata a vivere.
Citata negli Atti degli apostoli e nelle lettere di san Paolo, Priscilla è una donna della prima Chiesa cristiana e viene sempre ricordata con il marito Aquila, con il quale condivide la fede e l'impegno ecclesiale. La lettera del vescovo di Gorizia si rivolge idealmente a lei e alla sua famiglia, perché la rinascita delle comunità cristiane potrebbe partire proprio da uomini e donne "che con semplicità si mettono in gioco quotidianamente forti della grazia che è stata data loro nel sacramento del matrimonio".
La figura di Benedetto XVI ? stata pi? volte oggetto di dibattito da parte di ampi settori del mondo cattolico e pi? in generale dell'opinione pubblica, sia durante il suo pontificato sia in seguito alla rinuncia all'esercizio attivo del ministero petrino (11 febbraio 2013). Rispetto all'ampia letteratura esistente sul tema, "Oltre la crisi della Chiesa", lungi dal voler essere una biografia di Joseph Ratzinger, intende offrire al lettore una prima visione d'insieme della storia del suo operato come papa e nello stesso tempo suggerisce alcune chiavi interpretative per meglio illuminare il presente e il futuro del cattolicesimo contemporaneo. Gli anni di Benedetto XVI appaiono oggi significativi per il modo imprevedibile con cui si sono conclusi, ma lo sono ancor pi? per le questioni che hanno affrontato: dall'attuazione del Concilio Vaticano II alle relazioni ecumeniche, al rapporto con le altre religioni. Il difficile compito che Benedetto XVI si ? assunto ? stato quello di portare a compimento molte intuizioni maturate in seno alla Chiesa cattolica a partire dal Concilio Vaticano II, sistematizzandole con precisione in un pensiero organico, capace di interloquire con le istanze pi? avvertite della cultura contemporanea. Il suo pontificato ha inteso riproporre alla "odierna umanit?" - segnata soprattutto in Occidente da una profonda crisi ideale - la fede in Ges? Cristo, cercando allo stesso tempo di sanare ferite e lacerazioni che ancora oggi minano l'unit? della Chiesa.
In tutta la storia della Chiesa i santi e le ante sono stati sempre fonte e origine di rinnovamento, soprattutto nelle più difficili circostanze della sua missione nel mondo. Mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, nel cuore del Giubileo, ha voluto rievocare i tratti più salienti della vita di quaranta tra santi, beati, venerabili e servi di Dio enucleazione con lucidità i messaggi derivanti dai loro esempi e dai loro insegnamenti. Con lo stile del dialogo tanto caro a papa Francesco e cn la chiarezza del maestro e la passione del pastore, prova a trarne motivi di incoraggiamento e di plauso, di correzione e di richiamo, in vista di quella revisione di vita personale, familiare e sociale attesa nella preghiera e auspicata nella predicazione.
Dalla Presentazione del Card. De Giorgi
Un commentario di taglio scientifico ai documenti del Concilio Vaticano II. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione dell'Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l'Associazione teologi italiani, l'opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche. Il volume 6 presenta il testo del decreto "Ad Gentes" e delle dichiarazioni "Nostra Aetate" e "Dignitatis Humanae".
La Chiesa può essere vista, secondo l'espressione evocativa di san Paolo, come la comunità delle "stelle in terra" (Fil 2,15). Essa è composta di credenti che, ben radicati sulla terra, vivono della Parola di Dio e, in tal modo, possono illuminare e orientare. Ma come può la Chiesa mantenersi tale in un tempo per molti aspetti inedito, come quello della fine della cristianità e dell'età secolare? Provando a ripensare la realtà della comunione e della sinodalità, del ministero ordinato e del delicato rapporto con le democrazie moderne, il volume offre un itinerario in cui si tenta di accostare la secolarizzazione non come una minaccia ineluttabile, ma come una opportunità perché la Chiesa possa ritrovare freschezza ed efficacia nella sua missione.
Il professor Enrique Colom è stato per lunghi anni un collaboratore d'eccezione dell'Osservatorio (nonché membro del Comitato scientifico del Bollettino) e questo volume, pubblicato in suo onore a cura di alcuni discepoli e colleghi come ideale liber amicorum in occasione del suo settantesimo compleanno, ne certifica autorevolmente l'imponente insegnamento intellettuale e spirituale.

