
Scritta in occasione 60° anniversario della Dichiarazione conciliare Gravissimum educationis sull'estrema importanza e attualità dell'educazione nella vita della persona umana, la prima lettera apostolica di Leone XIV chiede alla comunità credente di fermarsi per recuperare con saggezza lo sguardo sulla "cosmologia della paideia cristiana", una visione che a partire dalle logiche evangeliche sa rinnovare sé stessa e ispirare con fecondità tutte le sfaccettature dell'educazione. Scrive il Papa: «Davanti ai tanti milioni di bambini nel mondo che non hanno ancora accesso alla scolarizzazione primaria, come possiamo non agire? Davanti alle drammatiche situazioni di emergenza educativa provocata dalle guerre, dalle migrazioni, dalle diseguaglianze e dalle diverse forme di povertà, come non sentire l'urgenza di rinnovare il nostro impegno? L'educazione è una delle espressioni più alte della carità cristiana. Il mondo ha bisogno di questa forma di speranza».
Leone XIV scrive una Esortazione apostolica portando a termine quanto papa Francesco stava preparando in continuità con la Dilexit nos. Il presente documento, ribadendo la cura della Chiesa per i poveri, immagina che Cristo si rivolga personalmente a ciascuno di essi, rivelando loro il suo amore e la sua vicinanza. Prefazione di Chiara Amirante
Ricordando l’anniversario della dichiarazione del Concilio Vaticano II Gravissimum educationis, papa Leone riflette sull’importanza dell’educazione nella vita della persona umana. Sottolineando la grande attualità del documento conciliare, il papa ribadisce il diritto di ciascuno all’educazione, l’inscindibilità di professionalità ed etica, il concetto che la formazione cristiana abbraccia l’intera persona: spirituale, intellettuale, affettiva, sociale, corporea. Il volume contiene altri tre recenti testi di papa Leone che hanno a tema l’educazione: - il Discorso rivolto agli studenti in occasione del Giubileo del mondo educativo; - il Discorso rivolto agli educatori in occasione del Giubileo del mondo educativo; - l’omelia pronunciata nella Santa Messa che ha visto san John Henry Newman proclamato «Dottore della Chiesa»
Nel 325 il Concilio di Nicea proclamò la professione di fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio. Con questa Lettera apostolica papa Leone si propone di incoraggiare un nuovo slancio nella professione di fede in tutta la Chiesa. Mette quindi in luce l’attualità del Concilio di Nicea, attualità non solo teologica ed ecclesiale, ma anche culturale e sociale.
Dilexi Te è la prima esortazione apostolica di Papa Leone XIV, documento incentrato sull’amore verso i poveri, in continuità con l’enciclica Dilexit Nos di Papa Francesco. Un testo rivolto a tutti i cristiani. «Avendo ricevuto come in eredità questo progetto, sono felice di farlo mio - aggiungendo alcune riflessioni - e di proporlo ancora all’inizio del mio pontificato, condividendo il desiderio dell’amato Predecessore che tutti i cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri». «L’amore per i poveri è un elemento essenziale della storia di Dio con noi e, dal cuore stesso della Chiesa, prorompe come un continuo appello ai cuori dei credenti». Un’edizione speciale che si avvale della Guida alla lettura di Mons. Vincenzo Paglia.
"Dilexi te", titolo della prima Esortazione apostolica di Papa Leone XIV, significa "Ti ho amato" e riprende il versetto del libro dell’Apocalisse 3,9, una dichiarazione di amore da parte di Dio per una sua comunità cristiana, che non aveva alcuna rilevanza o risorsa ed era esposta alla violenza e al disprezzo. Papa Francesco, che, nell’Enciclica Dilexit nos, aveva approfondito l’amore divino e umano del Cuore di Cristo, stava preparando, negli ultimi mesi della sua vita, un documento sulla cura della Chiesa per i poveri e con i poveri, intitolato proprio Dilexi te, immaginando che Cristo si rivolga ad ognuno di loro dicendo: Hai poca forza, poco potere, ma "io ti ho amato" (Ap 3,9).Papa Leone, sentendo di aver ricevuto come in eredità questo progetto, si dichiara - all’inizio del documento - felice di farlo proprio, aggiungendo alcune sue riflessioni, per proporlo all’inizio del suo pontificato, "condividendo il desiderio dell’amato Predecessore che tutti i cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri".
L'enciclica di Leone XIII reagisce allo sviluppo sociale ed economico della fine del diciannovesimo secolo, l'epoca dei grossi cambi nelle relazioni tra proprietari e proletari, tra capitale e lavoro. L'enciclica mette in rilievo i principi con cui, secondo giustizia ed equità, si deve affrontare la questione sociale.
Il volume raccoglie i discorsi che il cardinal Lercaro fece come moderatore al Concilio Vaticano II, dove aveva come segretario Giuseppe Dossetti. Prefazione di Giuseppe Ruggieri. Introduzione di Giuseppe Alberigo.
Il 1° gennaio 1968 fu celebrata la Prima giornata mondiale della pace per iniziativa di Papa Paolo VI. Il cardinale Lercaro per la sua diocesi di Bologna volle sottolineare particolarmente l'evento con una celebrazione liturgica e un'omelia nella quale rifletteva a fondo sul tema della guerra e della pace in riferimento alle esperienze del secolo che la sua vita aveva attraversato. In particolare venne delineato il caso che nell'attualità del momento storico rappresentava l'atto di guerra più esplicito, devastante e discusso: l'intervento bellico degli Stati Uniti sul Viet Nam del Nord. La riflessione di Lercaro, che negli ultimi due anni del suo episcopato era tornato più volte sul tema della pace, si concentrava ora sul compito della chiesa di vigilanza e di profezia verso ogni sistema di male in particolare di quello rappresentato dagli atti di guerra e da chi ne portava la responsabilità maggiore. Se si voleva assumere sul serio il vangelo della pace andava proclamato con forza l'abominio di quella guerra. "La chiesa non può essere neutrale di fronte al male" infatti "la sua via non è la neutralità ma la profezia" Questa affermazione che oggi sembra ovvia allora non lo era anzi apriva ad orizzonti nuovi per il ruolo della chiesa nel mondo. C'è voluto un papa, Francesco, per restituire a Bologna e al mondo il ricordo dell'omelia di Lercaro del 1968, che egli ha ricordato citando proprio quella frase nel suo incontro a Bologna con gli studenti e il mondo accademico il 1° ottobre 2017.
François-Marie Léthel, riprendendo il capitolo V della costituzione "Lumen Gentium", riporta l'attenzione alla vocazione universale alla santità, sottolineando che il Concilio Vaticano II ha aperto una nuova pagina nella vita della Chiesa sotto la guida dei diversi pontefici fino a papa Francesco, che ha sviluppato lo stesso tema nella sua esortazione apostolica "Gaudete et exsultate". Attraverso questi documenti recenti della Chiesa e le numerose beatificazioni e canonizzazioni, si può comprendere meglio cosa sia realmente la santità alla quale tutti i credenti sono chiamati. Una riflessione intensa sulla santità vicina a tutti, accessibile e praticabile nella vita quotidiana: cioè la perfezione della carità, cioè la pienezza dell'Amore di Dio e dell'uomo in Cristo Gesù. L'appendice riporta i numeri della "Lumen Gentium" relativi alla santità nella Chiesa.

