
Consegnare la Shoah al puro accadimento naturale, integrandola nel corso della storia come uno dei tanti tragici eventi, significa implicitamente ammettere che il tempo può rimarginare tutto e rimettere ogni peccato. Eppure, proprio nel momento più buio di questa storia alcuni uomini e donne, come Hillesum, Arendt, Jonas, hanno dato una risposta forte esigendo che questo evento sia per sempre custodito per ogni possibile riflessione di natura etica, religiosa e metafisica. Il libro comprende, tra gli altri, contributi di Alberto Melloni, Pier Vincenzo Mengaldo, Umberto Galimberti, Giancarlo Gaeta.
L'opera non è rivolta solo agli specialisti, ma propone uno strumento di studio e di informazione culturale accessibile a un pubblico colto e agli studenti. Il suo intento consiste infatti nel riportare alla luce, e riproporre all'attenzione della cultura contemporanea, quel ricco giacimento di razionalità critica, di opzioni etico-politiche, di prospettive teoriche, che quel pensiero ha elaborato con una potenza argomentativa e una libertà intellettuale che hanno pochi paralleli nella storia della filosofia occidentale. Il volume ha per oggetto il periodo classico della filosofia greca (il IV sec. a.C.), dominato dalle grandi figure di Platone e Aristotele, ossia i pensatori che più di tutti hanno condizionato e influenzato gli sviluppi della filosofia occidentale. Nel libro si offrono anche un quadro della storia delle interpretazioni novecentesche e contemporanee dei due filosofi, una originale introduzione sui modi di praticare la filosofia in quell' epoca, la storia delle scuole platonica e aristotelica subito dopo la morte dei loro fondatori, e un profilo sintetico del pensiero matematico e dei suoi progressi.
In questo volume vengono tradotti una serie di saggi scritti da Gadamer negli anni tardi della sua vita, tratti dall'ultimo volume "Gesammelte Werke". Il fondatore dell'ermeneutica propone il suo congedo confrontando il proprio progetto di pensiero, sempre attento alla tradizione filosofica classica greca e tedesca, con la sfida della mentalità scientifico-tecnologica e con le risposte, a suo giudizio insoddisfacenti, della filosofia analitica angloamericana e del decostruzionismo francese. Il volume si chiude con una serie di ritratti filosofici attinti dagli incontri che hanno scandito l'esistenza ultracentenaria dell'autore, ed è arricchito da apparati utili a orientarsi nell'intera produzione gadameriana.
Quest'opera puo' considerarsi il testamento spirituale di Edmund Husserl.
Sembra più facile appassionarsi alla lettura dell'Inferno di Dante che a quella del Paradiso, che può apparire come un nulla immacolato. Ma il Paradiso dantesco è più variato e violento dell'Inferno. Lì, Beatrice dichiara al poeta: "S'io ridessi tu ti faresti di cenere". Ecco perché mettiamo il Paradiso alla porta: temiamo la sua gioia esigente. E allora ci fabbrichiamo un piccolo paradiso artificiale, rassicurante: un inferno molto rispettabile. Certo, non si tratta di fuggire verso un altro mondo immaginario né di regredire verso il paradiso terrestre della Genesi, che, lo sappiamo, è definitivamente perduto. Alla nozione di un aldilà opponiamo a buon diritto l'esigenza di vivere hic et nunc. Ma non riusciamo mai a essere veramente qui, adesso. Ed è a questo punto che il vero paradiso rivela il suo paradosso e si difende dalle sue parodie: non è evasione verso un altrove, ma grazia lacerante di essere infine presenti a tutti e a ciascuno, in un'apertura sinfonica, una creatività corale. Questo libro è un invito a percorrere un itinerario attraverso la filosofia, la teologia e le arti - da Nietzsche a san Tommaso, da Baudelaire e Proust a Bernini, da Sade a Mozart - per accostarsi a ciò che il paradiso ha di più terribile e di più bello: la ferita della sua beatitudine. Non si tratta di una consolazione, ma di una convocazione a quella gioia che deve farci perdere ogni contegno - come un clown - e distruggere ogni contentamento - come un fiume...
In questo saggio l'Autore esplora sistematicamente la dottrina di San Tommaso sulla legge naturale, cercando di mettere in evidenza tanto la sua coerenza quanto la sua relazione con altre caratteristiche dei suoi insegnamenti sull'operare umano

