
La "Critica della ragion pura" è un monumento del pensiero moderno e un incubo per gli studenti. Questo breve libro cerca di dissipare tale incubo chiarendo in un linguaggio accessibile i nodi concettuali del capolavoro di Kant. Il volume è diviso in dieci brevi capitoli, che partendo dal contesto in cui Kant ha sviluppato la sua filosofia, la espongono e la mettono a confronto con gli orientamenti della filosofia contemporanea.
Il volume raccoglie diversi saggi che approfondiscono i temi affrontati nella "Banalità del male" e nella "Vita della mente", e in primo luogo la responsabilità personale durante le dittature. Il lungo saggio centrale è una riflessione sull'inadeguatezza delle tradizionali verità morali come metro per giudicare ciò di cui siamo capaci, e riconsidera la nostra capacità di distinguere il bene dal male, il morale dall'immorale. Nella seconda parte i temi teorici vengono applicati nel particolare con alcune considerazioni sull'integrazione razziale, il Watergate, la sconfitta in Vietnam, i processi ai criminali nazisti.
Sapevate del complesso di Montaigne? E come andò veramente fra Socrate e il bellissimo Alcibiade? Nietzsche, in quel senso, era forse un superuomo? La Filosofia di de Sade, più che nel boudoir, non è piuttosto da tavolino? Scorrevole come un libro comico, ma frutto di una ricerca rigorosa e documentata, "Filosofi a luci rosse" ci invita a spiare, con sguardo ironico e un po' dissacrante, nelle camere da letto dei filosofi: da Socrate a sant'Agostino, da Rousseau a Nietzsche, da Freud ai contemporanei, storie, teorie, aneddoti e maldicenze, tutto quello che volevamo sapere sul rapporto che i grandi del Pensiero avevano con il sesso.
Se il pluralismo rappresenta un vero e proprio valore della nostra civiltà , del relativismo va invece detto che è radicalmente contraddittorio e logicamente insostenibile. Questo libro approfondisce appunto la natura dei due termini, affrontandone sia la dimensione di fondo, nella prospettiva della logica e della metafisica, sia il piano della discussione etica e politica. Sarebbe relativistico esaltare la diversità senza considerare l'identità, la soggettività senza l'oggettività, la molteplicità senza l'unità , la libertà senza la verità , il bene comune senza la persona. E' invece pluralistico valorizzare e tenere dialetticamente insieme entrambi i termini, esprimendo così a pieno una dimensione di cooperazione e di equilibrio. In questo senso non è possibile neppure tralasciare il riferimento alle radici cristiane della nostra cultura. Dove, se non nella Buona Notizia del Cristo, si esprime più e meglio la difficile, eppure irrinunciabile, coesistenza di unità e pluralità , di identità e differenza, di verità e libertà ? Gli interventi di questo libro sono firmati da: G Cottier; F. Di Blasi; R. Di Ceglie; R. Gallinaro; P. Giustiniani; A. Livi; M. Marsonet; P. P. Ottonello; D. Sacchi; H. Seidl; C. Vigna; P. Viotto (pp. 296).
Pur atteggiandosi a mero esegeta di Platone, Plotino esamina criticamente tutte le principali posizioni del pensiero antico, in particolare quelle di Aristotele. A ciò si aggiunge la sua familiarità con la cultura di Alessandria, dove fioriva il giudaismo ellenizzante e, al tempo stesso, si sviluppava un tipo di conoscenza scientifica che darà avvio alla scienza moderna. Plotino è divenuto, così, una cerniera tra l'antico, il medievale e il moderno, perfino in pensatori come Schopenhauer, che a stento ne conoscono il nome. Quella di Plotino è una filosofia che ci permette inoltre di far fronte alle sfide dell'età tecnologica, cercandovi i mezzi necessari, ma con la coscienza che essi non bastano a raggiungere il fine ultimo.
"Chi comincia a fare filosofia partendo da Platone - scrive Szlezák -può essere certo di avere imboccato la strada giusta." Fin dalle prima pagine, Thomas Alexander Szlezák con esemplare chiarezza introduce il lettore a un modo nuovo di leggere Platone che, rovesciando nettamente gli schemi e i canoni tradizionali, riguadagna il senso che il Maestro dava alla scrittura, rispetto all'oralità, come mezzo di comunicazione del sapere. In tal modo si perviene a comprendere la dimensione storica di Platone e a recuperare la straordinaria vitalità dei suoi scritti, la freschezza dei suoi drammi filosofici, l'efficacia attuale dei suoi messaggi.
Da qualche tempo nessuno dei grandi eventi che scuotono il mondo è più interpretabile fuori della categoria di biopolitica: dovunque si volga lo sguardo, la questione del bíos appare al centro di tutte le traiettorie politicamente significative. E tuttavia, a tale straordinario rilievo non corrisponde una adeguata chiarezza sul significato del concetto. Esso sembra percorso da un'incertezza di fondo, da un'inquietudine semantica, che lo espone a letture contrastanti. Ciò che, in tale contrasto, resta irrisolta è la domanda posta per la prima volta da Michel Foucault: come mai la relazione sempre più diretta della politica con la vita rischia di produrre un esito di morte? Nel libro l'autore cerca una risposta a questo interrogativo.
L'enciclopedia è il circolo dei saperi, qui indagato nelle sue figure paradigmatiche. Le sei scienze che fanno da guida al percorso (dalla metafisica alla psicologia, all'etologia, dall'antropologia alla cosmologia, alla pedagogia) sono a loro volta emblematiche; esse compendiano un esercizio genealogico di rifondazione dei saperi, ricondotti alle loro pratiche originative. Questo ideale ritorno a casa delle scienze libera il sapere dalle superstizioni recenti e antiche e lo riconsegna a una nuova, necessaria, impellente consapevolezza filosofica.
Questo volume riunisce i tre tomi che compongono il monumentale "Platone" del filologo classico e che, apparsi a partire dal 1928, hanno immediatamente rappresentato uno strumento fondamentale di critica testuale e storiografica per tutta la letteratura platonica del Novecento. La drammatica biografia dell'autore, spesa tra le trincee della prima guerra mondiale e i campi di lavoro della seconda, fino alla fuga negli Stati Uniti, si rispecchia nell'ideale di formazione umana dominante nel testo: una mediazione tra il significato di "paideia" e i più vivi fermenti della cultura filosofica contemporanea, dallo spiritualismo di Bergson all'esistenzialismo di Jaspers e Heidegger, fino all'epistemologia, alla filosofia del linguaggio e al diritto.
A partire dalla fine degli anni Settanta, John Rawls tenne a Harvard un corso di filosofia morale, confluito in una serie di dispense ripetutamente rimaneggiate negli anni. Egli riteneva che in filosofia non si potesse parlare di progressivo superamento delle teorie del passato, così come se ne parla in fisica o in biologia. Le teorie del passato sono per lui forme compiute di risposta a questioni reali che vanno lette nel loro contesto, ma che possono dialogare positivamente con il presente ed essere fonte di ispirazione per la soluzione dei nostri problemi. Le venti lezioni offrono un'introduzione alla storia della filosofia moderna e l'opportunità di scoprire le fonti storiche del pensiero di uno dei più grandi filosofi del Novecento.
Il tema della "passione" potrebbe essere il luogo centrale della differenza culturale fra oriente e occidente? Se la civiltà occidentale vede nella passione un'esperienza fondante, indispensabile sul piano affettivo, estetico o spirituale, l'oriente si mostra invece più diffidente, alla maniera della saggezza buddhista che invita a liberarsene per accedere al risveglio.
 
 
 
 
 
  
